CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – Ospedale unico dell’asl To 5: storia infinita, tempo scaduto

Infuria la polemica politica, ma intanto non ci sono tempi e volontà certe sul ‘se si farà’ e ‘dove’

di Gianni Giacone

E’ sempre più un punto interrogativo il futuro, atteso ospedale unico destinato, nell’asl To 5, a sostituire gli attuali ospedali di Moncalieri, Chieri e Carmagnola. Qualche settimana fa, il politecnico ha completato la perizia idrogeologica, idraulica e sismica per l’area già destinata, dal 2016 ad ospitare la struttura, quella di Vadò tra Moncalieri e Trofarello: una perizia richiesta dalla Regione dopo la mai finita polemica tra favorevoli (Moncalieri e Trofarello), contrari (Villastellone, Carmagnola) e scettici (Chieri?) ha confermato che il problema che ha sollevato la polemica, il fatto che l’area sia esondabile, esiste, ma ogni problema ha una soluzione, e Vadò non fa eccezione. Soluzione costosa e non semplice magari. Così, la polemica riprende e la palla ripassa alla Regione. Su una cosa, tutti sembrano d’accordo: che la scelta definitiva della Regione, comunque sia, avvenga in fretta. E qui, probabilmente, cascherà l’asino. Perché i soldi che già scarseggiavano a costi (e progetto) 2016 a maggior ragione potrebbero non bastare adesso. E’ per questo che, intanto, si chiede a gran voce di investire sugli ospedali attuali, a cominciare da quello di Chieri. Proviamo a fare sintesi, ricordando chi ha detto qualcosa, dopo la perizia del Politecnico, sul sito di Vadò.

L’Asl: “L’area di Vadò è tecnicamente idonea, ma…”

“E’ stato consegnato all’Asl TO5 il risultato della perizia idrogeologica, idraulica e sismica per l’area del nuovo Ospedale Unico. «Abbiamo ricevuto la perizia asseverata commissionata al

Il sindaco di Chieri, Alessandro Sicchiero

Politecnico di Torino – ha spiegato il direttore generale Massimo Uberti -. Tale perizia ha indicato come l’area in località Vadò a Moncalieri sia “tecnicamente idonea” alla realizzazione del nuovo Ospedale unico dell’Asl TO5, pur suggerendo degli interventi cautelativi per garantire la sicurezza geologica, idraulica, geotecnica e sismica». La perizia è stata trasmessa all’Assessorato che aveva richiesto questo approfondimento per le valutazioni conseguenti. Dal punto di vista tecnico sarà necessario valutare gli interventi per la totale messa in sicurezza del sito suggeriti dal documento. In particolare, sotto l’aspetto idrogeologico e idraulico nella relazione si attesta che “al fine di scongiurare danni alle strutture, connesse alle risalite temporanee del livello piezometrico (livelli stabilizzati di acqua di falda in pozzi limitrofi.) in corrispondenza di eventi meteorologici particolarmente intensi, occorrerà altresì prevedere idoneo sistema di pompaggio tramite pozzi ed evacuazione delle acque. Tale sistema andrà adeguatamente definito e dimensionato in sede progettuale. In considerazione delle oscillazioni stagionali è necessario attivare un sistema di misura continuo mediante sonde multiparametriche. Il contesto complessivo in cui si colloca l’area in esame è tuttavia caratterizzato dalla presenza di ampi aree con significativa suscettibilità a rischio di esondazione da corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrogeografico principale, con potenziale rischio di interruzione di alcune vie d’accesso: occorrerà pertanto dotarsi di apposito piano di gestione delle emergenze che identifichi le vie d’accesso ed i percorsi alternativi da utilizzare nei diversi scenari di esondazione. Per garantire il mantenimento di condizioni di pericolosità idraulica bassa, sembra peraltro opportuno prevedere, in accordo con gli enti preposti alla manutenzione idraulica del territorio, un apposito piano di area per il monitoraggio e la manutenzione degli alvei e delle opere di difesa”. Dal punto di vista sismico le caratteristiche geotecniche dei terreni sono variabili arealmente e non omogenee verticalmente. Una condizione che, unita alla quota oscillante della falda, potrebbe indurre cedimenti differenziali in un fabbricato impostato su fondazioni superficiali. I cedimenti differenziali non sono ammissibili in un’opera strategica e per definizione vincolata a rigidezze strutturali elevate. Pertanto in sede di progettazione della struttura dell’edificio, si dovrà prevedere un sistema di fondazioni profonde (pali). Tenendo conto del carattere strategico del manufatto e della necessità di ottemperare alle normative antisismiche, il sistema fondazionale dovrà prevedere un grigliato bidirezionale di travi di fondazione a collegamento di tutti i pilastri e setti portanti dell’edificio, impostato sulle teste delle palificate da realizzarsi al di sotto di ciascun elemento portante verticale. Per tali motivi potrebbe essere opportuno rivedere alcune parti del progetto ed effettuare un’attenta valutazione sui costi aggiuntivi che ne potrebbero derivare.”

“Pietra tombale su Vadò”

L’area di Vadò alluvionata nel 2016

Davide Nicco, consigliere regionale (F.I.) ed ex sindaco di Villastellone.

“In una area verde a rischio esondazione come questa, si può tranquillamente continuare a coltivare il mais, ma sicuramente non è possibile costruirvi un ospedale, se non accollandosi il rischio delle alluvioni alla struttura, delle alluvioni alle strade di accesso e soprattutto spendendo molti più soldi pubblici per tentare mitigare i rischi idrogeologici, che continuerebbero comunque ad essere sempre ben presenti. E’ evidente che un ente pubblico non può correre questi rischi (troppo spesso in passato è stato fatto e i risultati si vedono); credo che la Regione debba verificare con urgenza la presenza di altre zone alternative non esondabili, più sane e baricentriche su cui costruire l’ospedale unico dell’Asl To5, come del resto deliberato dal Consiglio Regionale un paio di mesi fa.” Sottinteso: l’area più sana e baricentrica, per Nicco, si troverebbe a Villastellone.

 

Alessandro Sicchiero, sindaco di Chieri

“Ora la Regione Piemonte ha in mano tutte le carte, e ci aspettiamo che quanto prima ci possa essere un confronto con gli amministratori locali sia in sede di Assemblea dei Sindaci dell’Asl sia in Commissione sanità. Nel passato, il chierese aveva evidenziato delle problematiche che dovranno comunque essere prese in considerazione, a cominciare dal nodo trasporti. Ma soprattutto, bisogna chiarire il destino delle attuali tre strutture ospedaliere, il Maggiore di Chieri, il S. Croce di Moncalieri e il S. Lorenzo di Carmagnola. Si era parlato a suo tempo di trasformarle in Case della Salute. Bene, purché alla fine non si ipotizzino dei semplici poliambulatori! Se il nuovo ospedale unico concentrerà le alte complessità, occorre che il Maggiore di Chieri possa dare risposta alle emergenze, garantire le basse e medie complessità, prendersi carico delle cronicità, il che significa potenziare davvero la medicina territoriale. È giunto il momento di guardare al futuro e di parlare degli investimenti necessari per la sanità chierese».

 

Moncalieri e Trofarello: avanti con Vadò

Paolo Montagna, sindaco di Moncalieri, non ha dubbi: “Il nuovo ospedale unico dell’asl To 5 a Vadò si può fare. Bisogna avviare la gara per il progetto definitivo e cominciare i lavori. L’area è idonea, il progetto c’è, i soldi pure. La Regione ci dica cosa dobbiamo fare, si va avanti per tutelare il diritto alla salute del territorio.” Sulle stesso posizioni Gian Franco Visca, sindaco di Trofarello.

 

Riccardo Ruà, Presidente, e Rachele Sacco, Vice Presidente, dell’Associazione Adelina Graziani.

“Ospedale unico, le priorità del territorio sono altre: assistenza, liste di attesa, vaccini. . .

“Vorremmo che alcuni Sindaci della zona piuttosto che dedicare il loro tempo ad un progetto futuribile quale l’ospedale unico a Moncalieri si occupassero di problemi più urgenti legati alla Sanità” così dichiarano Riccardo Ruà e Rachele Sacco, presidente e vicepresidente dell’Associazione Adelina Graziani per la tutela dalla malasanità e i diritti del malato. “Sono molti quelli richiedono la loro attenzione – proseguono Ruà e Sacco– l’assistenza agli anziani e malati soli, nelle abitazioni, ma anche nelle strutture, l’ansia del Covid, le aspettative per i vaccini, predisporre le strutture per la vaccinazione di massa, le liste di attesa (gravate dal Covid), il rispetto per i diritti umani e del malato. Mi pare siano temi decisamente più importanti ed incombenti che meriterebbero l’attenzione dovuta, piuttosto che fare come alcuni che inseguono un progetto a lungo termine. Come Associazione abbiamo più volte sottolineato le gravi difficoltà della sanità. Servono interventi e subito in questi campi. Sulla sanità bisogna puntare a potenziare i presidi già esistenti che nella crisi del Covid si sono rivelati essenziali per la vicinanza ai cittadini”.