CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA. Chieri 1500 e le terrecotte decorate

 

Una nuova famiglia di terrecotte e il rinnovamento dell’arte a Chieri nel primo terzo del Cinquecento

di Giovanni Donato

 

 

Da alcuni anni è emerso un lotto di terrecotte decorate a stampo dal palazzo di proprietà Musso (già dei conti Robbio di San Raffaele) in via Vittorio Emanuele II a Chieri. In realtà si tratta di pezzi smembrati reimpiegati in murature e strutture di servizio, la cui importanza emerge dai decori di ostentato classicismo chiaramente riferibili ai primi decenni del Cinquecento. In assenza totale di riferimenti, data la provenienza dalle proprietà Robbio e visti i confronti con gli stalli della sacrestia del Duomo di Chieri, voluti da Ottaviano Robbio nel 1530, si è delineata l’ipotesi che già in antico le terrecotte fossero espressione della committenza laica o ecclesiastica della famiglia. Le decorazioni presentano alcune brillanti variazioni sul tema della “candelabra” di tradizione romana con innesti più liberi ispirati propriamente alle “grottesche”. Si impone in particolare il tema della panoplia militare e guerresca che ha rari riscontri nella coeva decorazione in pietra, da Torino a Saliceto, assenti però nella produzione fittile (non solo in Piemonte). La presentazione delle terrecotte Robbio si accompagna a numerosi altri rinvenimenti in città e nel territorio che riscrivono in parte la facies architettonica del Rinascimento locale (per questo aspetto si rinvia alla II parte dello studio, la cui uscita è prevista a breve).