Il Comune aveva deciso di sostituire quello vecchio con quello donato da un privato. L’intervento del sindaco Caselle…
di Valerio Maggio
In occasione dell’ottantesimo anniversario del 25 Aprile, sfilando all’ombra del gonfalone di Chieri, mi sono chiesto quanti cittadini ricordassero ancora la disputa sorta, poco più di mezzo secolo fa, nel momento in cui il Municipio aveva deciso di sostituirlo – giudicandolo inservibile – con un più moderno vessillo donato «spontaneamente» (sarà davvero stato così?) dal dottor Angelo Righetti, vice direttore centrale della ditta di filati *Chatillon. Quest’ultimo era stato appena nominato socio onorario della Pro Chieri in attesa di ricevere, di lì a poco, anche la cittadinanza onoraria: l’ambita Cherium Civitas.
A quel punto una parte di cittadini con l’appoggio del settimanale locale Cronache Chieresi – siamo nei mesi di aprile/maggio 1967 – si metterà di traverso criticando l’iniziativa adducendo tra i vari motivi l’attaccamento al seppur datato stendardo cittadino. Ne nascerà un dibattito sulle colonne del giornale dove verrà sottolineato come «il vecchio stendardo ritenuto ormai pensionabile, oppure quello nuovo che presto Chieri dovrebbe avere» sia il simbolo «della nostra città». «Attorno ad esso, infatti, si è stretta nei secoli la popolazione in armi ogni qualvolta un nuovo nemico od un nuovo pericolo la minacciava; attorno ad esso si strinsero idealmente i cinquanta chieresi della stirpe dei Balbo, che caddero sui campi di Legnano, vendicando la città nativa arsa ventun anni prima da Federico Barbarossa». Pertanto la proposta che si delinea è quella che «se il gonfalone deve essere rifatto deve nascere dal frutto del lavoro chierese, deve essere opera dei suoi cittadini». «È un privilegio – si sottolinea – che rivendichiamo e che ci auguriamo trovi unanime il Consiglio Comunale. (…) Sarebbe stato sufficiente lanciare un appello alla popolazione. Il cuore dei chieresi (…) non avrebbe mancato di aiutare il suo Comune». Il ‘casus belli’ verrà a quel punto affrontato anche ai piani alti del Municipio attraverso una lettera inviata al giornale dall’allora sindaco Secondo Caselle – spesso in disaccordo con le iniziative editoriali che settimanalmente Cronache Chieresi portava avanti con l’intento di indirizzare Chieri verso un «futuro più moderno, più dinamico ma soprattutto al passo coi tempi». (Era di questo tenore uno degli slogan più gettonati a quel tempo). Caselle preciserà come il progetto per la sostituzione del gonfalone fosse nel cuore delle Giunte a partire dal 1955 ma mai realizzato per l’elevato costo (circa tre milioni) e, per questo motivo, accantonato «Io stesso – scrive – viste le difficoltà locali, mi sono rivolto lo scorso anno alla ben nota cortesia e filantropia del dr. Angelo Righetti, perché proponesse alla Chatillon di donare al Comune di Chieri il gonfalone». Contesta anche il fatto che, sull’argomento, il settimanale si sia espresso al plurale «non credo – sottolinea – possa rappresentare il desiderio della cittadinanza tutta; se mai vi è una Giunta Comunale, un Consiglio che rappresentano la popolazione e in questo caso la maggioranza si è espressa favorevolmente». Il primo cittadino nella lettera informa poi come nel giugno il nuovo gonfalone sarà consegnato alla città precisando che «sui meriti o demeriti di una persona (il dr. Righetti n.d.r.) è sufficiente che ci si rivolga al vasto ambiente tessilo chierese. É vero (…) che rappresenta una grande industria che è legata da vincoli di affari con numerose ditte tessili, però non è la sola; altre industrie smerciano i loro prodotti a Chieri, e non mi risulta che siano state così prodighe come la Chatillon verso la nostra città. In fondo se i filati della Chatillon sono convenienti o interessano ai nostri tessili, non è per una benevolenza verso il dr. Righetti o per la sua prodigalità verso la nostra città che vengono acquistati».
Da cinquantotto anni il gonfalone targato Chatillon è presente in Municipio. Pronto ad essere smentito sono convinto che non abbia mai rappresentato la città in occasioni di cerimonie ufficiali.
*La Chatillon, o Società Anonima Italiana per le Fibre Tessili Artificiali S.p.A., è stata un’azienda italiana operante nel settore delle tecnofibre.Nel 1917 fu fondata la Soie de Châtillon (Seta di Chatillon) con uno stabilimento nell’omonimo comune valdostano. La Chatillon entrata nel 1955 nell’orbita della Edison, nel 1966 confluisce nel gruppo Montedison, a seguito della fusione tra la Montecatini e la Edison (che fino ad allora deteneva il suo controllo).Nel 1972 si fonderanno per incorporazione nella Chatillon altre due aziende del gruppo, la Rhodiatoce e la Polymer. la Chatillon assunse quindi la denominazione di Montefibre. Nel 1985 verrà definitivamente liquidata.