CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – Storia e informazione locale. Quel “Chierese” di 80 anni fa

26 maggio 1945: il settimanale cattolico al quarto numero omaggia i partigiani e …la Madonna delle Grazie

di Valerio Maggio

 

Il 26 maggio del 1945 il settimanale locale cattolico e marcatamente democristiano, Il Chierese (due fogli appena) è già per la quarta volta in edicola (il numero 1 infatti è datato 5 maggio a pochi giorni dalla Liberazione, mentre per il Corriere di Chieri si dovrà attendere il 28 luglio) con una proposta di lettura prevalentemente improntata, in prima pagina, ai recenti fatti, anche locali, che avevano accompagnato la caduta del regime nazifascista e, in seconda, ad una cronaca cittadina che risente anch’essa del momento storico. Un “corsivo” di approfondimento firmato L.F. (qualcuno ha notizie?) ed una notizia di carattere religioso ambedue tratte da quel numero è quanto questo mese vi propongo, con le “retoriche” e le “maiuscole” proprie dell’epoca. Un mese ancora legato, almeno per quanto mi riguarda, al ricordo degli storici avvenimenti succedutisi a cavallo del 25 Aprile di ottant’anni fa.

A ciascuno il suo: « (…) Ieri chi era fascista, chi era borsista, più meno nero al servizio dei tedeschi. Oggi vorrebbero essere tutti Patrioti. Vero è che queste persone sono strette da impellente necessità di ostentare sorridendo una coccarda tricolore laddove un giorno ostentavano con tutta boria un altro tricolore opportunamente corretto con piccole aggiunte: oppure di sostituire nel portacarte sempre gonfio di “campioni” e di biglietti da mille una meno ingombrante e fiammante tessera da partigiano; ma giustizia vuole che ciascuno sia giudicato e stimato per quel tanto che ha operato e che questi tardivi pentimenti siano inesorabilmente stroncati. Ognuno al suo posto dunque ed a  ciascuno il suo. A chi la gloria? Ai nostri magnifici partigiani – i veri – i quali in collaborazione con gli Alleati ci han finalmente liberati dal tallone tedesco. Ad altri non meno eroici Patrioti – Patrioti senza storia e senza pretese troppo spesso dimenticati – gli ex internati in Germania i quali pagarono duramente con la fame, colle fatiche, con la morte il loro purissimo amor di Patria non volendo abbassarsi a prestare un giuramento vergognoso. Poi all’infinita ed umile schiera di lavoratori, di intellettuali, di impiegati, i quali dopo la lunga giornata di lavoro, continuavano a lavorare nell’ombra, ciascuno nel proprio campo per l’Idea rischiando torture e morte. Da essi erano composti i gloriosi C.L.N., i Comitati di Agitazione da essi organizzati, i servizi ausiliari, il rischioso servizio di spionaggio, il più umile ma non meno pericoloso servizio postale pro-Partigiani. Ultimo nel novero ma non nell’opera il Clero. A qualche spiritoso che sorriderà sarà opportuno solamente ricordare i tristi momenti in cui città e paesi si trovarono in balia della rabbia nazifascista. Chi si faceva avanti, chi coraggiosamente affrontava barriere di cavalli di frisia, di siepi di mitra, chi si recava nel covo-fortezza a subire scherni e minacce pur di mettere le cose apposto? Non certo quelli che oggi sorridono. Mentre i Patrioti affrontavano i disagi della macchia, morivano nelle secrete di tortura o appesi ai ganci, ai capestri; mentre gli internati cadevano vinti dalla fame sotto la sferza; mentre il popolo soffriva in silenzio i disagi e i dolori della guerra, una minoranza faceva crassi guadagni. Erano industriali, commercianti, agricoltori borsisti neri. A loro il biasimo e l’ignominia. (…)».

La riconoscenza dei chieresi alla B.V. delle Grazie: «La popolazione della nostra città si appresta a tributare nella giornata di domani 27 corr. alla Ma donna delle Grazie un grandioso omaggio di gratitudine per essere stata visibilmente protetta e preservata dai pericoli e dalle devastazioni della guerra. Durante tutta la mattinata, ai piedi del suo altare si susseguiranno, senza distinzione di classe o di età, riuniti in un solo palpito di amore, piccoli e grandi ricchi e poveri, vecchi e giovani, uomini e donne, per dire ciascuno il proprio grazie, la propria preghiera e tutti purificati nell’anima si accosteranno alla Mensa Eucaristica. Nel pomeriggio sopra un carro trionfale, spinta e circondata dai giovani (nella foto) che hanno sofferto e combattuto per la libertà e la salvezza dei nostri ideali, la dolce effige della nostra Madonna, percorrerà le vie della città per distribuire grazie, per tergere lagrime, per purificare i cuori, per pacificare gli animi, per sedare odii e vendette, e ricondurre sulla via della giustizia e della carità evangelica. (…)».