CENTOTORRI/SFOGLIA LA RIVISTA – 1975: elezioni comunali, i democristiani e la resa dei conti

 

Quel vistoso insuccesso della sinistra democristiana cambierà molte cose…

di Valerio Maggio

 

Le elezioni ammnistrative della primavera di mezzo secolo fa mutarono profondamente il quadro politico nazionale. Per la prima volta andarono alle urne diciottenni, diciannovenni e ventenni aprendo una fase completamente nuova. Il Pci potrà vantare il più grande successo con 11 milioni di voti pari al 33,40 %, cioè il 6,2 punti in più su base nazionale rispetto alle politiche del 1972. La Dc pur rimanendo il primo partito arretrerà al 35,20 % (- 3,60). Il fenomeno toccherà in modo vistoso anche la Dc di Chieri che, dopo un trentennio, perderà la sua verginità – intesa come maggioranza assoluta in Consiglio. Restando pur sempre la DC il partito più votato la «caporetto elettorale chierese meno 7,20 %, – si legge su Cronache – porta all’interno un’attenta analisi dei risultati ma anche ad una resa dei conti tra le correnti». «A Chieri come in Piemonte la flessione – continua Cronache – è avvenuta a spese della sinistra interna (…) la sua parte più viva, politicamente aperta e più pulita. La dc è stata punita ma – destino cinico e baro – proprio nella sua parte migliore». La conferma arriva al momento della proclamazione dei consiglieri eletti nelle file dello scudo crociato. Sono diciannove. Leggiamoli questi nomi con a fianco il numero delle loro preferenze: Egidio Olia (1324) Ermes Cestonaro (963) Luigi Anfossi (640) Michele Fasano (573), Gian Franco Appiano (524), Tarcisio Vergnano (501), Oscar Merlone (496), Giovanni Salerno (459), Enrico Toia (457), Luigi Masera (425), Duccio Varetto (388) Giuseppe Cerchio (383), Giuseppe Fabaro (378), Giuseppe Berruto (361), Giuseppe Pogliano (318), Crescentino Bosco (312), Lorenzo Vergnano (297), Piero Crivellaro (255) Giorgio Edgardo Barè (244). Dunque, se il più votato si conferma Olia, sindaco uscente e rappresentante della corrente di sinistra Forze Nuove,  dopo di lui si deve arrivare all’ottavo e nono eletto (Salerno e Toia) per ritrovare due ‘amici’, mentre gli altri  (Fabaro, Berruto e Baré) occupano solo le parti medio basse della graduatoria. Da parte sua Giuseppe Cerchio, esponente della corrente Impegno Democratico (moderata e centrista che faceva capo a Emilio Colombo) così esprimerà la propria soddisfazione: “La sinistra democristiana ha riportato un vistoso insuccesso che va ricercato in un errore tattico della corrente”. E per di più potrò rivendicare il merito di aver “rappresentato l’esigenza, sentita dalla base del partito, di ringiovanire le file dei propri rappresentanti, confermata a Chieri dall’ingresso in Consiglio comunale di Varetto, Crivellaro, Lorenzo Vergnano che hanno da poco superato i vent’anni”.

L’aumento percentuale dei comunisti (+ 6 % e oltre) permette al partito di portare a dodici il drappello dei consiglieri comunali con una rappresentanza della nuova generazione: esordienti della politica, in qualche modo figli del ’68. Mentre, infatti, la Dc aveva continuato a pescare dagli oratori e dall’Azione Cattolica, la sinistra, soprattutto il Pci, aveva cercato di coinvolgere i cattolici del dissenso e le associazioni che stavano rompendo con il collateralismo, come le Acli, alla ricerca di un punto dì incontro tra i valori del cristianesimo e quelli del socialismo. A fianco dei compagni storici (Michele Benedetto, Pasquale Palazzolo, Giuseppe Catarsi, Abino Fabeni), siederanno per la prima volta in Consiglio comunale Alberto Papuzzi, Luciano Genta, Gianfranco Brusasco, Bina Bucalo, Orlando Moraccini, Giampaolo Pupeschi, Piero Giovannone, Romualdo Poddie. Sfiora invece l’1% l’aumento del Psi che, forte di quel trend positivo, manda in Municipio una rappresentanza abbastanza nuova. A Germano Patrito vanno infatti ad aggiungersi Giuseppe Maspoli, Ezio Aprà e Ezio Mancino affiancati dal rappresentante del Psdi Carlo Griva. Conquista per la prima volta un seggio anche il Pri con Giuseppe Gallina mentre i liberali passano da tre a due rappresentanti, con Giulio Rocco e Francesca Serratrice. Infine in Consiglio compare un missino, Secondo Chiosso: «A parte la molestia che rappresenta per tutti la presenza di un neofascista, come si vede, le scelte non sono più scontate», commenterà Cronache. Toccherà a Egidio Olia, che verrà riconfermato sindaco, tentare una sintesi: “Le elezioni del 15 giugno a Chieri ci hanno fatto rilevare, oltre alla forte affermazione comunista, un dato che ci interessa. Mentre dai risultati locali per il rinnovo del Consiglio regionale la dc ha avuto un esito che tradotto in termini comunali, ci avrebbe dato soltanto 17 seggi, per l’elezione del Consiglio comunale abbiamo avuto dall’elettorato 19 seggi, due in più rispetto ad una scelta di carattere politico regionale. Ciò vuol dire – con ogni evidenza – che la scelta degli elettori ha tenuto conto di quanto l’Amministrazione di Chieri ha fatto in questi ultimi cinque anni. C’è stata, lo voglio dire, una valutazione sulle realizzazioni locali che ha prevalso sugli orientamenti ideologici”.

Il direttore di Cronache Camporese sintetizzerà così la situazione: «Le elezioni hanno mutato profondamente il quadro politico di Chieri (…). Dopo la svolta del ’70, da quando cioè la maggioranza si è posta sulla strada di attuazione dei servizi, alla dc non era difficile governare e, grosso modo, la sua linea era appoggiata dalle minoranze.  Ora la situazione è molto diversa (…). È evidente che la strada più ovvia da seguire è quella del centro-sinistra non solo perché è la formula di governo che ha ormai una tradizione nel nostro paese, ma anche perché la scelta opposta costituirebbe davvero un regresso per Chieri: vorrebbe dire un riaggancio con la vecchia realtà locale ottusa e conservatrice che tende al ‘risparmio’, che amministra per prestigio personale (…)». Stando così le cose non sarà facile per Olia formare una coalizione per governare la città per l’intero quinquennio successivo (le trattative andranno avanti infatti per quasi tutta l’estate). La ‘vecchia realtà locale’ – citata da Camporese  e rappresentata all’interno della Dc dalle correnti più conservatrici – pretenderà davvero di essere presente con ruoli chiave in Giunta sino a rappresentarne un freno nella realizzazione del programma sottoscritto da Olia e dai rappresentanti del Psi alleati di governo. Scorriamo, per finire, i nomi degli assessori scelti ( in qualche caso imposti) che lo affiancheranno. Per la Dc: Giuseppe Pogliano (corrente amici di Colombo delega alle Finanze, al Bilancio e all’Agricoltura), Gianfranco Appiano (Fanfaniano: Assistenza, Turismo, Sport), Luigi Anfossi (Fanfaniano: Vice sindaco, Edilizia privata, Lavori Pubblici, Viabilità, Servizi demografici), Giovanni Salerno (Forze Nuove: Cultura, Gioventù), Giuseppe Berruto (Forze Nuove: Pubblica istruzione, Servizi sociali). Per il Psi: Germano Patrito (delega Sanità, Decentramento), Ezio Mancino (Programmazione, Lavoro, Annona), Ezio Aprà (Urbanistica, Edilizia pubblica).