Cappella di S. Rita da Cascia
La prima cappella a sinistra entrando, oggi è dedicata a Santa Rita da Cascia, la cui statua è collocata nella nicchia che sovrasta l’altare, ma anticamente lo era a Santa Basilissa, ed era detta “la nuova” per distinguerla da Santa Basilissa “la vecchia”, altrettanto antica ma situata a sinistra del presbiterio.
Originariamente era di patronato della famiglia Salomone la quale, verso la metà del Quattrocento, la cedette ai Villa di Villastellone. Era di grandezza doppia rispetto ad ora: nel 1650 i Villa ne cedettero metà (pari ad una campata) a Baldassarre Robbio di San Raffaele per consentirgli di trasferirvi la cappella di Sant’Anna e Sant’Antonio da Padova.
In epoche più recenti il titolo è stato mutato prima in quello di Santa Margherita da Cortona, poi in quello di Santa Giovanna d’Arco prima di venire dedicata alla Santa di Cascia.
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Sulla parete sinistra si può ammirare un moderno trittico di m 3,50 x 5,50, che ricorda la venuta a Chieri del papa San Giovanni Paolo II il 3 settembre del 1988 in occasione del centenario della morte di S. Giovanni Bosco. Si tratta di un dipinto a colori acrilici su supporto metallico eseguito nel 1989 da Luigi Benedicenti.
Sullo sfondo vi compare il Duomo, del quale sono evidenziati la facciata, il Battistero e il campanile, e in primo piano (con un accostamento ardito ma significativo, e in un atteggiamento dinamico che ricorda quello dei santi piemontesi del quadro di Mario Caffaro-Rore, visibile tre cappelle più avanti), il papa San Giovanni Paolo II e s. Giovanni Bosco con alle spalle l’arcivescovo di Torino cardinale Anastasio Ballestrero e l’allora parroco del Duomo di Chieri don Gianni Carrù. Ai lati si affollano ragazzi e ragazze che portano doni.
Nel quadro di destra, in secondo piano, si riconosce l’autore nell’atto di osservare la scena prima di riprodurla sulla tavola che tiene fra le mani. Non è l’unico elemento autobiografico: nei personaggi che circondano il papa egli ha voluto ritrarre sua figlia e i suoi numerosi nipoti.
Il pittore Luigi Benedicenti, nato a Chieri il 2 aprile 1948, fu prima allievo di don Lorenzo Burzio poi di Mario Caffaro Rore. Partendo dal realismo del maestro, è gradualmente approdato ad all’Iperrealismo (o Fotorealismo), emanazione della Pop Art . È scomparso il 4 marzo 2015.
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