La volta
“… se la gran volta della navata è mirabile per costruzione, essa è un gioiello di eleganza per la decorazione… Nel mezzo contiene un quadro mistilineo in stucco, con un affresco di S. Antonio Abate… Il detto quadro… regola lo scompartimento di tutto il campo dintorno, per via di cornici poco rilevate e fogliami di stucco delicatissimi che ricascano con suprema leggiadria e naturalezza sui peducci, donde muove il girare della conca. Tutto questo ornamento era di bianco su bianco di squisito gusto aristocratico. Più tardi furono indorati capitelli e parte degli stucchi, per buona sorte con discrezione, non però con guadagno di bellezza”. (C. Bricarelli S. J., Civiltà Cattolica, 1926, vol. IV).
Vittorio Blanseri, Sant’Antonio Abate in gloria (1769).
La scena della “Gloria di Sant’Antonio Abate”, affrescata nel medaglione mistilineo che occupa il centro dell’elegante volta ellissoidale della chiesa, è opera del pittore torinese Vittorio Blanseri (1735-1775), uno dei migliori allievi di Claudio Francesco Beaumont, il quale la dipinse nel 1769. A quella data, infatti, era terminata la prima fase della costruzione della chiesa, quella gestita dai Gesuiti, consistente nella realizzazione dei muri perimetrali e della volta e nella decorazione di quest’ultima fino al cornicione. Per questo lavoro il pittore ricevette un compenso di 750 lire.
L’affresco raffigura Sant’Antonio Abate portato in trionfo da uno stuolo di Angeli (uno dei quali si accinge ad incoronarlo con una corona di fiori) sulle nubi che si stagliano nell’azzurro del cielo.
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