Cappella del Sacro Cuore di Gesù
Secondo una descrizione, rimasta manoscritta, della chiesa di San Giorgio (e delle altre chiese chieresi) questa cappella, di patronato del conte Gillio di Mombello, all’inizio dell’Ottocento era dedicata a San Giovani Evangelista e vi era esposto “un buon quadro” (evidentemente la pala di Giovanni Crosio ancora conservata nella cappella che oggi è dedicata all’Evangelista). Sette decenni dopo, all’epoca di Antonio Bosio (1878), la situazione non era mutata.
Probabilmente il trasferimento del titolo del Sacro Cuore dalla prima cappella a destra dell’altar maggiore a questa, e il conseguente spostamento nella cappella attigua di quello di San Giovanni Evangelista, avvennero in occasione dei restauri di fine Ottocento.
GILLI ALBERTO MASO, Il Sacro Cuore di Gesù
La pala raffigura Santa Margherita Maria Alacoque che, mentre prega davanti al SS. Sacramento esposto sull’altare, ha la visione di Gesù che le mostra il suo Cuore e, secondo la sua testimonianza, le dice: “Ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini”.
Si tratta di un’opera di Alberto Maso Gilli, il poliedrico artista chierese (1840-1894) che spaziò fra pittura ed incisione eccellendo soprattutto in quest’ultima. Non si conosce la data di esecuzione del quadro, e quindi non si sa se fu dipinto per l’altare di questa cappella o per quello della precedente.
ANONIMO, Angeli adoranti (XVII sec.)
Negli anni Novanta del secolo XX, eliminando l’altare per eseguire lavori di consolidamento, sono stati riportati alla luce due angeli adoranti seicenteschi affrescati sulla parete retrostante. Inevitabile chiedersi il perché della loro presenza in quel luogo.
Difficile dare una risposta sicura, ma si può azzardare un’ ipotesi. La già citata descrizione manoscritta ottocentesca della chiesa, e anche Antonio Bosio, affermano che, all’epoca in cui questa cappella era dedicata a San Giovanni Evangelista, sotto l’altare c’era una statua lignea del Cristo morto. Forse i due angeli adoranti erano stati dipinti in funzione di essa.
ANONIMO, Angeli (XIX sec.)
Le ricorrenti trasformazioni della cappella hanno sempre salvaguardato la decorazione barocca seicentesca. Ma in occasione delle ultime modifiche, connesse con la dedicazione al Sacro Cuore, vennero ridipinti i tre medaglioni della volta con angeli recanti cartigli inneggianti al Sacro Cuore. In quello centrale, due angeli sorreggono una corona di fiori con sopra un cuore e attorno la giaculatoria: “Cor Jesu flagrans amore nostri, inflamma cor nostrum amore tui” (“Cuore di Gesù, infiammato di amore per noi, infiamma il nostro cuore di amore per te”).
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