Casa parrocchiale
In passato accanto alla chiesa di San Giorgio coesistevano la canonica del rettore-parroco e il convento dei frati Francescani Minori Osservanti. Oggi i due edifici formano un’unica struttura che comprende la residenza del parroco e i servizi utili e necessari alla vita della comunità religiosa. Al suo interno alcuni locali sono diventati dei contenitori di dipinti di diversa provenienza e di diverso pregio, molti dei quali copie di opere d’autore.
IGNOTO, San Michele Arcangelo (seconda metà del sec. XVII)
È una copia abbastanza fedele, probabilmente realizzata nella seconda metà Seicento, della grande pala dipinta nel 1635 da Guido Reni per la chiesa dei Cappuccini di Roma.
IGNOTO, Adorazione dei pastori (copia, sec. XX?)
È una recente copia di non grande qualità, e molto semplificata, del quadro omonimo del Correggio conosciuto come “La Notte”, conservato nella Gemäldegalerie di Dresda.
IGNOTO, Ecce Homo (copia, sec. XX?)
Un Ecce Homo fortemente espressivo e di buona, ma ignota, mano. L’autore potrebbe aver tenuto presente, imitandolo molto liberamente, l’Ecce Homo di Andrea Solari conservato nel museo Poldi Pezzoli di Milano o quello di Giuseppe Ribera.
MONTU’ GIOVANNI MARIA, Cristo coronato di spine (1824)
Questo Cristo coronato di spine pieno di pathos, dipinto e donato alla confraternita nel 1824 da un non meglio noto Giovanni Maria Montù, è una copia molto ben eseguita dell’Ecce Homo di Guido Reni conservato al Louvre di Parigi.
ANTONIO ANDRIETTO, Immacolata Concezione (seconda metà del XVII sec.)
Quadro che è stato a lungo nella prima cappella della chiesa superiore a destra dell’ingresso. Apparteneva alla Compagnia dei lavoranti del fustagno, che veneravano l’Immacolata come loro protettrice. L’autore è Antonio Andrietto, pittore comasco vissuto per quarant’anni a Chieri, dove morì nel 1713.
Del medesimo autore in città esistono altri tre quadri con lo stesso soggetto: uno nella sacrestia del Duomo, un secondo nel convento della Pace e il terzo, di proprietà dell’Istituto Giovanni XXIII, nella “sala delle consorelle” della chiesa di San Bernardino. Quest’ultimo si distingue dagli altri per la presenza, in basso, delle anime del Purgatorio, che ne fanno piuttosto una Madonna del Suffragio.
ANONIMO, La Madonna della Muraglia, (Sec. XVII)
Un delicato dipinto ad olio su tavola che si trovava nella cappella della Madonna delle Grazie di via Nostra Signora della Scala, traversa di Via Marconi, nella parrocchia di San Giorgio. In quella cappella sostituiva un dipinto su muro risalente alla peste del 1630.
ANONIMO, San Rocco (seconda metà del sec. XVII)
Dipinto ad olio su tela. Dovrebbe trattarsi del quadro che, secondo un documento di archivio, nel 1674 fu donato alla Confraternita da Sebastiano Vasero: “1674. … Sebastiano Vasero ha lasciato per testamento quattro quadri cioè l’uno con l’effigie del Santissimo Sudario et l’altro l’efigie di San Rocco, l’altro l’efigie di Santo Sebastiano et l’altro l’efigie di Santa Lucia Vergine e Martire”.
ANONIMO, Il Crocifisso e San Francesco (1700)
Affresco eseguito sulla parete della scala che dai locali della parrocchia conduce in chiesa. È una copia datata 1700, eseguita con buona tecnica da un autore ignoto, della famosa opera del pittore spagnolo del Seicento Bartolomè Esteban Murillo conservata al Museo de Bellas Artes di Siviglia.
Dello stesso dipinto esiste anche una copia novecentesca nella cappella del Crocifisso della chiesa.
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