Cappella San Carlo Borromeo e dei Santi Angeli Custodi
Anche questa cappella, la prima a sinistra entrando, dal momento della sua fondazione era dotata di un semplice altare in laterizio. Nel 1735 i padri Oratoriani la cedettero in patronato al medico chierese Francesco Matteo Castagna con il permesso di realizzarvi la tomba di famiglia ma a patto che ricostruisse in marmo l’altare, la balaustra e il pavimento. Il medico morì prima di poter mantenere gli impegni presi, che furono realizzati dalla moglie, sia pure con qualche decennio di ritardo. Solo nel 1753, infatti, la vedova Castagna commissionò il lavoro al marmista genovese, ma residente a Torino, Giovanni Battista Parodi.
Sul nuovo altare marmoreo fu ricollocata la pala che già si trovava su quello precedente: vi è raffigurata la scena della morte di San Carlo Borromeo e, con ingenua interpretazione, la sua anima che sale verso il cielo portata per mano da un angelo.
Antonio Bosio ci informa che si tratta di un quadro del pittore milanese Francesco Fabbrica. Lo studioso, come fa spesso, non cita la sua fonte, ma è probabile che si basi su qualche documento che, prima che andasse perduto, egli aveva potuto consultare presso l’avvocato Carlo Montefamerio, suo amico, il quale, dopo la soppressione della congregazione dei Filippini, per un certo periodo, non sappiamo per quale motivo, ebbe in custodia il loro archivio.
Il Fabbrica potrebbe aver dipinto il quadro negli anni 1710-1712, quando, in una delle poche volte che si allontanò dalla Lombardia, era impegnato nella decorazione della cattedrale della vicina città di Asti.
© Tutti i diritti riservati ©
Vietata la riproduzione, anche parziale, senza autorizzazione scritta