Asti- 19 Pari – Vinco io: un progetto per accompagnare i giovani con disabilità verso la vita indipendente

Monica Iviglia, Cecilia Marchisio, Maurizio Rasero, Mariangela Cotto

Recita l’articolo 19 della Convenzione Onu dei diritti delle persone con disabilità: “Tutte le persone hanno il diritto ad avere una vita indipendente e scegliere dove e con chi vivere”. E’ questo assunto che ha ispirato e spinto le associazioni del territorio astigiano, in particolare CE.PI.M. che si occupa di portatori della sindrome di Down e la Città di Asti, in collaborazione con il Centro Studi disabilità per i Diritti e la vita indipendente dell’Università di Torino (DI.VI.) a realizzare un progetto per rendere possibile una vita autonoma alle persone disabili.

Con l’entrata in vigore della Convenzione Onu è cambiato il paradigma con cui le istituzioni pubbliche devono guardare alla disabilità – dice la dottoressa Cecilia Marchisio dell’Università di Torino – se prima l’assistenza si preoccupava dell’accoglienza e della protezione, ora deve mettere in campo ogni presidio e supporto perché le persone possano vivere nel mondo di tutti “indipendentemente” dalla disabilità. E quello che abbiamo sperimentato è che queste politiche di inserimento costano meno delle strutture di accoglienza. Sul territorio di Asti abbiamo trovato un terreno favorevole alla collaborazione tra enti pubblici e associazioni, cosa che non è sempre scontata”.

Il progetto 19 Pari è stato finanziato dalla Compagnia di San Paolo con un apposito bando cui il Cepim ha partecipato, insieme al progetto della Città di Asti “Contatto” per la promozione dell’affido familiare. Lo stesso bando chiedeva la collaborazione tra le associazioni e le istituzioni, collaborazione che si è realizzata grazie all’Assessorato alle pari opportunità e dell’Assessorato alle politiche sociali.

Questo progetto è il primo che ho seguito dal mio insediamento – ha spiegato l’assessora Mariangela Cotto – e va nella direzione che abbiamo voluto dare a questa amministrazione: attuare politiche di inclusione in cui nessuno rimanga indietro. E riuscire a farlo con le risorse di bilancio pur scarse significa occupare al meglio i fondi a disposizione”.

Siamo grati di essere partner di un progetto come questo – aggiunge il sindaco Maurizio Rasero – sia per la forte valenza politica dal punto di vista sociale, sia perché ci permette di fare di Asti una città sempre più inclusiva che rispetta i diritti di tutti i suoi cittadini e li supporta per la realizzazione del loro sviluppo nella società”.

Con “19 Pari” si è realizzato l’inserimento lavorativo tramite tirocini di 6 persone con sindrome di Down. Il progetto è giunto alla sua conclusione annuale e la Città di Asti e le associazioni coinvolte sono già al lavoro perché diventi un presidio strutturale del territorio. Parteciperanno al nuovo bando della Compagnia di San Paolo per dare continuità al percorso iniziato, sempre assistiti dall’Università di Torino che ha costituito un valore aggiunto fornendo gli strumenti di lavoro per riuscire ad ottimizzare le risorse.

Lavoriamo spinti dalla necessità di progettare il futuro, quel “dopo di noi” che tanto si sente citare quando si parla di disabilità – ha spiegato Monica Iviglia, presidente di Cepim – il primo passo è l’avviamento al lavoro. Il prossimo sarà fornire gli strumenti per garantire una situazione abitativa autonoma”.

Il successo dell’iniziativa è confermato dalla notizia giunta durante la conferenza stampa di presentazione dei risultati: l’azienda Gavazza di Castello d’Annone ha assunto a tempo indeterminato tre dei ragazzi che hanno portato a termine il tirocinio.

I risultati del progetto sono stati presentati nel pomeriggio in un Convegno nel Palazzo del Municipio.

Il regista Alessandro Salvatore ha seguito l’intero percorso di 19 Pari realizzando una Web serie dal titolo Asti Express pubblicata su Youtube.

 

Carmela Pagnotta