PIEMONTE ARTE: ROMANICO, LEONARDO, TERRAZZE MARTINI, GALLINO, HORTUS CONCLUSUS, GAZZETTA DEL POPOLO…

DOMENICA 14 APRILE LA PRIMA GIORNATA DEL ROMANICO IN PIEMONTE

Visite guidate, mostre, aperture straordinarie e itinerari a piedi o in bici: un’offerta ricchissima di eventi in tutta la regione

Un calendario ricco di eventi farà scoprire domenica 14 aprile abbazie, chiese e pievi romaniche diffuse in tutto il territorio piemontese: un patrimonio che caratterizza fortemente il patrimonio culturale regionale e capace di unire arte, storia e paesaggio e che può costituire il punto di partenza per un turismo sostenibile, all’insegna della spiritualità e del turismo all’aria aperta.

Per questo la Regione Piemonte promuove nel secondo weekend di aprile la prima Giornata del Romanico, iniziativa che ha coinvolto tutti gli attori del territorio che, a vario titolo, sono interessati a promuovere le chiese romaniche e le aree limitrofe, per sviluppare una proposta unica di valorizzazione turistica con al centro i beni architettonici, la cultura, l’outdoor, il turismo religioso, l’enogastronomia. Nell’anno dedicato a livello nazionale al turismo “slow”, questo evento inedito in Piemonte sarà un’occasione privilegiata per fare conoscere monumenti e itinerari spirituali collegati al Romanico e alla Via Francigena. Hanno aderito alla prima edizione della Giornata del Piemonte Romanico oltre 80 Comuni, trenta associazioni, le Sovrintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino e per le Province di Alessandria, Asti e Cuneo, la Consulta Regionale per i Beni Culturali Ecclesiastici, numerose Aziende turistiche locali, Pro loco ed Ecomusei. Fondamentale il ruolo dei volontari, che permetteranno l’apertura di numerosi siti ecclesiastici in tutto il territorio, offrendo un’occasione unica di scoperta del patrimonio architettonico regionale.

“Con questa iniziativa vogliamo far conoscere, innanzitutto ai piemontesi, il grande patrimonio di chiese, pievi e itinerari diffuso in tutta la regione: un pezzo importante e ancora troppo poco conosciuto del nostro sistema culturale, a cui contribuiscono enti importanti come le Sovrintendenze e la Consulta regionale per i beni culturali ecclesiastici, ma animato anche da un ricco e vivace sistema di associazioni, pro loco ed enti locali. – dichiara Antonella Parigi, assessore regionale alla Cultura e al Turismo – Un panorama ricco e di grande bellezza, quindi, che vogliamo valorizzare per la sua capacità di unire storia, architettura e paesaggio, ma anche enogastronomia all’insegna di un turismo slow e sostenibile. Su questo tema abbiamo inoltre avviato le procedure per costituire il nuovo centro sul Romanico ad Albugnano, all’interno del quale sperimenteremo una nuova formula di punto informativo. Un’iniziativa a cui si affianca anche il nuovo centro didattico sul Medioevo novarese che aprirà nei prossimi giorni a Cureggio e che dimostra il grande interesse che si sta sviluppando sul territorio su questo tema.”.

Il ricco programma, reso possibile dalla forte partecipazione dei territori, si articola in più sezioni:

– Aperture straordinarie di quasi 30 beni: tra le colline del Torinese e il Monferrato, tra Canavese e valle del Ticino, un’occasione inedita per ammirare alcuni dei principali capolavori dell’arte Romanica in Piemonte, dai grandi complessi abbaziali alle piccole pievi di campagna;

– Visite guidate in oltre 60 chiese, abbazie, cappelle in tutta la regione: dagli edifici legati alla Via Francigena tra Valle di Susa e Canavese al Romanico del Monferrato tra le province di Asti e Alessandria, dall’architettura medievale del Novarese alle abbazie del Cuneese. Tantissime opportunità per scoprire importanti beni culturali regionali – Sacra di San Michele, Abbazia di Staffarda, Abbazia di Novalesa, solo per citarne alcuni – e gioielli nascosti del patrimonio architettonico piemontese;

– Sette mostre pittoriche e fotografiche dedicate al Romanico in musei e all’interno di chiese e canoniche;

– Concerti e letture: ad Avigliana (TO) con il concerto “O fortuna”, eseguito da un ensemble di strumenti antichi, nella chiesa di Santa Maria Maggiore in Borgo Vecchio, ad Albugnano (AT) dove è previsto un concerto d’archi all’Abbazia di Vezzolano, e a Gravellona Toce (VB) con un reading musicale all’interno della chiesa di San Maurizio;

– Convegni: “Il paesaggio del Romanico” all’Abbazia di Santa Fede di Cavagnolo (TO) e “Le Colline del Romanico tra arte e biodiversità” all’Abbazia di Vezzolano, quest’ultimo previsto sabato 13 aprile

– Itinerari: a piedi, in bici o in bus, una ricca offerta di percorsi per scoprire i beni architettonici romanici e i panorami che li circondano, dal Canavese alla Valle Scrivia, dalle colline del Monferrato al Pinerolese

 

All’origine di questa iniziativa il protocollo d’intesa firmato nel mese di giugno 2018 da Regione Piemonte, DMO Piemonte Marketing, Comuni, Sovrintendenze ed enti di promozione turistica per l’individuazione di azioni comuni volte alla conservazione, valorizzazione e fruizione delle chiese romaniche. La Giornata del Romanico rappresenta, nell’ambito di questo documento, la prima grande azione di sinergia volta ad aumentare la conoscenza del patrimonio romanico regionale. Tra gli obiettivi del protocollo, inoltre, la creazione di itinerari tematici da presentare a tour operator e media in occasione di fiere di settore nazionali ed esteri.

Il programma completo è disponibile sui siti:

www.visitpiemonte.com

www.piemonteitalia.eu

 

CHIERI, AL “MONTI” CONFERENZA “QUATTRO QUESITI SU LEONARDO”

Leonardo da Vinci si è ormai affermato come una figura quasi archetipica della cultura occidentale, ma anche come fenomeno di intrattenimento di massa, e in quanto tale soggetto a fortissime distorsioni storiche. Il modo migliore per recuperare una concreta e corretta immagine di Leonardo è quello di calarlo nel modo più rigoroso entro il proprio contesto, recuperando appieno il suo ruolo nella storia dell’arte italiana: ruolo di primissimo piano ma niente affatto isolato. Tra gli innumerevoli scritti recenti su di lui, solo una percentuale relativamente ridotta riveste effettivo valore, e in essa si trova una grande quantità di dati, documenti, interpretazioni. Le indagini diagnostiche e alcuni restauri hanno cambiato in modo significativo la nostra percezione della sua produzione artistica.

In questo incontro si propongono alcuni esempi di interpretazione, in parte suggeriti anche da restauri e da notizie di cronaca:

  1. L’Adorazione dei Magi e l’Ultima Cena, prima e dopo i restauri;
  2. La Gioconda, le Gioconde;
  3. Il Salvator Mundi;
  4. Leonardo scultore.

Edoardo Villata è dottore aggregato dell’Ambrosiana di Milano, docente alla Cattolica di Milano e alla Kàroli Gàspar di Budapest; autore di volumi e curatore di mostre su Macrino d’Alba, Gaudenzio Ferrari, Bramantino, Pordenone e Gruenewald, oltre che sul patrimonio artistico del Canton Ticino. Su Leonardo, oltre a numerosi saggi su riviste e volumi miscellanei, ha pubblicato una raccolta di fondi e due monografie; ha inoltre curato quattro mostre, due in Ambrosiana, una all’Archivio di Stato di Firenze e una alla Biblioteca Trivulziana di Milano.

 

THEO GALLINO A  BRESCIA NELLA COLLETTIVA “QUANTE STORIE SULLA LUNA…A CINQUANT’ANNI DALL’ALLUNAGGIO”

Da sabato 13 aprile a sabato 20 luglio 2019

inaugurazione: sabato 13 aprile, dalle ore 16.30

Quante storie sulla luna…a cinquant’anni dall’allunaggio è il titolo della mostra che sarà inaugurata sabato 13 aprile, dalle 16.30.  Suggestioni  ed  emozioni,  suscitate  dallo  sbarco  sulla  luna,  sono  state  interpretate  da  oltre  50  artisti  che  hanno realizzato appositamente sculture, installazioni e opere pittoriche sull’argomento. Tra gli artisti presenti, il chierese Theo Gallino, che partecipa con tre lavori.

Opere di: Aidan,  Guido  Airoldi,  Daniele  Alonge,  Andrea  Anselmini,  Bruno  Bani,  Ilde  Barone, Dorothy Bhawl, Max Bi, Corrado Bonomi,  Fabrizio  Braghieri  (Bixio),  Angelo  Brescianini,  Dario  Brevi,  Massimo  Caccia,  Marco  Casentini,  Gianni  Cella, Amanda Chiarucci, Angelica Consoli, Fabrizio Corbo, Luigi D’Alimonte, Sandro Del Pistoia, Ivan De Menis, Marica Fasoli, Manuel Felisi, Claudio Filippini, Andy Fluon, Daniela Forcella, Enzo Forese, Andrea Francolino, Theo Gallino, Michael Gambino,  Giorgio  Gost,  Riccardo  Gusmaroli,  Omar  Hassan,  Mimmo  Iacopino,  Ugo  La  Pietra,  Giorgio  Laveri,  Adolfo Lugli,  Roberto  Malquori,  Pep  Marchegiani,  Demis  Martinelli,  Angelo  Raffaele  Marturano,  Daniele  Miglietta,  Gian Marco Montesano, Elena Monzo, Luca Moscariello, Barbara Nati, Patrizia Novello, Renzo Nucara, Daniele Papuli, Lia Pascaniuc, Lele Picà,Ario Pizzarelli, Pino Polisca, Rudy Pulcinelli, Sandi Renko, Edoardo Romagnoli, Alessandra Rovelli, Lapo Simeoni, Marco Sudati, Giorgio Tentolini, Vincenzo Todaro, Nicolò Tomaini, Giovanni Viola, Andrea Viviani, Carla Volpat

 

“TRAMANDA” SI PRESENTA ALL’ACCADEMIA ALBERTINA

PESSIONE, A CASA MARTINI LA STORIA DELLE “TERRAZZE”

Casa MARTINI® partecipa ad Archivissima con una visita guidata

e la presentazione del libro “La Terrasse des légendes”

Domenica 14 aprile l’Archivio Martini & Rossi svela l’affascinante storia delle Terrazze MARTINI, dagli anni Cinquanta ad oggi

Casa MARTINI partecipa ad Archivissima con un tour guidato, dedicato alle iconiche Terrazze MARTINI, e la presentazione per la prima volta in Italia di un libro fotografico incentrato sulla Terrazza MARTINI di Bruxelles. Domenica 14 aprile dalle ore 15.30 il team dell’Archivio Storico Martini & Rossi attende il pubblico del festival degli archivi con un evento gratuito in un pomeriggio ricco di storia, aneddoti e immagini a Pessione di Chieri, in piazza Luigi Rossi 2.

“Per l’occasione abbiamo preparato un tour speciale alla scoperta del Mondo MARTINI: la tradizione enologica, la visione dei fondatori, l’innovazione nella storia dei prodotti, l’espansione da Torino ai mercati internazionali e il successo delle pionieristiche forme di comunicazione. Elementi che hanno reso MARTINI un’icona del Made in Italy nel mondo” spiega Anna Scudellari, responsabile dell’Archivio Storico di Martini & Rossi -. Un approfondimento speciale verrà dedicato alle Terrazze MARTINI: gli anni in cui la formula venne lanciata erano quelli stimolanti dell’Europa degli Anni Cinquanta. Li animava il senso di fiducia nella costruzione di una nuova società, la voglia di essere moderni, il senso positivo del progresso. Le Terrazze MARTINI sembrarono subito tradurre in modo compiuto quelle aspettative: attraverso i riti della socialità e in un luogo emblematico, quello spazio diede corpo al desiderio di comunicare un’intera epoca. L’azienda costruiva l’immagine del proprio marchio sulla cultura e sullo stile, con una visione che anticipava di decenni il moderno mecenatismo.

Un successo travolgente, così tanto che nel giro di pochi anni arrivarono ad essere otto le sedi di rappresentanza che portavano il nome di Terrazza MARTINI: la prima a Parigi nel 1948 quindi Milano, Pessione, Barcellona, Bruxelles, San Paolo del Brasile, Londra e Genova.

Presentazione del libro

Dopo la visita guidata in occasione del festival degli archivi, Casa MARTINI, Archivio Storico Martini & Rossi e Alliance Française di Torino organizzano la presentazione per la prima volta in Italia del libro “La Terrasse des légendes” (Éditions Luc Pire). Si tratta di una raccolta di fotografie inedite scattate alla Terrazza MARTINI di Bruxelles, sapientemente unite ai racconti degli eventi che videro protagonisti i più celebri rappresentanti del cinema, dello sport, delle arti e della scena politica internazionale. Da Georges Simenon a Fernandel fino a Dalida. Sarà presente l’autore, Philippe Jadin, figlio di Monique Jadin già direttrice della Terrazza di Bruxelles, e interverranno: Maurizio Cibrario, presidente Onorario Martini & Rossi, Fabrice Placet, direttore Alliance Française di Torino, Marco Budano, MARTINI Brand Homes Manager. Modera Anna Scudellari, responsabile Archivio Storico Martini & Rossi. La degustazione di un cocktail negli esclusivi ambienti della Terrazza MARTINI di Pessione chiuderà la giornata nell’ambito di Archivissima Extra, la sezione dedicata agli archivi del territorio che condivideranno il loro patrimoni nei giorni della manifestazione (www.archivissima.it).

Programma*

Ore 15.30 Visita guidata ai Musei di Casa MARTINI

Ore 16.30 Presentazione del libro “La Terrasse des légendes”, in compagnia dell’autore

Ore 17.30 Cocktail in Terrazza MARTINI

Ore 18.00 Termine evento

Modalità di partecipazione

Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti, prenotazione obbligatoria entro il 12 aprile alle ore 12: tel. 011 9419562, e-mail casamartini@bacardi.com

 *L’iniziativa fa parte del calendario di Archivissima, il Festival degli Archivi. 12-15 aprile 2019.

 

TORINO, FONDAZIONE 107: MOSTRA “HORTUS CONCLUSUS”

Fondazione 107 è lieta di annunciare Hortus Conclusus, mostra a cura di Federico Piccari per celebrare il decennale dell’attività espositiva. Una selezione di trenta artisti provenienti da Italia, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Georgia, Germania, Kazakistan, Polonia, Regno Unito, Russia, Svizzera, Usa, nella quale pittura, scultura, installazione, performance e fotografia dialogano tra loro. Hortus Conclusus, l’espressione latina che definisce il giardino medievale di monasteri e conventi, diviene in questa sede la manifestazione dell’intimità del pensiero e allo stesso tempo il campo di lavoro che l’artista, lo scrittore, il poeta custodiscono gelosamente. In tal senso i protagonisti della mostra sono legati tra loro da un modus operandi comune che li conduce, attraverso le loro azioni, a trasformare una situazione consolidata

che è entrata in crisi. Hortus Conclusus è il luogo idealmente costruito in cui la parola Krisis si fa motivo trainante di un percorso eterogeneo e trasversale. In esso il senso etimologico originale – quello greco, che reca con sé il significato di “opportunità”, momento decisionale – diviene apertura verso nuove possibilità e ricerca di nuove soluzioni. Ed è l’approccio adottato dagli artisti invitati nella costruzione della loro opera: non esiste una regola, è il processo mentale unito al personale modo di procedere che evidenziano come l’artista si pone nei confronti del mondo. La parola crisi ha assunto il ruolo di protagonista del nostro tempo e del nostro quotidiano. Si parla di crisi generica, crisi di sistema, crisi personale, crisi economica, crisi emozionale, crisi di coscienza, crisi cardiaca, crisi anafilattica, crisi ipertensiva, crisi isterica, crisi di nervi, crisi di pianto, crisi adolescenziale, crisi di identità, crisi religiosa, crisi dei valori, crisi della civiltà, crisi delle istituzioni, crisi della famiglia, crisi di coppia, la grande crisi, la crisi del’anno, crisi strutturale, crisi energetica, crisi parlamentare, crisi di governo, crisi delle nascite e così via. Con questo sentimento di valenza negativa il termine crisi si è diffuso. Per chi è nato negli anni ’60 la parola crisi ha attraversato il suo intero percorso di vita: usciamo da una crisi per entrare in un’altra. L’abuso nell’utilizzo della parola stessa ne ha in qualche modo vanificato il senso, disperdendone il significato. Soprattutto, come scrive Edgar Morin, “la crisi può risolversi con il ritorno in statu quo ante, ma la natura propria della crisi è di scatenare la ricerca di soluzioni nuove e queste possono essere sia immaginarie, mitologiche o magiche sia, al contrario, pratiche e creatrici. Così la crisi è potenzialmente generatrice di illusione e/o di attività inventive. Più in generale, può essere fonte di progresso (soluzione nuova che sorpassa le contraddizioni o double-binds, aumentando la complessità del sistema) e/o fonte di regressione (soluzione al di là delle contraddizioni che riporta il sistema a uno stato di minore complessità)”. Così l’artista moscovita Nika Neelova asporta i mancorrenti dalle case in procinto di essere abbattute e li ripropone sotto forma di sculture, dando loro una nuova vita, mentre Roman Stanczak, che rappresenterà la Polonia a May You Live In Interesting Times, 58esima Biennale di Venezia curata da Rudolph Rugoff, agisce sui complementi di arredo che danno un volto alle nostre abitazioni: mobili, divani e sedie vengono sventrati con martello e scalpello, e nell’atto di strappare imbottiture e pellicce l’oggetto scarno rivela il vuoto di una condizione esistenziale. Nella pratica di Angelo Candiano la luce interviene sulla carta fotografica vergine quale elemento esterno sollecitato dall’artista, di fatto impotente di fronte ad un processo da lui stesso attivato e infinito nel tempo; per il polacco Mateusz Choróbski l’atto di infrangere il vetro antiproiettile della vetrina di una banca è atto performativo e grido di ribellione al contempo. I frammenti dei vetri, fissati su tubi al neon che limitano simbolicamente l’uscita della luce, sono entità scultoree e metaforiche, il vessillo di una lotta quotidiana contro l’esercizio del potere sull’individuo nella società. Nella pittura di Marcovinicio gli elementi costitutivi della realtà restano sospesi, in superficie, attendono un “tempo migliore” in attesa di un modello compiuto, appunti sparsi pronti ad essere ricomposti, mentre il tedesco David Jablonowski organizza complesse installazioni in cui strutture tecnologiche in alluminio trattengono e comprimono elementi organici prelevati dal mondo naturale, in un processo di ibridazione fascinoso e inedito. Hortus Conclusus è la celebrazione del corto circuito e degli interstizi del reale, che nella consapevolezza attivano la dimensione di possibilità capace di rivelarsi unicamente nella pratica artistica.

Artisti in mostra:

Salvatore Astore (Italia), Isaac Brest (Usa), Simon Callery (Regno Unito), Angelo Candiano (Italia), Luigi Carboni (Italia), David Casini (Italia), Cosimo

Casoni (Italia), Mateusz Choróbski (Polonia), Francesco Del Conte (Italia), Jiri George Dokoupil (Repubblica Ceca), Matteo Fato (Italia), Daniele

Galliano (Italia), David Jablonowski (Germania), Sophie Ko (Georgia), Roberto Kusterle (Italia), Thomas Lange (Germania), Marcovinicio (Italia),

Ryan Mendoza (Usa), Peter Mohall (Svezia), Johan Muyle (Belgio), Nika Neelova (Russia), Nicola Pecoraro (Italia), Federico Piccari (Italia), Antoine

Puisais (Francia), Sergio Ragalzi (Italia), Piotr Skiba (Polonia), Roman Stanczak (Polonia), Luigi Stoisa (Italia), Georgy Tryakin-Bukharov

(Kazakistan), Beat Zoderer (Svizzera).

HORTUS CONCLUSUS

REGIONE PIEMONTE circoscrizionecinque

Sponsorship

FONDAZIONE 107

via Sansovino 234, Torino

Ingresso: 5 euro; gratuito fino ai 18 anni e per i possessori di Abbonamento Musei Piemonte

Visite guidate su prenotazione e tutte le domeniche alle ore 17

Informazioni: +39 011 4544474 . www.fondazione107.it . info@fondazione107.it

 

CARAGLIO: AMARCORD PIEMONTESE: EMOZIONI E INCANTESIMI NELL’OPERA DI FEDERIGO SCLOPIS

60 opere inedite dell’artista torinese, date in comodato al Filatoio dalla moglie Marie Josée Sclopis Todescato

Inaugurazione domenica 14 aprile 2019 ore 17

Filatoio Rosso di Caraglio – Via Giacomo Matteotti, 40, Caraglio (CN)

Nel novantesimo anniversario della nascita di Federigo Sclopis (Torino, 14 aprile 1929 – 18 maggio 1996), la Fondazione Filatoio Rosso di Caraglio propone un omaggio attraverso l’esposizione di un nucleo di 60 opere inedite dell’artista torinese, date in comodato al Filatoio da parte della moglie Marie Josée Sclopis Todescato. Curata da Ivana Mulatero, la mostra verrà inaugurata il 14 aprile alle 17 da Vittorio Sgarbi. Le opere di Federigo Sclopis sono dedicate prevalentemente ai protagonisti di un’umanità di provincia, in particolare quella cuneese, da lui così amata, nei soggiorni in valle o a Dronero, da cui proveniva la madre. Un mondo semplice e autentico, ormai sempre più difficile da trovare nel nostro magma culturale, che traspare anche nei quadri che celebrano i riti paesani fra cui la Banda e La processione o il ciclo delle Osterie. Marie Josée Sclopis, consorte del pittore e compagna nei suoi numerosi soggiorni in queste valli, ha scelto il Filatoio di Caraglio come luogo ideale per ospitare il lavoro del marito. Il catalogo, a cura di Ivana Mulatero, con la collaborazione di Albina Malerba e del Centro di Studi Piemontesi, sarà il primo studio dedicato all’opera completa di questo pittore, stampato da Il Pennino editore. Semplice, ma pittoricamente ricco e complesso, il poetico “piccolo mondo antico” di Sclopis si confronta con molti esponenti delle prime avanguardie storiche, l’espressionismo fra tutti come anche il post-impressionismo e i Nabis, ma non ne fa propria nessuna, nemmeno le figure da fiaba di Francesco Tabusso, non distanti dalla sua poetica. Così, come non si appiattisce, pur amandola, sulla tradizione pittorica naïf. Da tutte egli trae spunto per dare vita a uno stile particolarissimo da cui traspare questo mondo, “Il teatrino di Federigo” composto da pastori intabarrati, spose rubizze, ostesse gioviali e frati paciosi, mirabolanti figurine di una scena venata di sottile umorismo e lieve malinconia. Il teatrino altro non è che una lente deformante e un luogo di accadimenti dove tutto è virtualmente possibile. Non a caso, Federigo Sclopis ha per lungo tempo accarezzato l’idea di un suo esclusivo teatrino da camera, dove rappresentare commedie impossibili, come quella – tutta alla Ceronetti – che prevedeva il funambolico dialogo tra Vittorio Emanuele e Cavour in un pubblico vespasiano. Il sogno è rimasto a mezzo, lasciando il teatrino orfano di marionette incompiute. È una mostra stimolante quella che la Fondazione Filatoio Rosso di Caraglio propone nella sua sede dal 14 aprile 2019 al 14 luglio 2019, avvincente per l’originalità delle opere, innanzitutto, ma anche per il filo conduttore individuato per presentarle. Dal 15 luglio la mostra sarà riallestita nelle Sale Auliche del secondo cortile del Filatoio.

Per i visitatori, Federigo Sclopis sarà una clamorosa riscoperta perché questo artista, singolare per vicende personali e per la sua pittura, è certamente tra i più “eccentrici” protagonisti dell’arte italiana nel secondo Novecento, con la quale si è misurato per tutta la vita in un totale autodidattismo, traendo la cultura visiva dalle radici della sua nobile e illustre famiglia piemontese che ha dato i natali a figure di spicco come il disegnatore e incisore all’acquaforte, Ignazio Sclopis del Borgo (1727 – 1793), vedutista topografo del re Vittorio Amedeo III.

 

TORINO, MOSTRA “LA GAZZETTA DEL POPOLO, 135 ANNI TRA STORIA, GIORNALISMO E CULTURA”

Si apre giovedì 18 aprile 2019 una importante mostra storica sulla Gazzetta del Popolo, il quotidiano torinese che per 135 anni, dal 1848 al 1983, ha raccontato l’attualità italiana. Alle ore 10,30 è prevista la conferenza stampa di inaugurazione al Polo del ‘900 e la contemporanea apertura delle altre due sedi della mostra: a Palazzo Lascaris e al Museo Nazionale del Risorgimento di Palazzo Carignano. La mostra chiude il 6 maggio a Palazzo Lascaris, il 19 maggio nelle altre due sedi. Partecipano alla conferenza stampa giovedì 18 aprile ore 10,30 al Polo del ‘900 (Palazzo San Celso, via del Carmine 13, Sala Conferenze): il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Sergio Soave presidente Polo del ‘900, Daniela Orta responsabile ricerche Museo Nazionale del Risorgimento, Alberto Sinigaglia presidente Ordine dei giornalisti del Piemonte, Stefano Tallia Associazione Stampa Subalpina, Gianfranco Morgando Fondazione Donat-Cattin, Iole Scamuzzi e Mauro Forno Università di Torino, Luca Rolandi giornalista curatore della mostra.  La realizzazione del progetto culturale è stata possibile grazie alla collaborazione di diversi soggetti: Consiglio regionale del Piemonte, Museo Nazionale del Risorgimento, Polo del ‘900, Fondazione Donat-Cattin, Ordine dei Giornalisti, Centro Pestelli, Museo della stampa di Mondovì, Archivio storico della Città di Torino, Università di Torino e la raccolta del collezionista Giorgio Coraglia. Illustrando i passaggi salienti della storia della testata giornalistica torinese, la mostra vuole far scoprire alle giovani generazioni cosa è stata la Gazzetta del Popolo, da giornale protagonista dell’epoca risorgimentale alla posizione negli anni del fascismo, con una importante pagina culturale, il “Diorama letterario”, su cui scrissero i più importanti intellettuali italiani ed europei del momento, al dopoguerra e agli anni difficili dell’autogestione, fino alla chiusura definitiva nel 1983. La mostra – tutta ad ingresso gratuito – è articolata in tre sezioni storiche e tematiche:

–           Al Museo Nazionale del Risorgimento dall’anno della fondazione nel 1848 fino all’intervento dell’Italia nella Grande Guerra nel 1915. In esposizione litografie, prime pagine, bozzetti, inserti, caricature, oggetti che documentano i primi 67 anni di vita del giornale.

Orario: sempre aperto dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso ore 17). Chiuso lunedì 6 e 13 maggio.

Chiusura della mostra: 19 maggio 2019.

–           A Palazzo Lascaris gli anni dal 1916 al 1945, il periodo in cui il giornale era allineato con il governo fascista, fino alla Gazzetta d’Italia. In esposizione le pagine del Diorama letterario, i supplementi tematici, le vignette satiriche. Una parte è dedicata alla crisi del giornale del 1974 che portò alla prima sospensione della tiratura, crisi in cui il Consiglio regionale del Piemonte ebbe un importante ruolo di mediazione svolto dal presidente Aldo Viglione.

Orario: dal lunedì al venerdì 9 – 17. Chiuso nei giorni festivi.

Chiusura della mostra: 6 maggio 2019.

–           Al Polo del ‘900 il periodo tra il 1946 e il 1983. Sono presentate le interviste a chi lavorò alla Gazzetta tra gli anni ‘60 e ‘80, le prime pagine relative ai grandi eventi dal 1945 al 1983, i documenti delle crisi aziendali del 1974, 1981 e del 1983 e il periodo dell’autogestione.

Orario: dal martedì alla domenica 10-18, giovedì 14-22. Lunedì chiuso

Chiusura della mostra: 19 maggio 2019

In tutte le tre sedi sono presentati video con le interviste a 15 tra giornalisti e tipografi, le immagini storiche concesse dalla Teche Rai e dall’Archivio cinematografico della Resistenza sull’inaugurazione della sede in corso Valdocco del 1930, le gite sociali e la crociera con i lettori, il lavoro alla Gazzetta negli anni ’60.

Il catalogo della mostra, coordinato da Alicubi, raccoglie i contributi di: Sergio Soave, Claudio Donat-Cattin, Alberto Sinigaglia, Luca Rolandi, Umberto Levra, Mauro Forno, Bartolo Gariglio, Iole Scamuzzi, Dino Aloi, Ezio Mauro, Giampaolo Boetti, Piero Bianucci, Salvatore Tropea, Gian Mario Ricciardi, Beppe Fossati, Cesare Martinetti, Cenzino Mussa, Giampiero Gramaglia, Lorenzo Gigli, Franco Piccinelli.

 

Lunedì 6 maggio 2019, in occasione della Giornata per la libertà di stampa, si svolgerà a Palazzo Lascaris un convegno dal titolo: “LIBERI DI INFORMARE? Dalla Gazzetta del Popolo al City Journalism”, rivolto al pubblico ed ai giornalisti iscritti alla piattaforma Sigef.

 

GIORIA PREMIATO A FIRENZE

Claudio Gioria, artista assai noto nel Chierese (nel 2018 ha esposto prima ad Andezeno e poi nella chiesetta di Santa Lucia a Chieri) ha partecipato con successo a Firenze al Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti. Sabato 6 aprile il suo dipinto “il faro di AR MEN” ha ottenuto un premio. Si tratta di un olio su tela 60×80 del 2018 raffigurante il faro di ar men. La premiazione con il patrocinio della citta di Firenze è avvenuta per mano della gallerista stessa Margherita Oggiana presso la galleria Gadarte 56. Un nutrito pubblico ha potuto ammirare la mostra dei 40 finalisti.

Dopo la premiazione il dipinto resterà’ in mostra presso la galleria per due settimane .

 

 

 

 

 

VEZZOLANO: MOSTRA DI ANNA VOLPE PERETTA

Mostra di pittura sul tema “chiese romaniche dell’astigiano” che si terra’ dal 12 Aprile al 5 Maggio ad Albugnano (presso l’abbazia di Vezzolano). La pittrice Anna Volpe Peretta esporrà piu’ di 50 opere che rappresentano le numerose chiese in stile romanico presenti nella provincia di Asti.

 

 

 

AOSTA: MOSTRA “LUCIO FONTANA. LA SUA OMBRA LUNGA, QUELLE TRACCE NON CANCELLATE”

Aosta, Museo Archeologico Regionale

13 aprile – 22 settembre 2019

Orario: tutti i giorni dalle 9 alle 19

L’Assessorato del Turismo, Sport, Commercio, Agricoltura e Beni culturali della Regione autonoma Valle d’Aosta comunica che, venerdì 12 aprile 2019, alle ore 18, al Museo Archeologico Regionale di Aosta, verrà inaugurata la mostra Lucio Fontana. La sua ombra lunga, quelle tracce non cancellatea cura di Giovanni Granzotto e Leonardo Conti. L’esposizione si propone di evidenziare, in un periodo compreso tra la fine degli anni quaranta e il 1968, quelle tematiche che più hanno rappresentato un nuovo modo di concepire l’arte di Lucio Fontana, partendo da un corpusrilevante di circa trenta opere dell’artista, tra tele, ceramiche e carte.

Nei celebri Concetti spaziali di Fontana, in cui materia, dinamismo e artificio si coniugano alla fede nelle nuove scoperte della scienza e della tecnica, prende forma lo Spazialismo, in grado di coinvolgere e influenzare generazioni di artisti. Tra questi anche alcuni futuri maestri, capaci di approfondire e innovare le sue intuizioni nella creazione di nuovi linguaggi.

La ricerca di Lucio Fontana rappresenta, per molti aspetti, un vero e proprio incipit dell’arte contemporanea, un luogo imprescindibile che, secondo molteplici declinazioni, ha ispirato alcuni tra i linguaggi artistici più importanti, che dagli anni cinquanta del secolo scorso giungono sino a oggi. In quest’ottica i curatori hanno identificato alcuni artisti (da Piero Manzoni a Agostino Bonalumi ed Enrico Castellani, da Alberto Biasi a Gianni Colombo, da Mario Deluigi a Tancredi e Morandis, da Roberto Crippa a Gianni Dova, sino a Giuseppe Santomaso, Ettore Spalletti, Nunzio, Ben Ormenese, Sandro Martini e molti altri) attraverso i quali costruire un percorso espositivo in grado di approfondire le significative linee di ricerca e i nuclei tematici in cui è possibile riconosce la lunga ombra di Fontana. Tema centrale della mostra è l’indagine di alcune tra le più rilevanti poetiche che, partendo da Lucio Fontana, possono rappresentarne una continuità di ricerca. La “sua lunga ombra”  può così divenire uno strumento per comprendere alcuni aspetti fondamentali dell’arte e indicare una linea di studi aperta sul futuro. La mostra di Aosta è corredata da un catalogo bilingue italiano-francese contenente i testi critici di Giovanni Granzotto, Leonardo Conti, Daria Jorioz, Stefano Cecchetto, Dino Marangon, Mattia Pivato e Livia Sartori di Borgoricco, pubblicato da De Bastiani Editore, in vendita in mostra al prezzo di 30 euro.

Biglietto: Intero 6 euro, ridotto 4 euro, gratuito per i minori di 18 anni.

Abbonamento con la mostra Steve McCurry. Animalsal Centro Saint-Bénin di Aosta dal 3 maggio al 6 ottobre 2019: 10 euro intero, 6 euro ridotto.

 

M.A.O.: MOSTRA “ACQUA, ISLAM E ARTE.”

Goccia a goccia dal cielo cade la vita.

13 aprile – 1 settembre 2019

MAO Museo d’Arte Orientale

via San Domenico 11, Torino

Alcuni dei più importanti musei europei ed extraeuropei – tra i quali l’Ashmolean Museum of Art and Archaeology di Oxford, il L.A. Mayer Museum of Islamic Art di Gerusalemme, il Benaki Museum di Atene, il Museo de La Alhambra di Granada, la Biblioteca Apostolica Vaticana, il Museo Nazionale del Bargello di Firenze, il MUCIV – Museo delle Civilta’ di Roma – hanno messo a disposizione le loro preziose opere per realizzare una grande mostra che racconta il rapporto tra acqua e Islam, dalle sue radici più antiche ai suoi tanti complessi sviluppi, sino alle necessità più recenti. A partire dalle affermazioni del Corano e della letteratura successiva, si illustra lo sviluppo storico dei tanti ruoli e significati ricoperti dall’acqua e l’incarnazione dei suoi significati nell’arte e nei manufatti islamici. Tra l’acqua e il mondo islamico esiste infatti un rapporto antico e intimo. Le ragioni climatiche lo spiegano solo in parte: vi è un’eredità antica di culture e civiltà precedenti, un senso religioso profondo e tante complesse ragioni sociali e culturali. L’acqua appartiene ai nostri sogni più profondi: evoca la maternità, la pulizia, la purità, la sensualità, la nascita e la morte. Questo naturalmente vale per ogni civiltà, ma nell’Islam tale serie di idee ha trovato un suo senso più profondo, facendo dell’acqua uno dei cardini stessi dell’esistenza umana: un cardine tanto spirituale quanto sociale ed estetico. La mostra è una narrazione attraverso immagini, reperti, libri e miniature: tecnologia, vita quotidiana e arte, che per secoli si sono rispecchiate nelle tante diverse fruizioni dell’acqua. Grazie ai prestiti concessi dalle più importanti istituzioni europee ed extraeuropee, da autorevoli collezionisti privati e alle preziose opere custodite al MAO, l’esposizione testimonia la varietà e la ricchezza di manufatti legati al tema e all’uso dell’acqua. Tra gli oltre 120 manufatti esposti, vi saranno bocche di fontane siriane, brocche iznik, tappeti che coprono un arco temporale che va dal XVI al XIX secolo, una coppa in vetro iraniana del IX-X secolo, uno spargiprofumo del XII secolo proveniente dall’India, oltre a numerosi manoscritti. Verranno raccontate le canalizzazioni siriane, i giardini di Spagna e i bagni di Istanbul. Ma non solo. Vi sarà spazio anche per guardare all’eredità islamica nel mondo europeo: dal cinquecento sino all’orientalismo ottocentesco – nelle vetrine troveranno spazio straordinari oggetti “trasformati”, come il vaso d’arte fatimide del X-XI secolo con montatura di manifattura fiorentina del 1555 diventato un reliquiario o oggetti ispirati al mondo islamico, come il catino da barbiere di manifattura veneta – fino a scoprire che tanto di quel passato non ci è solo vicino, ma ci appartiene intimamente.

L’allestimento giocherà con il suono e il movimento dell’acqua, così da far immergere opere e visitatori in un paesaggio di armonie sonore e visive. Richiamando impianti e simboli, la mostra si suddivide in quattro tematiche principali. Un percorso scandito da grandi temi, che servano a sottolineare le caratteristiche comuni di tale relazione, pur mostrando l’importanza delle varie differenze culturali e regionali dei mondi islamici.  Il percorso comincerà dalla fruizione religiosa: la parola del Corano, il pellegrinaggio, la preghiera, la purificazione. E per questa via il pubblico entrerà poi nella seconda sala, per una necessaria sosta nell’hammam, nel bagno inteso come luogo di purificazione e aggregazione, per sottolinearne il senso religioso, igienico e sociale. Poi si seguiranno i percorsi dell’acqua sino all’interno delle case e dei palazzi, nella vita quotidiana, tra sostentamento e convivialità, per affrontare infine il tema dell’approvvigionamento, degli acquedotti e delle fontane. Per questa via sarà inevitabile uscire infine negli spazi aperti, quelli dell’agronomia e del giardino, per parlare di campagne, di oasi e degli spazi domestici o pubblici adibiti alla coltivazione e alla ricreazione. Tecnologia, vita quotidiana e arte, che per secoli si sono rispecchiate nelle tante diverse fruizioni dell’acqua. Per non dimenticare quanto tutto questo parli al presente, visto che l’acqua è oggi forse il bene più fragile e conteso e che troppa parte del mondo musulmano lotta e soffre per l’accesso a quella risorsa. Per tutta la durata della mostra un calendario di eventi consentirà al pubblico di approfondirne i temi e di immergersi, anche se solo figurativamente, nell’acqua che scorre nelle sale espositive del MAO. La rassegna prevede incontri con gli studiosi che hanno contribuito alla realizzazione della mostra e conferenze in collaborazione con il Politecnico di Torino. A completare il calendario visite guidate e attività per famiglie.

ORARIO da martedì a venerdì 10-18; sabato e domenica 11-19

La biglietteria chiude un’ora prima. Chiuso normalmente il lunedì

Aperture straordinarie Pasqua, pasquetta, 25 e 30 aprile, 1 maggio, 2 e 24 giugno, 15 agosto 2019

TARIFFE

Mostra: intero €10; ridotto €8; Gratuito Abbonati Musei Torino Piemonte

Mostra + collezioni: intero €14; ridotto €11; Gratuito Abbonati Musei Torino Piemonte

 

TORINO: MOSTRA “VERGINI PERICOLANTI E…SIGNORINE DELLA BANCA”

Storie al femminile nell’archivio della Compagnia di San Paolo

Fotografie HR free download

A Torino, dal 12 Aprile apre al pubblico la mostra: «La Compagnia delle Donne. Dalle vergini pericolanti alle signorine della banca».  Organizzata dalla Fondazione 1563, l’ente che si occupa dell’Archivio Storico della Compagnia di San Paolo, l’esposizione raccoglie nella bella sede di Piazza Bernini 5 documenti e fotografie relativi all’evoluzione della figura femminile in oltre 5 secoli di storia. Un racconto attraverso lettere, scritti e immagini d’epoca punteggiato da pregiudizi, ostacoli economici, sociali e formativi che le donne hanno dovuto affrontare.

#superalebarriere è infatti il tema della seconda edizione di Archivissima: una kermesse tutta torinese che coinvolge decine di archivi pubblici e privati (12-15.04.2019). In principio le donne sono perlopiù “salvate” e assistite nelle condizioni difficili di povertà ed esclusione, ma tra Sei e Settecento diventano protagoniste di beneficenza, opere sociali e committenze artistiche.

Nel Novecento le carte dell’Istituto di San Paolo di Torino testimoniano luci e ombre dell’inserimento delle donne nel mondo del lavoro bancario. Introdotte all’inizio del secolo XX con ruoli precari e comprimari e in sostituzione degli uomini in guerra, le ‘signorine’ della banca erano così chiamate poiché non potevano sposarsi e, se lo facevano, rassegnavano le dimissioni. Solo nel 1963 sarà approvata la legge che vieta il licenziamento delle lavoratrici per causa di matrimonio.

La Compagnia delle Donne. Dalle ‘vergini pericolanti’ alle ‘signorine della banca’

Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo

Torino, piazza Bernini 5

Inaugurazione Venerdì 12 aprile 2019 alle 18 con conferenza storica e letture teatrali; ingresso libero fino alle 21 con visite guidate.

Apertura 13 e 14 aprile 10-13; 15 aprile 16-19.

Dal 16 aprile al 9 giugno ingresso su richiesta e prenotazione 011.4401403; info@fondazione1563.it

 

TORINO, GALLERIA D’ARTE PIRRA: EXTRA SMALL

da  sabato 13  aprile  2019

Dopo il grande formato, una rassegna dedicata esclusivamente alle opere di piccole e piccolissime dimensioni degli autori della Galleria.

Accomunati per l’occasione solo dal formato delle tele, la mostra accosta artisti molto lontani per formazione ed epoca. Saranno esposte le opere dei Post Impressionisti sovietici, in particolare i piccolissimi oli (anche cm. 10 x 15) di Gleb Savinov, quelli di Boris Lavrenko e i deliziosi acquerelli di Marina Uspenskaya, una delle più famose illustratrici russe di libri per l’infanzia (Giocando con gli scoiattoli, 1956, cm. 27 x 20). Tra gli italiani, Giulio Da Milano, uno dei maggiori rappresentanti della cultura artistica torinese degli anni Trenta e Quaranta, con un acquerello del 1937 (Pesci, cm. 17,5 x 13,5), un divertente studio di cani del 1953 e un pastello raffigurante coloratissime odalische (cm. 19 x 15) e, con un salto temporale di oltre mezzo secolo, il novarese Andrea Pescio con i suoi inconfondibili acquerelli dall’aura onirica. Ovviamente non possono mancare i capolavori in “miniatura” di Henry Maurice Cahours, capace di rendere l’atmosfera poetica e suggestiva, fermando la luce e giocando con le sfumature, tanto nelle opere molto grandi quanto, se non di più, in quelle dalle dimensioni ridotte (Falaise, cm. 20 x 17).

I soggetti spaziano dai paesaggi agli interni domestici, ma anche a temi difficilmente catalogabili in un genere specifico, come le danesi atmosfere acquatiche di Birgitte Lykke Madsen o i già citati lavori di Pescio.

La mostra rimarrà aperta sino al 5 maggio 2019.

 

PALAZZO  MADAMA: CONFERENZA “CULTURA E POTERE DA PARIGI A TORINO. MARIA GIOVANNA BATTISTA DI SAVOIA NEMOURS”

Relatori: David Parrott, Università di Oxford

Elena Riva, Università Cattolica di Milano

Blythe Alice Raviola, Università degli Studi di Milano

Mercoledì 10 aprile 2019 ore 17.30

Palazzo Madama – Gran Salone dei Ricevimenti

Piazza Castello – Torino

In occasione della mostra Madame Reali: cultura e potere da Parigi a Torino, Palazzo Madama propone mercoledì 10 aprile alle ore 17.30 una conferenza che approfondisce la figura di Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, traendo spunto dalla biografia della seconda Madama Reale scritta dallo storico Robert Oresko (1947 – 2010), edita da Allemandi nel 2017. Robert Oresko (1947 – 2010), nato negli Stati Uniti da famiglia di origini austriache e russe, si trasferì nel 1972 a Londra, dove svolse la sua attività di ricerca collaborando con case editrici e istituti prestigiosi come la Cambridge University Press e la Royal Historical Society. I suoi studi lo portarono a viaggiare in tutta Europa e lo condussero frequentemente a Torino, dove approfondì in particolare la figura di Maria Giovanna Battista attraverso l’analisi diretta dei documenti, una profonda conoscenza della storia dinastica e una grande attenzione per gli aspetti artistici del suo personaggio. A lui si deve il merito di aver collocato la Madama Reale piemontese nella scacchiera del potere dell’Europa a cavallo tra il Sei e il Settecento, come donna di governo e protettrice delle arti. Il volume Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, scritto nel 2009, è stato pubblicato postumo con la cura di Blythe Alice Raviola e Clelia Arnaldi di Balme. Dalle sue pagine emerge in tutta la sua importanza la figura di Giovanna Battista, che fu colei – tra le consorti di casa Savoia fino alle due regine d’Italia – che visse più a lungo e con il più duraturo periodo di vedovanza, durante il quale esercitò il potere come reggente per il figlio Vittorio Amedeo II e si rivelò attiva mecenate dell’architettura e della pittura. Gli appartamenti del piano nobile con gli affreschi dei Guidobono e la facciata juvarriana di Palazzo Madama ne sono l’esempio più evidente.

 

BORGO MEDIEVALE: PROPOSTE DIDATTICHE PER FAMIGLIE

In occasione dei 500 anni dalla morte di Leonardo DaVinci Theatrum Sabaudiae Torino assieme a nuove realtà culturali del territorio hanno progettato e realizzato alcune proposte didattiche rivolte alle famiglie con lo scopo di evidenziare come ancora oggi arte, scienza e tecnica siano elementi in dialogo tra di loro, proprio come lo erano per il grande artista.

Leonardo in un ologramma

In collaborazione con FuturMakers

Sabato 13 aprile ore 15.30

Insieme a FuturMakers, nata all’interno di Synesthesia, una delle più importanti digital factory torinesi,realizzeremo un moderno oggetto “futuribile”, capace di proiettare immagini tridimensionali di alcune delle invenzioni di Leonardo Da Vinci, per meglio osservarle e comprenderle. Un vero ologramma prenderà vita dal proprio smartphone. I coach di Synesthesia, formati su basi sia umanistiche che scientifiche, dimostreranno come la tecnologia sia utile per divulgare l’arte, partendo dal riutilizzo di materiali riciclati.

bambini (6-12 anni)

Costo: 13€ bambini comprensivo di materiale didattico; adulti 5€ (gratuito per adulti in possesso di  Abbonamento Musei Torino Piemonte)

 Occhio alla Rondine!

Domenica 14 aprile ore 15.30

Le puoi osservare poggiate sui tetti, sul bordo di un nido fatto di fango. Ogni primavera è diversa dall’altra, ma di una cosa puoi essere sicuro se guardi il cielo: puoi vedere le rondini, piccole sagome, inconfondibili, con la coda profondamente biforcuta e un volo fatto di splendidi cerchi.

Come ogni anno le rondini tornano a ravvivare il Borgo Medievale con i loro voli e canti tra i merli e le torri. Oggi la colonia conta ormai più di venti nidi. Per dar loro il bentornato invitiamo grandi e piccini a trascorrere il pomeriggio assieme agli amici della Lipu, grazie alla loro esperienza potremo conoscere da vicino le caratteristiche dei piccoli uccelli, dal volo alla nidificazione e ancora tante altre curiosità. A seguire SPAZIO – LAB per costruire modelli in 3D in carta della rondine e dei suoi parenti più stretti.

(bambini dai 3 anni)

Costo: 8,00€ bambini; 5,00€ adulti (gratuito per gli adulti possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte.

Per chi lo desidera sarà possibile acquistare la piccola rondine di peluche. I fondi raccolti serviranno a sostenere le iniziative della Lipu

 

TORINO, COOPERATIVA BORGO PO: LIBRO “LA LOTTA FA SCUOLA”

Venerdì 12 Aprile ore 17.30

presentazione del libro

La lotta fa scuola di Loredana Fraleone

dialogano con l’autrice

Luigi Saragnese e Marco Guastavigna

Il libro ricostruisce i problemi e le trasformazioni della scuola italiana dal dopoguerra ad oggi, con una particolare attenzione alla stagione delle riforme degli anni ‘60 e ’70.

“Pensiamo a cosa abbia significato, per la crescita della scuola laica e repubblicana, l’esperienza straordinaria delle “150 ore”, del ”metà studio, metà lavoro”. Sono molto belle, nel libro, le pagine sulla Scuola di Barbiana, di don Milani, di “lettera ad una professoressa”, e il racconto delle lotte studentesche della loro difficile connessione con le lotte operaie». (Russo Spena)

 

SANT’AMBROGIO, COMMEMORAZIONE DI MARIO E TERESA PONZETTO E DI MONSIGNOR ITALO RUFFINO

In occasione della donazione al Comune di Sant’Ambrogio della collezione di stampe e quadri della Sacra di San Michele appartenuti alla Famiglia Ponzetto, si svolgerà la commemorazione di Mario e Teresa Ponzetto e di Monsignor Italo Ruffino. Intervengono Dario Fracchia, Sindaco di Sant’Ambrogio; Don Romeo Zuppa, Parroco di Sant’Ambrogio; Silvio Magliano, Presidente del Centro di Servizi Vol.To; Fabrizio Antonielli d’Oulx, Presidente Emerito dell’Associazione Amici della Sacra di San Michele

Venerdì 12 aprile 2019 ore 21, Sala Consiliare del Comune di Sant’Ambrogio di Torino

Nell’occasione verrà distribuito il volume In ricordo di Mons. Italo Ruffino

 

NOVARA: CONCORSI NAZIONALI DI NARRATIVA E POESIA

Premiazione di sabato 6 aprile al Centro “La Canonica” di Novara

Sabato 6 aprile alle ore 17.30, presso il Centro Culturale “La Canonica” di Novara (Vicolo Canonica), sono stati premiati i vincitori dei due concorsi nazionali di Narrativa (terza edizione) e di poesia (prima edizione), organizzati dalla responsabile degli eventi culturali dott.ssa Miriam Giustizieri. Il tema di entrambe le iniziative era libero, scelta che ha consentito agli scrittori di comporre liberamente sia le storie dei racconti brevi sia i versi delle poesie: dall’introspezione psicologica alla narrazione di storie vere – o più o meno credibili – all’esaltazione di emozioni e sentimenti dai quali si sono lasciati trasportare i poeti. L’adesione ad entrambe le sezioni è stata soddisfacente, infatti hanno partecipato scrittori da diverse regioni, soprattutto dal Piemonte, dalla Lombardia e dalla Romagna. Fra i 64 concorrenti la giuria ha premiato per la Narrativa: 1° classificato – Lauro Zuffolini (di Carpi (MO) per il racconto “Per Cattolica binario 5” – 2° classificato – Alessandro Tugnolo (di Novara) per il racconto “Cartoline dalla Versilia” – 3° classificata Maria Teresa Montanaro (di Canelli ( AT) per il racconto Mister A E stata attribuita una menzione di merito a Gian Lorenzo Molinari (di Trecate – NO).

I finalisti del concorso di poesia sono: 1° classificato: Flavio Provini, di Milano (per la poesia: Oggi ho incontrato un Re ) – 2° classificata: Raffaella La Villa, di Novara (per la poesia: Periferie) – 3° classificato – Adriano Baivè, di Novara ( per la poesia Foglia d’Amore) .

E’ stata attribuita una menzione di merito a Paolo Cattolico, di Abbiategrasso (MI) ( per la poesia Natale su Meetic).

La premiazione è avvenuta alla presenza di un folto pubblico arrivato per l’occasione da diverse regioni del nord e centro Italia.

 

Enzo De Paoli