PIEMONTE ARTE: THEO GALLINO, STOISA, QUAGLIA E BIANCHI, GALLIANO, TABUSSO, SANTO LEONARDO, OMEDE’…

coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

 

IL CHIERESE THEO GALLINO INAGURA “LA CITTA’ DEI POLLINI” A GORGONZOLA

MOSTRA DI LUIGI STOISA A BORGOMANERO

Dopo la lunga pausa forzata dell’attività espositiva, la MEB Arte Studio (Via San Giovanni n. 26, Borgomanero, prov. Novara) presenta ora la mostra personale di Luigi Stoisa (Selvaggio di Giaveno – Torino, 1958), dal titolo “Vita”, a cura di Marco Emilio Bertona, che sarà inaugurata sabato 12 settembre 2020, alle ore 17,00. La rassegna è costituita da una serie di opere che riguardano la ricerca costante dell’artista sulla figura umana. In una infinita sequenza, i corpi maschili e femminili si raccontano attraverso molteplici espressioni e movenze. Una serie di disegni realizzati con il carboncino, fanno da sfondo ad una selezione di sculture realizzate in terra cotta al sole. Un dialogo tra i ritratti sulla carta e la tridimensionalità dei corpi che sottolineano un pregevole tocco pittorico. La ricerca di Luigi Stoisa ha inizio negli anni Ottanta, l’epoca del Post-modernismo ed è proprio a questo periodo che risalgono le sue prime opere “mature”. Da allora tutta la sua poetica è sempre stata legata al mutamento della materia che inesorabile modifica forma e immagini. Al centro della scena è il catrame, presente in molte opere, che trasforma se stesso e i materiali intorno a sé. Stoisa tuttavia lavora con molti altri materiali, sperimentando tecniche sempre nuove, dalla pittura, declinata in molte forme, alla scultura, in terracotta e in bronzo, alle installazioni polimateriche, al disegno. Il lavoro di Stoisa, come ha scritto Giorgio Verzotti, si pone come “il momentaneo risultato di un confronto con la storia inteso non come il ritrovamento di un valore assodato, che il tempo della realtà aveva occultato, ma come ricerca che mette in discussione il valore stesso nel momento in cui lo riattualizza”. L’artista è stato protagonista di importanti eventi espositivi personali e collettivi in sedi quali Fundaciòn Joan Mirò di Barcellona (Spagna, 1985), De Appel Foundation di Amsterdam (Paesi Bassi, 1986), Museo d’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (Italia, 1988), Museo d’Arte Moderna e Contemporanera di Nizza (Francia, 1993), Neue Nationalgalerie di Berlino (Germania, 1996), Complesso Monumentale San Michele a Ripa Grande di Roma (Italia, 2004), Reggia di Caserta (Italia, 2005), XVIII Biennale di Scultura di Carrara (Italia, 2008), Palazzo Litta di Milano (Italia, 2010), Accademia di Belle Arti di Torino (Italia, 2010), The Frost Art Museum di Miami (USA, 2011), Palazzo Chiablese di Torino (Italia, 2011), Reggia di Venaria (Italia, 2017).- La mostra “Luigi Stoisa – Vita” continuerà fino al 31 ottobre 2020 ed è patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Borgomanero (orari mostra: sabato 10,00-12,30 / 15,00-19,30, altri giorni ed altri orari su appuntamento (tel. 342.8854339).

Enzo De Paoli

 

ASTI, FONDAZIONE EUGENIO GUGLIELMINETTI: DIPINTI DI  GIGI QUAGLIA E DI ANNIBALE BIANCHI

Sabato 12 settembre 2020 alle ore 18 in Asti, presso la Fondazione Eugenio Guglielminetti (Palazzo Alfieri, corso Alfieri 375) sarà inaugurata la mostra “Gigi Quaglia ( 1915-2004) e Annibale C. Bianchi ( 1920-2013). Il dialogo ritrovato”. L’esposizione, a lungo progettata nei decenni Settanta-Ottanta dai due appartati pittori astigiani, non fu mai realizzata, sospesa nel tempo, per discrezione e connaturata riservatezza. L’ideale dialogo dei due audaci sperimentatori di ricerche materiche e linguaggi informali è ora riproposto nelle sale della Fondazione Eugenio Guglielminetti dalla curatrice Marida Faussone in collaborazione con gli eredi dei due pittori astigiani. In efficace accostamento, le parallele esperienze creative degli artisti si snodano con naturalezza tra i trenta dipinti selezionati dagli anni Sessanta agli anni Duemila, conducendo il visitatore a ripercorrere le stagioni artistiche dei due protagonisti delle avanguardie pittoriche del Secondo Dopoguerra, tra sequenze visive  e cromatiche coltivate con sobrietà e potenza espressiva. La sala dedicata a Gigi Quaglia raccoglie quindici dipinti su tela o supporti lignei dal 1985 al 2004: emblematiche architetture timbriche ad olio, gesso, smalto di irrequieta astrazione espressionista. Alcuni complessi interventi ad affresco stratificano l’impasto materico in improvvise fenditure di luce e lacerazioni informali (1987-1990), mentre superfici spezzate e dai ritmi vorticanti dissolvono opposte tensioni nello spazio. Originali frammenti tessili con resine a collage (Panneggio in bianco, 2004; Qualcosa è rimasto, 2004) scandiscono in maturità la costante ricerca gestuale e plastica sulle materie del sommesso, quotidiano magistero nello studio di via San Martino, cuore antico del centro storico astigiano. Dalle prime strutture geometriche a tecnica mista su carta si avvìa l’itinerario espositivo dedicato ad Annibale Carlo Bianchi. I suggestivi polimaterici di carte macerate a tempera (5 novembre,1961; Leona, 1962; Pinot, 1964; Chan, 1964), preludono alle grandi tavole a collage degli anni Settanta,  d’intento cubista con libere sovrapposizioni di ritagli di giornali e di interventi pittorici (1995- 1997). Comunicazione e percezione di forme e colori, fino all’allusiva “Arte Postale”, legata nel decennio Duemila alla tradizione musicale argentina, rivelano la profonda sensibilità estetica di una personalità còlta, studiosa dell’evoluzione iconica e visiva del mondo contemporaneo.

La mostra sarà visitabile fino al 31 ottobre 2020 con il seguente orario: venerdì, sabato e domenica 16-18.  

Info e contatti: fond.eugenioguglielminetti@gmail.com;  www.comune.asti.it

 

PINEROLO: MOSTRA DI DANIELE GALLIANO

12 Settembre – 18 Ottobre 2020 – Inaugurazione: Sabato 12 Settembre 2020 – ore 18.00

Galleria LOSANO Associazione Arte e Cultura – Via Savoia, 33 – 10064 PINEROLO (TO)

Orario:Feriali: 16–19, Sabato e festivi: 10–12 e 16–19Lunedì chiusoInfo:+39 0121.74059 – 335. 5258207gallerialosano@libero.itwww.gallerialosano.it

 

In   chimica   la self-aggregation   è   l’organizzazione   autonoma   e   spontanea   di   componenti molecolari in strutture ordinate, da cui si originano nuovi sistemi. Un pattern geometrico e ben defnito,  in  cui  la  distribuzione  spaziale  degli  elementi  non  è  casuale,  basti  pensare  alla formazione della grafte o della bolla di sapone. La  relazione  di  attrazione  o  di  repulsione  tra  particelle  è  regolata  da  interazioni  elettriche  o magnetiche,  dove  la  logica  di  comportamento  è  guidata  dalla  regola  della  similitudine  o dell’affnità: “io mi accoppio con me stesso” e “similia similibus solvuntur”. Un  processo  che  avviene  sia  in  forma  statica  che  dinamica:  sistemi  in  cui  le  singole  parti convergono  verso  uno  stato  di  equilibrio  diretta  ad  una  confgurazione  fnale  che  mostra strutture particolarmente ordinate e riconoscibili. Daniele  Galliano  sembra  studiare  con  questo  stesso  spirito  d’osservazione  i  comportamenti umani  e  ritrovarvi  le  stesse  leggi  chimiche  che  governano  la  natura,  quasi  a  dirci  che  lospettacolo offerto dalla chimica riflette il nostro piccolo mondo. Si chiede all’osservatore di guardare le opere di Galliano come un vetrino al microscopio o unalastra  ai  raggi  X  e  scoprirvi  un  reticolo  cristallino,  una  geometria  latente.  Un  microcosmo,  una costellazione, collisioni  umane. O  meglio,  un  sistema  ordinato  di  persone  che  dall’auto-aggregazione originano una società. Quest’ultima infatti non è altro che un’auto-organizzazione dal  basso,  fondata  su  poche  regole  semplici  e  condivise,  con  risultati  che  emergono  dalle connessioni  e  dalle  interferenze  tra  singoli  individui.  Una  rete  fitta  e  non  lineare  di  persone regolate da quella stessa aggregazione preferenziale che caratterizza le componenti molecolari.Galliano osserva la folla e le sue diverse forme di aggregazione, soprattutto i riti collettivi sacri e profani, dalla preghiera ai festini. I simili si attraggono a vicenda e costruiscono relazioni che nel loro  farsi  diventano  folla.  E  così  Galliano  ci  mostra  gli  impulsi  che  generano  configurazioni estetiche, veri e propri pattern sociali generati da azioni e comportamenti seriali. L’umanità  è  l’oggetto  del  suo  interesse  sia  nei  suoi  aspetti  individuali  che  collettivi,  con  un movimento focale che va dal generale (con le serie Constellations  e Come in cielo così in terra) al particolare (con le opere dei volti We are gonna have a very good time together).  La centralità degli spazi di aggregazione si fa quanto mai metafora di questo momento storico,rivendicando l’importanza dei presidi di socialità e cultura, perché l’uomo senza socialità non èdavvero uomo e la società senza luoghi di aggregazione e condivisione non è davvero società.

Angelo  Mistrangelo  scrive  di  lui: “Vi  è  nel  suo  linguaggio  la  profondità  della  cultura  visiva contemporanea, la sottile energia di una singolare ricerca che unisce fotografa, cinema, musica,letteratura, in una sorta di inesausta connessione con questo nostro tempo. E la sua esperienza rivela  una  personale  definizione  dei  temi  sociali  e  politici,  dei  tratti  fisionomici  dei  personaggi, della  folla  che  occupa  lo  spazio  delle Constallations,  resa  con  un  segno  materico,  appena accennato  come  un  fotogramma  o  il  frame  di  un  video  o,  ancora,  una  fgura  ripresa  da We’re gonna have a real good time together”

 

RUBIANA, “FIABE E BOSCHI”, BIENNALE FRANCESCO TABUSSO

Sabato 12 settembre inaugura la IX edizione di Fiabe e Boschi – Biennale Francesco Tabusso a Rubiana (TO).

La mostra “Il giovane Tabusso e i suoi amici” allestita per questa edizione a Casa Tabusso – ricordando anche i 90 anni dalla nascita dell’artista  piemontese – ripercorre i primi anni di esperienza pittorica di Tabusso e degli amici Pittori che insieme a lui nella Torino degli anni 50 vivevano le prime esperienze espositive e animavano il dibattito intorno alla pittura guardando anche oltre la realtà cittadina e all’estero. Confronto e dialogo avvenivano anche sulla pagine di “Orsa minore” la rivista a cui diedero vita gli artisti in mostra a Rubiana: insieme a Tabusso, Francesco Casorati, Nino Aimone, Romano Campagnoli, Mauro Chessa, Sergio Saroni, Piero Ruggeri, Giacomo Soffiantino. La mostra, curata da Pino Mantovani e accompagnata dal catalogo, presenta una trentina di dipinti tra gli anni 1950-59. Domenica 13 settembre, la Biennale prosegue con l’inaugurazione della mostra “IL BIANCO E IL NERO. Viaggio con i Maestri del Novecento Piemontese”  negli ampliati locali della Pinacoteca Comunale Francesco Tabusso.

 

 

LU MONFERRATO, MOSTRA “ESPRESSIONI GRAFICHE”

MOSTRA “LA PITTURA NON AMA LE PAROLE” DI SANTO LEONARDO

spazio ex trattoria Massetta -via Novara 75, Ghemme (Novara) dal 12al 19 settembre2020

vernissage sabato 12 settembre2020 ore 16.00-19.00 finissage sabato 19 settembre2020 ore 16.00-19.00

orari gli altri giorni su appuntamento, cellulare:333.8778488

Il titolo di questa mostra afferma la logica intrinseca dei suoi lavori. Si possono scrivere fiumi di parole per descrivere o svelare un’opera ma, guardando i suoi quadri, è la totale percezione visiva a parlare, le sue opere si dipanano e si realizzano grazie allo sguardo dello spettatore, che ne trae significati ed emozioni. Il suo lavoro artistico non ha programmazione né preconcetti. Conoscendo il  suo lungo  percorso e  la  sua estrazione  culturale possiamo  dire  che le  sue forme  richiamano  l’organicità  umana.  In  tutti  i  suoi  lavori  la  “sensazione  dell’umano” aleggia, senza  mai  essere  dichiarata.  Le  sue  premesse  di  volere re- inventare  le  fattezze umane proponendo una nuova immagine s’infrangono nell’impossibilità di realizzare tale impresa; la  sua  ricerca  pittorica  non  necessita  di  spiegazioni,  elucubrazioni  e  teorie  ma esige solo percezione visiva. Santo   Leonardo, attivo a Torino dagli   anni Settanta, passando   attraverso   diverse esperienze, dal 1990 si dedica esclusivamente alla pittura. La mostra è ospitata negli spazi della ex trattoria Massetta, luogo storico di Ghemme che dal 1927 agli anni Ottanta offriva ristoro e alloggio ai viandanti

  

TORINO, PASTIS: MOSTRA “VESTIRE VITRUVIO”

Un progetto di Leandro Agostini e Beppe Quaglia

Lunedì 14 settembre dalle ore 18,30

Pastis – Piazza Emanuele Filiberto, Torino

Dopo la prima edizione di  Artisondeteibol che ha visto coinvolti quasi quaranta artisti, ecco la nuova mostra sui tavoli del Pastis. Nato dalla collaborazione tra Leandro Agostini e Beppe Quaglia “ Vestire Vitruvio ” è un progetto di reinterpretazione artistica che, come l’Annunciazione di Gerhard Richter, vuole omaggiare e confrontarsi con la storia, aprendo però la porta verso una realtà non più così inscrivibile nel cerchio e nel quadrato. Il lavoro si sviluppa a partire dall’immagine dell’Uomo vitruviano di Leonardo Da Vinci (il progetto nasce proprio in occasione dei 500 anni dalla sua morte, nel 2019) dove ironicamente vengono applicate t-shirt di tutti i generi: dalla maglietta di Babbo Natale a una di Keith Haring, passando dai fumetti e dai simboli dell’immaginario più pop.

 

 

 

CANALE YOUTUBE  DEL  MUSEO DEL TERRITORIO BIELLESE:

 UNA ‘REALTÀ VIRTUALE’ IN CRESCITA

Un’attività iniziata durante il periodo del lockdown per stare in contatto con il pubblico che si è tra-sformata in appuntamenti periodici apprezzati e seguiti che mettono in mostra sia le opere ospitate dal museo per mostre temporanee sia gli allestimenti delle sezioni permanenti, per far conoscere a un pubblico sempre più ampio il patrimonio del Museo del Territorio Biellese.

Al momento sono stati pubblicati 46 video, in particolare questi video sono dedicati:

–           alla sezione Storico-Artistica (a cura della conservatrice Alessandra Montanera),

–           alla sezione Archeologica (a cura della Conservatrice Angela Deodato) ,

–           alla sezione Didattica dedicata alle proposte laboratoriali e tutorial delle due sezioni (con vi-deo a cura delle operatrici didattiche, Jessica Tocco, Francesca Coppola e Giuliana Morena);

–           alla sezione dedicata alla mostra “Dentro lo sguardo”, con video di approfondimento dedica-ti alle opere in mostra ( a cura di Alessandra Montanera e Giuliana Morena).

Gli iscritti attuali al canale sono 87, i numeri delle visualizzazioni direttamente su Youtube stanno crescendo mentre sono già rilevanti quelle registrate nei canali social dove i video vengono ripostati, soprattutto su Facebook.

“Alle volte i problemi aprono le porte alle opportunità, ed è quello che è successo nell’attivazione di questa iniziativa” spiega l’Assessore alla Cultura, Massimiliano Gaggino, ispiratore e sostenitore del-la stessa “l’esigenza in origine era quella di non abbandonare il pubblico, di essere di ‘animazione e conforto’ insieme in un momento difficile, però, con l’andar del tempo, ci siamo resi conto che l’iniziativa aveva molteplici valenze. Sicuramente è uno strumento potente di divulgazione e di pro-mozione, poi ha favorito un lavoro di ricerca che ha fatto emergere potenzialità inesplorate, anche dei nostri archivi/magazzini’, ma ci ha aiutato anche a sviluppare punti di vista differenti. Inoltre il personale ha acquisito una sempre maggior disinvoltura nella realizzazione dei video.  Chiaramente ringrazio tutto lo staff perché svolgono veramente un lavoro prezioso e professionale. Dunque un’iniziativa che ci ha regalato grandi soddisfazioni e che ci pone fra i primi in Italia, nel rapporto fra numero di video e opere”.

Le dr.sse Deodato Montanera, Morena, in relazione alla realizzazione dei video, a stessa voce dichia-rano: ” I focus on-line, sotto forma di video brevi, hanno consentito agli operatori del Museo di porre l’accento su opere, reperti o specifiche tematiche, che normalmente rientrano nei percorsi di visita più ampi. Accendendo il riflettore, di volta in volta, su un soggetto differente, è stato possibile enfatiz-zarne i contenuti e restituire, a ciascuno, un ruolo da protagonista. L’iniziativa è apparsa significati-va sotto differenti aspetti: per ciò che concerne i reperti archeologici, essi hanno avuto la possibilità di uscire dall’anonimato del nucleo a cui appartengono per avere una loro dignità individuale; per le singole opere d’arte non ci si è limitati a descrivere il soggetto e l’ambito culturale di riferimento, ma si è scelto di evidenziarne il legame con la storia locale e l’importanza dell’opera nel panorama cul-turale nazionale e internazionale. Il nostro Museo è anche il luogo del ‘fare per capire’; per questa ragione, accanto ai focus, si sono prodotti una serie di video-tutorial con cui si è immaginato di avere un contatto con i nostri utenti più piccolini. Gli operatori del Museo hanno voluto tener stretta la ma-no dei fruitori in erba e così si è ritenuto utile affiancarli ugualmente, anche se sfruttando altri canali.”

 

POLO DEL ‘900: FESTIVAL “QUATTROMINUTIETRENTATRÉ”

Da venerdì 11 a domenica 13 settembre il Polo del ‘900 ospita la terza edizione del festival 900 G-DAYS dei 900 Giovani. Tre giorni di talk, workshop e performance. Un programma ricco di eventi che spazia dalla musica al teatro, dalla poesia alla virtual reality, attraversando i temi della contemporaneità dalla prospettiva delle nuove generazioni.

 

 

 

 

FONDAZIONE PEANO, MOSTRA DI SERGIO OMEDE’

La Fondazione Peano presenta la parte seconda della mostra personale di Sergio Omedé (San Damiano d’Asti, 1957) dal titolo “OM. Anatomia del pensiero barocco” che completa l’ideale dittico espositivo con la parte prima inaugurata lo scorso luglio.

L’esposizione annovera una quindicina di sculture ambientate nella sala ipogea, che richiamano le cinque precedentemente esposte nel giardino botanico museale della Fondazione Peano, ampliandone i rimandi formali e le genealogie dei temi incentrati sulla ricerca costante dell’artista sulla figura umana. In una sequenza serrata, dominata dalla materia del legno come trait d’union, i corpi variamente assemblati, frammentati o polimorfi, si raccontano attraverso le pose quasi metafisiche. Una serie di disegni su cartone di ampie dimensioni realizzati con varie tecniche fanno da contrappunto ad una selezione di bassorilievi realizzati in gesso. L’inaugurazione si terrà venerdì 11 settembre alle ore 18 presso la nostra sede di C.so Francia 47. Ingresso libero e gratuito. Richiesto l’utilizzo della mascherina all’interno della sala.

 

HERBARIUM VAGANS: I DISEGNI ITINERANTI TRA BOTANICA E ARTE SI SPOSTANO SUL LAGO D’ORTA

Herbarium vagans è una grande mostra itinerante. Partecipano artisti italiani e internazionali che hanno ritratto erbe e fiori che crescono tra Alpi e Prealpi. Dopo più di un mese a Domodossola e Santa Maria Maggiore, con tanto pubblico e una settimana di proroga, l’erbario vagante si sposta dalle vette dell’Ossola sul lago d’Orta a Orta San Giulio, Ameno e Miasino. In un momento così complesso come quello che stiamo vivendo, la voglia è quella di continuare a fare cultura cercando soluzioni intelligenti, anche in tempi di Covid. Le opere di Herbarium vagans sono esposte all’esterno su grandi pannelli: sono sempre accessibili e si possono vedere quando e come si vuole.

Le 46 opere in mostra sono divise in due sezioni. La parte che vede coinvolti i pittori botanici nasce grazie alla collaborazione con Floraviva, l’Associazione italiana pittori botanici che riunisce i più qualificati interpreti in Italia di questa particolare tecnica, tra arte e scienza. Nella seconda sezione artisti contemporanei, italiani e stranieri, che hanno, ognuno secondo il proprio stile e tratto, reinterpretato erbe e fiori di alta e media montagna. Herbarium vagans fa parte del progetto Interreg Italia-Svizzera “Di-Se – DiSegnare il territorio”, tre anni all’insegna del disegno e dell’arte a cura di Associazione Musei d’Ossola, Museumzentrum La Caverna di Naters e Associazione Culturale Asilo Bianco. Le attività di questo primo anno hanno come focus le erbe officinali e i cambiamenti climatici sulle Alpi. Un binomio particolare e importante: la riflessione sui cambiamenti climatici parte anche dalla consapevolezza che piante mediterranee e quindi non autoctone come l’elicriso, il rosmarino, il gelsomino crescano ormai molto bene (se coltivate) anche in ambiente prealpino e, a volte, addirittura alpino. Gli erbari essiccati, compilati in Europa a partire dalla fine del XV secolo, sono documenti utilissimi e incredibili per comprendere i cambiamenti climatici che hanno interessato determinate aree geografiche negli ultimi cinque secoli. Grazie al confronto con le specie attuali è possibile indagare le caratteristiche delle piante del passato, le condizioni in cui sono cresciute e le eventuali mutazioni che hanno messo in atto per adattarsi ai diversi climi. Erbari più o meno “vaganti” che strizzano l’occhio a Darwin.

Dal 13 settembre all’11 ottobre la mostra approda a Orta San Giulio (sezione pittori botanici) e ad Ameno e Miasino (artisti contemporanei). Luoghi affascinanti e scorci pittoreschi: sono i centri storici di tre piccoli paesi tra lago e montagna da percorrere e scoprire inseguendo le opere esposte. La scommessa di Herbarium vagans è riscoprire luoghi e profumi, piccoli angoli dimenticati, nomi e colori di piante e fiori che spesso si incontrano durante le nostre passeggiate. E il catalogo della mostra è un tassello in più: l’osservatore trova informazioni, riferimenti e curiosità nei testi a cura di Valeria Tantardini, erborista, che spiegano con passione e intelligenza la storia e l’utilizzo di ogni erba disegnata.

Inaugurazione domenica 13 settembre

Orta San Giulio | Via Mazzola (scuole) | ore 10:30

Ameno | Piazza Guglielmo Marconi | ore 15

Miasino | Piazza Beltrami | ore 17

Anche l’inaugurazione del 13 settembre sarà, per chi vuole, “vagante”. È in programma una passeggiata sui sentieri che collegano i tre borghi coinvolti, in gran parte seguendo l’anello blu del Quadrifoglio di Ameno. La mostra diventa l’occasione per una facile escursione giornaliera nel rispetto di tutte le normative vigenti (ritrovo al Sacro Monte di Orta alle ore 9:30). Il programma completo si può trovare su www.asilobianco.it, per info e prenotazione (obbligatoria) segreteria@asilobianco.it – 320 9525617.

E continua il viaggio per le papille gustative, tra fiori, erbe e profumi. A Orta San Giulio si potrà assaggiare il gusto di gelato “Herbarium” presso la gelateria Arte del gelato e la pizza dedicata presso il ristorante Il Pozzo. Il programma di Di-Se prosegue inoltre anche all’interno dell’undicesima edizione di Corto e Fieno – Festival del cinema rurale con un focus su cortometraggi di animazione sabato 3 ottobre a Omegna e domenica 11 ottobre a Miasino.

Anche Unwasted Project continua a Macugnaga nella vetrina della Contemporary Gallery di Casa Burgener, via Ferdinando Imseng 3. In mostra i gioielli di Enrica Borghi ed Emanuela Burgener realizzati con materiali di scarto e pietre preziose. Unwasted Project nasce dall’incontro tra arte e artigianato di altissimo livello e tra due donne che sono cresciute ai piedi del Monte Rosa. Enrica Borghi è artista eclettica che dagli anni ‘90 lavora con plastica e materiali di recupero per trasformare in bellezza ciò che è scarto. Emanuela Burgener è fondatrice di Margherita Burgener, importante brand di alta gioielleria di Valenza. Il risultato di questo felice e alchemico incontro sono pezzi unici, sintesi creativa di materiali destinati a essere gettati e pietre preziose. Alcuni gioielli sono ispirati alla achillea montana (Achillea millefolium), pianta medicinale che, da sempre, appartiene alla tradizione delle genti di montagna. Resistente e coraggiosa, l’achillea cresce e fiorisce vicino al ghiacciaio. Un gioiello che racconta una storia e che lancia una sfida, ricordandoci lo scioglimento dei ghiacciai, quello del Rosa in primis. Una riflessione sui cambiamenti climatici, un percorso che continuerà anche nei prossimi mesi e che ci vuole portare, come fa Herbarium vagans, a una nuova, reale e solida consapevolezza ambientale.

Tutti i nomi degli artisti di Herbarium vagans sono riportati di seguito.

Si possono seguire tutte le attività, gli eventi e le iniziative di Di-Se sulla pagina Facebook del progetto:

@dise2020

https://www.facebook.com/dise2020/

Artisti contemporanei

Rojna Bagheri | Cardo mariano

Geetika Singh Barghava | Genziana gialla

Sara Boccaccini Meadows | Iperico

Massimo Caccia | Iperico

Michael Cailloux | Natura alpina

Daniele Catalli | Elicriso

Sara Conti | Garofano

Antonio De Luca | Pero corvino

Luca Di Sciullo | Stella alpina

Giacomina Ferrillo | Melo selvatico

Matteo Giuntini | Ginepro

Marie Antoinette Gorret | Papavero comune

Andrea Guerzoni | Felce maschio

Maura Milani | Epilobio

Riccardo Monte | Larice

Elisa Mossa | Fusaggine

Marta Nijhuis | Assenzio

Graziana Piantanida | Finocchio

Refreshink | Tarassaco

Luisa Rivera | Genziana gialla

Alessandra Romagnoli | Rosa canina

Paolo Stefanelli | Erba Mottolina

Paola Tassetti | Arnica

Marina Terauds | Menta piperita

Gosia Turzeniecka | Lavanda

Carlo Valsesia | Gelsomino

Walter Visentin | Timo

Ilaria Zanellato | Peonia selvatica

 

Tavole botaniche

Ernesta Caterina Albanese | Centauro giallo | Vulneraria

Renata Bonzo | Acero

Laura Curioni | Silene di Elisabetta

Pierino Delvò | Barba di becco

Claudio Giordano | Semprevivo maggiore

Margherita Leoni | Rododendro

Maria Lombardi | Cardo mariano

Sabrina Luoni | Pulsatilla

Claudine Pasquin | Ranuncolo

Angela Petrini | Maggiociondolo

Silvana Rava | Narciso

Angelo Speziale | Concordia | Orchidea di Colemann

Gabriella Tesser | Felce maschio

Lisa Tommasi | Cirsio lanoso

Marina Ubertini | Carlina

Milena Vanoli | Sigillo di Salomone

Rosanna Verga Simonelli | Campanula serpeggiante