PIEMONTE ARTE: THEO GALLINO, STOISA, QUAGLIA E BIANCHI, GALLIANO, TABUSSO, SANTO LEONARDO, OMEDE’…
coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo
IL CHIERESE THEO GALLINO INAGURA “LA CITTA’ DEI POLLINI” A GORGONZOLA
MOSTRA DI LUIGI STOISA A BORGOMANERO
Dopo la lunga pausa forzata dell’attività espositiva, la MEB Arte Studio (Via San Giovanni n. 26, Borgomanero, prov. Novara) presenta ora la mostra personale di Luigi Stoisa (Selvaggio di Giaveno – Torino, 1958), dal titolo “Vita”, a cura di Marco Emilio Bertona, che sarà inaugurata sabato 12 settembre 2020, alle ore 17,00. La rassegna è costituita da una serie di opere che riguardano la ricerca costante dell’artista sulla figura umana. In una infinita sequenza, i corpi maschili e femminili si raccontano attraverso molteplici espressioni e movenze. Una serie di disegni realizzati con il carboncino, fanno da sfondo ad una selezione di sculture realizzate in terra cotta al sole. Un dialogo tra i ritratti sulla carta e la tridimensionalità dei corpi che sottolineano un pregevole tocco pittorico. La ricerca di Luigi Stoisa ha inizio negli anni Ottanta, l’epoca del Post-modernismo ed è proprio a questo periodo che risalgono le sue prime opere “mature”. Da allora tutta la sua poetica è sempre stata legata al mutamento della materia che inesorabile modifica forma e immagini. Al centro della scena è il catrame, presente in molte opere, che trasforma se stesso e i materiali intorno a sé. Stoisa tuttavia lavora con molti altri materiali, sperimentando tecniche sempre nuove, dalla pittura, declinata in molte forme, alla scultura, in terracotta e in bronzo, alle installazioni polimateriche, al disegno. Il lavoro di Stoisa, come ha scritto Giorgio Verzotti, si pone come “il momentaneo risultato di un confronto con la storia inteso non come il ritrovamento di un valore assodato, che il tempo della realtà aveva occultato, ma come ricerca che mette in discussione il valore stesso nel momento in cui lo riattualizza”. L’artista è stato protagonista di importanti eventi espositivi personali e collettivi in sedi quali Fundaciòn Joan Mirò di Barcellona (Spagna, 1985), De Appel Foundation di Amsterdam (Paesi Bassi, 1986), Museo d’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato (Italia, 1988), Museo d’Arte Moderna e Contemporanera di Nizza (Francia, 1993), Neue Nationalgalerie di Berlino (Germania, 1996), Complesso Monumentale San Michele a Ripa Grande di Roma (Italia, 2004), Reggia di Caserta (Italia, 2005), XVIII Biennale di Scultura di Carrara (Italia, 2008), Palazzo Litta di Milano (Italia, 2010), Accademia di Belle Arti di Torino (Italia, 2010), The Frost Art Museum di Miami (USA, 2011), Palazzo Chiablese di Torino (Italia, 2011), Reggia di Venaria (Italia, 2017).- La mostra “Luigi Stoisa – Vita” continuerà fino al 31 ottobre 2020 ed è patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Borgomanero (orari mostra: sabato 10,00-12,30 / 15,00-19,30, altri giorni ed altri orari su appuntamento (tel. 342.8854339).
Enzo De Paoli
ASTI, FONDAZIONE EUGENIO GUGLIELMINETTI: DIPINTI DI GIGI QUAGLIA E DI ANNIBALE BIANCHI
Sabato 12 settembre 2020 alle ore 18 in Asti, presso la Fondazione Eugenio Guglielminetti (Palazzo Alfieri, corso Alfieri 375) sarà inaugurata la mostra “Gigi Quaglia ( 1915-2004) e Annibale C. Bianchi ( 1920-2013). Il dialogo ritrovato”. L’esposizione, a lungo progettata nei decenni Settanta-Ottanta dai due appartati pittori astigiani, non fu mai realizzata, sospesa nel tempo, per discrezione e connaturata riservatezza. L’ideale dialogo dei due audaci sperimentatori di ricerche materiche e linguaggi informali è ora riproposto nelle sale della Fondazione Eugenio Guglielminetti dalla curatrice Marida Faussone in collaborazione con gli eredi dei due pittori astigiani. In efficace accostamento, le parallele esperienze creative degli artisti si snodano con naturalezza tra i trenta dipinti selezionati dagli anni Sessanta agli anni Duemila, conducendo il visitatore a ripercorrere le stagioni artistiche dei due protagonisti delle avanguardie pittoriche del Secondo Dopoguerra, tra sequenze visive e cromatiche coltivate con sobrietà e potenza espressiva. La sala dedicata a Gigi Quaglia raccoglie quindici dipinti su tela o supporti lignei dal 1985 al 2004: emblematiche architetture timbriche ad olio, gesso, smalto di irrequieta astrazione espressionista. Alcuni complessi interventi ad affresco stratificano l’impasto materico in improvvise fenditure di luce e lacerazioni informali (1987-1990), mentre superfici spezzate e dai ritmi vorticanti dissolvono opposte tensioni nello spazio. Originali frammenti tessili con resine a collage (Panneggio in bianco, 2004; Qualcosa è rimasto, 2004) scandiscono in maturità la costante ricerca gestuale e plastica sulle materie del sommesso, quotidiano magistero nello studio di via San Martino, cuore antico del centro storico astigiano. Dalle prime strutture geometriche a tecnica mista su carta si avvìa l’itinerario espositivo dedicato ad Annibale Carlo Bianchi. I suggestivi polimaterici di carte macerate a tempera (5 novembre,1961; Leona, 1962; Pinot, 1964; Chan, 1964), preludono alle grandi tavole a collage degli anni Settanta, d’intento cubista con libere sovrapposizioni di ritagli di giornali e di interventi pittorici (1995- 1997). Comunicazione e percezione di forme e colori, fino all’allusiva “Arte Postale”, legata nel decennio Duemila alla tradizione musicale argentina, rivelano la profonda sensibilità estetica di una personalità còlta, studiosa dell’evoluzione iconica e visiva del mondo contemporaneo.
La mostra sarà visitabile fino al 31 ottobre 2020 con il seguente orario: venerdì, sabato e domenica 16-18.
Info e contatti: fond.eugenioguglielminetti@gmail.com; www.comune.asti.it
PINEROLO: MOSTRA DI DANIELE GALLIANO
12 Settembre – 18 Ottobre 2020 – Inaugurazione: Sabato 12 Settembre 2020 – ore 18.00
Galleria LOSANO Associazione Arte e Cultura – Via Savoia, 33 – 10064 PINEROLO (TO)
Orario:Feriali: 16–19, Sabato e festivi: 10–12 e 16–19Lunedì chiusoInfo:+39 0121.74059 – 335. 5258207gallerialosano@libero.itwww.gallerialosano.it
In chimica la self-aggregation è l’organizzazione autonoma e spontanea di componenti molecolari in strutture ordinate, da cui si originano nuovi sistemi. Un pattern geometrico e ben defnito, in cui la distribuzione spaziale degli elementi non è casuale, basti pensare alla formazione della grafte o della bolla di sapone. La relazione di attrazione o di repulsione tra particelle è regolata da interazioni elettriche o magnetiche, dove la logica di comportamento è guidata dalla regola della similitudine o dell’affnità: “io mi accoppio con me stesso” e “similia similibus solvuntur”. Un processo che avviene sia in forma statica che dinamica: sistemi in cui le singole parti convergono verso uno stato di equilibrio diretta ad una confgurazione fnale che mostra strutture particolarmente ordinate e riconoscibili. Daniele Galliano sembra studiare con questo stesso spirito d’osservazione i comportamenti umani e ritrovarvi le stesse leggi chimiche che governano la natura, quasi a dirci che lospettacolo offerto dalla chimica riflette il nostro piccolo mondo. Si chiede all’osservatore di guardare le opere di Galliano come un vetrino al microscopio o unalastra ai raggi X e scoprirvi un reticolo cristallino, una geometria latente. Un microcosmo, una costellazione, collisioni umane. O meglio, un sistema ordinato di persone che dall’auto-aggregazione originano una società. Quest’ultima infatti non è altro che un’auto-organizzazione dal basso, fondata su poche regole semplici e condivise, con risultati che emergono dalle connessioni e dalle interferenze tra singoli individui. Una rete fitta e non lineare di persone regolate da quella stessa aggregazione preferenziale che caratterizza le componenti molecolari.Galliano osserva la folla e le sue diverse forme di aggregazione, soprattutto i riti collettivi sacri e profani, dalla preghiera ai festini. I simili si attraggono a vicenda e costruiscono relazioni che nel loro farsi diventano folla. E così Galliano ci mostra gli impulsi che generano configurazioni estetiche, veri e propri pattern sociali generati da azioni e comportamenti seriali. L’umanità è l’oggetto del suo interesse sia nei suoi aspetti individuali che collettivi, con un movimento focale che va dal generale (con le serie Constellations e Come in cielo così in terra) al particolare (con le opere dei volti We are gonna have a very good time together). La centralità degli spazi di aggregazione si fa quanto mai metafora di questo momento storico,rivendicando l’importanza dei presidi di socialità e cultura, perché l’uomo senza socialità non èdavvero uomo e la società senza luoghi di aggregazione e condivisione non è davvero società.
Angelo Mistrangelo scrive di lui: “Vi è nel suo linguaggio la profondità della cultura visiva contemporanea, la sottile energia di una singolare ricerca che unisce fotografa, cinema, musica,letteratura, in una sorta di inesausta connessione con questo nostro tempo. E la sua esperienza rivela una personale definizione dei temi sociali e politici, dei tratti fisionomici dei personaggi, della folla che occupa lo spazio delle Constallations, resa con un segno materico, appena accennato come un fotogramma o il frame di un video o, ancora, una fgura ripresa da We’re gonna have a real good time together”
RUBIANA, “FIABE E BOSCHI”, BIENNALE FRANCESCO TABUSSO
Sabato 12 settembre inaugura la IX edizione di Fiabe e Boschi – Biennale Francesco Tabusso a Rubiana (TO).
La mostra “Il giovane Tabusso e i suoi amici” allestita per questa edizione a Casa Tabusso – ricordando anche i 90 anni dalla nascita dell’artista piemontese – ripercorre i primi anni di esperienza pittorica di Tabusso e degli amici Pittori che insieme a lui nella Torino degli anni 50 vivevano le prime esperienze espositive e animavano il dibattito intorno alla pittura guardando anche oltre la realtà cittadina e all’estero. Confronto e dialogo avvenivano anche sulla pagine di “Orsa minore” la rivista a cui diedero vita gli artisti in mostra a Rubiana: insieme a Tabusso, Francesco Casorati, Nino Aimone, Romano Campagnoli, Mauro Chessa, Sergio Saroni, Piero Ruggeri, Giacomo Soffiantino. La mostra, curata da Pino Mantovani e accompagnata dal catalogo, presenta una trentina di dipinti tra gli anni 1950-59. Domenica 13 settembre, la Biennale prosegue con l’inaugurazione della mostra “IL BIANCO E IL NERO. Viaggio con i Maestri del Novecento Piemontese” negli ampliati locali della Pinacoteca Comunale Francesco Tabusso.
LU MONFERRATO, MOSTRA “ESPRESSIONI GRAFICHE”
MOSTRA “LA PITTURA NON AMA LE PAROLE” DI SANTO LEONARDO
spazio ex trattoria Massetta -via Novara 75, Ghemme (Novara) dal 12al 19 settembre2020
vernissage sabato 12 settembre2020 ore 16.00-19.00 finissage sabato 19 settembre2020 ore 16.00-19.00
orari gli altri giorni su appuntamento, cellulare:333.8778488
Il titolo di questa mostra afferma la logica intrinseca dei suoi lavori. Si possono scrivere fiumi di parole per descrivere o svelare un’opera ma, guardando i suoi quadri, è la totale percezione visiva a parlare, le sue opere si dipanano e si realizzano grazie allo sguardo dello spettatore, che ne trae significati ed emozioni. Il suo lavoro artistico non ha programmazione né preconcetti. Conoscendo il suo lungo percorso e la sua estrazione culturale possiamo dire che le sue forme richiamano l’organicità umana. In tutti i suoi lavori la “sensazione dell’umano” aleggia, senza mai essere dichiarata. Le sue premesse di volere re- inventare le fattezze umane proponendo una nuova immagine s’infrangono nell’impossibilità di realizzare tale impresa; la sua ricerca pittorica non necessita di spiegazioni, elucubrazioni e teorie ma esige solo percezione visiva. Santo Leonardo, attivo a Torino dagli anni Settanta, passando attraverso diverse esperienze, dal 1990 si dedica esclusivamente alla pittura. La mostra è ospitata negli spazi della ex trattoria Massetta, luogo storico di Ghemme che dal 1927 agli anni Ottanta offriva ristoro e alloggio ai viandanti
TORINO, PASTIS: MOSTRA “VESTIRE VITRUVIO”
Un progetto di Leandro Agostini e Beppe Quaglia
Lunedì 14 settembre dalle ore 18,30
Pastis – Piazza Emanuele Filiberto, Torino
Dopo la prima edizione di Artisondeteibol che ha visto coinvolti quasi quaranta artisti, ecco la nuova mostra sui tavoli del Pastis. Nato dalla collaborazione tra Leandro Agostini e Beppe Quaglia “ Vestire Vitruvio ” è un progetto di reinterpretazione artistica che, come l’Annunciazione di Gerhard Richter, vuole omaggiare e confrontarsi con la storia, aprendo però la porta verso una realtà non più così inscrivibile nel cerchio e nel quadrato. Il lavoro si sviluppa a partire dall’immagine dell’Uomo vitruviano di Leonardo Da Vinci (il progetto nasce proprio in occasione dei 500 anni dalla sua morte, nel 2019) dove ironicamente vengono applicate t-shirt di tutti i generi: dalla maglietta di Babbo Natale a una di Keith Haring, passando dai fumetti e dai simboli dell’immaginario più pop.
CANALE YOUTUBE DEL MUSEO DEL TERRITORIO BIELLESE:
UNA ‘REALTÀ VIRTUALE’ IN CRESCITA
Un’attività iniziata durante il periodo del lockdown per stare in contatto con il pubblico che si è tra-sformata in appuntamenti periodici apprezzati e seguiti che mettono in mostra sia le opere ospitate dal museo per mostre temporanee sia gli allestimenti delle sezioni permanenti, per far conoscere a un pubblico sempre più ampio il patrimonio del Museo del Territorio Biellese.
Al momento sono stati pubblicati 46 video, in particolare questi video sono dedicati:
– alla sezione Storico-Artistica (a cura della conservatrice Alessandra Montanera),
– alla sezione Archeologica (a cura della Conservatrice Angela Deodato) ,
– alla sezione Didattica dedicata alle proposte laboratoriali e tutorial delle due sezioni (con vi-deo a cura delle operatrici didattiche, Jessica Tocco, Francesca Coppola e Giuliana Morena);
– alla sezione dedicata alla mostra “Dentro lo sguardo”, con video di approfondimento dedica-ti alle opere in mostra ( a cura di Alessandra Montanera e Giuliana Morena).
Gli iscritti attuali al canale sono 87, i numeri delle visualizzazioni direttamente su Youtube stanno crescendo mentre sono già rilevanti quelle registrate nei canali social dove i video vengono ripostati, soprattutto su Facebook.
“Alle volte i problemi aprono le porte alle opportunità, ed è quello che è successo nell’attivazione di questa iniziativa” spiega l’Assessore alla Cultura, Massimiliano Gaggino, ispiratore e sostenitore del-la stessa “l’esigenza in origine era quella di non abbandonare il pubblico, di essere di ‘animazione e conforto’ insieme in un momento difficile, però, con l’andar del tempo, ci siamo resi conto che l’iniziativa aveva molteplici valenze. Sicuramente è uno strumento potente di divulgazione e di pro-mozione, poi ha favorito un lavoro di ricerca che ha fatto emergere potenzialità inesplorate, anche dei nostri archivi/magazzini’, ma ci ha aiutato anche a sviluppare punti di vista differenti. Inoltre il personale ha acquisito una sempre maggior disinvoltura nella realizzazione dei video. Chiaramente ringrazio tutto lo staff perché svolgono veramente un lavoro prezioso e professionale. Dunque un’iniziativa che ci ha regalato grandi soddisfazioni e che ci pone fra i primi in Italia, nel rapporto fra numero di video e opere”.
Le dr.sse Deodato Montanera, Morena, in relazione alla realizzazione dei video, a stessa voce dichia-rano: ” I focus on-line, sotto forma di video brevi, hanno consentito agli operatori del Museo di porre l’accento su opere, reperti o specifiche tematiche, che normalmente rientrano nei percorsi di visita più ampi. Accendendo il riflettore, di volta in volta, su un soggetto differente, è stato possibile enfatiz-zarne i contenuti e restituire, a ciascuno, un ruolo da protagonista. L’iniziativa è apparsa significati-va sotto differenti aspetti: per ciò che concerne i reperti archeologici, essi hanno avuto la possibilità di uscire dall’anonimato del nucleo a cui appartengono per avere una loro dignità individuale; per le singole opere d’arte non ci si è limitati a descrivere il soggetto e l’ambito culturale di riferimento, ma si è scelto di evidenziarne il legame con la storia locale e l’importanza dell’opera nel panorama cul-turale nazionale e internazionale. Il nostro Museo è anche il luogo del ‘fare per capire’; per questa ragione, accanto ai focus, si sono prodotti una serie di video-tutorial con cui si è immaginato di avere un contatto con i nostri utenti più piccolini. Gli operatori del Museo hanno voluto tener stretta la ma-no dei fruitori in erba e così si è ritenuto utile affiancarli ugualmente, anche se sfruttando altri canali.”
POLO DEL ‘900: FESTIVAL “QUATTROMINUTIETRENTATRÉ”
Da venerdì 11 a domenica 13 settembre il Polo del ‘900 ospita la terza edizione del festival 900 G-DAYS dei 900 Giovani. Tre giorni di talk, workshop e performance. Un programma ricco di eventi che spazia dalla musica al teatro, dalla poesia alla virtual reality, attraversando i temi della contemporaneità dalla prospettiva delle nuove generazioni.
FONDAZIONE PEANO, MOSTRA DI SERGIO OMEDE’
La Fondazione Peano presenta la parte seconda della mostra personale di Sergio Omedé (San Damiano d’Asti, 1957) dal titolo “OM. Anatomia del pensiero barocco” che completa l’ideale dittico espositivo con la parte prima inaugurata lo scorso luglio.
L’esposizione annovera una quindicina di sculture ambientate nella sala ipogea, che richiamano le cinque precedentemente esposte nel giardino botanico museale della Fondazione Peano, ampliandone i rimandi formali e le genealogie dei temi incentrati sulla ricerca costante dell’artista sulla figura umana. In una sequenza serrata, dominata dalla materia del legno come trait d’union, i corpi variamente assemblati, frammentati o polimorfi, si raccontano attraverso le pose quasi metafisiche. Una serie di disegni su cartone di ampie dimensioni realizzati con varie tecniche fanno da contrappunto ad una selezione di bassorilievi realizzati in gesso. L’inaugurazione si terrà venerdì 11 settembre alle ore 18 presso la nostra sede di C.so Francia 47. Ingresso libero e gratuito. Richiesto l’utilizzo della mascherina all’interno della sala.
HERBARIUM VAGANS: I DISEGNI ITINERANTI TRA BOTANICA E ARTE SI SPOSTANO SUL LAGO D’ORTA
Herbarium vagans è una grande mostra itinerante. Partecipano artisti italiani e internazionali che hanno ritratto erbe e fiori che crescono tra Alpi e Prealpi. Dopo più di un mese a Domodossola e Santa Maria Maggiore, con tanto pubblico e una settimana di proroga, l’erbario vagante si sposta dalle vette dell’Ossola sul lago d’Orta a Orta San Giulio, Ameno e Miasino. In un momento così complesso come quello che stiamo vivendo, la voglia è quella di continuare a fare cultura cercando soluzioni intelligenti, anche in tempi di Covid. Le opere di Herbarium vagans sono esposte all’esterno su grandi pannelli: sono sempre accessibili e si possono vedere quando e come si vuole.
Le 46 opere in mostra sono divise in due sezioni. La parte che vede coinvolti i pittori botanici nasce grazie alla collaborazione con Floraviva, l’Associazione italiana pittori botanici che riunisce i più qualificati interpreti in Italia di questa particolare tecnica, tra arte e scienza. Nella seconda sezione artisti contemporanei, italiani e stranieri, che hanno, ognuno secondo il proprio stile e tratto, reinterpretato erbe e fiori di alta e media montagna. Herbarium vagans fa parte del progetto Interreg Italia-Svizzera “Di-Se – DiSegnare il territorio”, tre anni all’insegna del disegno e dell’arte a cura di Associazione Musei d’Ossola, Museumzentrum La Caverna di Naters e Associazione Culturale Asilo Bianco. Le attività di questo primo anno hanno come focus le erbe officinali e i cambiamenti climatici sulle Alpi. Un binomio particolare e importante: la riflessione sui cambiamenti climatici parte anche dalla consapevolezza che piante mediterranee e quindi non autoctone come l’elicriso, il rosmarino, il gelsomino crescano ormai molto bene (se coltivate) anche in ambiente prealpino e, a volte, addirittura alpino. Gli erbari essiccati, compilati in Europa a partire dalla fine del XV secolo, sono documenti utilissimi e incredibili per comprendere i cambiamenti climatici che hanno interessato determinate aree geografiche negli ultimi cinque secoli. Grazie al confronto con le specie attuali è possibile indagare le caratteristiche delle piante del passato, le condizioni in cui sono cresciute e le eventuali mutazioni che hanno messo in atto per adattarsi ai diversi climi. Erbari più o meno “vaganti” che strizzano l’occhio a Darwin.
Dal 13 settembre all’11 ottobre la mostra approda a Orta San Giulio (sezione pittori botanici) e ad Ameno e Miasino (artisti contemporanei). Luoghi affascinanti e scorci pittoreschi: sono i centri storici di tre piccoli paesi tra lago e montagna da percorrere e scoprire inseguendo le opere esposte. La scommessa di Herbarium vagans è riscoprire luoghi e profumi, piccoli angoli dimenticati, nomi e colori di piante e fiori che spesso si incontrano durante le nostre passeggiate. E il catalogo della mostra è un tassello in più: l’osservatore trova informazioni, riferimenti e curiosità nei testi a cura di Valeria Tantardini, erborista, che spiegano con passione e intelligenza la storia e l’utilizzo di ogni erba disegnata.
Inaugurazione domenica 13 settembre
Orta San Giulio | Via Mazzola (scuole) | ore 10:30
Ameno | Piazza Guglielmo Marconi | ore 15
Miasino | Piazza Beltrami | ore 17
Anche l’inaugurazione del 13 settembre sarà, per chi vuole, “vagante”. È in programma una passeggiata sui sentieri che collegano i tre borghi coinvolti, in gran parte seguendo l’anello blu del Quadrifoglio di Ameno. La mostra diventa l’occasione per una facile escursione giornaliera nel rispetto di tutte le normative vigenti (ritrovo al Sacro Monte di Orta alle ore 9:30). Il programma completo si può trovare su www.asilobianco.it, per info e prenotazione (obbligatoria) segreteria@asilobianco.it – 320 9525617.
E continua il viaggio per le papille gustative, tra fiori, erbe e profumi. A Orta San Giulio si potrà assaggiare il gusto di gelato “Herbarium” presso la gelateria Arte del gelato e la pizza dedicata presso il ristorante Il Pozzo. Il programma di Di-Se prosegue inoltre anche all’interno dell’undicesima edizione di Corto e Fieno – Festival del cinema rurale con un focus su cortometraggi di animazione sabato 3 ottobre a Omegna e domenica 11 ottobre a Miasino.
Anche Unwasted Project continua a Macugnaga nella vetrina della Contemporary Gallery di Casa Burgener, via Ferdinando Imseng 3. In mostra i gioielli di Enrica Borghi ed Emanuela Burgener realizzati con materiali di scarto e pietre preziose. Unwasted Project nasce dall’incontro tra arte e artigianato di altissimo livello e tra due donne che sono cresciute ai piedi del Monte Rosa. Enrica Borghi è artista eclettica che dagli anni ‘90 lavora con plastica e materiali di recupero per trasformare in bellezza ciò che è scarto. Emanuela Burgener è fondatrice di Margherita Burgener, importante brand di alta gioielleria di Valenza. Il risultato di questo felice e alchemico incontro sono pezzi unici, sintesi creativa di materiali destinati a essere gettati e pietre preziose. Alcuni gioielli sono ispirati alla achillea montana (Achillea millefolium), pianta medicinale che, da sempre, appartiene alla tradizione delle genti di montagna. Resistente e coraggiosa, l’achillea cresce e fiorisce vicino al ghiacciaio. Un gioiello che racconta una storia e che lancia una sfida, ricordandoci lo scioglimento dei ghiacciai, quello del Rosa in primis. Una riflessione sui cambiamenti climatici, un percorso che continuerà anche nei prossimi mesi e che ci vuole portare, come fa Herbarium vagans, a una nuova, reale e solida consapevolezza ambientale.
Tutti i nomi degli artisti di Herbarium vagans sono riportati di seguito.
Si possono seguire tutte le attività, gli eventi e le iniziative di Di-Se sulla pagina Facebook del progetto:
@dise2020
https://www.facebook.com/dise2020/
Artisti contemporanei
Rojna Bagheri | Cardo mariano
Geetika Singh Barghava | Genziana gialla
Sara Boccaccini Meadows | Iperico
Massimo Caccia | Iperico
Michael Cailloux | Natura alpina
Daniele Catalli | Elicriso
Sara Conti | Garofano
Antonio De Luca | Pero corvino
Luca Di Sciullo | Stella alpina
Giacomina Ferrillo | Melo selvatico
Matteo Giuntini | Ginepro
Marie Antoinette Gorret | Papavero comune
Andrea Guerzoni | Felce maschio
Maura Milani | Epilobio
Riccardo Monte | Larice
Elisa Mossa | Fusaggine
Marta Nijhuis | Assenzio
Graziana Piantanida | Finocchio
Refreshink | Tarassaco
Luisa Rivera | Genziana gialla
Alessandra Romagnoli | Rosa canina
Paolo Stefanelli | Erba Mottolina
Paola Tassetti | Arnica
Marina Terauds | Menta piperita
Gosia Turzeniecka | Lavanda
Carlo Valsesia | Gelsomino
Walter Visentin | Timo
Ilaria Zanellato | Peonia selvatica
Tavole botaniche
Ernesta Caterina Albanese | Centauro giallo | Vulneraria
Renata Bonzo | Acero
Laura Curioni | Silene di Elisabetta
Pierino Delvò | Barba di becco
Claudio Giordano | Semprevivo maggiore
Margherita Leoni | Rododendro
Maria Lombardi | Cardo mariano
Sabrina Luoni | Pulsatilla
Claudine Pasquin | Ranuncolo
Angela Petrini | Maggiociondolo
Silvana Rava | Narciso
Angelo Speziale | Concordia | Orchidea di Colemann
Gabriella Tesser | Felce maschio
Lisa Tommasi | Cirsio lanoso
Marina Ubertini | Carlina
Milena Vanoli | Sigillo di Salomone
Rosanna Verga Simonelli | Campanula serpeggiante