MuovitiChieri: “Strade Aperte, un’occasione persa per la nostra città?”

In una nota, l’associazione MuovitiChieri affronta un tema cruciale della mobilità, quello delle piste ciclabili, e manifesta perplessità sulle scelte effettuate fino ad oggi dall’amministrazione.

“Con lo slogan “Strade Aperte”, in molte città sono stati fatti interventi leggeri da realizzare in tempi molto brevi, per fronteggiare le difficoltà della mobilità quotidiana dopo il lock down. Il distanziamento richiede più spazio per chi si muove a piedi, quindi marciapiedi più ampi. La capienza dei mezzi pubblici è limitata e perciò c’è il rischio di un maggior uso dell’auto privata. È necessario dare più spazio alla mobilità alternativa e sostenibile come quella in bicicletta. A questo scopo il Governo ha introdotto alcune importanti novità nel Codice della Strada, come le “corsie ciclabili” e recentemente il “doppio senso ciclabile”.A fine aprile avevamo presentato al Comune un pacchetto di proposte, che comprendevano l’ampliamento dei percorsi pedonali più frequentati, nuove corsie ciclabili e doppio senso ciclabili, Zone 20 a precedenza ciclopedonale. Raccomandando che sarebbe stato importante realizzare almeno una parte degli interventi per l’inizio dell’anno scolastico, quando la congestione sulle strade e sui mezzi pubblici sarebbe aumentata.Avevamo anche chiesto di prevedere un accesso regolamentare in bicicletta alla nuova piazza Cavour.Purtroppo non abbiamo ancora visto nulla di realizzato, tranne quella strana corsia di fianco alla chiesa di San Domenico, che non è chiaro a chi sia destinata, ha già provocato alcune cadute di ciclisti e non ci sembra a norma. E con la nuova segnaletica appena tracciata in piazza Cavour, i ciclisti non possono entrare sulla piazza senza commettere un’infrazione.Eppure numerose città dalle grandi alle piccole hanno realizzato allargamenti di marciapiedi e nuove corsie ciclabili. Ad esempio Bergamo, Bologna, Brescia, Cuneo, Firenze, Genova, Loano, Milano, Rovigo, Venezia Mestre. È vero che c’è stato da fronteggiare il Covid e da fare il necessario per permettere alle scuole di riaprire, però tutte le città che hanno messo in pratica “Strade Aperte” hanno anche dovuto fronteggiare il Covid e far ripartire le scuole, mica solo Chieri. Le nuove corsie ciclabili e i doppi sensi ciclabili sono interventi molto leggeri ed economici, che si possono fare con la sola segnaletica orizzontale (strisce bianche e logo bici sull’asfalto) in tempi rapidi.Non comprendiamo perché a Chieri non ci riusciamo. L’amministrazione comunale dice di essere determinata e ci crediamo, ma gli uffici preposti non sono convinti, ritengono che la legge non sia abbastanza precisa in alcuni aspetti, ad esempio le larghezze delle strade e delle corsie. A noi però sembra strano che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel formulare le nuove norme abbia dimenticato di specificare certe caratteristiche, quando normalmente è perfino troppo pignolo. E ci sembra strano che numerose città abbiano realizzato questi interventi, con tanto di firma dei tecnici comunali e ordinanza della polizia locale, se non sono a norma. Possibile che siano tutti impazziti?!Non è nemmeno stato fatto partire il tavolo per il doppio senso ciclabile, per individuare le strade cittadine dove sarebbe utile istituirlo, come prevedeva una mozione approvata dal Consiglio Comunale. E non sono mai diventati realtà i segnali di moderazione sulle strade rurali più frequentate da gente a piedi e in bici.La Settimana Europea della Mobilità Sostenibile si è conclusa, le scuole hanno riaperto, i mezzi pubblici sono affollati e le alternative sono rimaste quelle di prima. Sarebbe stato un bel segnale, inaugurare qualche nuova corsia ciclabile, qualche doppio senso ciclabile, qualche Zona 20 a precedenza ciclo-pedonale. Ci vorrebbe unpo’ di entusiasmo, di convinzione, di voglia di sperimentare le nuove norme, di essere per una volta all’avanguardia. Una politica della mobilità sostenibile non può accontentarsi di eventi effimeri, ha soprattutto bisogno di interventi duraturi. Ci dobbiamo rassegnare a perdere questa occasione?”

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