CHIERI, RSA E COVID. SICCHIERO: “ICARDI VALUTI SE DOTARE LE RSA DI UNA STANZA DEGLI ABBRACCI”

Il Sindaco SICCHIERO: «Inaccettabile che gli ospiti delle Rsa debbano rinunciare alle carezze dei loro cari. La Regione valuti con i gestori se è fattibile dotare le strutture di una ‘stanza degli abbracci’, come sta avvenendo in diverse zone d’Italia»

 

«La pagina più drammatica di questa pandemia riguarda quanto è avvenuto nei mesi scorsi, e purtroppo sta nuovamente avvenendo, in molte Rsa e strutture che accolgono anziani e persone non autosufficienti. Non solo il Covid19 ha portato via innumerevoli vite, ma questi pazienti devono rinunciare alle visite dei figli, dei parenti, alle loro carezze e ai loro abbracci. Troppe persone se ne sono andate da sole, senza neppure l’ultimo saluto, troppe persone non riescono a comprendere perché non possono vedere i loro cari. È un qualcosa che non possiamo accettare. Per questo oggi scriverò all’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, affinché valuti la possibilità di dotare tutte le Rsa della nostra Regione di una ‘stanza degli abbracci’»: lo dichiara il Sindaco Alessandro SICCHIERO, che in questi giorni sta monitorando con attenzione la situazione delle Case di Riposo Orfanelle e Giovanni XXIII a Chieri. «Abbiamo appreso dagli organi di informazione dell’esistenza della ‘stanza degli abbracci’, che consente, in tutta sicurezza, alle persone ricoverate di riabbracciare i loro familiari, rimanendo separati e protetti dal rischio di contagio. Si tratta di una struttura gonfiabile, con due scomparti interni isolati da una plastica trasparente. In diverse zone d’Italia ci sono strutture che si sono dotate di questa speciale stanza, da La Spezia a Castelfranco Veneto. Credo che l’assessore Icardi potrebbe valutare, insieme ai gestori delle Rsa, se questa è un’esigenza avvertita e se vi sono le condizioni (economiche, logistico-organizzative e sanitarie) per dotarle di una ‘stanza degli abbracci’, ovviamente senza che questo si traduca in un ulteriore aggravio per il personale che vi lavora e che sta affrontando grandi sacrifici e difficoltà. Nel qual caso, anche il Comune farà la sua parte»