PIEMONTE ARTE: GRIBAUDO, RICORDO DI ASTOLFI, GIORNO DELLA MEMORIA, FLASHBACK 2020, OPERARTE

coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

 

RICORDO DI GIANCARLO ASTOLFI, L’ARTISTA DEL COLORE

Giancarlo Astolfi ci ha lasciato per un male incurabile. E’ stato una colonna portante dell’Unione Artisti del Chierese. Negli ultimi anni si era trasferito a Moncalieri e non aveva più potuto partecipare alle nostre attività. Suoi son sempre stati i presepi sparsi per Chieri che ogni anno reinventava. Nel periodo delle rievocazioni medievali contribuì alla realizzazione di tutti gli abbellimenti scenici. Gli piaceva il colore: nelle sue opere i colori accesi erano la base. Era un artista che amava la socialità e la manualità: sempre all’opera e in gruppo. Non si tirava mai indietro se c’era da fare. Continueremo a ricordarlo con affetto. (Matteo Maso)

 

 

 

 

 

 

NEL SEGNO DELL’ARTE E DELLA CULTURA I 92 ANNI DI EZIO GRIBAUDO

Paola ed Ezio Gribaudo

Il lungo percorso creativo di Ezio Gribaudo si misura all’interno di una continua e inesausta ricerca espressiva, di un segno che fluisce rapido e incisivo, del dialogo che intercorre tra intuizione e immagine evocata, in una sorta di interiore e meditata narrazione. E in questi primi giorni del 2021 festeggia i 92 anni con la consueta volontà di comunicare attraverso le immagini le quotidiane riflessioni, la magia dei bianchi logogrifi e l’energia del colore che fissa i «Simboli del Concilio». Medaglia d’oro dei Benemeriti della Cultura, assegnata dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Medaglia d’oro della Cultura e dell’Arte della Città di Torino, Gribaudo è cittadino onorario di Moncalieri e, tra i numerosi e importanti riconoscimenti, si ricorda la nomina di Presidente dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Un ruolo e una carica istituzionale ora ricoperto dalla figlia Paola Gribaudo. La ricerca di nuovi materiali per l’arte, la sottile poesia dei Flani e i Teatri della memoria, rappresentano alcuni dei momenti del suo discorso, di una visione che si trasforma in un racconto intensamente coinvolgente e capace di attrarre l’attenzione per la singolare capacità di trasmettere le proprie emozioni. E tutto questo costituisce una testimonianza della sua misura espressiva scandita dal premio per la grafica alla XXXIII Biennale Internazionale di Venezia del 1966 e dagli inviti a mostre di livello internazionale che, di volta in volta, esprimono la forza di un dettato che ha fatto dire a Giovanni Arpino:«Il segno di Gribaudo è nuovo eppure antichissimo: antico come certe linee compositive giapponesi, che solo apparentemente si legano nel disegno di un albero, di una casa, e nuovo come l’aria che vibra attorno alle ultime guglie architettoniche del nostro mondo in decollo, da Capo Kennedy agli agglomerati urbani visti nel guizzo di un jet a ottomila metri di altezza». Un guizzo rabdomantico, senza tentennamenti o ripensamenti, pronto a comporre le pagine del «Diario di New York» o un «Omaggio a Tiffany» o, ancora, Dinosauri e Piramidi. E quando «De Chirico scrive sul mio lavoro – ricorda Gribaudo – dice che attraverso il bianco io guardo e cerco di trovare ciò che gli altri non hanno trovato. E’ la ricerca attraverso l’ombra portata; ecco il valore del rilievo». E’ il valore di una ricerca che si rinnova nel tempo e nel tempo sa ritrovare il senso profondo dell’esistenza e dell’esistere.

Angelo Mistrangelo   

 

OPERARTE, INCONTRO DEDICATO A FRANCESCO TABUSSO

Incontro OPERARTE. Farmaco Emozionale. Tema dell’incontro: Francesco Tabusso. Opere scelte

L’incontro sarà moderato dalla direttrice del Museo del paesaggio di Verbania. dott.ssa Rabai

 

 

LA RIVISTA «STUDI PIEMONTESI» TRA ARTE, LETTERATURA E STORIA

Il secondo numero della rivista «Studi Piemontesi» del mese di dicembre 2020, pubblicata dal Centro Studi Piemontesi, con sede in via O. Revel 15 a Torino, propone un’ampia selezione di articoli, recensioni, notizie che rispecchiano l’impostazione programmatica del volume diretto da Rosanna Roccia, con responsabile Albina Malerba. Un’impostazione che nel tempo ha mantenuto una sua ben distinta fisionomia, una significativa capacità di informare attraverso testimonianze e documenti di sicuro interesse culturale come i saggi «Le loro prigioni» di Giovanni Tesio, con le lettere dalle carceri fasciste di Vittorio Foa, Massimo Mila e Augusto Monti, «Camillo Cavour e il nipote Augusto. Il prezzo più alto della vittoria di Goito (30 maggio 1848)» di Rosanna Roccia, «Indagine per la storia dei ritrattisti a Torino nel Settecento. Giovanni Battista Curlando, «Pittore di Corte» dei Savoia dal 1700 al 1710» di Arabella Cifani e Franco Monetti, e ancora «Gli spiriti della giovinezza: Leonardo Bistolfi e la targa per Alessandro Vignola» di Walter Canavesio. Il fascicolo, realizzato con la consulenza grafica di Giovanni Brunazzi e stampato da L’Artistica Savigliano, offre un panorama di scritti legati agli interventi di Claudio Bertolotto sui disegni ritrovati di Francesco Cocchi e la scuola bolognese di scenografia e di Liliana Pittarello, che ha raccontato le figure dei protagonisti dell’architettura e dell’arte argentina fra Ottocento e Novecento, nati o formati in Piemonte: da Augusto Cesare Ferrari a Francesco Gianotti, Vittorio Meano e Onorio Mosso. Di Aldo A. Mola è il ritratto di Romano Ugolini, storico del Risorgimento Italiano. Mentre il ricco notiziario bibliografico pone l’attenzione sull’Epistolario di Massimo d’Azeglio, la personalità di Nuto Revelli, testimone dell’Italia contemporanea, le riflessioni di Bruno Quaranta espresse nel libro «Le nevi di Gobetti», sino alla raccolta di fotografie inedite di Celle Ligure presentate da Aldo Audisio e Angelica Natta Soleri e il quaderno «Da convento a Borgata. La nascita e la vita di Borgo San Pietro a Moncalieri», curato da Giuseppe Corino e Michele Daniello.

                                             Angelo Mistrangelo

 

POLO DEL ‘900: GIORNO DELLA MEMORIA 2021

Fino al 7 febbraio, online sui canali del Polo del ‘900    

lI Giorno della Memoria si svolgerà anche quest’anno con un fitto programma di iniziative realizzato dal Polo del ‘900 di Torino e dai suoi Enti partner per mantenere viva la memoria delle vittime dell’Olocausto. Un impegno in ricordo delle tante vittime del nazismo, lo sterminio degli ebrei, le leggi razziali del 1938 reso possibile grazie al sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale e il patrocinio della Comunità Ebraica di Torino. Altre iniziative sono previste sui territori delle province piemontesi a cura degli Istituti storici della Resistenza e della storia Contemporanea. Tra queste si segnala il progetto che vede impegnati tutti gli Istituti Storici piemontesi, unitamente all’Archivio nazionale cinematografico della Resistenza, nella realizzazione di un video intitolato “Le deportazioni dal Piemonte” (1943-1945). Un’idea per restituire ai cittadini la dimensione regionale della deportazione, valorizzando le fonti di memoria e quelle storiche presenti nei diversi archivi degli Istituti e delle amministrazioni locali, tenuto conto che tra il 1943 e il 1945 il Piemonte fu teatro di numerose deportazioni, così da diventare la seconda regione italiana per numero di deportati per ragioni razziali. Il 27 gennaio, 76° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, è una data fondamentale nel calendario civile. “Fare memoria è un obbligo morale e civile per non disperdere  la fatica del ricordo e il dolore delle offese che per troppo tempo è stato possibile leggere sui volti dei sopravvissuti”, afferma il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia. “L’internamento nei lager è stata un’esperienza estrema, una discesa negli abissi, inconcepibile per chi ritiene la storia un progressivo cammino di evoluzione e civiltà. Il germe dell’intolleranza e dell’odio è tuttora ancora presente. La recente irruzione nazista sul web, con minacce antisemite avvenuta durante la presentazione di un libro, è la dimostrazione che c’è la necessità  di rafforzare ulteriormente l’impegno nel contrastare ogni forma di razzismo, discriminazione e violenza”. “Come è già accaduto per il 25 aprile – aggiunge il vicepresidente del Consiglio, Mauro Salizzoni –  questa pandemia ci impedirà di celebrare il Giorno della Memoria come è sempre stato, incontrandoci e ritrovandoci insieme. Non per questo è venuto meno l’impegno del Comitato Resistenza e Costituzione e delle tante realtà associative che ne fanno parte, a cominciare dal Polo del ‘900. Mai come oggi abbiamo l’urgenza di non dimenticare ciò che è stato, di ‘commemorare’ ovvero condividere una comune Memoria. Lo dimostrano i recenti raid digitali antisemiti, la propaganda fascista e nazista fatta di gesti, parole e simboli che credevano appartenere al passato, il negazionismo basato sull’ignoranza che crede che Mussolini abbia fatto cose buone e che la Shoah sia un’invenzione. Lo dimostrano le donne, uomini e bambini in fuga tra i boschi dei Balcani, cacciati indietro a bastonate. Contro i fascismi di ieri e di oggi, contro l’intolleranza e il razzismo, siamo tutti chiamati ad un forte impegno culturale, educativo ed istituzionale”. Il programma di iniziative realizzate dal Polo del ‘900 per il Giorno della Memoria 2021 dovrà ancora confrontarsi con l’emergenza sanitaria in corso. Per questa ragione, gli appuntamenti saranno online, da seguire sui canali web del Polo del ‘900 e degli enti partecipanti. Il programma si apre lunedì 18 gennaio e andrà avanti fino a domenica 7 febbraio con dirette streaming, podcast, musica, proiezioni e reading che affronteranno il tema della memoria con molteplici linguaggi, proponendosi a un pubblico variegato. Particolare attenzione è data alle nuove generazioni e al mondo della scuola, per cui sono stati elaborati contenuti ad hoc vista l’impossibilità, come ogni anno, di accogliere gli studenti fisicamente al Polo e in visita all’allestimento permanente del Museo Diffuso della Resistenza. Come spiega Sergio Soave, presidente del Polo del ‘900: “Il giorno della memoria che da una ventina d’anni sta caratterizzando il nostro calendario civile, è già ridotto a stanco rituale? Il rischio c’è e noi dobbiamo esserne consapevoli. Le iniziative di quest’anno cui, come Polo del ‘900, siamo onorati di partecipare, hanno tentato quindi una sintesi tra tradizione e innovazione, alla luce anche delle restrizioni in corso per cui abbiamo dovuto affidarci molto al web. Come si vede dal programma, raggiungere i giovani è stata una priorità, proponendo contemporaneamente sia iniziative sperimentate e consolidate come quelle sulle pietre di inciampo, sia innovazioni di grande respiro come quella: “Adotta un negazionista” che, nell’epoca dei social media e della cultura del tweet, reintroduce il metodo del dialogo interpersonale paziente, ostinato e problematico su un tema molto attuale”. “Un giorno della memoria diverso che non permetterà di incontrarsi dal vivo – afferma Alessandro Bollo, direttore del Polo del ‘900 – ma  alla luce dell’esperienza maturata nel corso del 2020, il Polo del ‘900 ha elaborato una programmazione di qualità che sfrutta le opportunità del digitale per permettere, da un lato la partecipazione da remoto alle iniziative attraverso il sistema delle dirette streaming, dall’altro la fruizione nel tempo di contenuti digitali, raggiungendo anche coloro che non essendo di Torino non avrebbero potuto far visita al Polo. Inoltre, abbiamo prestato molta attenzione ai linguaggi che vanno dal podcast alla musica, dal dibattito al cinema, coinvolgendo in particolare studenti e insegnanti, in questo momento delicato di scuola senza la scuola ”. “Le molteplici iniziative anche quest’anno promosse e organizzate, in occasione del Giorno della Memoria, dal Polo del 900 rappresentano un encomiabile esempio di quanto occorre fare per tenere viva la conoscenza e la consapevolezza degli orrori della Shoah – sottolinea Dario Disegni, presidente della Comunità Ebraica di Torino – La proposta educativa e culturale rivolta alla cittadinanza prevede manifestazioni che utilizzano la più ampia gamma dei linguaggi che possono raggiungere le varie fasce della popolazione, da attività di carattere più strettamente scientifico, quali convegni, seminari, ricerche e pubblicazioni, a eventi culturali quali mostre, film e documentari, spettacoli teatrali e musicali, anche se quest’anno, a causa della difficile situazione sanitaria, si potranno svolgere soltanto in modalità online. Va ancora una volta ribadito che la trasmissione della memoria è presupposto fondamentale per generare un forte impegno civile, tale da contrastare ogni forma di odio e intolleranza, e per riaffermare con forza e determinazione, non solo il 27 gennaio, ma in ognuno dei 365 giorni dell’anno, i valori di uguaglianza e di libertà sanciti dalla nostra Costituzione”.

ALCUNI APPUNTAMENTI IN PROGRAMMA

Le celebrazioni 2021 del Polo del ‘900 cominceranno lunedì 18 gennaio con un omaggio a Liliana Segre a cura del Centro Studi Piero Gobetti.  A partire dall’autobiografia “La memoria rende liberi. La vita spezzata di una bambina nella Shoah”, a cura di Enrico Mentana (Rizzoli, Milano 2018) si ripercorrono l’infanzia, il legame con papà Alberto, le persecuzioni razziali, il lager, la vita libera, l’identità ebraica, la depressione e gli affetti della senatrice a vita Liliana Segre. L’evento verrà trasmesso online sui canali del Centro Studi Piero Gobetti alle ore 18.

Un percorso inedito da segnalare mette al centro lo sport ai tempi dei lager a cura di Istoreto e dell’Unione culturale “Franco Antonicelli” […]

 

TEATRI CHIUSI, MEMORIA VIVA. LE PIETRE RACCONTANO AL BARETTI

In occasione del Giorno della Memoria 2021 il Teatro Baretti

Presenta mercoledì 27 gennaio alle ore 19

streaming pagina FB @cinetetarobaretti

LE PIETRE   RACCONTANO

spettacolo di teatro musicale

ispirato alle “Pietre d’Inciampo” di Gunter Demnig

con Giancarlo Judica Cordiglia e Olivia Manescalchi

testo e regia di Monica Luccisano

violino Elena Gallafrio

pietre sonore, drums e fiati Stefano Somalvico

electronics in realtime Paolo Pozzi

sound e video design Aion Project

scenografia e luci Coviello–Deana

Una persona viene dimenticata solo quando viene dimenticato il suo nome Armato di martello e scalpello, e di cemento e spatola, con il suo inconfondibile cappello a falde larghe, lo scultore tedesco Gunter Demnig da diversi anni gira per le città d’Europa installando le Stolpersteine – le “pietre d’inciampo” – destinate a ricordare le vittime del nazismo: ebrei, comunisti, omosessuali, zingari. Ad oggi, 2021, sono state posate circa 80mila “Pietre d’inciampo” in oltre 1800 città di 26 paesi. Una pietra, intagliata e incastonata nel selciato dei marciapiedi, evoca la memoria e risveglia la coscienza di chi passa. Sulla superficie Gunter applica una piastra d’ottone, dove è inciso il nome della persona deportata e uccisa dai nazisti, le date di nascita e morte, il campo di sterminio. Le pietre, poste davanti alle case che hanno visto per l’ultima volta quelle persone in vita, con la propria lucentezza fanno “inciampare” lo sguardo di chi cammina, inducendolo a fermarsi, chinarsi e leggere quel nome. All’improvviso le pietre si animano, spinte da un soffio vitale, parlano, risuonano, diventano il racconto dei deportati. Otto voci per otto storie di donne e uomini deportati in Italia. Rievocano il tempo delle leggi razziali, la cacciata di ebrei dalle scuole e dalle istituzioni, l’evacuazione del ghetto di Roma, le deportazioni politiche, l’eccidio delle Fosse Ardeatine… e infine l’incontro, nei campi di sterminio, con l’abisso.

una coproduzione:

Unione Musicale di Torino, Pearson Italia spa,

Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà

con il sostegno del CineTeatro Baretti di Torino

e con il patrocinio della Città di Torino

Sarà molto gradita una donazione: un biglietto di ingresso virtuale per la visione dello spettacolo.

Anche solo un piccolo contributo per noi può significare molto. Grazie!

informazioni & contributi liberi | www.cineteatrobaretti.it

diretta streaming | pagina facebook @cineteatrobaretti

telefono | 011655187

 

FLASHBACK 2020, EDIZIONE DIFFUSA PRESENTA

L’ARTE È TUTTA CONTEMPORANEA, EPISODIO #7

“De rerum natura”

L’interpretazione della natura è uno dei temi più importanti nella ricerca artistica di tutti i tempi. Tantissimi hanno messo al centro della propria indagine l’elemento naturale esplorando il complesso e contrastato rapporto tra uomo e ambiente. Mai nessuna opera è semplicemente riproduzione della realtà, ciascuna di esse costituisce un tassello di un’indagine sempre aperta. Il primo artista, nella collezione di opere di Flashback, è Adriaen van Stalbemt, pittore e incisore fiammingo noto per i suoi paesaggi con scene religiose, mitologiche e allegoriche. L’opera è una piccola incisione su rame del 1620 ca. dalla magica atmosfera intitolata Paesaggio boscoso con l’Andata in Emmaus. Mitologia e allegoria ma orientale caratterizzano anche la Coppia di Paraventi a sei pannelli di origine giapponese riferibili al Periodo Edo e facenti parte della Scuola Kano. I paraventi, realizzati in carta e decorati con inchiostro e colori su foglia d’oro mostrano le differenze interpretative tra Oriente e Occidente. L’interpretazione si tramuta in astrazione nell’opera dell’artista torinese Piero Ruggeri. L’opera Collina e lampi del 1978, si libera della figurazione permettendo alla natura di mostrarsi in tutta la sua componente irrazionale. Di grande impatto sia formale che concettuale è l’opera Zucche di Piero Gilardi del 1966. L’artista con i Tappeti natura riproduce in modo estremamente realistico frammenti di ambiente naturale con lo scopo di denuncia verso uno stile di vita ritenuto sempre più artificiale. Infine l’opera di Veronica Montanino, che con l’installazione Correre in un mondo, trasforma i materiali più disparati in un processo di “ecologia dell’immagine”, che dà luogo a una nuova natura di sua personalissima invenzione.

La Natura non è solo quello che è visibile agli occhi, comprende anche gli intimi disegni dell’anima.

(Edvard Munch)

Nell’immagine, in alto a sinistra: Piero Gilardi, Zucche, 1966, poliuretano espanso, cm 60 x 84, courtesy of Biasutti&Biasutti (Torino). Segue: Piero Ruggeri, Collina e lampi, 1978, tecnica mista, cm 130 x 180, courtesy of Galleria d’Arte Roccatre (Torino). Al centro: Giappone periodo Edo, Coppia di paraventi a sei pannelli, XVIII sec. Scuola Kano, carta, inchiostro e colori su foglia d’oro, bordo in broccato di seta e cornice in legno, cm 270 x 136, courtesy of Schreiber Collezioni (Torino).

In basso a sinistra: Veronica Montanino, Correre in un mondo, 2020, rami, tessuto, acrilico, tecnica mista, cm 500 x 150 ca., courtesy of Studio d’Arte Campaiola (Roma). Segue: Adriaen van Stalbemt, Paesaggio boscoso con l’Andata in Emmaus, 1620 ca., olio su rame, cm 13 x 18,5, courtesy of Galleria Luigi Caretto (Torino; Madrid).

 Flashback, l’arte è tutta contemporanea

LUDENS

Edizione Diffusa

3 novembre 2020…7 marzo 2021

www.flashback.to.it

info@flashback.to.it

 

ASPETTANDO LA ZONA GIALLA, ANCHE CAMERA RINVIA L’APERTURA AL PUBBLICO

 In base al Decreto del Presidente del Consiglio del 14 gennaio, in vigore da sabato 16 e fino a venerdì 5 marzo, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia potrà riaprire al pubblico, dal lunedì al venerdì, quando il Piemonte sarà “zona gialla” e quindi non inserito dal Ministero della Salute tra le aree caratterizzate da uno scenario di elevata o massima gravità di contagio.  In questo tempo che ci separa dal poter riaccogliere nelle sale di Via delle Rosine 18 a Torino i visitatori, continuano le attività online di divulgazione dell’arte fotografica sui nostri canali social e sul nostro sito dove verranno anticipati temi e protagonisti di un anno dedicato alla grande fotografia con Horst, Model, Niedermayr e Parr. Ad attendere i visitatori a CAMERA nel 2021, un cartellone di mostre davvero ricco: in primavera, riproponendo il format “CAMERA DOPPIA”, si presenteranno in parallelo le personali dedicate a due grandi nomi del passato come Horst P. Horst e Lisette Model, indiscutibile genio della fotografia di moda lui, ironica e dissacrante street photographer lei, attraverso un percorso espositivo che ne sottolinea la rispettiva importanza. Si proseguirà in estate con Walter Niedermayr, uno fra i più importanti fotografi italiani contemporanei, scoprendo gli ultimi dieci anni del suo lavoro attraverso i temi più ricorrenti della sua ricerca artistica: i paesaggi alpini, le architetture e il rapporto fra spazi aperti e spazi chiusi. Infine, in autunno e in occasione della prima edizione delle ATP Finals a Torino, si concluderà l’anno con una mostra personale dedicata al grande fotografo inglese Martin Parr, attento interprete del presente, che nel corso dei decenni ha ritratto la società con spietata e divertita ironia, realizzando immagini che sono diventate vere e proprie icone contemporanee. Al centro del percorso di mostra, che presenterà lo sport nella fotografia, troveremo le immagini realizzate durante numerosi incontri di tennis, fulcro di una riflessione sullo sport che Parr porta avanti fin dall’inizio della sua carriera. La mostra è realizzata in collaborazione con Lavazza – partner storico di CAMERA – e si pone come uno degli eventi culturali di punta dell’autunno e dell’inverno torinesi. In parallelo, nella Project Room, proseguiranno i progetti di valorizzazione della fotografia del territorio così come il costante lavoro di promozione di giovani talenti. Alla riapertura primaverile di CAMERA, sarà infatti visitabile la nuova mostra Roberto Gabetti fotografo, che si concentra sull’originale sguardo fotografico di Roberto Gabetti (Torino, 1925-2000), noto per il suo lavoro di ricerca e progettazione architettonica, a vent’anni dalla sua scomparsa. A Gabetti succederà l’esposizione di Nicola Lo Calzo (Torino, 1979) che esporrà i suoi lavori di documentazione su ciò che resta del colonialismo, dello schiavismo, della resistenza ad esso e dei processi che hanno portato alla sua abolizione.

 

CERIMONIA DI CONFERIMENTO DEL TITOLO DI ACCADEMICO D’ONORE DELL’ACCADEMIA ALBERTINA DI BELLE ARTI DI TORINO

A Hermann Nitsch, artista; Paolo Giansiracusa, storico dell’arte; Sebastiano Lo Monaco, attore

Dalle Sale dell’Accademia Domenica 24 gennaio 2021 H.17.00

introduzione ai premiati di Edoardo Di Mauro (per Paolo Giansiracusa), Salvo Bitonti (per Sebastiano Lo Monaco) e Gabriele Romeo (per Hermann Nitsch).

In diretta streaming dalla pagina Facebook

Sebastiano Lo Monaco è un attore, regista teatrale e drammaturgo italiano. Diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica prima di diventare, nel 1989, “capocomico” e produttore dei suoi spettacoli, lavora in teatro anche con Enrico Maria Salerno, Salvo Randone, Adriana Asti, Annamaria Guarnieri, Giustino Durano. Con la propria compagnia produce spettacoli (nel quale è sempre protagonista) scritturando attrici come Paola Borboni e Alida Valli e registi come Giuseppe Patroni Griffi, Roberto Guicciardini e Mauro Bolognini. Tra i molti testi interpretati da Lo Monaco, figurano Enrico IV, Così è (se vi pare), Il berretto a sonagli, Questa sera si recita a soggetto, Sei personaggi in cerca d’autore, Non si sa come di Luigi Pirandello, Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand, Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller, Otello di William Shakespeare, Per non morire di mafia da un testo di Pietro Grasso, Non è vero… ma ci credo di Peppino De Filippo, Edipo (Sofocle) nell’Edipo Re al Teatro Greco di Siracusa (2004), Dopo il silenzio da un testo di Pietro Grasso in scena a Spoleto 2013 con Mariangela D’abbraccio e Turi Moricca, Ulisse, il mio nome è Nessuno (2015), tratto dai libri di Valerio Massimo Manfredi, in scena a Sarsani durante il festival Plautino, con Maria Rosaria Carli, Turi Moricca e Carlo Calderone,nel 2017 riprende lo spettacolo “Dopo il silenzio” in scena con Elisabetta Pozzi e Turi Moricca. Recita anche in alcuni film tra i quali Festa di laurea di Pupi Avati (1985), I Viceré di Roberto Faenza (2007), Dove siete? Io sono qui di Liliana Cavani (1993) e Body Guards – Guardie del corpo di Neri Parenti (2000). In televisione è tra gli interpreti de La piovra 9, Un prete tra noi, Sarò il tuo giudice, La romana per la regia di Giuseppe Patroni Griffi, Joe Petrosino.

Paolo Giansiracusa è uno Storico dell’Arte, Docente Accademico Ordinario, già titolare della Iª Cattedra di Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Catania e docente di Storia dell’Arte Contemporanea alla Facoltà di Architettura di Siracusa. È stato componente del Consiglio Regionale dei Beni Culturali della Regione Siciliana. Ha pubblicato numerosi volumi d’arte con gli editori Bompiani, Etas, Fabbri. Dirige i Quaderni del Mediterraneo, collana di studi e ricerche sui Beni Culturali Italiani giunta al decimo anno di edizione. Ha curato importanti mostre storiche e ha collaborato alla realizzazione di rassegne d’arte organizzate per conto di musei e spazi espositivi italiani e stranieri. Ha svolto relazioni scientifiche nel campo della ricerca archivistica e dell’analisi storico–artistica per la Fondazione del Louvre di Parigi, l’Istituto di Archeologia dell’Università di Catania, l’Università degli Studi di Trapani, la Regione Siciliana, l’Università Centrale del Connecticut del cui Consorzio con la Città di Siracusa è associate member. Ha tenuto lezioni per la Harvard University; è stato Assessore alla Cultura e ai Beni Culturali al Comune e alla Provincia Regionale di Siracusa, nonché Presidente dell’APIT e componente del Consorzio Universitario Archimede. Da anni si batte per la difesa e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali. Grazie al suo impegno si deve la riapertura di numerosi complessi monumentali della provincia aretusea. Determinante è stato il suo contributo per la nascita e lo sviluppo dei corsi di laurea nella città di Siracusa.

Hermann Nitsch è uno dei maggiori esponenti dell’azionismo viennese. Nel 1957 elabora il concetto di Teatro delle Orge e dei Misteri, una nuova forma di Gesamtkunstwerk (Arte totale) che coinvolge tutti e cinque i sensi in cui, con intenti freudianamente liberatori, gli elementi profondi sensoriali-pulsionali affiorano attraverso uno stato di eccitazione psico-fisica. Forte è il rapporto della sua ricerca con le cerimonie rituali e religiose dei popoli arcaici, durante le quali si sacrificavano animali e si spargeva il loro sangue ed interiora. Nel 1961 forma il gruppo artistico del Wiener Aktionismus, (Arte in azione), importando in Austria le tematiche della pittura gestuale. La prima Aktion, alla quale ne seguiranno più di un centinaio, si svolge nel dicembre 1962 a Vienna. Un uomo è incatenato come se fosse crocifisso e viene coperto con un lenzuolo bianco. L’artista versa sulla sua faccia del sangue che si riversa sul lenzuolo. Il modo in cui il sangue (o il colore) si fissano sulla superficie del telo, scorrendo liberamente verso il basso, sarà lo stesso in cui negli anni seguenti Nitsch crea gli Shuettbilder (dipinti versati), che caratterizzano la sua produzione. Per Hermann Nitsch, unanimemente considerato uno dei più significativi artisti europei, teatro, palcoscenico, musica e architettura divengono alchemicamente imprescindibili l’uno dall’altro. Nell’Aktionstheater (Teatro d’azione) l’artista viennese introduce sostanze organiche come la carne di vitelli o pecore sventrati, liquidi corporali come il sangue e l’urina e paramenti liturgici come mitre cardinalizie, pianete, cotte, ostensori e croci. Durante le sue performance i primordiali istinti umani, che l’artista ritiene repressi dalle norme e dalle imposizioni sociali, riemergono prepotentemente. Nel 1971 acquista il castello di Prinzendorf: qui il suo teatro di performance diviene via via più complesso. L’artista orchestra le performance, che durano anche sei giorni consecutivi, al pari di un sacerdote o di un direttore sinfonico. Il sottofondo delle Aktionen è infatti la partitura di sue composizioni, simili alle litanie dei monaci ortodossi. Ha tenuto azioni, mostre, concerti e conferenze in tutto il mondo. Nel suo manifesto puntualizza come le sue azioni debbano suscitare nello spettatore disgusto e ribrezzo, per innescare una controreazione di catarsi e purificazione.

 

 

CORSO DI RECITAZIONE E DRAMMATURGIA CON LUISELLA SALA

Anche quest’anno la Biblioteca Civica “Pietro Ceretti” di Verbania, in collaborazione con Associazione Culturale Sherazade, propone un corso dedicato al mondo del teatro tenuto dall’insegnante Luisella Sala. L’attrice e drammaturga ha vinto per due anni consecutivi il premio di scrittura teatrale “Donne e Teatro” a Roma e ha fondato nel 1994, con Alessandro Marchetti, la Scuola di Teatro Studio a Verbania e la Compagnia Stabile del VCO. Il teatro è un’arte senza tempo, che aiuta a mettersi in gioco e a vincere piccole paure e timi-dezze. Inoltre, un po’ come la lettura, è un modo per vivere infinite vite! Diversamente dagli anni scorsi il corso non si focalizzerà unicamente sull’arte della recitazione, gli iscritti infatti impareranno a costruire dalle basi un testo drammaturgico e successivamente a dargli vita con una vera e propria interpretazione. Al termine del corso inoltre, se vi sarà la possibilità, i testi composti saranno portati in scena in uno spettacolo dal vivo. Il corso, a causa dell’emergenza sanitaria si svolgerà su piattaforma online, dal 27 gennaio, tutti i mercoledì, dalle ore 20.15 alle 22.45. Il costo totale del corso è di 225€ comprensivo di dieci lezioni più gli eventuali incontri per l’allestimento dello spettacolo. Per rimanere sempre aggiornati e scoprire gli altri corsi in programma, potete seguire la pagina Facebook Corsi e Laboratori Bibliocommunity, visitare il sito www.bibliotechevco.it, seguire la pagina Facebook e Instagram Associazione Sherazade e il sito www.associazionesherazade.it.

Vi aspettiamo per donare al vostro tempo libero curiosità, conoscenza, cultura e divertimento!

Info: Biblioteca di Verbania tel. 3336178053

e-mail: corsi@bibliotechevco.it.