PIEMONTE ARTE: VERGNANO E MOSSO A CAMBIANO, SALAMON, RIVOLI, ARTE ITALIANA ’20-’45, LE CORBUSIER, PINEROLO, FOSSANO, DOMODOSSOLA, BIELLA, MONDOVI’…

coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

 

LORENZO VERGNANO E ONORIO MOSSO DA CAMBIANO ALLA FRANCIA E ALL’ARGENTINA

Onorio Mosso, autoritratto

Artisti emigrati ai tempi di Giacomo Grosso

Comune di Cambiano – Sala Consiliare Palazzo Municipale

8 maggio – 10 luglio 2021

a cura di Daniela Miron

Sabato 8 maggio presso la Sala Consiliare del Comune di Cambiano si inaugura la mostra “LORENZO VERGNANO E ONORIO MOSSO – DA CAMBIANO ALLA FRANCIA E ALL’ARGENTINA. Artisti emigrati ai tempi di Giacomo Grosso”. Il progetto, che è stato ideato, curato, e coordinato dall’Assessora alle Manifestazioni del Comune di Cambiano Daniela Miron, chiude il ciclo di eventi che hanno promosso l’identità culturale del paese attraverso gli artisti che tra Ottocento e Novecento hanno reso onore e prestigio alla comunità cambianese. Il ciclo di eventi ha preso il via nel 2017 con la mostra “Giacomo Grosso – Una stagione tra pittura e Accademia”, realizzata in collaborazione con l’Accademia Albertina di Belle Arti, la Fondazione Accorsi – Ometto e Palazzo Madama di Torino. Nel 2018 la serie di mostre storiche è proseguita con “Augusto Cesare Ferrari – pittore, architetto fra Italia e Argentina”, a cura di Liliana Pittarello ed in collaborazione con l’Accademia Albertina e la Fundación Augusto y León Ferrari Arte y Acervo (FALFAA) di Buenos Aires. “LORENZO VERGNANO E ONORIO MOSSO – DA CAMBIANO ALLA FRANCIA E ALL’ARGENTINA. Artisti emigrati ai tempi di Giacomo Grosso ”, in programma dall’8 maggio al 10 luglio 2021, porta l’attenzione

L.Vergnano, tomba Bert

su due artisti nati a Cambiano, anch’essi allievi dell’Accademia Albertina e vissuti a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento. Onorio Mosso e Lorenzo Vergnano emigrarono all’estero, uno in Argentina e l’altro in Francia, sviluppando con alterne fortune la propria vocazione artistica. La mostra, a cura di Daniela Miron, allestita nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale, presenta le sculture di Lorenzo Vergnano e i dipinti di Onorio Mosso appartenenti al patrimonio artistico del Comune di Cambiano, oltre alle opere provenienti da collezioni private, inedite e mai esposte prima: una vera scoperta per i cambianesi, i visitatori, gli studiosi. In occasione di questa mostra sono state restaurate le opere dei due artisti di proprietà comunale: le due tele dipinte da Onorio Mosso, un autoritratto ed il ritratto dello zio missionario Michel Angelo Mosso, e i due busti scolpiti da Lorenzo Vergnano raffiguranti Lorenzo Martini e Guglielmo Vincenzo Mosso, in esposizione permanente nella Sala Consiliare. Nel camposanto è stata restaurata la tomba “Bert Nevissano” il cui apparato scultoreo è opera di Lorenzo Vergnano. Per tali restauri l’Amministrazione Comunale ha attivato una raccolta fondi che rientra tra gli interventi Art Bonus. LINK La presenza sul territorio di importanti sculture di arte funeraria realizzate da Lorenzo Vergnano viene portata a conoscenza dei visitatori, reali e virtuali, attraverso la visione di due video mapping che narrano, con immagini e dialoghi proiettati sulla volta della Sala Consiliare, la bellezza di queste opere che si possono ammirare nei cimiteri di Torino, Chieri, Alpignano e Cambiano. L’allestimento e la realizzazione dei video mapping sono a cura di Zucca Grafica, con la collaborazione del Laboratorio teatrale di Cambiano e del Circolo Fotografico Autofocus. Con la mostra in programma e il suo catalogo, curato da Liliana Pittarello, si realizza un primo passo decisivo nella conoscenza della vita e delle opere di Lorenzo Vergnano e Onorio Mosso. A differenza di Giacomo Grosso, la cui fama fu garanzia di testimonianze storiche e studi accurati nonché di mostre a lui dedicate, la storia di Vergnano e Mosso era ancora tutta da approfondire e l’iniziativa cambianese ha inteso colmare tale lacuna, affidandone lo studio ed esperti specialisti. Il comitato scientifico e di indirizzo, per la mostra ed il catalogo, è composto da Massimiliano Caldera, Walter Canavesio, Daniela Miron e Liliana Pittarello. L’evento prevede inoltre alcune conferenze di approfondimento sull’arte scultorea dell’Ottocento, in collaborazione con la Biblioteca Fratelli Jacomuzzi di Cambiano. In considerazione del periodo che stiamo vivendo, fortemente condizionato da normative atte a contenere la trasmissione del virus Covid -19, è previsto il supporto dei social media sia per l’inaugurazione della mostra sia per i contenuti e le conferenze; per la visita dal vivo vengono messe in atto tutte le azioni previste dalle normative in vigenza.

Comune di Cambiano – Piazza Vittorio Veneto, 9- 10020 Cambiano (TO)

Tel. +39 0119440105 www.comune.cambiano.to.it

Facebook: Comune di Cambiano – Cambiano Come Montmartre

Instagram: cambianocomemontmartre

Inaugurazione: 8 maggio ore 16,00 su invito e online

Apertura su appuntamento con prenotazione obbligatoria scrivendo a mostre@comune.cambiano.to.it

Ingresso gratuito

 

GABRIELE ROMEO ELETTO PRESIDENTE AICA ITALIA

Gabriele Romeo, palermitano, docente di storia dell’arte all’Accademia Albertina, è stato eletto presidente dell’AICA Italia (International Association of Art Critics), che ha un ruolo centrale nella promozione e diffusione dei contenuti legati al sistema arte e cultura. Incontri, convegni, seminari, esposizioni potranno rappresentare – suggerisce Romeo – un punto di sicuro riferimento per gli operatori del settore. E nell’aver individuato nella torinese Accademia Albertina di Belle Arti, presieduta da Paola Gribaudo e diretta da Edoardo Di Mauro, la nuova sede di AICA Italia costituisce un atto simbolico di appartenenza alla storia del nostro paese, in un luogo in cui si coglie quotidianamente il rapporto tra quanti lavorano all’interno dell’istituzione e la creatività emergente delle giovani generazioni di studenti e artisti. Dopo aver conseguito la laurea in “Scienze e Tecnologie dell’Arte” all’Università di Palermo e quella specialistica in “Storia dell’Arte” all’Università di Bologna, Gabriele Romeo ha sviluppato un’attività caratterizzata dalla promozione della cultura visiva contemporanea tra Venezia e Torino, e non solo, dalla curatela di mostre come il Padiglione dello Stato Plurinazionale della Bolivia alla 57° Biennale Internazionale di Venezia “Viva Arte Viva”. Mentre si è occupato di eventi con il coinvolgimento e l’intervento di personalità quali Dario Fo, Martina Abramovic, David LaChapelle, Giorgio Celiberti, Hermann Nitsch. Segretario organizzativo generale per il FISAD 2019 (Festival delle Scuole d’Arte e Design, II° Edizione) e del PNA (Premio Nazionale delle Arti, XIV° Edizione), Romeo ha pubblicato per Skira il libro #Hashtagart, con la prefazione di Mark Gisbourne, in cui si legge che in questo nostro tempo “gli artisti giocano incessantemente con i new media per esibire le proprie opere in nuove windows”.

Angelo Mistrangelo

 

RIVOLI, MOSTRA “PITTRICI”

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Al Museo della Casa del Conte Verde a Rivoli, aperta fino al 30 maggio la mostra “Pittrici”: 52 artiste note o dimenticate nel corso dei secoli, da Orsola Maddalena Caccia a Tamara de Lempicka, sono qui presentate con la riproduzione di una loro opera e la loro biografia. 47 Pittrici viventi completano la rassegna con una loro opera originale. Senza cerimonia di inaugurazione, ma la mostra è stata creata con il solito impegno, nella speranza di non dover chiudere;  ora gli ingressi sono regolati a piccoli numeri di persone.

Museo  Casa del Conte Verde  Via F.lli Piol, 8 – RIVOLI – 011.9563020

Dal 4 al 30 Maggio 2021 – Mar-Ven ore 16-19   (Sabato e Domenica su appuntamento)

 

 

 

“QUESTO AVREI POTUTO FARLO ANCH’IO”: DALL’ARTE ASTRATTA ALL’INFORMALE. MOSTRA ALLA GALLERIA “SALAMON” DI TORINO

Continua fino al 29 maggio alla Galleria “Elena Salamon – Arte Moderna” di Torino (Via Torquato Tasso 11, Piazzetta IV Marzo, tel. 011/7652619, cell. 339/8447653) la mostra di stampe originali (silografia, bulino, puntasecca, acquaforte, acquatinta, litografia, serigrafia, ecc.) dedicate all’arte astratta e informale, il cui titolo è una simpatica provocazione: “Questo avrei potuto farlo anch’io”. Di fronte ad un’opera d’arte astratta a volte si è portati ad affermare che avremmo potuto realizzarla noi stessi. La rassegna della “Salamon” cerca di spiegare l’esatto contrario, così come intende smentire il pensiero che l’arta astratta possa essere capita ed apprezzata solo da pochi appassionati e addetti ai lavori. Per comprenderla basta abbandonare i nostri vecchi schemi, fidandoci del nostro istinto e più delle nostre emozioni che dei nostri occhi. Ecco perché ormai sono moltissime le persone che vengono “catturate” dalle rappresentazioni astratte. Mark Rothko ha infatti dichiarato: “Un quadro non è l’immagine di un’esperienza. E’ un’esperienza”. Nella mostra sono presentate opere dei seguenti artisti: Accardi Carla, Albers Josef, Agam Yaacov, Alviani Getullio, Arman, Calder Alexander, Capogrossi Giuseppe, Dorazio Piero, Dubuffet Jean, Hartung Hans, Kandinsky Wassilij, Jenkins Paul, Delaunay Sonia, Levee John, Francis Sam, Matisse Henri, Munari Bruno, Jorn Asger, Bill Max, Estève Maurice, Mirò Joan, Villon Jacques, Niemeyer Jo, Poliakoff Serge, Santomaso Giuseppe, Severini Gino, Tapies Antoni JD, Ting Walasse, Vasarely Victor, Vedova Emilio, Vordemberge-Gildewart Friedrich. Tra i maestri in esposizione ricordiamo in particolare i lavori di Jean Dubuffet, Joan Mirò, Agam Yaacov, Sonia Delaunay e Piero Dorazio per il numero consistente delle opere presenti, che ne consentono quindi una conoscenza certamente più ampia e approfondita. Intendiamo inoltre soffermarci su alcuni artisti italiani come: Accardi Carla, Giuseppe Capogrossi, Piero Dorazio, Giuseppe Santomaso, Gino Severini ed Emilio Vedova. Carla Accardi ha firmato nel 1947 insieme a Turcato, Perilli e Dorazio il manifesto di “Forma I” e dopo aver aderito a moduli astratti di derivazione costruttivista, dal 1960 si è dedicata alla realizzazione di grandi oggetti in plastica. Giuseppe Capogrossi, formatosi alla scuola di Felice Carena, si è avvicinato al tonalismo postimpressionista, nell’ambito della Scuola Romana. Dopo il soggiorno a Parigi, nel 1933 fonda il “Gruppo Romano Tonalista” con Cagli e Cavalli. Dal 1949 si dedica all’astrattismo, partecipando al gruppo “Origine”, insieme a Burri, Colla e Ballocco. Piero Dorazio, dopo gli studi di architettura a Roma, si è avvicinato al Futurismo e negli anni 1945-46 alla pittura realistica. Dal 1947 al 1948 attraversa nuove esperienze figurative, partecipando ai movimenti “Forma Uno”, “MAC”, “Arte Oggi”, ”Réalités nouvelles”; nel 1952 è tra i fondatori del gruppo “Origine”. Dopo un lungo periodo trascorso negli Stati Uniti, crea composizioni con sottili bande di colore sovrapposte (“reticolati”), opere monocrome e astratto-geometriche, interessandosi in particolare ai problemi della percezione cromatica. Giuseppe Santomaso, formatosi all’Accademia di Venezia, inizia con una pittura figurativa, per dedicarsi poi a ricerche postcubiste e, negli anni Cinquanta del secolo scorso, all’astrattismo informale. Dopo aver esposto nel 1939 con il gruppo “Corrente”, nel dopoguerra è tra i protagonisti del “Fronte Nuovo delle Arti” e nel 1952 del “gruppo degli Otto”. Gino Severini nel 1910 aderisce al Futurismo, con uno stile in cui si fondono tecniche divisioniste e cubiste. Dopo una parentesi classicista (negli anni ’20 e ’30), vicina alle tendenze novecentiste, negli anni ‘40 ritorna a una pittura di tipo cubista, con derivazioni astratte, e nel dopoguerra a temi cubofuturisti. Emilio Vedova nella prima fase della sua attività, fino all’immediato dopoguerra, si avvicina all’espressionismo figurativo di “Corrente”, approfondendo il proprio linguaggio nell’adesione a “Oltre Guernica” e al “Fronte Nuovo delle Arti”. Nel secondo periodo si orienta verso l’espressionismo astratto ed esegue numerosi cicli di opere anche con forte impegno politico-sociale.

Enzo De Paoli

 

VIAGGIO CONTROCORRENTE. ARTE ITALIANA 1920-1945

Opere dalle collezioni di Giuseppe Iannaccone, della GAM e dei Musei Reali di Torino

in favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro

a cura di Annamaria Bava, Riccardo Passoni, Rischa Paterlini

5 maggio – 12 settembre 2021

GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino

La GAM di Torino inaugura una mostra dedicata a un periodo storico molto intenso per l’arte italiana, tra la fine della Grande Guerra e il termine della Seconda Guerra Mondiale: 25 anni di storia raccontati con circa 130 opere attinte dal patrimonio del museo e da alcune opere scelte dalla Galleria Sabauda, facendo ruotare le due raccolte pubbliche intorno a una significativa selezione di 73 capolavori dalla ricca collezione privata dell’Avvocato Giuseppe Iannaccone di Milano.

La mostra, curata da Annamaria Bava, responsabile Area Patrimonio dei Musei Reali, dal direttore della GAM Riccardo Passoni e dalla curatrice della collezione Iannaccone Rischa Paterlini, è stata voluta e ideata per evidenziare il ruolo curativo dell’Arte, quale veicolo di guarigione che attraverso la bellezza sollecita la salute del corpo come dell’anima. L’evento sostiene una raccolta fondi a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus in occasione dei suoi 35 anni di attività. L’esposizione è realizzata in collaborazione con Fondazione CRT e Intesa Sanpaolo. Dal dialogo tra le tre collezioni, due pubbliche e una privata, nasce quindi questa mostra dove si è voluto indagare, attraverso opere di grande qualità artistica, la storia, le idee, i progetti e gli scontri che caratterizzarono gli anni tra le due guerre. Questi venticinque anni della nostra storia videro nascere, dopo i turbolenti anni dell’Avanguardia, i principi di “Valori Plastici” che, prendendo ispirazione dalla solennità del grande passato italiano, certamente influenzarono la retorica di un’arte fascista, che in seguito si sviluppò nel richiamo al classicismo: un’arte che prediligeva le impostazioni chiare e sobrie, con riferimento alla purezza delle forme e all’armonia nella composizione. La collezione di arte italiana tra le due guerre di Giuseppe Iannaccone rappresenta oggi un unicum nel panorama italiano e internazionale, e nasce nei primi anni Novanta con la volontà manifesta di ricostruire un’alternativa a questa dimensione retorica e ufficiale, riuscendo a rintracciare le opere di un significativo gruppo di artisti che credettero in un’arte dalle molte possibilità espressive, in un arco temporale che va dal 1920 al 1945. La raccolta riunisce dunque le opere di artisti le cui ricerche hanno sviluppato visioni individuali e collettive controcorrente rispetto alle politiche culturali fasciste di ritorno all’ordine e classicità monumentale novecentista. Dalla poesia del quotidiano di Ottone Rosai e Filippo De Pisis all’espressionismo della Scuola di via Cavour (Mario Mafai, Scipione, Antonietta Raphaël), dal lavoro di scavo nel reale di Fausto Pirandello, Renato Guttuso e Alberto Ziveri, alle correnti dei Sei di Torino (Jessie Boswell, Gigi Chessa, Nicola Galante, Carlo Levi, Francesco Menzio, Enrico Paulucci) e del Chiarismo lombardo (Angelo Del Bon, Francesco De Rocchi, Umberto Lilloni), fino alle forze innovatrici dei pittori e scultori di Corrente (Ernesto Treccani, Renato Birolli, Lucio Fontana, Aligi Sassu, Arnaldo Badodi, Luigi Broggini, Giuseppe Migneco, Italo Valenti, Bruno Cassinari, Ennio Morlotti, Emilio Vedova), la collezione rappresenta un’originale e importante testimonianza di una stagione creativa, complessa e vitale, dell’arte italiana del Novecento. La mostra prevede un confronto incrociato con circa 60 opere provenienti dalle collezioni della GAM e dei Musei Reali: un accostamento che è stato possibile perché la maggior parte degli artisti della collezione Iannaccone sono presenti nelle raccolte della GAM grazie all’incremento del patrimonio, avvenuto proprio negli anni specifici del progetto, poi proseguito fino ad oggi con la recente acquisizione del Nudo rosso di Francesco Menzio da parte della Fondazione De Fornaris. Pochi sanno che la Galleria Sabauda, oltre a capolavori dal Trecento al primo Ottocento, possiede una cospicua raccolta di primo Novecento, confluita nelle sue collezioni in seguito al riaccorpamento delle opere acquisite dal 1935 al 1942 dalla Soprintendenza all’Arte Medievale e Moderna per il Piemonte e la Liguria, investendo importanti risorse finanziarie per rappresentare gli esiti dell’attività degli artisti piemontesi contemporanei. Una sfida particolare è stata inoltre quella di presentare, accanto alle opere novecentesche, alcune mirate opere di arte antica della Galleria Sabauda, che si scalano tra il Cinquecento e il Settecento, particolarmente efficaci per evocare lontani ricordi, suggestioni e confronti, tematici o stilistici, che consciamente o inconsciamente sembrano aver influenzato e stimolato i nostri artisti di primo Novecento. L’esposizione si articola in sezioni tematiche: Interni; Figure; Allegorie e Ritratti; Nature morte; Paesaggi / vedute ed è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale, curato da Annamaria Bava, Riccardo Passoni e Rischa Paterlini, che include tutte le riproduzioni delle opere in mostra e testi di approfondimento. La Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus opera dal 1986 e grazie alla generosità di oltre tre milioni di sostenitori – privati, associazioni, fondazioni, imprese e istituzioni del territorio – ha realizzato un grande progetto: l’Istituto di Candiolo IRCCS, che con il quotidiano impegno di medici, ricercatori, infermieri e tecnici è divenuto un centro oncologico di eccellenza e di rilievo internazionale al servizio di tutta la comunità. La Fondazione taglia quest’anno il traguardo dei 35 anni di attività dando avvio a un piano di ampliamento dell’Istituto che nei prossimi anni metterà a disposizione di pazienti, medici e ricercatori nuovi spazi di cura e di ricerca.

 

PINACOTECA AGNELLI: LE CORBUSIER. VIAGGI, OGGETTI  E COLLEZIONI

27 aprile – 5 settembre 2021

La Pinacoteca Agnelli di Torino riapre finalmente le porte al pubblico martedì 27 aprile con la mostra “Le Corbusier. Viaggi, oggetti e collezioni” dedicata all’architetto franco-svizzero padre del Movimento Moderno. Per garantire la sicurezza del visitatore è assicurato il rispetto delle norme vigenti e l’accesso avviene tramite ingressi contingentati con prenotazione consigliata nei giorni feriali e obbligatoria nei giorni festivi tramite il sito web della Pinacoteca. L’esposizione è curata dall’artista Cristian Chironi ed è organizzata dalla Pinacoteca Agnelli in collaborazione con la Fondation le Corbusier di Parigi, che conserva gran parte dei documenti e degli oggetti appartenuti all’architetto. FIAT è main partner del progetto. Il percorso espositivo si sviluppa lungo tutto il terzo piano della Pinacoteca e ripercorre la vita di Le Corbusier, incentrata sulla continua ricerca di idee e ispirazioni, raccontandola attraverso oggetti, disegni e fotografie. Gli oggetti presenti in mostra sono stati riscoperti e valorizzati in seguito al restauro – curato dalla Fondation – dell’appartamento parigino di Le Corbusier in Rue Nungesser et Coli. Si tratta di sassi, pezzi di legno, conchiglie, oggetti di metallo, vetri, materiali che egli raccoglieva considerandoli “objets à réaction poétique” (oggetti a reazione poetica) capaci di innescare in lui il processo creativo. Ad esempio, il carapace di granchio che è esposto in mostra, ha dato origine all’idea del celebre tetto della Cattedrale di Ronchamp. Accanto a essi sarà visibile l’archivio cartaceo delle fonti di ispirazione in cui venivano conservati, meticolosamente classificati per soggetto, ritagli di giornale, cartoline, biglietti del treno. La mostra comprende diverse fotografie e schizzi di automobili e mezzi di trasporto. Sappiamo che Le Corbusier era un grande appassionato di automobili. – spiegano Ginevra Elkann e Marcella Pralormo, rispettivamente presidente e direttrice della Pinacoteca; aveva raccolto molto materiale sull’auto – proseguono- probabilmente perché gli era utile per realizzare uno dei suoi sogni più grandi: disegnare un’automobile. Era stata una sfida inseguita per molto tempo e con energia. Una sezione è completamente dedicata ai viaggi di Le Corbusier, anch’essi raccontati attraverso biglietti, dépliant turistici e cartoline di monumenti e paesaggi che l’artista amava raccogliere e conservare accuratamente, in modo non molto diverso rispetto a quello con cui essi vengono oggi esposti al pubblico. Particolare attenzione è data ai tre viaggi che Le Corbusier fece a Torino: nel 1902, all’età di sedici anni, in occasione dell’esposizione Universale alla Promotrice delle Belle Arti dove il futuro architetto aveva esposto un orologio; nel 1934, quando venne ritratto a bordo di una Balilla sulla pista del Lingotto e l’ultimo, nel 1961, quando fu invitato dall’ICOM a tenere un discorso sul tema del museo ideale in occasione della conferenza annuale dell’associazione durante le celebrazioni di Italia61. Centrale in questa mostra il ruolo dell’artista-curatore Cristian Chironi; il quale non si è limitato alla mise en forme della collezione nello spazio espositivo, ma creerà attività educative, raccontando il suo progetto My house is a Le Corbusier, programma di residenza itinerante e autogestito che prevede soggiorni nelle abitazioni di Le Corbusier in tutto il mondo.

La mostra è corredata da un catalogo edito da Corraini con il progetto grafico di Studio Radl.

 

PINEROLO. GALLERIA LOSANO: VISIONI. MOSTRA DI ANNA MARIA COLACE

La mostra “Visioni”di Anna Maria Colace inaugurerà sabato 8 maggio p.v a partire dalle ore 17.00 e proseguirà fino al 12 giugno. Una selezione di trenta fotografie che rappresentano una piccola parte dell’attuale produzione di Anna Maria Colace e che saranno presentate al pubblico in una prima e inedita mostra personale. Le fotografie modern print saranno proposte con un montaggio in cassetta originale ed esclusivo. Visioni fluide, Visioni floristiche e Visioni paesaggistiche saranno le protagoniste dell’esposizione, dove l’artista indaga l’estetica di pesci, fiori e paesaggi naturali; fuori mostra vi sarà anche la possibilità di consultare Visioni oceaniche. Anna Maria Colace consegna la propria opera fotografica all’immaginazione: non semplici fotografie, ma vere e proprie visioni. Il suo stile è evocativo e trasfigurativo, ricordando le apparizioni che si creano in stati di estasi o in sogno. Ci troviamo di fronte a immagini sovrapposte che ci conducono in visioni oniriche e surreali, quasi vedessimo doppio. Anna va oltre la semplice rappresentazione della realtà e guarda il mondo attraverso un filtro creativo. Pesci, fiori e paesaggi naturali sono trasfigurati e restituiti sotto forma di “fotografie pittoriche” in cui l’equilibrio estetico si fa quasi grafico e illustrativo. Proprio nella trasfigurazione, nell’andare oltre la rappresentazione, troviamo nuove interpretazioni e significati perché il sogno rivela più della realtà. Le fotografie nascono dalla contemplazione ma lo scatto è veloce e istintivo, perché Anna pensa prima con occhi che con il resto. Giuseppe Cicozzetti, critico fotografico per la rivista Scriptphotography, introduce la mostra e presenta l’artista. Per consultare il testo e gli altri contenuti extra, proseguite la lettura, esplorate il nostro sito e fate click sui link! Galleria Losano, Pinerolo – Via Savoia 33

 

FOSSANO, BORGO VECCHIO. MOSTRA DI FRANCO BLANDINO

Nel quadro degli Eventi Culturali 2021 del Comitato di Quartiere Borgo Vecchio di Fossano (CN), comunico il primo EVENTO d’ARTE.

Mostra d’arte di FRANCO BLANDINO

Dal 7 al 28 maggio 2021

Apertura: VENERDI’ 7 MAGGIO 2021 ORE 18,00

ORARI:  MERCOLEDI’, GIOVEDI’ E VENERDI’ DALLE ORE 17,00 ALLE ORE 19,00

Chiesa di San Giovanni in Borgo Vecchio , via Garibaldi 71 – Fossano (CN)

INGRESSO LIBERO CONTINGENTATO. OBBLIGO DI MASCHERINA IN SALA.

CATALOGO IN OMAGGIO AI VISITATORI

Il primo spazio è dedicato a un artista fossanese di acquisizione, anche se di origine torinese. Si tratta di Franco Blandino, medico di base, noto in città per la sua grande professionalità, già assessore e consigliere comunale in passate amministrazioni. Il suo amore per l’arte è un qualcosa di profondamente radicato e Franco lo lascia trasparire con entusiasmo ogni volta che ti incontra per parlare, vedere o discutere sul tema. Dotato di notevoli capacità grafiche e manualità nel disegno di base, pur essendo un autodidatta, inizia il suo percorso artistico proprio con il disegno e la grafica, illustrando con altri autori libri e raccolte,daglianni’90 ad oggi, raccogliendo premi e riconoscimenti anche a livello nazionale

 

DOMOSSOLA. INAUGURA LA PRIMA ARTOTECA DEL PIEMONTE

Come prendere in prestito un’opera d’arte e ammirarla sulle pareti di casa

Che cos’è un’artoteca? La parola è da scomporre. Da un lato c’è l’arte, “ars”, dall’altro c’è uno scrigno che la racchiude, la “theke”. Ecco allora che se c’è la biblioteca, il luogo che conserva e fa circolare i libri, l’artoteca custodisce e diffonde (gratuitamente) opere d’arte. E, in questo caso specifico, opere d’arte contemporanea. L’Artoteca Di-Se, la prima in Piemonte, ha sede espositiva e operativa presso il Collegio Rosmini di Domodossola, in provincia di Verbania, all’interno del refettorio maschile. Si tratta di una collezione in continuo aggiornamento di cui il primo nucleo è costituito da molte delle opere originali che hanno partecipato alla mostra itinerante Herbarium vagans inaugurata nel 2020. È una nuova importante tappa per il grande progetto Interreg Italia-Svizzera “Di-Se – DiSegnare il territorio”. Tre anni all’insegna del disegno e dell’arte che vede coinvolti Associazione Musei d’Ossola, Museumzentrum La Caverna di Naters e Associazione Asilo Bianco. Il progetto che prevede il “prestito domestico” di opere originali è stato presentato e inaugurato ufficialmente martedì 27 aprile in occasione della giornata mondiale del disegno. È possibile vedere la conferenza stampa sui canali social del progetto. Tutte le informazioni pratiche e il regolamento per il prestito delle opere sono consultabili online sul sito www.artotecadise.it. Le opere potranno restare sulle pareti delle case dei privati che le ospiteranno fino a due mesi, e saranno consegnate in una cornice originale. Ognuno potrà avere per sé un massimo di due opere contemporaneamente. La forte idea di fondo che ha spinto alla creazione della prima artoteca piemontese, e che vedrà, nei prossimi anni, portare avanti un percorso di diffusione culturale con un’importante base sociale, è quella di dare a tutti la possibilità di godere, all’interno delle proprie case, di un’opera d’arte. L’obiettivo è fare in modo che l’arte possa davvero essere per tutti e arrivare a tutti, gratuitamente, con una formula semplice che vuole diventare un’abitudine, una finestra sulla bellezza. Un nuovo modo allora di fruire l’arte e di permetterne la diffusione e promozione.

Per tutte le attività, gli eventi e le iniziative di Di-Se si può visitare la pagina Facebook del progetto: @dise2020

https://www.facebook.com/dise2020/

E i siti: www.amossola.it | www.asilobianco.it

Sono molte le attività in atto all’interno del progetto Di-Se. In occasione dell’inaugurazione dell’artoteca è stato presentato il concorso di illustrazione per giovani artisti under 25 realizzato da Associazione Musei d’Ossola in collaborazione con Opificio Arte Stampata (termine ultimo: 13 giugno 2021). Le opere dei tre vincitori entreranno a fare parte del catalogo dell’artoteca. Sabato 15 maggio, inoltre, ci sarà la premiazione dei vincitori del concorso di idee Disegnare il giardino promosso da Asilo Bianco, iniziativa che ha visto la partecipazione di molti progetti a cura di architetti, agronomi, paesaggisti e artisti ambientali che hanno ripensato tre aree verdi pubbliche sul lago d’Orta.

Gli artisti che hanno messo a disposizione dell’artoteca una o più opere sono:

Sara Boccaccini Meadows

Daniele Catalli

Sara Conti

Pierino Delvò

Luca Di Sciullo

Claudio Giordano

Andrea Guerzoni

Giovanni Refreshink Magnoli

Riccardo Monte

Adriana Morgante

Claudine Pasquin

Angela Petrini

Graziana Piantanida

Rossana Simonelli Verga

Paolo Stefanelli

Valeria Tantardini

Paola Tassetti

Marina Terauds

Gabriella Tesser

Carlo Valsesia

 

G.A.M., MOSTRA “SUL PRINCIPIO DI CONTRADDIZIONE”

Francesco Barocco, Riccardo Baruzzi, Luca Bertolo, Flavio Favelli, Diego Perrone

a cura di Elena Volpato

5 maggio — 3 ottobre 2021

GAM — Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea Torino

“Non è un tema, né un linguaggio quello che unisce i cinque artisti presenti in questa esposizione. È piuttosto la presenza di uno spazio di possibilità all’interno delle loro opere, composte, quasi sempre, da almeno due elementi, da due o più nature, da due o più immagini non pienamente conciliabili tra loro e legate da un vincolo di ambiguità che talvolta diviene chiaro rapporto di contraddizione. La forza emotiva del loro lavoro, pur nella grande diversità del loro procedere, sembra nascere dalla vibrazione di quello spazio generato tra elementi che non possono compiutamente sovrapporsi, né coincidere in un’affermazione univoca, che continuano a scivolare l’uno sull’altro e a pretendere attenzione uno a dispetto dell’altro. Ciò che unisce questi cinque artisti è la capacità di tenere all’interno delle loro opere lo spazio che separa e congiunge più rappresentazioni e di riconoscere il loro sovrapporsi nel tempo, di accogliere nel corpo stesso dell’opera il cono d’ombra da cui provengono svelando l’inesauribilità delle immagini, il loro emergere continuo e ripetuto. Una inesauribilità che è anche consapevolezza della perdita. A ogni apparire qualcosa si chiarifica e qualcosa recede nel fondo, sparisce nel buio. È lo spazio della dimensione umana quello della contraddizione, dell’ambiguo sovrapporsi di opposti, dove ogni immagine conduce per mano la sua ombra, ogni parola porta con sé l’impossibilità di dire e ogni nuovo sorgere è un separare. Parlare di un principio di contraddizione, porre queste parole a titolo di una mostra è un gioco antinomico, provoca in chi lo legge l’istinto a correggere la frase riportandola alla sua formulazione aristotelica. Il principio che tutti noi conosciamo è quello di non contraddizione. E su quel principio si regge la costruzione del pensiero su cui si fonda l’argomentazione logica e la solidità della scienza il cui progresso è stato determinato per esclusione di teorie contrapposte. L’accoglimento della contraddizione può sembrare una libertà che l’arte può rivendicare per amore di bizzarria, una libertà contro la ragione. Le due strade, quella del mito e quella del logos si sono divaricate all’inizio della filosofia, da una parte un racconto molteplice, indefinitamente variato e intessuto di una polisemia di simboli, dall’altra la logica e l’esercizio della dialettica che ad ogni bivio impongono una scelta, un vero e un falso. Eppure le odierne teorie scientifiche e filosofiche, dalla fisica quantistica alla logica paraconsistente e al dialeteismo, ci pongono a confronto con la contraddizione ammettendo all’interno dei loro campi la sovrapposizione e la compresenza di verità opposte, di determinazioni contrarie. Anche questo ci offre una piccola conferma che lo spazio di ambiguità e di vibrazione di significati inconciliati che le opere di questi cinque artisti ci presentano sia un luogo in cui vale la pena sostare: luogo della consapevolezza, della irrisolta condizione umana e spazio di pensiero che ci proietta all’indietro nel tempo, verso i dualismi originari propri di ogni cultura, e in avanti, verso le nuove rappresentazioni del mondo che più progrediscono e più si scoprono antiche. Molteplici sono le ragioni per le quali il lavoro di ciascun artista è stato considerato necessario all’esposizione e più complesse di quanto possa essere accennato qui in poche righe, ma certo le riflessioni che hanno preceduto questa mostra nascono in risposta all’immaginario di Flavio Favelli (Firenze, 1967), delle sue composizioni architettoniche fatte di note impassibili e insieme di echi viscerali, dei suoi retri di specchio che imprigionano le immagini invece di rifletterle, della sua capacità di far riemergere dal fondo del tempo la tragicità di avvenimenti storici insieme all’apparente leggerezza delle pubblicità che li accompagnarono sulle pagine dei giornali, di mostrarci come la memoria tenga insieme gli uni e le altre, per scoprire poi che, tra i due elementi, il vero geroglifico, l’immagine sprofondata in un tempo lungo e immutabile, non è l’avvenimento storico ma il simbolo pubblicitario. Allo stesso modo, le ragioni di questa mostra si sono formate di fronte alle Veroniche di Luca Bertolo (Milano, 1968), indugiando sulla loro ostensione fatta di nascondimento, considerando la bellezza dei suoi dipinti paradossalmente protetta sotto tracce sfiguranti di spray, le sue eclettiche scelte stilistiche fatte in contrasto con l’oggetto del quadro, le sue ambigue superfici pittoriche composte di piani che paiono scivolare gli uni sugli altri contraddicendosi. La mostra nasce pensando al lavoro di Diego Perrone (Asti, 1970) perché guardare una sua scultura di vetro significa guardare un volume e insieme un vuoto, un buco nello spazio dove lo sguardo a tratti passa attraverso e a tratti si arresta sua materia, sul dettaglio definito del bassorilievo, mentre l’attenzione corre già alle lingue di colore acceso che non coincidono con le figure scolpite, ma vi si sovrappongono. E mentre il nostro sguardo è catturato da queste diverse lusinghe, il peso del nostro corpo e le sculture col loro basamento fluttuano su un ulteriore piano: un pavimento reso liquido e instabile dalla presenza di altre immagini, di altri colori. Il pensiero dell’indecidibile si è nutrito dell’osservazione delle opere di Francesco Barocco (Susa, 1972) dell’impossibilità di dire se i suoi disegni di nera grafite siano il fondo oscuro da cui emerge il bianco della sua scultura o se siano le ombre a posarsi sul gesso per animarne il corpo in diverse presenze. Così come si è nutrito del suo non-finito fatto di perdita e insieme di possibilità, dei suoi titoli di altre opere incisi sulle sue opere, a evocare altre immagini, altri tempi, altri artisti. Così come quel medesimo pensiero ha trovato nuove conferme, nuovo terreno di riflessione, nelle trasparenze di Riccardo Baruzzi (Lugo, 1976), nelle sue tele fatte di figure abitate da altre figure, di contorni che si sovrappongono in uno spazio contraddittorio, di sfondi profondi e senza tempo da cui emergono immagini sempre sul punto di dissolversi nuovamente. Il suo immaginario si nutre della conoscenza dell’arte passata così come di forme di decorazione popolare e l’apparente contrasto si scioglie nella leggerezza di una pratica che si muove libera tra la linea pittorica, il disegno digitale, il riverbero sonoro e l’azione performativa.”    Elena Volpato

La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da Viaindustriae

GAM – GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA | Sala del Contemporaneo, piano -1 |

Via Magenta, 31 – 10128 Torino

Per informazioni e orari di apertura: https://www.gamtorino.it/it

 

 

CAMERA DOPPIA, MOSTRE STREET LIFE

Attraverso il format CAMERA DOPPIA, il centro espositivo di via delle Rosine 18 a Torino presenta le personali Street Life dedicata a Lisette Model e Style and Glamour dedicata a Horst P. Horst: ironica e dissacrante street photographer lei e genio della fotografia di moda lui, punti di riferimento nello sviluppo del proprio specifico genere fotografico ed ispiratori di intere generazioni. Nonostante l’avvicinamento al mondo della fotografia inizi per entrambi a Parigi negli anni Trenta, il loro atteggiamento nei confronti dei soggetti ritratti è totalmente opposto: se per l’autrice austriaca i soggetti diventano caricature di sé stessi, emblema di una società goffa e decadente, per l’autore tedesco le proprie modelle rappresentano un’eleganza senza tempo, dai richiami classici e dalla bellezza statuaria. Anche per questo le mostre si presentano come una doppia occasione per scoprire due grandi protagonisti della storia del linguaggio fotografico in grado di rilevare la ricchezza culturale dei decenni in esame.

La mostra Lisette Model. Street Life è curata da Monica Poggi, la mostra Horst P. Horst. Style and Glamour è curata da Giangavino Pazzola.

Con la mostra Roberto Gabetti fotografo in Project Room, CAMERA omaggia l’originale sguardo fotografico di Roberto Gabetti (Torino, 1925-2000), universalmente conosciuto per il suo lavoro di architetto, a vent’anni dalla sua scomparsa. A rimarcare il ruolo di CAMERA nella valorizzazione di patrimoni fotografici tanto ricchi quanto non sufficientemente noti, l’esposizione curata da Sisto Giriodi, presenta per la prima volta un’ampia selezione dell’archivio privato di Gabetti.

 

ALPI FILM LAB 2021

Annunciata la selezione di progetti e produttori partecipanti al programma formativo dedicato a professionisti del cinema provenienti da Francia e Italia

Prende forma ALPI FILM LAB, iniziativa di formazione cinematografica transfrontaliera che mette in relazione Italia e Francia, promossa da Museo Nazionale del Cinema e Bonlieu Scène Nationale Annecy, e finanziata nell’ambito del programma Interreg Italia-Francia ALCOTRA 2014-2020 – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Nata dalla collaborazione tra TorinoFilmLab, laboratorio per talenti del cinema internazionale, e Annecy Cinéma Italien, il più importante festival francese dedicato al cinema italiano, ALPI FILM LAB ha raccolto 70 adesioni attraverso la call indirizzata a produttori di entrambi i territori. “Più che mai in questo momento l’industria cinematografica del territorio ha bisogno di proiettarsi verso il futuro e scenari globali, investendo sulla formazione di giovani professionisti in modo che possano accedere alle opportunità di lavoro e finanziamento presenti nelle collaborazioni transfrontaliere.” dichiara Mercedes Fernandez, managing director del TorinoFilmLab. La fase di valutazione di tutti i progetti di film e dei profili candidati ha portato alla scelta di 8 progetti di lungometraggio (4 italiani e 4 francesi) sottoposti da produttori che sono già al lavoro con un regista e di altri 8 produttori (4 italiani e 4 francesi) che si sono presentati come singoli professionisti. I selezionati affronteranno un percorso che li vedrà lavorare insieme per sperimentare un modello di coproduzione transfrontaliera, abbinando a ognuno degli 8 progetti uno dei produttori che si sono candidati individualmente e formando 8 team transregionali composti da produttore, co-produttore e autore italiani e francesi. “Siamo felici di poter presentare questa prima selezione di Alpi Film Lab” commenta Francesco Giai Via, curatore di Alpi Film Lab “Il gruppo che abbiamo formato rappresenta uno spaccato estremamente variegato e vitale dei nuovi talenti del cinema francese e italiano e ciascuno di loro porta con sé una motivazione solida e strutturata per dar vita a nuove opportunità di collaborazione transfrontaliera.”

Tra i produttori che si sono presentati senza una proposta di progetto, la metà provengono dal territorio ALCOTRA (3 italiani e 1 francese), così come 4 degli 8 progetti selezionati rappresentano le aree ALCOTRA (2 dalle zone italiane e 2 francesi); inoltre la selezione dimostra un importante equilibrio di genere nel gruppo di lavoro grazie alla presenza di 12 professioniste donne e 12 professionisti uomini nei diversi ruoli richiesti tra produzione e regia. La varietà è evidente anche negli 8 progetti di film selezionati, che spaziano dal lungometraggio di finzione al documentario fino al cinema d’animazione.

I progetti italiani selezionati proposti da 4 coppie artistiche, di cui tre di finzione e uno d’animazione, sono: La prima volta della produttrice Margot Mecca della Malfé Film (Torino), dove lavora allo sviluppo creativo e alla produzione di documentari e film di finzione, e del regista Matteo Tortone; il progetto d’animazione La bambina di sale di Eleonora Trapani e Angela Conigliaro, produttrice e regista, che hanno un percorso comune che le ha viste in prestigiosi studi e società specializzate in animazione e fondatrici della casa di produzione Ddraunara di Torino; Mademoiselle presentato da Ivan Casagrande Conti, della casa di produzione Rosso di Milano dove si è già cimentato nell’ambito della coproduzione con la Francia, con la regista Marta Innocenti, fresca di esordio nel documentario lungo; e il lungo di finzione To Get Her portato dalla produttrice Antonella Di Nocera, della napoletana Parallelo 41 Produzioni che valorizza talenti e contenuti indipendenti nel cinema del reale, e Sabrina Iannucci, autrice, regista e formatrice nel campo del documentario. A completare la rosa degli 8 film oggetto del percorso di sviluppo di Alpi Film Lab 2021, 4 titoli francesi: il documentario Il faut avoir un pays della produttrice Clémentine Mourão-Ferreira, specializzata in coproduzioni internazionali e fondatrice della so-cle a Bordeaux, con la regista Chiara Cremaschi, autrice di film di successo; ancora un documentario, La traversée héroïque di Francis Forge, produttore della Société des Apaches di Lione che segue progetti di film ibridi e audaci, e del regista Hugo Saugier; Les jours evanouis di Morgan Simon, che distintosi in vari festival con i suoi lavori precedenti, e prodotto da Julie Viez, con una carriera tra distribuzione e produzione internazionale che l’ha portata a fondare a Parigi la Cinenovo per produrre cinema d’autore di nuovi talenti internazionali; La dernière reine del produttore Antoine Guide della Avant la Nuit a Aix les Bains che affianca Luca Renucci e Stefano La Rosa.

I produttori italiani sono: Gianluca De Angelis della Tekla di Torino, che ha realizzato film per il cinema trasmessi anche da broadcaster internazionali; Francesca Portalupi della torinese Indyca, a cui si è unita nel 2019 per dedicarsi allo sviluppo e alla produzione di lungometraggi e documentari creativi tra cui Cuban Dancer di Roberto Salinas, premiato con il TFL Audience Design Fund 2019; Federico Minetti della Effendefilm di Torino, produttore di svariati documentari che hanno partecipato a festival internazionali e ora in fase di sviluppo del primo lungo di fiction; Giuseppe Gori Savellini della TICO Film di Trieste, ad oggi impegnato nello sviluppo di due documentari dopo aver lavorato nella distribuzione indipendente.

I produttori francesi sono: Jérémie Chevret della Duno Films di Lione, esperto di produzione esecutiva nella regione Auvergne-Rhône-Alpes; Leslie Jacob di Adastra Films (Cannes), specializzata nei modelli di produzione in Francia e in Italia; Nadège Labé della Wendigo Films di Les Lilas dove sviluppa coproduzioni internazionali per la nascita di un cinema libero e innovativo, e una nuova generazione di registi; Lionel Massol della Films Grand Huit di Parigi che ha all’attivo oltre 25 cortometraggi.

I selezionati si riuniranno in occasione del 1° workshop ad Annecy (Francia) dal 29 maggio al 1° giugno, al 2° workshop a Torino (date in via di definizione), al 3° workshop di nuovo ad Annecy (29 settembre – 3 ottobre) e nelle tre sessioni intermedie online, fino alla presentazione a novembre 2021 durante il Torino Film Industry, organizzato dalla Film Commission Torino Piemonte.

Partecipanti italiani e francesi saranno guidati dalle due tutor story editor Chiara Laudani, sceneggiatrice e autrice di numerosi film e serie tv, e Anna Ciennik, alumna del programma ScriptLab del TFL e Industry Village manager del festival di Les Arcs Film; e da due produttori di esperienza internazionale Julie Billy, che gestisce coproduzioni internazionali per la parigina Haut et Court, e Giovanni Pompili, dal 2012 alla guida della romana Kino Produzioni.

Alpi Film Lab è organizzato in collaborazione con ANICA Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Multimediali, Auvergne-Rhône-Alpes Cinéma, CNC Centre national du cinéma et de l’image animée, Film Commission Torino Piemonte, Film Commission Vallée d’Aoste, Genova Liguria Film Commission, Région Sud, UniFrance.

Con il riconoscimento di Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della cultura.

 

BIELLA. NUVOLOSA: FINO AL 30 MAGGIO “UN VIAGGIO DI LUPO ALBERTO” DI GUIDO SILVESTRI SILVER

Domenica 16 maggio premiazione dei vincitori del concorso e inaugurazione esposizione

Tra gli obiettivi fondativi di Nuvolosa rientra la volontà di celebrare il fumetto, diffondendone la cultura, esaltandone la componente estetica e formale, premiando i giovani talenti che si dedicano a quest’arte. Nel 2020-21 è stata realizzata la terza edizione del concorso nazionale, a cui hanno partecipato 183 giovani e il cui tema era “Viaggio – Orizzonti, Frontiere, Generazioni”, con un filo che lega quest’anno l’iniziativa all’omonima rassegna che anima le dimore storiche del rione Piazzo con l’intento di indagare i molteplici significati della parola “viaggio”. A causa dell’emergenza sanitaria molte iniziative sono state rinviate e così anche la premiazione del concorso, che si terrà domenica 16 maggio alle ore 11 a Palazzo Ferrero, Biella Piazzo: verranno premiati i vincitori del concorso, alla presenza di alcuni giurati e in diretta streaming con Silver, e si aprirà l’esposizione a loro dedicata. Le tavole dei vincitori, di altre sette selezionati e degli studenti del liceo artistico cittadino vincitori della sezione locale saranno esposte fino al 30 maggio. Sarà disponibile il Catalogo 2021 e si potranno inoltre ammirare i lavori di altri venti selezionati in un video appositamente realizzato. Parallelamente al percorso espositivo dedicato alle opere del concorso, Nuvolosa ogni anno organizza una mostra personale dedicata a un grande maestro della nona arte e questa è la volta di Silver, al secolo Guido Silvestri. Silver esordisce nel fumetto nel 1971 collaborando a Nick Carter, personaggio cardine della trasmissione Gulp! Fumetti in TV ideato da Bonvi e De Maria. Nel 1974 crea per il Corriere dei Ragazzi la strip di Lupo Alberto Dal 1976 Silver e Lupo Alberto entrano nella scuderia di Eureka, magazine dell’Editoriale Corno, rivista principalmente dedicata al fumetto d’autore e con la quale il personaggio inizia la sua scalata al successo, diventando in soli due anni il preferito dai lettori in un referendum di popolarità. Dal 1979 al 1982 Silver, in qualità di disegnatore satirico, fa parte della redazione del quotidiano L’Occhio, diretto da Maurizio Costanzo. Dal 1984 attraverso varie esperienze editoriali Silver e la Fattoria McKenzie danno vita a una rivista interamente dedicata al personaggio di Lupo Alberto, da cui avranno origine svariate iniziative in campo sociale e commerciale che consacreranno Lupo Alberto come vero e proprio fenomeno di costume. Le strisce esposte a Palazzo Ferrero vedono protagonista la sua creatura più nota, Lupo Alberto, in una vera e propria avventura: in viaggio, trascinato dal vento su un’isola deserta, una storia apparsa sui Classici di Repubblica nel 2004. “Un viaggio di Lupo Alberto” si inserisce dunque nell’ambito di un’anticipazione di “Viaggio – Orizzonti, Frontiere, Generazioni” ed è ospitata a Palazzo Ferrero con inaugurazione giovedì 29 aprile e apertura fino a domenica 30 maggio, insieme alla mostra fotografica “In Giappone la bellezza è iniziatica” progettata da Bi-BOx Art Space. Entrambe, a ingresso gratuito, saranno aperte: venerdì 15-21; sabato e domenica 10-19 solo su prenotazione. Tel. 388 5647455, info@palazzoferrero.it. Viste le nuove disposizioni, che non consentono ancora la realizzazione di alcune tipologie di eventi, la kermesse dedicata al fumetto sarà organizzata a luglio, con importanti ospiti, incontri, autori, workshop e performance dal vivo. Seguiranno ulteriori comunicazioni in avvicinamento alla data.

Nuvolosa, e quindi il concorso, la mostra con i fumetti selezionati, l’esposizione dedicata a Silver è realizzata dal Comune di Biella in collaborazione con l’associazione culturale Creativecomics e con UPBeduca Palazzo Ferrero-Miscele Culturali e il sostegno finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella.

 

RIPRENDE “OPERA VIVA BARRIERA DI MILANO, IL MANIFESTO” CON LA NUOVA EDIZIONE 2021

8 manifesti di 8 artiste vincitrici della call Opera Viva, da maggio 2021 a gennaio 2022

Primo appuntamento:

“senzazioni” di Emanuela Barilozzi Caruso (2021)

Inaugurazione in diretta Facebook > Mercoledì 5 maggio, alle ore 18.30

Torino, Barriera di Milano, Piazza Bottesini

L’arte contemporanea non si è fermata malgrado i cambi di colori e i vari lockdown. Gli artisti hanno continuato a creare e a riflettere sulla situazione attuale e sul mondo che verrà. Inevitabile che il riferimento alla pandemia in corso emergesse anche nella risposta delle otto artiste vincitrici della call lanciata da Flashback, tutta l’arte è contemporanea per Flashback è Opera Viva finalizzata alla realizzazione di un manifesto di grandi dimensioni che, con cadenza mensile a partire dal 5 maggio 2021, verrà affisso in piazza Bottesini, cimasa 50530, cuore del quartiere “Barriera di Milano” a Torino. “In questa settima edizione di Opera Viva Barriera di Milano, il Manifesto – sottolinea Christian Caliandro, curatore del progetto e membro della giuria di selezione – gli otto manifesti vincitori della call sono realizzati tutti da artiste: non era un risultato previsto ma mi fa molto piacere perché credo sia un riflesso dell’importante momento storico. Le immagini vincitrici raccontano bene, ognuna con il proprio approccio e il proprio stile, la fase complessa che stiamo vivendo, senza mai risultare didascaliche. Coscienza politica, attenzione alla natura e all’ambiente, resistenza, centralità delle relazioni, la fatica e la ripetizione ma soprattutto la speranza e la conquista di una nuova consapevolezza, sono temi che il pubblico potrà leggere nei manifesti”. Con questo progetto ideato nel 2015 dall’artista Alessandro Bulgini, lo spazio comunale, tradizionalmente riservato a cartelloni pubblicitari, diventa opera d’artista e accompagna le persone per tutto l’anno entrando a far parte delle loro giornate sottolineando così la funzione “quotidiana” dell’opera all’interno di un contesto e di una comunità urbana. Negli anni sono stati 34 gli artisti nazionali e internazionali coinvolti in questo grande progetto di committenza artistica outdoor. Mercoledì 5 maggio alle ore 18.30 verrà inaugurato (anche in diretta Facebook, sul canale @flashbackfair) il primo dei nove manifesti che si susseguiranno in piazza Bottesini nei prossimi mesi. L’inizio del ciclo di arte urbana di quest’anno è forte e significativo del periodo che abbiamo e, stiamo, vivendo: l’opera “senzazioni” di Emanuela Barilozzi Caruso. La fotografia ritrae dall’alto una tavola apparecchiata e ingombra di piatti, posate, bicchieri, bottiglie, residui di cibo; sulla tovaglia riconosciamo scritte, disegni, messaggi. La tavola allestita da Emanuela Barilozzi Caruso per l’occasione non è stata mai sparecchiata per undici giorni, e ha ospitato tre colazioni, quattro pranzi e sette cene per venticinque ospiti, suddivisi per due alla volta in ottemperanza al D.P.C.M. del 2 marzo 2021. Il risultato è una serie di fotografie, di cui quella scelta per il manifesto fa parte, che documentano i momenti di dialogo e di incontro. Naturalmente, un lavoro di questo tipo trascende la testimonianza visiva, e vive soprattutto nella dimensione dell’esperienza diretta e del ricordo successivo. Come afferma l’artista: “senzazioni è un’opera collettiva fatta di idee, risate, silenzi, imbarazzi, incontri e separazioni. In totale sicurezza, siamo stati insieme e abbiamo lasciato piatti, posate, bicchieri, disegni, appunti, resti di cibo come una traccia spontanea per chi sarebbe venuto dopo. È stata un’occasione preziosa, intima, per vedere l’altro e riconoscerlo profondamente. senzazioni è una foto di gruppo – nel tempo e nello spazio – che racconta una certezza: alla base della vita e dell’arte ci sono i rapporti umani, capaci di far ammalare ma anche in grado farci guarire”. Questa idea della relazione umana capace di curare e guarire, è il risultato di una riflessione portata avanti nel corso dell’ultimo anno, e prodotta dalla gigantesca mutazione che tutti stiamo vivendo. Proprio in un momento in cui è così difficile incontrare le persone, incontrare l’altro, questo progetto rivendica l’importanza e la necessità di questo dialogo e di questo ascolto, pur nel pieno rispetto delle regole. E rivela come un nucleo prezioso la capacità degli individui di essere se stessi una volta riuniti attorno al tavolo, di dare il meglio di sé, di trasformarsi – superando spontaneamente ogni tentazione di imporsi e ogni protagonismo.

Le artiste vincitrici della settima edizione 2021, affiancate dall’ideatore del progetto Bulgini, sono: Ilaria Abbiento, Emanuela Barilozzi Caruso, Federica Belli, Maria Paola Infuso, Erika Nevia Cervo, Federica Peyrolo, Lucrezia Testa Iannilli, Tatiana Villani. Membri della giuria di selezione: da Alessandro Bulgini, artista visivo e ideatore del progetto, Torino; Christian Caliandro, curatore e storico dell’arte, Bari; Iginio De Luca, artista, Roma; Fulvio Gianaria, presidente OGR, Torino; Ginevra Pucci e Stefania Poddighe, direttrici di Flashback, Torino; Diego Sileo, curatore PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano.

 

RIAPRE IL MOMUC, MUSEO DELLA CERAMICA DI MONDOVI’

Riapre al pubblico, con il passaggio in zona gialla, il MOMUC, Museo della Ceramica di Mondovì. Dal giorno 29 aprile il Museo è visitabile secondo i consueti orari di visita, il venerdì e il sabato dalle ore 15 alle ore 18, la domenica dalle ore 10 alle ore 18. Dal mese di giugno inizierà l’orario estivo con estensione dell’orario di chiusura alle ore 19 (la data di inizio sarà comunicata sui social e i siti dell’Ufficio Turistico di Mondovì e dell’ATL Cuneo). È necessario prenotarsi al numero 0174 330358 o via mail all’indirizzo iatmondovi@cuneoholiday.com (Ufficio Turistico di Mondovì: mercoledì – sabato 10 – 13 /15 – 18, domenica 10 – 18). Il MOMUC rimarrà aperto per i gruppi tutti i giorni della settimana, previa prenotazione. Grande soddisfazione da parte della presidenza e dalla direzione del Museo: “Siamo liete che riprenda l’attività del MOMUC dopo l’interruzione dovuta alla pandemia, anche se abbiamo sempre mantenuto il contatto con il pubblico attraverso la nostra pagina Facebook (@MuseoCeramicaMondovi), la nostra pagina Instagram (fond_momuc), il canale Youtube (Museo della Ceramica di Mondovi) e il sito www.museoceramicamondovi.it”. “Siamo fiduciose che la situazione rimarrà stabile e che potremo finalmente inaugurare, il 20 maggio, “MIRABILE INDUSTRIA. LA SOCIETA’ CERAMICA RICHARD-GINORI DAL 1896 AL 1972”, scelta per festeggiare l’anno scorso la data dei dieci anni d’apertura del Museo e che era stata sospesa per il Covid-19”. Il Museo, nato dalla generosa volontà di un imprenditore illuminato, Marco Levi e di suo nipote Guido Neppi Modona, è tra i pochissimi in Europa ad ospitare al suo interno un’Unità produttiva (Up). La collezione personale di Marco Levi, rappresentativa di quasi due secoli di produzione ceramica monregalese, costituisce il fulcro del museo e arricchisce il Piemonte e l’Italia di un importante patrimonio ceramico. Il MOMUC ha sede nel settecentesco Palazzo Fauzone di Germagnano, espone oltre 600 pezzi ceramici distribuiti nelle 17 sale dei piani nobili del Palazzo; 2.000 pezzi sono custoditi nei depositi visitabili, destinati a studiosi, collezionisti, cultori della materia. Periodicamente ospita mostre e rassegne, ha una intensa attività didattica e un percorso multisensoriale e multimediale, che consente un’esperienza visiva, tattile e uditiva agli ipovedenti, non vedenti, sordi e disabili.

Le attività del Museo della Ceramica di Mondovì sono promosse dalla Fondazione Museo della Ceramica e dal Comune di Mondovì, con il sostegno della Regione Piemonte, della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del Sostegno all’Attività Istituzionale, della Fondazione CRC e della Fondazione CRT.

 

TORINO. GALLERIE DI PRIMAVERA, 6-9 MAGGIO 2021

Dal 6 al 9 maggio 2021 si svolgerà la manifestazione “Gallerie di Primavera”, il nuovo evento dell’arte contemporanea a Torino. Una quattro giorni di aperture coordinate che vuol riportare il pubblico a frequentare, in totale sicurezza, luoghi e realtà note che continuano nel loro lavoro di promozione, nonostante le complessità. Un’occasione per riassaporare la città, la curiosità e l’interesse. Sarà possibile visitare le gallerie e gli spazi indipendenti negli orari stabiliti, dalle 15 alle 19. Prima o dopo ogni spazio seguirà aperture indipendenti. Un lavoro d’incontro e di proposizione che ha lo scopo di focalizzare l’arte contemporanea nei vari quartieri permettendo agli avventori di regalarsi un inatteso momento di riottenuto svago. Le gallerie aderenti saranno: A Pick gallery, Circolo degli artisti di Torino, Crag-Chiono Reisovà Art Gallery, Csa Farm Gallery, Davide Paludetto Arte Contemporanea, Dr. Fake Cabinet, Drim Contemporary Art Ground, Gagliardi & Domke, Galleria Biasutti & Biasutti, Galleria del Ponte, Galleria Febo e Dafne, Galleria Franco Noero, Galleria Giorgio Persano, Galleria GliAcrobati, Galleria In Arco, Galleria La Rocca,  Galleria Malinpensa by La Telaccia, Galleria Moitre, Galleria Riccardo Costantini, Galleria Roccatre, Galleria Umberto Benappi, Galleria Weber & Weber, Just Goat, Luce Gallery, Mazzoleni, Metroquadro, Mucho Mas, Oggetti Specifici, Osservatorio Futura, Phos Centro Fotografia Torino, Quartz Studio, Société Interludio, Tucci Russo Chambres d’Art, White Lands Art Gallery.

 

 

BIELLA. MOSTRA: COCO + MARILYN. BIELLA AL CENTRO DEL MI-TO

Biella Piazzo, Palazzo Gromo Losa

dal 22/05/2021 al 12/09/2021

La mostra Coco + Marilyn. Biella al centro del MI-TO raccoglie più di cento scatti che ritraggono le due “divine”, realizzati dal fotografo canadese Douglas Kirkland. Con una lunga carriera a Hollywood, Kirkland è noto per aver ritratto tutte le più grandi star del cinema e per aver lavorato sui set di oltre 150 produzioni cinematografiche. La mostra è proposta in un riecheggiare di ricorrenze: il 50°anniversario della morte di Chanel e il 100° anniversario del lancio del profumo Chanel N°5 ed è l’occasione per fare il punto sui destini incrociati che legano il territorio biellese alla grande storia del costume e della moda internazionale. Kirkland fotografò Marilyn Monroe e Coco Chanel all’inizio degli anni ’60, quando lavorava per la rivista Look. Le sue immagini senza tempo, scattate sessant’anni fa offrono al visitatore il duplice percorso: un viaggio nel culto delle star di Hollywood, con la conturbante bellezza di Marilyn, e un tuffo nella storia della moda, grazie all’eleganza intramontabile di Coco Chanel.La mostra sarà accompagnata da un ampio calendario di iniziative: presso lo Spazio Cultura al centro di Biella la Fondazione presenterà “Ricucire il futuro”, la mostra di bozzetti e abiti ispirati ai valori della moda di Chanel e ai temi della sostenibilità realizzata dagli studenti dell’ITS TAM, certificato come uno dei migliori d’Italia. Città Studi, attraverso il lavoro dei partecipanti ai corsi sui temi tessili e sul marketing, proporrà un percorso intitolato Walking like a star in cui gli studenti immagineranno di creare un itinerario di visita e un guardaroba di abiti creati appositamente per un ipotetico viaggio estivo di piacere di Marilyn nel Biellese. Durante tutti i mesi dell’esposizione a Palazzo Gromo Losa verranno proposti brunch a tema, con menu di cucina americana, francese, biellese e ricette a base di fiori.