PIEMONTE ARTE: DE LONHY, THEO GALLINO, MUSEO DEL TESSILE, SCARSI, BURRI, BONOMI, COTTINO, ALESSANDRI, PASCARELLI…

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

 

CHIERI E LA MOSTRA SU ANTOINE DE LONHY

Breviario francescano Archivio Storico Città di Chieri ASCC Art.1 n.1

In mostra a Palazzo Madama un Breviario manoscritto del convento di San Francesco, con miniature opera dell’artista borgognone, e conservato dall’Archivio storico comunale

Giovedì 7 ottobre si apre a Palazzo Madama-Museo Civico d’Arte Antica di Torino la mostra «Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy». Un’importante occasione per riscoprire e apprezzare attraverso una quarantina circa di opere, la figura di questo artista poliedrico, che ebbe un impatto straordinariamente importante per il rinnovamento del panorama figurativo del territorio dell’attuale Piemonte. Pittore, maestro di vetrate, magnifico miniatore ma anche scultore e autore di disegni per ricami, Antoine de Lonhy fu attivo a metà del Quattrocento tra la Francia (Borgogna meridionale e Tolosa), la Catalogna e il Ducato di Savoia. Nelle sue opere la grande tradizione franco-fiamminga si integra con le culture mediterranea e savoiarda e con le novità del Rinascimento italiano. Trasferitosi nel 1462 ad Avigliana, Antoine de Lonhy lavorò per la corte dei Savoia e fu attivo in numerose chiese, in particolare a Chieri (convento di San Francesco e chiesa di San Domenico), Moncalieri e al monastero di Novalesa. Chieri offre alla mostra un contributo importante, il pregevole Breviario manoscritto del convento di San Francesco, illustrato da alcune miniature, conservato nell’Archivio storico comunale. Si tratta di un oggetto di piccole dimensioni (110-135×65), un libro liturgico, che contiene le preghiere da recitarsi nelle ore canoniche secondo il rito cattolico. Il convento di San Francesco di Chieri, rifatto nel Settecento, è l’attuale sede municipale. Della grande chiesa conventuale nulla rimane, se non alcuni documenti e alcune opere trasferite altrove dopo la demolizione, avvenuta dopo il 1805 nell’ambito della soppressione napoleonica degli ordini religiosi. Si trovava nell’attuale piazza Dante, la facciata dava sul primo chiostro, posto nel primo cortile del Municipio.

La mostra di Palazzo Madama è curata da Simone Baiocco e Simonetta Castronovo, e sarà visitabile fino al 9 gennaio (una seconda sezione è ospitata al Museo Diocesano di Susa, curata da Vittorio Natale, e chiuderà il 7 novembre).

 

“LA VALLE DEI POLLINI”. IL CHIERESE THEO GALLINO A VILLA SASSI

a cura di Monica Trigona. Inaugurazione giovedì 7 ottobre 2021 ore 18-20. Segue cena alchemica realizzata dallo chef di Villa Sassi Alessandro Braga, liberamente ispirata alla ricerca di Theo Gallino -posti riservati previa prenotazione: associazionealessandromarena@gmail.com –

Villa Sassi, Strada al Traforo di Pino 47, Torino. Fino a domenica 7 novembre 2021

L’Associazione Alessandro Marena in collaborazione con la galleria Lara e Rino Costa di Valenza presenta “La valle dei pollini”, mostra dell’artista Theo Gallino. La kermesse segna l’inizio di un nuovo corso per l’Associazione dedicata al gallerista torinese Alessandro Marena prematuramente scomparso nell’estate del 2013. Se infatti nel periodo dell’art week torinese, rimane invariato lo svolgimento della biennale collettiva “The Upcoming Art – da un’idea di Alessandro Marena”, con l’assegnazione del Premio Alessandro Marena a uno degli studenti dell’Accademia Albertina, da quest’anno l’associazione promuove anche una personale dedicata ad un maestro del territorio. L’autunno cittadino si arricchisce così di un nuovo ciclo di esposizioni di alto profilo artistico e curatoriale. Di volta in volta, infatti, un nome rappresentativo della scena contemporanea sarà chiamato ad esporre gli esiti più recenti della sua ricerca affiancati da richiami a lavori storici. Grazie a questa iniziativa chi è in fase di formazione, i potenziali futuri talenti dell’arte a cui l’Associazione dal suo nascere guarda con interesse e con spirito mecenatistico, potrà confrontarsi con autori presenti da anni sulla scena per trarne spunti e consigli utili alla propria crescita. La mostra dei maestri, con le attività di approfondimento e fruizione ad essa connesse, rappresenterà per i giovani un momento costruttivo e per il pubblico tradizionale un appuntamento da non perdere per approfondire la conoscenza di carriere dense di riconoscimenti e tuttora in fieri. “La valle dei pollini” apre i battenti circa un mese prima degli appuntamenti fieristici torinesi dedicati alla creatività nazionale ed internazionale a Villa Sassi, nobile dimora secentesca che recentemente ha subito un profondo e scrupoloso intervento di restyling interno. Su un’area rialzata e curvilinea del secolare parco, che ricorda una gradinata dei teatri dell’antichità, si stagliano una dozzina di installazioni di grande-media dimensione che finemente traducono l’idea di unità tra uomo e natura, artificiale e spontaneo – concetti che potrebbe essere estesi alla dialettica tra ragione ed istinto. Maestria tecnica e condiviso senso di bellezza tra l’autore e il creato fan si che le opere sembrino germinare nella dimensione naturale per evidenziarne il potenziale nascosto. La rappresentazione plastica dei fragili ed impalpabili piumetti globosi del tarassaco, che tutti conosciamo, in esili sculture provocano un impatto visivo ed emotivo sorprendente tanto più se i filiformi steli in ferro emergono da accumuli di mattoni con calchi di pluriball. Quest’ultima caratteristica è riconducibile alla storia di Gallino e ai suoi esordi, quando utilizzava l’imballo plastico scoppiettante a protezione dei preservativi, simbolo di prevenzione dal virus HIV. Il riferimento alla natura si mescola alla materia artificiosa e tecnologica come in un continuo richiamo al potere taumaturgico dell’uomo. Questi è partecipe e, nello stesso tempo, ideatore di mondi, installazioni ambientali che raccontano nuove possibili vite, universi immaginifici da rimirare da diversi punti di vista per coglierne appieno la carica espressiva. I fusti filiformi che si allungano verso l’alto, le creazioni in terracotta giammai finite, gli intrecci metallici che riconducono inevitabilmente ad elementi reali dalla forte componente simbolico-spiritualista e i cumuli di mattoni da cui si generano nuove possibili vite, celebrano l’arte quanto la ri-nascita. All’indifferenza alla storia del mondo in cui viviamo Gallino risponde con una narrativa geniale e stimolante che è alla base della stessa creatività dell’uomo. All’ingresso del percorso espositivo lo spettatore è accolto da un vaso dalle sembianze organiche da cui si ergono le infiorescenze, simbolo della nuova stagione artistica ed umana annunciata dalla “valle dei pollini”. Proseguendo, altri steli nascono da parallelepipedi di terracotta posti sopra cumuli di macerie e mattoni, reliquie di un tempo passato da cui si cerca di risorgere. L’incipit del racconto comprende un grande nido nero avvolto da fili aggrovigliati. Forma apparentemente fuligginosa e plumbea, questo riparo essenziale rimanda al focolare caldo e protettivo, di pascoliana memoria, in cui si generano legami e relazioni. Una “morbida” giara di mattoni, segnata in superficie dal pluriball, fa da contenitore a tre soffioni. Il recipiente incompiuto è una suggestiva scultura che si plasma attraverso il contatto emotivo con l’osservatore. Se alcuni grandi artisti del passato possono essere chiamati in causa dalla poetica di Gallino, da Medardo Rosso a Fausto Melotti, è innegabile che i risvolti originali, estetici e sostanziali a cui è giunto l’artista lo facciano annoverare tra le voci più interessanti del panorama nazionale. Durante il periodo di mostra un’opera dell’artista è collocata all’ingresso del monumentale Palazzo della Luce (via Antonio Bertola 40) mentre alcuni lavori della sua produzione meno recente sono esposti a Villa Bria – Gassino Torinese (via Bussolino 149, Gassino Torinese).

Orari della mostra

Tutti i giorni dalle 10 alle 19 su appuntamento scrivendo a: associazionealessandromarena@gmail.com

Ingresso gratuito. Sede: Villa Sassi, Strada al Traforo di Pino 47, Torino

 

CHIERI. MUSEO DEL TESSILE. L’INDUSTRIA TESSILE A CHIERI E IN PIEMONTE NEL NOVECENTO. CONFERENZA E PROIEZIONE DEL DOCUMENTARIO “IL PATTO DELLA MONTAGNA”

“ARS ET INDUSTRIA” – Museo del Tessile di Chieri – Ciclo di Conferenze 2021

Sabato 9 ottobre 2021 – ore 15.00

Museo del Tessile di Chieri

Porta del Tessile – Via Santa Chiara 5

Sabato 9 ottobre, alle ore 15.00, al Museo del Tessile di Chieri (Sala della Porta del Tessile, via Santa Chiara 5) si svolgerà un incontro dedicato al tessile in Piemonte nel Novecento, quale motore di sviluppo urbano, ma anche propulsore di sviluppo di una società civile più equa e solidale, oltre che creativa e produttiva. Introdotto da Melanie ZEFFERINO, Presidente della Fondazione Chierese per il Tessile e Museo del Tessile nonché curatrice del ciclo di eventi, lo storico dell’architettura Filippo MORGANTINI terrà una relazione su «Industria tessile e sviluppo urbano a Chieri tra Ottocento e Primo Novecento», epoca in cui il polo industriale chierese si poneva all’avanguardia anche per l’impiego di nuovi materiali. Seguirà una breve presentazione di Sara CONFORTI, artista e ricercatrice di moda sostenibile, ad introduzione del film documentario «Il patto della montagna» (regia di Manuele Cecconello e Maurizio Pellegrini, 2017). Realizzata con il contributo della Direzione Generale per il Cinema del Ministero Beni e Attività Culturali e Turismo (MIBACT), Film Commission Torino Piemonte, Jean Vigo Italia (Roma) e VideoAstolfoSullaLuna (Biella), questa produzione cinematografica svela l’intreccio fra imprenditori, operai e partigiani che si accordarono per mantenere attiva la produzione tessile industriale nel contesto biellese e migliorare le condizioni di lavoro affermando la parità retributiva nel pieno della seconda guerra mondiale, al tempo della Resistenza. Si tratta di una ricostruzione storica che, alla luce delle crisi acuitesi nel nuovo millennio, può essere vista come un monito a riscoprire il patto sociale per virare verso un futuro maggiormente improntato a valori di equità, senso civico e condivisione del bene comune nell’interesse della collettività stessa e della sua industria creativa (il trailer su: www.ilpattodellamontagna.com).

Biglietto: 3 euro (evento e museo)

Prenotazione obbligatoria: prenotazioni@fmtessilchieri.org

I visitatori devono essere in possesso di green pass, da esibire all’ingresso, e indossare la mascherina in ottemperanza delle norme di sicurezza in vigore

L’evento fa parte del ciclo di conferenze «ARS ET INDUSTRIA», organizzato dalla Fondazione Chierese per il Tessile e Museo del Tessile con il patrocinio del Comune di Chieri, della Città Metropolitana di Torino, della Regione Piemonte, e il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando CivICA-progetti di cultura e innovazione civica.

 

OVADA. MOSTRA “EMILIO SCARSI. COLORI E PROFUMI”

Una mostra sul pittore delle vigne, delle colline e delle stagioni. Inaugurazione sabato 9 ottobre, alle ore 16. Sarà aperta sino al 7 novembre

A poco più di cento anni dalla nascita, una mostra voluta da Regione Piemonte, Città di Ovada ed Enoteca regionale di Ovada e del Monferrato, ricorda la figura e l’impegno culturale dell’artista Emilio Scarsi, che per quarant’anni animò con la sua pittura la vita culturale piemontese. La sua esperienza artistica si sviluppò tra la natia Rocca Grimalda e Torino, dove dal 1985 al 1993 (anno in cui mancò) fu presidente dell’associazione Piemonte Artistico e Culturale.L’inaugurazione della mostra, dal titolo “Emilio Scarsi. Colori e profumi”, avverrà sabato 9 ottobre, alle ore 16, nell’Enoteca regionale, in via Torino 69 ad Ovada. Si tratta, come spiega il critico Angelo Mistrangelo nel catalogo della mostra, «di un programma espositivo caratterizzato da una pregevole selezione di opere, da subitanee impressioni, dalle luci che accendono i prati, i grandi e frondosi alberi e una natura rivisitata con profonda partecipazione emotiva. Il discorso si snoda da “Vigneto in autunno” del 1963 a “Il nostro posto” del 1978, dal lirico “La musica del vento” del 1988 all’”Ultima nevicata” del 1992, in una sorta di intenso dialogo con i peschi in fiore, le calde giornate d’estate al mare, i pescherecci nei porticcioli».Il presidente dell’Enoteca regionale di Ovada e del Monferrato, Mario Arosio, sottolinea come «le colline, le vigne, i colori meravigliosi di tutte le stagioni, insieme con il mare, hanno rappresentato il forte legame fra Emilio Scarsi e l’Ovadese. Siamo onorati di ospitare questa importante mostra e ringraziamo la famiglia per aver condiviso con noi questo progetto».Nel saluto pubblicato sul catalogo, il presidente della Regione Piemonte rileva che i prati, le vigne, le colline, con i cambiamenti delle stagioni, ma anche la neve ed il mare sono stati rappresentati da un artista che ha amato e narrato con le sue opere la terra in cui ha vissuto.

La mostra rimarrà aperta fino a domenica 7 novembre, dal mercoledì al sabato, dalle 10 alle 12,30 e dalle 16,30 alle 19,30.

 

ALBA. BURRI. LA POESIA DELLA MATERIA

a cura di Bruno Corà

Fondazione Ferrero, Alba

9 ottobre 2021 – 30 gennaio 2022

La Fondazione Ferrero di Alba (Cuneo) presenta un nuovo progetto espositivo intitolato Burri. La poesia della materia, dedicato a uno dei grandi protagonisti dell’arte del Novecento, Alberto Burri (Città di Castello, 1915 – Nizza, 1995). La mostra è a cura di Bruno Corà, presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, e propone un allestimento originale studiato appositamente per gli spazi della Fondazione Ferrero e articolato in una serie di sale che accolgono quarantacinque opere, tra cui lavori di grandi dimensioni. Burri. La poesia della materia e Burri. Il Cretto di Gibellina sono entrambe promosse dalla Fondazione Ferrero in collaborazione con la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri e aperte al pubblico gratuitamente da sabato 9 ottobre 2021 a domenica 30 gennaio 2022. La scelta di opere presentate in mostra alla Fondazione Ferrero copre un arco temporale che va dal 1945, con i primi “Catrami” (1948), sino alle ultime opere “Oro e nero” datate 1993 e prossime alla scomparsa dell’artista avvenuta nel 1995. Tra i lavori esposti, opere prime di Burri appartenenti ai cicli dei “catrami”, delle “muffe”, dei “sacchi”, “delle combustioni”, dei “legni”, dei “ferri”, delle “plastiche”, dei “cretti” e dei “cellotex”, esperienze cruciali per la pittura contemporanea che portano il nome dei materiali che l’artista di Città di Castello ha di volta in volta utilizzato trasformandoli in capitoli epici di un’unica concezione artistica. Nell’evidenziare il rapporto tra Burri e la poesia, la mostra mantiene al centro della riflessione la materia, intesa come fonte inesauribile di sperimentazioni in una totale libertà di approccio al fare pittorico, generatrice di processi creativi in continua evoluzione. L’opera dell’artista è osservata come un laboratorio di sperimentazione incessante che ha anticipato, con la sua ricerca fondata sulla riqualificazione linguistica, molte delle questioni che hanno interessato le correnti artistiche degli anni Sessanta del Novecento, come il Nouveau Réalisme, l’Arte povera, l’Arte neuminimale o il Fluxus. La mostra è corredata da un catalogo edito da Skira, curato da Bruno Corà, con i contributi critici e di studio di Corà, José Jiménez, Thierry Dufrêne, Petra Richter, Mario Diacono, inclusivo di una  ricca documentazione iconografica delle opere, di apparati biografici accompagnati da una antologia critica selezionata e del progetto espositivo.

dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022

Fondazione Ferrero Strada di mezzo, 44, 12051 Alba (Cuneo) Italia – Medaglia del Presidente della Repubblica

Ingresso gratuito. feriali: scuole 9.00 – 11.00; apertura al pubblico 11.00 – 18.00 – sabato, domenica e festivi: 10 – 19 – chiuso il martedì e 24 – 25 – 31 dicembre 2021, 1 gennaio 2022 – 8 – 13 novembre, l’apertura della mostra alla Fondazione Ferrero è riservata ai partecipanti della Healthy Ageing Week 2021

 

IL NOVARESE CORRADO BONOMI  AD ARTPARMA FAIR

Torna ArtParma Fair, la Fiera d’Arte Moderna e Contemporanea a Parma, giunta alla tredicesima edizione. La fiera si svolgerà nei due fine settimana del 2-3 e 8-9-10 ottobre 2021 presso il quartiere fieristico parmense (Padiglione 7), in concomitanza con Mercanteinfiera autunno. Tra gli oltre 80 espositori, la Galleria Lara e Rino Costa ospiterà nel proprio stand (numero 64) alcune delle opere dell’artista novarese Corrado Bonomi, presente all’inaugurazione di sabato. La manifestazione costituirà uno dei più importanti e qualificanti momenti d’incontro e confronto tra pubblico, collezionisti, esperti del settore, permettendo di entrare a diretto contatto con le molteplici tendenze dell’Arte.

 

 

 

 

 

PINO TORINESE. FESTIVAL GENUINO – L’EVENTO CHE TI FA STAR BENE

Sabato 9 ottobre 2021 – dalle 14.30 alle 22 – Impianto di risalita dell’Osservatorio di Pino Torinese – Strada dell’Osservatorio 8

Vieni a PIEDI o in BICI!

Alle 18 LASTANZADIGRETA in concerto

Sabato 9 ottobre, a partire dalle ore 14,30, presso l’impianto di risalita dell’Osservatorio di Pino Torinese (Strada dell’Osservatorio 8) si svolgerà «FESTIVAL GENUINO-L’evento che ti fa star bene», un momento di musica e festa organizzato dai centri di aggregazione giovanili (CAG) di Chieri, Santena, Poirino e Pino Torinese, con cui si chiude il progetto «VIVI SANO E VAI LONTANO». Un vero e proprio “concerto all’aperto tra le colline”, con la raccomandazione di arrivarci a piedi o in bici!  L’evento è gratuito: sarà possibile partecipare ad attività culturali e sportive (torneo di pingpong con iscrizioni sul posto a partire dalle 14.30) o prendere un aperitivo nell’area verde; dalle 15 esibizione di cantanti e gruppi cresciuti tra le colline del chierese come il gruppo indie Medicamenta; a seguire alle 16 la cantante italo-colombiana Estel Luz, che lavora su sonorità che spaziano dal soul, al dub fino ad arrivare al gospel e alle 17 la cantautrice Francamente, che mette in musica le realtà considerate marginali perché non raccontate, facendo di ogni canzone un atto politico; alle 18 concerto di Lastanzadigreta, poliedrico collettivo di cinque musicisti torinesi che scrive canzoni e sviluppa progetti culturali (nel 2017 l’album di esordio, Creature selvagge, si è aggiudicato la Targa Tenco per la migliore Opera Prima, il loro secondo album, Macchine inutili, è un omaggio a Bruno Munari): infine, alle 19, chiuderà la serata il concerto del collettivo trap “Blessed & Friends” che nasce dalla sala di registrazione del Centro giovanile di Pino Torinese. Sarà presente in loco un punto informativo gestito dall’AslTO5 sul tema della prevenzione alle dipendenze.

 

 ACCADEMIA ALBERTINA. MOSTRA “DISEGNARE LA CITTA’

Disegnare la città non è una semplice mostra ma un viaggio nella storia dell’arte e dell’architettura torinese che – coinvolgendo un gran numero di istituzioni cittadine – vuole ritrovare nel passato le sinergie e le ispirazioni utili al nostro futuro. Tra Ottocento e Novecento l’Accademia Albertina fu una fucina di formazione e ricerca che contribuì a definire la nuova immagine di Torino nel processo di trasformazione da città capitale a città industriale. Obiettivo del progetto è illuminare questa vicenda, e ciò che fu attorno ad essa, attraverso un percorso fatto di disegni architettonici e preziosi e affascinanti progetti decorativi, solitamente inaccessibili al pubblico. L’eclettismo è lo stile principale del tempo indagato dal progetto. Le sue matrici culturali permettono una nuova libertà al progettista, aperto ad ampi repertori, che spaziano nella storia e nei luoghi. A inizio Novecento, in contemporanea con l’approccio eclettico, si diffonde il Liberty che, a partire dall’Esposizione internazionale d’arte decorativa moderna del 1902, trova nell’Albertina terreno fertile di sperimentazione. A Torino le pianificazioni della seconda metà dell’Ottocento sono esempi di sperimentazione di una nuova immagine urbana, sintesi di decoro e qualità dello spazio pubblico. Il disegno uniformato degli isolati, in prosecuzione della griglia urbana romana e soprattutto barocca, si accompagna a novità compositive come bovindi, torrette, abbaini e decori con figure umane, ritratti, fregi, timpani, cornici a stucco o in litocemento, che interpretano con fantasia e forse anche ironia, i dettami della storia. Nelle sale della Pinacoteca Albertina a riempire gli occhi di bellezza saranno soprattutto i meravigliosi acquerelli di Giulio Casanova (1875 – 1961), docente di Decorazione che con grande maestria ideò e dipinse gli elementi artistici dei suoi straordinari progetti: dal caffè Baratti & Milano in piazza Castello a Torino, al Treno Reale concepito in preparazione del matrimonio tra Umberto di Savoia e Maria José del Belgio e ancora oggi a servizio della Presidenza della Repubblica. Opere originali solitamente conservate nel caveau dell’Albertina e che verranno esposte accanto ad immersive scenografie multimediali che gli allievi di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti hanno progettato e realizzato nei mesi scorsi. Si tratta quindi di un progetto espositivo che vuole far riaffiorare l’energia creativa e propositiva che trasformò Torino negli anni della Belle Époque. Decenni di fervore in cui l’arte dei maestri dell’Albertina come Giulio Casanova era a servizio di un poliedrico ventaglio di committenti, dal mondo ecclesiale – in mostra anche i progetti per la teca della Santa Sindone e per l’urna di San Giovanni Bosco – a quello civile, che ha nelle Poste Centrali di via Alfieri il suo esempio più significativo. Coordinati da Paola Gribaudo – Presidente dell’Accademia Albertina e ideatrice del progetto sostenuto anche dal Direttore Edoardo Di Mauro e dal Consiglio Accademico – hanno collaborato alla mostra e al relativo catalogo: Guido Montanari, curatore della sezione dedicata alla storia dell’architettura e della città, Giorgio Auneddu Mossa, studioso dell’opera di Giulio Casanova, e Andrea Merlotti che propone una inedita lettura dei progetti del treno reale, tra antichi simboli e nuovi messaggi di una “reggia viaggiante”. Molti insegnanti e allievi dell’Accademia di Belle Arti hanno lavorato per mesi al progetto espositivo, dal Corso di Fotografia del prof. Fabio Amerio, per la riproduzione digitale delle opere, alla Scuola di Scenografia della prof.ssa Elisabetta Ajani, che insieme ai docenti Mattia Gaido e Daria Baiocchi, ha coordinato gli allievi nella realizzazione di splendidi allestimenti multimediali che saranno visibili presso la Pinacoteca Albertina e che sono nati grazie alla collaborazione con il Teatro Regio per il prestito di alcuni costumi di scena di Fedora, con l’associazione culturale Le Vie del Tempo per le affascinanti ricostruzioni storiche di abiti e pose della Belle Époque e con Baratti & Milano che donerà ai primi mille visitatori della mostra una tavoletta di cioccolato imbustata in una stampa dorata da collezione che ripropone i modelli decorativi di Casanova. La Scuola di Scenografia dell’Albertina, in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, ha inoltre realizzato un suggestivo allestimento multimediale attorno alla statua della Minerva, scolpita da Vincenzo Vela e situata nella corte d’onore del Rettorato. L’installazione multimediale rientra anche nell’ambito di Universo, il palinsesto annuale di proposte culturali che l’Ateneo offre alla cittadinanza con l’intento di trasformare il sapere in bene comune. Partecipa al progetto anche SIAT, Società degli Ingegneri e Architetti in Torino, con un calendario di cinque incontri descritti nel calendario allegato al comunicato. Grazie a SIAT potremo usufruire della APP Architettour Itinerari di Architettura a Torino. Con il progetto Disegnare la città collaborano inoltre: l’Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Torino, l’Università degli Studi di Torino, il Museo Storico Reale Mutua, il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto, il Museo Nazionale dell’Automobile, il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, il Museo Nazionale del Cinema, il Teatro Stabile di Torino, il Conservatorio Giuseppe Verdi, l’ATTS – Associazione Torinese Tram Storici, l’Associazione Commercianti via Po e i Rotary Club Torino Palazzo Reale e Torino Re Umberto. Con il supporto di questi partner verrà proposto alla città un ricco programma di eventi culturali, connessi ai temi della mostra e calendarizzati nei cinque mesi del progetto, dal 1 ottobre 2021 al 1 marzo 2022. Il catalogo, che raccoglie i contributi di tutte queste istituzioni, è edito da Albertina Press in co-edizione con Gli Ori – Editori Contemporanei. Il progetto ha il patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Torino ed è realizzato con il sostegno della Reale Mutua Assicurazioni, della Fondazione CRT, della Camera di Commercio di Torino, dell’Università degli Studi di Torino e di Baratti & Milano.

 

CARIGNANO. MOSTRA “I TRE COTTINO”

COLLEGNO. “LORENZO ALESSANDRI TRA INCONSCIO E SURREALE”

Aperta a Collegno, presso la Sala delle Arti, la mostra “Lorenzo Alessandri tra inconscio e surreale“. Organizzata dall’associazione culturale Le Tre Dimensioni e a cura di Monica Col. Aperta con ingresso gratuito, fino al 9 novembre 2021, con un lungo e fitto calendario di eventi e dibattiti.  “A ridosso dell’anniversario della morte di Lorenzo Alessandri, avvenuta il 15 maggio 2000 a Giaveno, sono davvero felice di dare l’annuncio ufficiale delle date di apertura della mostra – dichiara Monica Col  curatrice della mostra e Presidente dell’Associazione Le Tre Dimensioni –. É un progetto curatoriale che vede coinvolte dieci collezioni private per un totale di 49 opere per lo più mai esposte al grande pubblico più due riproduzioni delle opere relative ai due atterraggi al villaggio Leumann di Collegno: Atterraggio a Leumann a e Eclissi Albina. Un ritratto inedito e lontano dalle opere più spiazzanti e aggressive che hanno caratterizzato l’ultima produzione, ma anche un percorso in cui i giovani potranno ritrovare in Alessandri il precursore di figure a loro ben note. L’intento vuole essere quello di accostare alla figura di questo grande artista piemontese, definito il primo dei surrealisti italiani, un pubblico di tutte le età. La mostra sarà una lettura del Maestro contemporanea, ma nello stesso tempo trascendente, tesa al vero e reale, ma volta anche l’aldilà di ciò che si manifesta. Lontana dalle produzioni più note, ma vicina a un occasione di ricerca dell’uomo dietro l’artista, a un ritratto inedito, mai visto. Un viaggio da un’opera a un’ altra, da un periodo di produzione artistica all,’altro, con l’obiettivo di capire e carpire l’artista più intimo. Quello degli studi, della soffitta macabra, delle bambole e dei mostri, ma anche quello alla scoperta della religione. La scoperta di un materiale che è fatto essenzialmente di sguardi. “ Previsti durante tutto il periodo della mostra quattro laboratori didattici a cura di Francesca Ilva Carosi e Giovanna Ciquera. Le attività sono pensate per bambini dalla scuola dell’Infanzia fino ai ragazzi delle superiori , che avranno così modo di scoprire i dipinti di Alessandri in modi insoliti e divertenti. Previsti anche numerosi incontri. Dalla conferenza di apertura dello storico dell’arte GianGiorgio Massara, al laboratorio di “ricerca espressiva dell’alterità che alberga in noi” tenuto dalla psicologa Henni Rissone. In mezzo un fitto e ricco calendario di incontri sulla figura di Alessandri vista nelle sue mille sfaccettature.

Orari di apertura al pubblico : Lunedì martedì chiuso – Mercoledì  – Giovedì – Venerdì 14.30 – 19.30  Sabato e domenica 10.30 – 13.00   14.30 – 19.30

Scuole tutte le mattine su prenotazione dal sito www.lorenzoalessandri.com 

Info : letredimensioni.associazione@gmail.com

 

FONDAZIONE AMENDOLA: GIUSEPPE GROSSO 1950-2010

DOMENICA DI CARTA AL CASTELLO DI RACCONIGI – 10 OTTOBRE 2021

Il 10 ottobre, in occasione dell’iniziativa “Domenica di Carta”, il Castello di Racconigi, tra i luoghi della cultura della Direzione regionale Musei Piemonte del Ministero della Cultura, offre appuntamenti dedicati al libro e alla lettura in collaborazione con l’Associazione Le Terre dei Savoia. Protagonista degli eventi il nuovo percorso Vita privata di un re, aperto dal luglio scorso, che si arricchisce di proposte rivolte agli adulti e ai visitatori più giovani. C’era… tante volte. Storie per bambini principini: visita per famiglie durante la quale le sale del Castello, facenti parte del nuovo percorso di visita, diventano lo scenario per leggere e raccontare storie di ieri e di oggi ai bambini presenti, in un costante rimando tra i brani letti, gli ambienti e la straordinaria collezione di volumi della Biblioteca di Carlo Alberto.

Orario: 15.30; 17.30.

Biglietti: la partecipazione è subordinata all’acquisto del biglietto per la visita al Castello e al pagamento del costo della visita guidata di € 5,00.

Tra le pagine del Castello: titolo che accompagna la lettura del Castello come se fosse un libro, una biblioteca dove i principi di Carignano e poi i re di casa Savoia vollero raccontare di sé al mondo o celare le proprie passioni in ambienti riservati a pochi. Al centro il percorso Vita privata di un re che ha come straordinario cuore la Biblioteca di Carlo Alberto, arricchita poi dall’ultimo re d’Italia Umberto II. Non mancheranno curiosità tra scritti autografi di Carlo Alberto, particolari letture da Dante Alighieri per i 700 anni dalla morte e tanti riferimenti ai libri che il sovrano citò nelle sue lettere.

Orario: 11.30; 14.30; 16.30.

Biglietti: la partecipazione è subordinata all’acquisto del biglietto per la visita al Castello e al pagamento del costo della visita guidata di € 5,00. Un viaggio digitale: per tutta la giornata nel Salotto Letterario del bookshop del Castello, con l’ausilio di tablet e di un monitor touch screen, una guida presenta ai gruppi di visitatori il progetto dedicato alla Biblioteca di Carlo Alberto. Si tratta di una piattaforma online su cui trovare notizie e curiosità, ma anche suggerimenti per vivere in modo innovativo un vero e proprio viaggio digitale, grazie a una selezione di alcuni tra gli oltre cinquemila testi conservati nella Biblioteca, consultabili anche attraverso i tablet disponibili nel Salotto Letterario.

Orario: 10.00-18.30. Ingresso gratuito.

 

 

REGGIA DI VENARIA: PROGETTO LABCUBE REALE#GREEN

i 10 prototipi del progetto labcube reale#green

in mostra alla reggia di Venaria

(da sabato 2 ottobre a domenica 5 dicembre)

Prende il via il 2 ottobre 2021 il progetto Labcube Reale#Green, nato dalla collaborazione tra Confartigianato Torino, Camera di commercio di Torino, FabLab Torino,Turn Design Community e la Reggia di Venaria. L’evento, che gode del Patrocinio della Città di Venaria, della Città Metropolitana e ha La Stampa come media partner, si inserisce nell’ambito della programmazione 2021 della Reggia di Venaria,  #LaVenariaGreen, dedicata al tema del paesaggio, della sostenibilità e dell’ambiente. Inoltre, Labcube Reale#Green rappresenta l’evoluzione del progetto Labcube Reale realizzato nel 2019.   I 10 prototipi saranno esposti a partire da sabato 2 ottobre fino a domenica 5 dicembre, presso il bookshop della Reggia di Venaria, e si ispirano ai temi della sostenibilità, del paesaggio e del green, nonché all’“infinita bellezza” che dà il titolo alla mostra in corso alla Reggia di Venaria. Labcube Reale#Green è una rassegna collettiva, un compendio del bello e del ben fatto, che ha visto come protagonisti 10 gruppi di lavoro, composti ciascuno da un artigiano e un designer, che si sono cimentati con medium espressivi diversi (carta, ceramica, ferro, tessuti, ecc.) e che hanno realizzato 10 oggetti, fornendo interpretazioni e sguardi differenti sul green.

 

BIENNALE 2021 DI ARS CAPTIVA. ROTONDA DEI TALUCCHI E ACCADEMIA ALBERTINA

Quest’anno sarà l’Accademia Albertina di Torino a ospitare la Biennale 2021 di Ars Captiva, e lo farà in uno dei suoi spazi più suggestivi e singolari: la “Rotonda” Talucchi, recentemente ristrutturata e riportata al suo splendore originario. Il tema di questa edizione è Persistenze. L’archetipo nei contenuti e nei  linguaggi dell’arte contemporanea. Concept. Per secoli la cultura occidentale ha fatto ricorso al mito e all’eredità classica per tentare di tenere in vita un dialogo con il passato e con la memoria collettiva, fondamento anche  della nostra identità individuale. Oggi la pandemia ci ha reso consapevoli dell’estrema fragilità dell’esistenza umana in un ecosistema che abbiamo contribuito a compromettere. Pensando ad un futuro utopico, quale ruolo potremmo avere in un nuovo ed ipotetico sistema ancora da delineare? Il ricorso al mito classico e alla storia ci può aiutare a ripensare il mondo, attraverso l’operare artistico? A concepire un futuro che nasca dalle nostre radici, ammettendo l’idea per cui niente sarà più come prima? Queste sono le considerazioni nate per ispirare le opere di pittura, scultura, fotografia, grafica, video, installazione e performance dei giovani artisti partecipanti alla Biennale 2021. Ma Persistenze è anche qualcos’altro: da quest’anno è il nome della prima Open Call nazionale che Ars Captiva ha rivolto a tutti gli studenti delle scuole pubbliche e private italiane di indirizzo artistico. L’obiettivo? Realizzare l’immagine-guida della Biennale stessa, un’immagine di forte connotazione semantica e di impatto visivo per la comunicazione delle iniziative legate all’evento. Una giuria di esperti grafici e designer ha scelto il progetto vincitore e gli elaborati migliori che andranno ad arricchire la mostra nella Rotonda; Una esposizione virtuale li raccoglierà e proporrà sui canali social dell’Associazione.

Biennale 2021 dell’Associazione CREO-Ars Captiva – Rotonda del Talucchi  e aule storiche dell’Accademia Albertina di Belle Arti – via Accademia Albertina, 8 – Torino –  8 — 24 ottobre 2021. Modalità di visita – Orari: venerdì 15.00 -19.00  sabato e domenica 10.30 – 12.00 / 15.00 – 16.30  Per i gruppi è necessaria la prenotazione al numero 339.3665992

 

FONDAZIONE 107. “TAKE CARE PROJECT”, “PEPITABADASS” E “SUTURA”

Intensa stagione autunnale per Fondazione 107, sabato 9 ottobre potrete visitare presso gli spazi espositivi di Via Sansovino 234 in Torino:

  • Il “Take Care Project” a cura di Federico Piccari dove saranno esposte le mascherine dei 160 artisti partecipanti e le mostre personali dei vincitori:
  • “Pepitabadass” di Iaia Filiberti e
  • “Sutura” di Roberto Maria Lino.

Take Care Project, progetto iniziato nel 2020 in piena pandemia e giunto ora alla prima tappa espositiva con la presentazione delle 160 mascherine prodotte dagli artisti che hanno aderito all’invito. Contemporaneamente saranno presentate le due mostre personali dei vincitori del concorso: Iaia Filiberti e Roberto Maria Lino, vincitori ex-aequo. Il Take Care Project vuole essere una metafora dei nostri tempi di cui evidenzia alcuni elementi caratterizzanti: la mascherina, l’oggetto su cui gli artisti hanno lavorato – un foglio bianco per scrivere la loro esperienza in tempo di pandemia. Il prendersi cura attraverso l’invito in un sistema a cascata. L’elemento democratico della partecipazione dove ogni artista o curatore è stato libero di invitare chi riteneva. La votazione, avvenuta via internet sul sito di fondazione 107 che ha evidenziato il potere dei social e la forza comunicativa individuale di ogni artista partecipante al progetto. Take Care, prendersi cura, è la parola d’ordine e l’insegnamento che dovrebbe esserci rimasto impresso sulla pelle dopo le prime ondate della pandemia, l’epidemia asiatica che ha travolto le nostre vite e dato inizio a una nuova era. Prendersi cura degli altri, di chi è più debole e ne ha più necessità in una società che da troppo tempo ha esaltato il benessere individuale a scapito di un sano principio di comunità. Nelle 160 mascherine esposte gli artisti hanno espresso sentimenti contrastanti: chi ha trasformato la mascherina in un ex-voto, chi nel desiderio di un prato, chi in una scultura impossibile da indossare, chi in un messaggio scritto, chi in un incontro tra popoli, chi in una barriera di spine, chi in una forma di protesta e chi in un’amaca pronta a cullarvi. I due vincitori del Take Care Project sono: Iaia Filiberti artista di Milano, nella mostra personale presenta “Pepitabadass” e Roberto Maria Lino artista di Napoli che presenta “Sutura”. Iaia Filiberti ci introduce nel mondo di Pepita, il personaggio vicino al mondo del fumetto nato dalla sua penna nel 2001 che potremmo definire il suo alter ego. Badass tradotto dall’inglese vuol dire prepotente ma anche sfrontata, tosta, una che non si piega. Iaia Filiberti lavora su tematiche sociali a cui da voce attraverso Pepita, la sua posizione non è mai politically correct e si espone con piglio curioso e impavido attraverso disegni a china nera su carta. Pepita è un’eroina dei nostri giorni che trae spunto dal passato per ricontestualizzarsi nel presente. In Fondazione 107 l’artista presenterà una serie di chine di grandi dimensioni che hanno come protagonisti Pepita e le forze armate. Roberto Maria Lino presenta “Sutura” una video performance registrata nello spazio industriale di Fondazione 107 in cui cuce uno stendardo utilizzando la stoffa degli abiti che indossa quotidianamente, strappandoseli di indosso sino a rimanere nudo e coprirsi con il drappo da lui stesso cucito e rammendato. Cuce i brandelli di stoffa intervallandoli con le pezze strappate dai camici da lavoro di suo padre, medico chirurgo di cui porta lo stesso nome. E’ così che Roberto Lino desidera affermare la difficoltà dei rapporti familiari per le giovani generazioni nel ritagliarsi un posto autonomo in un mondo molto spesso preconfezionato. Con ago e filo manifesta il desiderio di trovare un punto di incontro nella fiducia per le reciproche scelte.

Catalogo in mostra “Take Care Project”.

 

IVREA. MOSTRA PERSONALE DI GIANNA PASCARELLI

Venerdì 8 ottobre, alle ore 18,00, presso la sede dell’Associazione culturale OroArgento, in corso Vercelli 122 a Ivrea, verrà inaugurata la mostra di sculture dedicata al ricordo di Gianna Pascarelli, socia fondatrice dell’ Associazione stessa e scomparsa dopo una breve ma inesorabile malattia il 24 Dicembre del 2020. L’ esposizione si compone di ventiquattro opere che illustrano il percorso e la lunga e profonda ricerca espressiva condotta dall’artista nel corso di almeno trent’anni di attività. Gianna Pascarelli, dopo gli studi compiuti a Milano presso l’Ateneo Artistico 3° , accanto alla propria attività professionale di grafica illustratrice e art counselor, ha sviluppato negli anni, attraverso la scultura in argilla, quella ricerca interiore che le ha consentito di realizzare forme di estrema purezza e di intensa spiritualità. Come lei stessa afferma nell’introduzione del catalogo della sua mostra “ Touch” svolta presso la sede della Comunità di Etica Vivente di Città della Pieve nel 2015, “ Un punto di luce unisce la terra e il cielo, e quel punto di luce è l’uomo nella sua interezza, siamo tutti noi alla ricerca dell’unità.” L’unità, che diventa, attraverso le sue sculture, il rapporto armonico, attentamente cercato, tra gli elementi che le compongono: la materia, la luce, la linea, la forma nel suo insieme e lo spazio. Ciò che muove tutta l’esperienza artistica di Gianna Pascarelli è  il significato, senza di questo la sua ricerca si esaurirebbe in puro esercizio estetico, in bellezza astratta priva di messaggio. È ancora Gianna a dire quale è la sostanza profonda delle sue opere : “ ….il percorso di una vita, la ricerca di un senso che si svela proprio solo vivendo, attraverso perdite e cadute, attivando i nostri valori, cercando l’essenza dopo aver lasciato tutto quello che non serve, diventando trasparenti.”  I soggetti delle sue sculture sono perciò fortemente ancorati al significato che le ha ispirate, e in questo senso possono tradursi in  simboli di valori ideali, espressi attraverso la forma. Lo studio della scultura con indirizzo antroposofico, approfondito a Milano con il Maestro Martin Gerull, le ha consentito di affrontare le tematiche a lei care, con sentimento certo, ma anche con grande padronanza nel mettere la forma in relazione con il concetto. L’ impegno per la diffusione dei valori che sostenevano il suo fare e il suo sapere , si è fatto ancora più concreto con la nascita dell’ Associazione OroArgento di cui è stata socia fondatrice insieme a Giusi Grossi, Cristina Vizzino e Fabio Rivara. Per molti anni ha profuso generosamente le sue conoscenze e la sua umanità alle tante persone che hanno frequentato il centro, creando insieme agli altri fondatori, preziose occasioni culturali di incontro su temi legati alla crescita spirituale di ognuno, all’arte, alla scienza e al costume locale. Gianna Pascarelli ha partecipato a numerose mostre. In particolare è stata presente a Castellamonte, sia come artista in occasione di alcune edizioni dell’ annuale Mostra della Ceramica, sia operando direttamente in loco nel laboratorio/esposizione allestito presso il centro Ceramico Fornace Pagliero negli anni 2006 e2007. Nel 2009 con la scultura “ L’incontro” ha vinto il concorso “Progetto Arte e Guarigione” indetto dalla Comunità di Etica Vivente di Città della Pieve.

La mostra sarà visitabile da venerdì 8 a domenica 17 ottobre con il seguente orario :

Lunedi – Venerdì    16,00 ­ 19,00  Sabato e Domenica  10,00 – 12,30 e 16,00 – 19,00  Info:  328 7069713 – 320 4156989 – 338 6948823

 

ASTI. MOSTRA “ IL COSTUME TEATRALE. OPERE DELLA FONDAZIONE EUGENIO GUGLIELMINETTI”

Asti, corso Alfieri 375. Contatti: fond.eugenioguglielminetti@gmail.com

Promossa dalla Fondazione Eugenio Guglielminetti in collaborazione con Comune di Asti, Fondazione Asti Musei, Provincia di Asti e con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e Reale Mutua Assicurazioni, la mostra “ Il costume teatrale. Opere della Fondazione Eugenio Guglielminetti” sarà inaugurata venerdì  8 ottobre 2021 alle ore 17. Dalle sezioni scenografiche della Fondazione Eugenio Guglielminetti sono stati selezionati quaranta bozzetti per costumi di scena eseguiti da prestigiosi Maestri della scenografia internazionale operanti nel Novecento ed ordinati nelle sale di Palazzo Alfieri. Nell’ambito del centenario del Maestro Eugenio Guglielminetti, il visitatore è accolto dai celebri disegni a carboncino e pastelli premiati con il Sigillum Magnum dell’Università di Bologna (La Celestina, 1962; L’Ufficiale reclutatore 1963) e dai “costumi – ritratto” teatrali.  Dal nucleo storico delle collezioni, sono raccolti i bozzetti originali dello scenografo di San Pietroburgo Leon Bakst (1866- 1924) estroso creatore dei costumi per i Balletti Russi di Diaghilev a Parigi nel 1910, l’acquarello datato1922 dal francese George Zarbier (1882- 1932) e il figurino di Caramba- Luigi Sapelli, artefice nel 1909 della Sartoria teatrale “Casa d’Arte” del Teatro alla Scala di Milano, di cui fu il primo direttore degli allestimenti scenici dal 1921 al 1936. La preziosa tempera per “Il principe Igor” di A. Borodin eseguita da Nicola Benois (1901-1988), attivo a Parigi, Roma e Milano con il padre Aleksander, accanto al bozzetto di Lila De Nobili (Lugano 1916- Parigi 2002) per “Il Cirano di Bergerac” introducono le testimonianze della tradizione novecentesca con  il disegno (1959) di Corrado Cagli, la tecnica mista per “Turandot” del costumista fiorentino Fernando Ghelli (1920- 2016), i bozzetti di costume disegnati dallo scenografo romano Giovanni Agostinucci per il celebre cantante lirico Placido Domingo ne “I Pagliacci”di R. Leoncavallo rappresentati all’Arena di Verona nel 1995. Di particolare interesse si rivelano i bozzetti della scenografa Marisa D’Andrea Polidori (Roma 1923-2015),   il figurino per “Curzio” ideato nel 1957 da Maurizio Monteverde (Roma 1933-2007) per “La devozione della croce” di Calderon  De La Barca al Teatro Sant’Erasmo di Milano, con regia di Franco Enriquez. Nell’articolata sezione di autori per i testi classici compaiono i plastici costumi di Paolo Bernardi per “Ifigenia in Tauride”di Goethe con regia di G. Gianotti allo Staatstheatre di Lucerna (1986), il figurino di Roberto Francia (Roma 1938- 2009) per il dramma rinascimentale “La Venexiana”, premiato con “La noce d’oro” nel 1965 ed i possenti disegni ad inchiostro e tempera per i “Gladiatori” di Mario Perosino (1930- 2008). Ai giocosi pastelli di Emanuele Luzzati (1921-2007) per la fiaba di A. Gozzi “La donna serpente” si accostano la stilizzata “Salomè” di Enrico Colombotto Rosso (1925- 2013) dal testo di O. Wilde con regia di F. Enriquez (1971), il disegno a china di Ottavio Coffano per il wagneriano “Sigfrido”, l’originale “Gallina” di Ivan Stefanutti per “Le convenienze e inconvenienze teatrali”, opera di Gaetano Donizetti rappresentata alla Fenice di Venezia con regia di U. Gregoretti nel 1988. La raffinata sezione di costumi femminili raccoglie le creazioni di Alberto Verso ( Messina 1941- Roma 2007) per l’attrice Anna Proclemer ne “La lunga giornata verso la notte” di E. O’ Neill con la regia di Mario Missiroli (1988), l’elegante tempera di Luisa Spinatelli per l’attrice Olga Villi  “La Signora Clandon” in “Non si può mai sapere” di G. B. Shaw (1986), i vivaci bozzetti di Mariolina Bono (1940- 2013), originale costumista teatrale e televisiva. Compaiono inoltre i minuziosi disegni di costumi dello scenografo toscano Maurizio Balò ed i bozzetti del costumista Enrico Rufini, attivo dal decennio Sessanta in produzioni musicali televisive. Estrose e colorate, le fantasiose crinoline di Loredana Zampacavallo per “La vita di Mozart”si accordano alle “Bambine” (1962) di Maria Bona Tambini, all’acquarello di Silvia Polidori per “Una serata futurista”, ai disegni a china, datati1970, di Paola De’ Cavero, già docente all’Accademia Albertina di Torino. Un particolare omaggio è riservato ad Antonio Guarene, architetto costruttore degli allestimenti del Teatro Sant’Erasmo di Milano in collaborazione con Eugenio Guglielminetti nel decennio Sessanta ed antesignano del disegno.

La mostra, a cura di Marida Faussone e Giuseppe Orlandi, sarà visitabile fino al 31 dicembre 2021 con il seguente orario: martedì- domenica 10-19; sabato e domenica al 388 1640945 o prenotazioni@fondazioneastimusei.it

 

CUNEO. SCRITTORINCITTÀ, 23^EDIZIONE

17-21 novembre 2021

Scrittorincittà torna a Cuneo da mercoledì 17 a domenica 21 novembre 2021 per la sua XXIII edizione. Il filo conduttore di quest’anno, intorno al quale autori italiani e stranieri saranno come sempre chiamati a esprimersi, riflettere, confrontarsi, è Scatti. Scrittorincittà è un’iniziativa del Comune di Cuneo, in collaborazione con la Provincia di Cuneo e la Regione Piemonte, ed è organizzato dall’Assessorato per la Cultura del Comune di Cuneo e dalla Biblioteca civica. Come ogni anno scrittorincittà proporrà incontri, reading e laboratori per adulti, ragazzi e bambini con scrittori, giornalisti, artisti e protagonisti di tutti gli ambiti: dalla letteratura all’arte, dallo sport al cinema, dalla scienza alla musica. Quest’anno, compatibilmente con l’evoluzione dell’attuale situazione sanitaria, lo farà con modalità ibride, con alcuni incontri online e altri in presenza, diffusi in varie sedi della città di Cuneo, alcuni dei quali trasmessi anche in streaming per dar modo anche al pubblico lontano di seguire, in un anno che impone la contingentazione dei posti a sedere negli spazi fisici. Scatti, come balzi, come salti per andare avanti dopo mesi di immobilità fisica. Scatti in avanti per la scoperta, scatti d’ira contro le offese agli ultimi e scatti di orgoglio per riannodare la giustizia. Accelerazioni per rimettere in sesto il pianeta o il pezzetto di pianeta intorno a noi. Scatti come i clic delle istantanee – dell’universo e di casa nostra – perché la realtà è sempre più complicata e ha bisogno di album infiniti per essere catturata. Scatti rubati. Scatti che non hanno frontiere. Protagonisti del festival sono autrici e autori che gli scatti provano a farli. Storie che si muovono in territori inesplorati o racconti del nostro quotidiano catturati con occhi nuovi, coraggiosi. Per i bambini, per i ragazzi gli scatti sono la vita stessa, il loro modo di stare al mondo. È il momento di andare avanti, insieme: pronti agli scatti. Scrittorincittà ha come primo obiettivo quello di promuovere la lettura per tutti, dagli adulti ai ragazzi e ai bambini. Per questo è tra i festival in Italia che dedica maggior spazio agli appuntamenti per i ragazzi, con un ricchissimo programma per le scuole, da quelle per l’infanzia alle superiori, che anche quest’anno non mancherà. L’anno di scrittorincittà è iniziato con alcune anteprime legate al Giorno della Memoria e al Giorno del Ricordo. Altri appuntamenti anticiperanno il festival vero e proprio. Il programma scuole sarà presentato online venerdì 8 ottobre in streaming, mentre il programma adulti sarà reso noto a inizio novembre nel corso di una conferenza stampa che si svolgerà in presenza ma che sarà trasmessa anche online. Scrittorincittà come sempre dà voce e fa conoscere ai lettori gli autori che nell’ultimo anno hanno esordito nella narrativa in lingua italiana. Il vincitore del Premio Città di Cuneo per il Primo Romanzo di quest’anno è L’angelo di Monaco di Fabiano Massimi (Longanesi). Come ogni anno il vincitore, insieme agli altri autori segnalati per il Premio – Simona Tanzini (Conosci l’estate?, Sellerio), Maurizio Mattiuzza (La malaluna, Solferino), Martina Attili (Baci amari e musica d’autore, Longanesi) – e all’autore selezionato dalle scuole tra le proposte del Festival du premier roman de Chambéry, Laurent Petitmangin (Ce qu’il faut de nuit, La manufacture de livres), incontrerà i lettori durante scrittorincittà.

 

“TACCIANO LE ARMI” MOSTRA E LIBRO – REPORTAGE SUL KURDISTAN IRACHENO NEI GIORNI DELLA VISITA DI PAPA FRANCESCO

Il Ricetto per l’Arte – Agorà della Valsusa – di Almese (To) inaugura, sabato 9 ottobre ore 17.00, la mostra “Tacciano le armi” fotografie di Stefano Stranges e Marioluca Bariona,  realizzata con il Patrocinio della Città di Almese, dell’Unione Montana Valle Susa e della Città Metropolitana.

La mostra che si compone di 32 scatti che documentano la vita dei rifugiati nei campi profughi stremati dalla guerra e dei cristiani perseguitati sia per la fede religiosa sia per essere dell’etnia Kurda. Le foto corredano il libro – reportage “Tacciano le armi” di Adriana Fara, Stefano Stranges e Marioluca Bariona con la collaborazione di FOCSIV, le traduzioni in inglese di Alessandra Mariano, pubblicato da Edizioni Eugraphìa nella collana di saggistica Skepsi. In occasione della mostra saranno proiettati due video della durata di dieci minuti, realizzati durante il viaggio dei tre autori nel Kurdistan iracheno a marzo scorso, in occasione della visita di Papa Francesco in quelle terre. Con questa esposizione si realizza un altro tassello importante nel progetto dell’Agorà della Valsusa che ha avuto il suo inizio nella primavera del 2019.