STORIA – La Peste a Chieri nel 1630.

(Prima Puntata)

Si diffuse a partire dal maggio 1630; si dice che causa della sua diffusione furono le Altezze Reali, che sapendo del contagio in città a Torino, presero con se armi e bagagli per trasferirsi in altro luogo, chi a Mondovì, chi ad Asti, chi a Chieri. Partiti i Nobili vennero prese le misure per contenere il contagio, il Magistrato di Sanità ordinava sotto pene severe (100 scudi ai ricchi e “tre tratti di corda” ai poveri, a chi osava mettere piede sul territorio torinese e suoi contorni. Nel maggio 1630 non c’era notizia di contagi in Chieri, tanto che molti Nobili torinesi si trasferirono in Chieri; la stessa Corte si era trasferita nel convento dei Carmelitani sulla collina a Pino torinese dove risiedette fino ad agosto . E proprio nel mese di giugno iniziarono a manifestarsi casi di peste. Non era certo che il contagio fosse stato portato dai “torinesi” trasferiti a Chieri; Agostino Bucci, dottore medico e filosofo di quel tempo sosteneva che la causa fosse la povertà, “… che costringe i poveri ad usare cibi tristi come i frutti, le herbe, et radici, et bere acqua,… i corpi s’empiono di cattivi humori, i quali soprauenendo poi il caldo della state si putrefanno di velenosa putredine, alla quale segue il contagio” . Nel giugno 1630 nella Confraternita di S Croce si contano 37 deceduti; nelle “Memorie si S Maria e di S Andrea” si legge che il 24 giugno si è scoperto il mal contagioso in casa di Biagio Montuto, in quartiere Arene, morirono 5 persone della stessa famiglia e di altre due persone sempre in quartiere Arene. La Principessa Cristina, ospite in città dai Padri Barnabiti , intervenne in preghiera ai Vespri del 24 giugno nella chiesa dei Padri Barnabiti. Ma il contagio si diffuse flagellando tutti i quartieri della città, soprattutto nei mesi di luglio ed agosto 1630

Carlo Bagnasacco

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