PIEMONTE ARTE: GROSSO, IVREA CAPITALE DEL LIBRO, GIORNO DELLA MEMORIA, KURANT, CALASCIBETTA, PEjRONE, CARBONE…

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

 

COLLEGNO. IL SEGNO DI GIUSEPPE GROSSO ALLA SALA DELLE ARTI

Nella Sala delle Arti di Collegno si apre venerdì 4 febbraio, alle 18, la mostra “Giuseppe Grosso. Una storia di incisione”, organizzata dall’Associazione Culturale “Gli Argonauti”, con l’intervento del Sindaco Francesco Casciano e dell’Assessore alla Cultura Matteo Cavallone, e il patrocinio del Comune di Collegno e Ragione Piemonte. I segni e i percorsi della vita si intersecano e sovrappongono nel discorso di Giuseppe Grosso, nelle pagine di una stagione che di volta in volta si rinnova, ricompone e ritrova il senso profondo di un’esistenza condotta all’insegna della cultura e dell’arte. Un’esistenza che la successione delle mostre mette in assoluta evidenza tra impegno sociale e immagine, frammenti di personali eventi e il dialogo con la natura, in una sorta di interiore visione di un tempo che gli appartiene indissolubilmente. L’uomo e l’artista, la cultura e la storia, diventano un unico momento espressivo condiviso e ampliato con Vera Quaranta, con una ricerca che trasforma in profonda narrazione una quotidianità rivisitata e reinterpretata. La stagione di Giuseppe Grosso si dispiega attraverso le dolorose sofferenze della Seconda Guerra Mondiale, le lotte sociali e l’indagine tecnico-concettuale intorno alle esperienze legate alle pagine incise, che arricchiscono questa retrospettiva, ordinata nella storica Sala delle Arti di Collegno e organizzata dall’Associazione Culturale “Gli Argonauti”, di cui Giuseppe Grosso è stato in assoluto uno dei protagonisti. Dopo la recente mostra alla Fondazione Giorgio Amendola e Associazione Lucana, curata da Pino Mantovani, questo nuovo appuntamento permette di ripercorrere il suo cammino all’interno di una figurazione delineata e incisa secondo una poetica che unisce realtà e coinvolgente naturalismo, un angolo dello studio e l’essenziale e metafisica descrizione delle barche sul Po. Una rappresentazione risolta all’insegna di una limpida luminosità atmosferica, di uno spazio compositivo che lega il periodo dei balconi alle immagini di una Maremma ripresa, interpretata e trascritta con un segno profondamente meditato. E così si rinnova, foglio dopo foglio, una raffigurazione segnata dal filo spinato, da un singolare racconto, da una scrittura che rivela e stabilisce decisive connessioni con i lontani ricordi della gioventù mediante una vibrante tensione emotiva. Vi è nelle pagine incise il fascino di una staccionata fitta di rami o di una natura morta con melograni o, ancora, della “Tomba del tesoro”, mentre la natura affiora da riflessioni che riconducono al fluire dei giorni, degli incontri e di una linea penetrante che fissa un profilo, un’imponente quercia e un paesaggio intensamente vissuto. Le incisioni di Grosso fanno parte dell’arte del secondo Novecento per quella tensione espressiva e controllata resa del soggetto, che trova riscontri nell’iniziale formazione, dal 1945 al 1948, ai corsi dell’Accademia Libera di Belle Arti al Valentino che Lucio Cabutti ha documentato nella mostra “Quell’alba del tre agosto mezzo secolo fa”, allestita nel 1995, con il coordinamento di Vera Quaranta, proprio alla Sala delle Arti, e corredata dal catalogo delle edizioni Omega Arte. Una pubblicazione che riporta l’attenzione sulle presenze di amici e artisti come Alfredo Billetto, Nino Aimone, Pippo Bercetti, Clizia (Mario Giani), Nando Eandi, Mario Gellato con accanto lo scultore Mario Giansone, i gessi di Anna Jarre e i ritratti di Carlo Terzolo e Luciano Verdiani. E da quel periodo, il dettato di Grosso si è sviluppato con energia, tra il fondamentale insegnamento delle tecniche calcografiche e la definizione di un proprio linguaggio, tra la tessitura segnica dell’acquaforte “Pesci” e la “Finestra gotica”, le facciate con vasi fioriti e la sottile vena malinconica di un interno con una giovane donna ripresa di spalle, dinanzi alla finestra. Impressioni e contenuti di un dire che esprime le segrete sensazioni, le attese e i notturni silenzi. Giuseppe Grosso ritorna idealmente nel laboratorio d’incisione degli “Argonauti” con l’indistruttibile volontà di trasmettere il clima di una ricerca scandita dalle lastre inchiostrate, dai fogli appena stampati delle prove d’artista, dalle cartelle di grafica con i girasoli, i balconi liberty e un bucranio.

                                           Angelo Mistrangelo

 Collegno, Sala delle Arti, Parco Gen. C.A. Dalla Chiesa, in via Torino 7, orario:mercoledì-domenica 14,30-18,30, sino al 20 febbraio.

 

LA CANDIDATURA DI IVREA CAPITALE ITALIANA 2022 DEL LIBRO IN VA IN FINALE: IL MINISTERO HA ANNUNCIATO LA SHORT LIST

Costanza Casali

Ivrea è entrata in finale per il titolo di Capitale italiana del libro 2022. La notizia è arrivata oggi dal Ministero della Cultura che ha individuato le otto candidate che accederanno alla fase finale della selezione. La Commissione giudicatrice è composta da Gerardo Casale, Stefano Eco, Cristina Loglio, Valentina Sonzini, e presieduta da Marino Sinibaldi. Ora le finaliste dovranno sottoporsi alla prova orale che prevede un incontro con la giuria, con lo scopo di approfondire il progetto per determinare la valutazione che condurrà all’assegnazione del titolo. L’incontro avverrà nei prossimi giorni secondo un calendario indicato dal Ministero. Grande soddisfazione a Ivrea per la notizia. Come sottolinea l’Assessore alla Cultura Costanza Casali “Sono molto felice di questo risultato che sottolinea la qualità del nostro progetto e del metodo di lavoro. Accedere alla fase finale della competizione è già un obiettivo centrato, soprattutto pensando all’alto livello della Giuria. Ci abbiamo creduto anche quando l’obiettivo sembrava quasi irraggiungibile. Ci tengo a ringraziare tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito alla realizzazione del progetto di candidatura. Ora ci prepareremo per l’audizione in cui ci sarà data la possibilità di approfondire i contenuti del dossier e il programma di iniziative che vogliamo realizzare a Ivrea nel corso dell’anno. Il nostro obiettivo è far diventare la lettura un’opportunità di sviluppo per l’intera società”. Prosegue Stefano Sertoli, Sindaco di Ivrea “Il lavoro per la candidatura di Ivrea Capitale Italiana del Libro ha consentito di progettare e organizzare eventi con ricadute sulla Città nel breve e nel medio periodo. Questo primo importante risultato dimostra come Ivrea sia una comunità attiva capace di esprimere nuovi progetti, guardando al futuro. Un grazie particolare va a tutta la comunità eporediese e a coloro che, a livello regionale e nazionale, ci stanno sostenendo nel percorso”.

Il progetto di candidatura di Ivrea è incentrato sulla Comunità, intesa nell’accezione olivettiana. Il dossier di candidatura di Ivrea al titolo di Capitale Italiana del Libro 2022 è disponibile sul sito https://ivreacapitaledellibro.it/ e aperto alla consultazione di tutti.

La città vincitrice, a cui spetterà il contributo ministeriale di 500.000 Euro, raccoglierà il testimone da Vibo Valentia Capitale 2021, che è seguita a Chiari (BS), prima Capitale Italiana del Libro nel 2020.

 

CHIERI, BIBLIOTECA. PER IL GIORNO DELLA MEMORIA CONFERENZA STERMINIO EBREI

In Sala Conferenze, alle 21 in occasione del Giorno della Memoria 2022, giovedì 3 febbraio, Barbara Berruti, vicedirettrice di Istoreto, terrà la relazione 20 gennaio 1942: la Conferenza di Wannsee e lo sterminio degli ebrei europei. A ottant’anni da quell’incontro tra esponenti di primo piano del regime nazionalsocialista, si tratta di un’occasione per riflettere sugli aspetti ideologici e disumanizzanti ma anche tragicamente “burocratici” e organizzativi della macchina dello sterminio. Modera Enrico Manera, info alla pagina https://www.comune.chieri.to.it/biblioteca/storia-pubblica-memoria2022

 

 

AGNIESZKA KURANT IN MOSTRA AL CASTELLO DI RIVOLI

Fino al 27 febbraio è possibile vedere al Castello di Rivoli installazioni, dipinti e sculture di Agnieszka Kurant. Nata nel 1978 a Lodz, in Polonia, Kurant vive e lavora a New York. I sui lavori sono stati recentemente esposti al Museum of Modern Art di New York, alla Biennale di Istanbul, alla Kunsthalle Wien, al Kunstverein di Salisburgo, all’Hamburger Kunstverein, al De Young Museum di San Francisco, al MOCA di Toronto, al Jameel Arts Centre di Dubai e alla Triennale di Milano. Le opere in mostra al Castello di Rivoli indagano l’impatto dei fenomeni di intelligenza collettiva in natura, nella cultura e nelle intelligenze non umane. Artista concettuale, Agnieszka Kurant collabora infatti con scienziati e studiosi di diversi campi disciplinari. La sua ricerca artistica esplora come complessi sistemi sociali, economici ed ecologici possono operare in modi che confondono le distinzioni tra finzione e realtà, natura e cultura. Molte delle sue opere emulano la natura e si comportano come organismi viventi e sistemi complessi. Attraverso la collaborazione con biologi sintetici, l’artista realizza anche nuovi dipinti utilizzando pigmenti di colore contenenti batteri mutati con geni di coralli e meduse, nonché funghi e licheni come “pigmenti vivi”. Sondando l’intelligenza collettiva e le intelligenze non umane (intelligenza artificiale, intelligenza animale e microbica), l’artista indaga le trasformazioni dell’umano e il futuro del lavoro e della creatività nel 21° secolo.

Luigi Marsero

 

IT’S A MATCH! NASCE A TORINO “ARTÀPORTER”: L’ITINERARIO D’ARTE CHE INVADE LA CITTÀ

Se ti colpisce un quadro al ristorante, puoi pagarlo e portarlo via con te. A Torino si può, con Artàporter: la prima piattaforma che supporta lo sviluppo dell’arte emergente per renderla accessibile a tutti, ripensandone i “luoghi comuni”. La startup ha appena lanciato il sito www.artaporter.it che permette il matching tra rete di artisti ed esercenti, bar, ristoranti, studi professionali e negozi affiliati, per accogliere l’arte nei propri spazi. Un’opera con cornice rossa sotto braccio è il simbolo di Artàporter, il progetto nato da un’idea di Massimo Gioscia e Dario Ujetto, insieme a due giovani co-founders Savio Musicco e Alyona Kosareva, sostenuto da Pierangelo Decisi, Emanuele Buscaglione e Gaetano Coppola attraverso l’incubatore di imprese ISC – Innovation Square Center, e che ha aderito a Torino Social Impact. L’idea prende il via dall’esigenza di “ripensare i luoghi comuni dell’arte”, ovvero dalla capacità delle città di creare gallerie urbane con nuovi itinerari turistici legati all’arte. Non solo spazi pubblici, ma anche spazi privati, a partire dalla rete di commercianti che amano l’arte e vogliono mettere a disposizione le proprie pareti per l’esposizione delle opere. Artàporter nasce come società benefit per aumentare l’accessibilità del mondo dell’arte in spazi diversi – e non solo attraverso musei e gallerie – per renderla il più possibile fruibile e, perché no, acquistabile anche in un locale, e collezionabile da tutti gli amanti dell’arte. Un progetto ‘phygital’ che consente non solo il matching online fra artisti e negozianti, ma anche la nascita di touch point capillari (host) attraverso cui veicolare l’arte diffusa con innovativi “Artàporter District” o “distretti d’arte”, che richiamano le grandi capitali europee di Berlino o Londra, creando nuovi spazi artistici mappati in tutta la città. L’obiettivo è quello di portare la bellezza ovunque, con l’idea di poter riscoprire una città nel segno dell’arte. Sono già 15 i locali aderenti a Torino che riportano all’esterno del proprio locale la vetrofania Artàporter. Prende il via una vera e propria “prossimità di quartiere dell’arte” con una rete sempre più ampia e diffusa di locali coinvolti, per aumentare anche l’affluenza di vie e negozi, non solo del centro storico, ma anche di periferia e cintura. Nasce così a Torino il primo circuito e la prima piattaforma gratuita al mondo in grado di restituire all’artista il 100% del valore dell’opera, grazie a un modello di economia circolare che sfrutta il principio della condivisione attraverso una piattaforma web, facilmente utilizzabile da smartphone. La mappa dei locali aderenti è visualizzabile attraverso la geolocalizzazione che permette agli amanti dell’arte di scegliere se cenare o pernottare in un locale che espone arte. Nascono così anche le prime storie di Artàporter: sono già saliti a bordo del progetto pittori astrattisti come Antonio Palmisani, Nico Biso e Norman Sgrò, ma anche artisti digitali come Milena Petrelli, in arte Muso, e Renato Muzzin. Spazio anche alla fotografia con Sauar e ai neosurrealisti con Riccardo Fissore e Angelo Franco, senza dimenticare street artist come Morb, Plagio e il collettivo Rockmantic. Tante storie anche al femminile, grazie alla partecipazione di giovani artiste come Elisa Bonotti, Roberta N9VE, Chiara Gobbo e Lorenza Maddalena e, infine, una partecipazione speciale, con l’artista newyorkese Frank Denota, tra i fondatori del Movimento GANT, che ha collaborato con i più grandi artisti pop come Andy Wharol e Keith Haring.

Sono partiti in questi giorni i primi matching fra artisti e locali, dove ammirare le prime opere fra le vie e le strade di Torino. Basta inquadrare con lo smartphone il QR code vicino all’opera per acquistarla e portarla subito via con sé. Sono inoltre aperte le candidature per artisti e negozianti su www.artapoter.it.

Il sistema, che ha preso il via a Torino, nei prossimi mesi vedrà lo sviluppo in altre città italiane e anche all’estero.

 

ESTRAZIONI SICILIANE: UNA MOSTRA FOTOGRAFICA DI GIUSEPPE CALASCIBETTA A TORINO

La mostra fotografica Estrazioni Siciliane di Giuseppe Giancarlo Calascibetta avrà luogo presso la Street View Art Gallery di Torino dal 5 al 28 febbraio 2022 ed è curata dal critico d’arte Togaci Gaudiano con la collaborazione del Prof.  Rosario Riggio. Iniziativa realizzata in collaborazione con il Circolo Arci Antonio Banfo di Torino, e riconosciuta dalla Fiaf (Federazione Italiana Associazioni fotografiche). L’autore siciliano Giuseppe Calascibetta, che negli ultimi anni si è dedicato alla fotografia ritrattistica, decide per la prima volta di cimentarsi nel paesaggio urbano per indagare sulle geometrie create dalla luce a contatto con le opere architettoniche e murarie dei vari comuni presenti in Sicilia. Sono stati presi in esami paesi e città che conservano architetture dell’antichità che riecheggiano in forte contrasto con l’arte contemporanea del ventunesimo secolo simboleggiate dalla cartellonistica pubblicitaria o dalla Street art dei murales.

La mostra  ha ricevuto le attenzioni dal critico d’arte Rosy Togaci Gaudiano che commenta cosi le opere fotografiche: “Calascibetta ferma immagini e ci accompagna in una Sicilia che è come un piccolo universo, anzi un multiverso dalle infinite dimensioni, che racconta l’esplosione della vita mentre fa i conti con il peso ereditario e sempre incombente del suo decadimento. Con i suoi scatti, l’autore  ci da una visione dell’Historic Urban Landscape: una periferia spesso relegata nell’immaginario degli ultimi centocinquanta anni al ruolo di ghetto impenetrabile e imperscrutabile, ma in realtà portatore di una parte consistente della storia della città, storia non solo industriale ma anche culturale; tanto consistente da potere conferire a questa “periferia storica” un ruolo di soggetto protagonista delle vicende urbane della città etnea contemporanea”.

Giuseppe Calascibetta è un fotografo siciliano con un background culturale in campo economico.  Appassionato di storia e antropologia, inizia ad interessarsi alla fotografia paesaggistica e di architettura per raccontare la storia dei comuni dell’entroterra siciliano; scatti che vengono pubblicati su numerosi libri di storia locale e su diverse pubblicazioni del quotidiano La Sicilia. Negli anni successi si dedica al reportage, al ritratto fotografico e alla fotografia artistica.  Alcuni suoi scatti sono stati pubblicati su Storica del National Geographic, La Repubblica, La Sicilia e su numerosi cataloghi d’arte di varie case editrici come la Mondadori. Le sue foto sono apparse sulle reti Mediaset come TGCOM24 e Mattino Cinque. In più le sue foto sono state esposte a Milano, Casale Monferrato, Firenze, Roma, Lamezia Terme e Palermo. Dal 2014 al 2021 ha vinto otto premi di fotografia. Di recente è stato selezionato dalla fotografa Letizia Battaglia per due mostre collettive che si sono tenute presso il Centro Internazionale di fotografia di Palermo.

 

 

FONDAZIONE COSSO. OLTRE IL GIARDINO. L’ABBECEDARIO DI PAOLO PEJRONE

Fino al 15 maggio 2022, Castello di Miradolo (TO)

“Oltre il Giardino. L’abbecedario di Paolo Pejrone” è una mostra che segue il corso delle stagioni, che accompagna il trascorrere del tempo, che muta prospettive, colori, luci e ombre, come un giardino. Il progetto espositivo, distribuito nelle sale storiche del Castello e nei sei ettari del Parco all’inglese che lo circondano, è stato immaginato come un cammino ideale lungo un anno, fino al 15 maggio 2022, dove le opere in mostra cambiano con il variare delle stagioni. Nella sua inedita vesta invernale, le nuove opere, provenienti per la maggior parte da collezioni private, di Lucio Fontana, Piero Gilardi, Giovanni Frangi, Francesco Menzio, Arrigo Lora Totino, Gilberto Zorio, la scultura di Umberto Baglioni, l’installazione site specific creata da Paola Anziché, il manifesto per le celebrazioni del primo Giorno della Terra firmato da uno dei padri spirituali della Pop Art Robert Rauschenberg, ma anche gli erbari di Giuseppe Penone e Mario Merz e gli oggetti, come il libro d’artista “116 Particolari visibili e misurabili di Infinito” di Giovanni Anselmo, costruiscono un dialogo immaginario con le parole dell’architetto Paolo Pejrone intessendo riferimenti e suggestioni e suggerendo letture e possibili interpretazioni del percorso di visita per costruire un cammino, oltre il giardino. La mostra, realizzata dalla Fondazione Cosso al Castello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo (TO), a cura di Paola Eynard e Roberto Galimberti, si sviluppa attorno al concetto di abbecedario: un “ABC” del giardino, in rigoroso dis-ordine alfabetico, secondo le parole e i pensieri di Paolo Pejrone, ma soprattutto una riflessione profonda e intima su temi come la luce, l’ambiente, la calma, i dubbi, le speranze, le sfide che il mondo contemporaneo offre al rapporto tra uomo e ambiente. I lavori di Robert Rauschenberg, come un giardino, hanno una forte unicità determinata dal modo in cui l’artista sceglie e accosta gli elementi in composizioni libere, in cui le imperfezioni del processo serigrafico distinguono il suo lavoro dalla più fredda Pop Art. Negli anni ‘70 con questa tecnica, l’artista realizza il poster per le celebrazioni della Prima Giornata Mondiale della Terra “Earth Day 22 April” (Anni ‘70) per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle emergenze ambientali. Arrigo Lora Totino, uno degli interpreti più rappresentativi del movimento internazionale di Poesia Concreta, spazia tra gli strumenti della tipografia e del collage, utilizzando espedienti quali la ripetizione, la sovrapposizione e il rovesciamento di parole e frasi: in “Foglia” (Anni ’80) inquadra le parole “foglio” (il luogo del disegno) e “foglia” (una delle forme del giardino) in una simmetrica struttura visiva. Parallelamente il libro di Giovanni Anselmo “116 Particolari visibili e misurabili di infinito” (1975) sembra evocare una traccia, visibile e misurabile appunto, di un pensiero destinato a restare incompleto o parziale non in sé, ma nella prospettiva soggettiva da cui lo osserviamo: come il progetto di un giardino, visibile nella sua varietà, misurabile nella sua estensione ma inafferrabile nella sua prospettiva temporale. Il libretto di Lucio Fontana “Concetto Spaziale” (1966) sembra richiamare l’oro di Venezia, la ricchezza della Serenissima che si affaccia e si apre all’Asia ma, soprattutto, un orizzonte che si compie al di là del mare, al di là dello sguardo stesso: un Oriente che è lontananza, immaginazione, che è possibilità d’altrove, nello spazio e nel tempo. L’Oriente racchiuso in un fiore che proviene dalla Cina è il soggetto dell’opera di Andy Warhol “Senza titolo” (Anni ’70). Con “Urpflanze” (2020) Giovanni Frangi affronta il tema che fu la magnifica ossessione di Claude Monet: le ninfee. La Urpflanze è la pianta originaria, primordiale, ma per l’artista non rappresenta un’indagine sul soggetto, ma sulla pittura che qui sceglie il velluto come supporto, come luogo in cui posarsi nel suo effimero permanere. La scultura sospesa “Verticale” (2021), creata appositamente per il Castello di Miradolo da Paola Anziché, è una sapiente lavorazione a intrecci concentrici, frutto di una attenta e meditata tecnica di intreccio che nasce dalla cura per i materiali impiegati (lana, cotone e seta) e da una conoscenza profonda, lentamente maturata, delle loro caratteristiche: l’artista descrive il suo lavoro come “pensare con le mani”, ideale rimando alla cura per il giardino. Anche Giorgio Griffa ha dedicato a una sala del Castello un’installazione inedita ispirata a “Venti Frammenti” (1980) sul tema della conoscenza e della frammentarietà del sapere fatta di piccoli frammenti irregolari di stoffa, tratti e segni di una partitura sospesi come una costellazione o come le foglie che entrano dalla finestra che si affaccia sul giardino. Tra le opere in mostra, infine, anche un confronto tra Erbari: due serie di opere su carta realizzate entrambe nel 1989 da due protagonisti dell’Arte Povera: Mario Merz e Giuseppe Penone. Nelle 14 tavole che compongono il ciclo “Da un erbario raccolto nel 1979 in Woga-Woga, Australia” Merz accosta a diversi esemplari di foglie di piante fermate sul cartoncino con adesivi a vista, la numerazione tipica della successione di Fibonacci. Le “Trentatré erbe” di Penone sono invece il risultato di un’azione di frottage. Sono calchi di erbe reali sulle quali ha agito la mano dell’artista che raccontano, in ogni tavola, una riflessione profonda sul rapporto uomo-natura: l’impressione delle erbe dialoga autenticamente con la parola che si trasforma in riflessione, tracciata sulla struttura vegetale. L’esposizione è completata da un’installazione sonora appositamente dedicata, a cura del progetto artistico Avant-dernière pensée, articolata attorno a tre nuclei essenziali. Il primo, al piano terra, si concentra sulla musica di Gioachino Rossini proponendo un’architettura sonora nello spazio dell’opera giovanile del compositore “6 Sonate a quattro”. Nelle sale del primo piano l’installazione sonora presenta una reinterpretazione della Sesta Sinfonia, “La Pastorale”, di Ludwig van Beethoven. Infine, dedicata all’opera “Venti frammenti” di Giorgio Griffa, un’inedita riscrittura di “Apartment House 1776” di John Cage, nella versione per quartetto d’archi.

Le ricerche iconografiche per la mostra sono a cura di Enrica Melossi.

 

TUTTA LA VITA È LONTANO. MOSTRA FOTOGRAFICA LA LUCANIA NELLE FOTOGRAFIE DI MARIO CARBONE PER CARLO LEVI

al Circolo dei Lettori in collaborazione con CAMERA

CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia è lieta di collaborare al progetto “Tutta la vita è lontano. Riscoprire Carlo Levi a 120 anni dalla nascita” insieme alla Fondazione Circolo dei lettori, alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e al Museo Nazionale del Cinema. Nello specifico, CAMERA ha collaborato alla mostra fotografica “La Lucania nelle fotografie di Mario Carbone per Carlo Levi. Una testimonianza di vita, dell’esistenza di un mondo vero, fuori dalla storia e dai suoi orrendi risultati” – a cura di Elena Loewenthal e Luca Beatrice, che raccoglie 31 fotografie scattate da Mario Carbone, provenienti dall’Archivio fotografico Mario Carbone Roma, e che sarà ospitata in Sala Lettura, al Circolo dei Lettori di Torino.

Carbone seguì Levi in Basilicata nel 1960 per documentare il viaggio istituzionale, nel quadro delle celebrazioni del centenario dell’Unità d’Italia, che aveva come obiettivo la preparazione del Telero poi esposto a Torino per “Italia ’61”. Gli scatti ritraggono Levi in varie città (Eboli, Matera, Grassano, Ferrandina, Pisticci) e allo stesso tempo costituiscono un racconto per immagini della quotidianità di un Sud Italia nel quale la modernità, nel 1960, si stava soltanto affacciando.

La mostra sarà visitabile a partire dal 9 febbraio 2022 in Sala Lettura al Circolo dei Lettori.

 

CAMERA. MAX CASACCI. HEAD ‘N’ GROOVE

 Presentazione del libro fotografico con la partecipazione di Max Casacci e Rossano Ronci

 Giovedì 3 febbraio, ore 18.30, Gymnasium di CAMERA

Giovedì 3 febbraio, alle ore 18.30, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia ospiterà la presentazione del libro fotografico Max Casacci. Head ‘n’ Groove (edito da Silvana Editoriale): un ritratto dell’eclettico musicista dei Subsonica, attraverso le immagini evocative del fotografo Rossano Ronci. In queste pagine, Ronci racconta gli istanti salienti delle tournée di Max Casacci con uno sguardo inedito che sa cogliere l’uomo oltre al musicista famoso, e la fitta rete di connessioni culturali ed emotive, che interessano il fondatore dei Subsonica e la sua più grande passione.

Seguendo la band in concerto, Rossano Ronci racconta le storie invisibili sopra e dietro il palco, le tensioni e le attese, andando oltre il classico reportage on stage e di backstage.

 “Mi rendo conto che non c’è uno strumento migliore della fotografia per costruire il racconto di quello che altrimenti passerebbe inosservato. Il pubblico vede tutto ciò che è frontale, noi ricordiamo i flash, gli stati intensi. Ma guardando queste immagini realizzo, per la prima volta, anche quello che succede un attimo dopo e un attimo prima. Quando per esempio la chitarra resta a terra e tu cammini verso lo star-gate che ti riporterà giù. Per un momento sei completamente svuotato. Non me l’aveva mai mostrato nessuno. Ci voleva la fotografia. Ci voleva Rossano Ronci.” Lo scrive Max Casacci

 

SALUZZO: PER SAN VALENTINO VISITA GUIDATA AI MUSEI

Nonostante la chiusura stagionale, nel mese di febbraio i musei di Saluzzo propongono una visita guidata tematica per la quale ci sarà l’apertura straordinaria della Castiglia  e di Casa Cavassa.

DOMENICA 13 FEBBRAIO

“Amore vs matrimonio: Amarsi alla corte dei Marchesi di Saluzzo, tra corteggiamenti, poemi d’amore, esigenze dinastiche e tormenti del cuore”

In occasione di San Valentino MuSa, Musei Saluzzo propone un circuito di visita nel borgo medievale con apertura straordinaria del Museo della Civiltà Cavalleresca e della casa Museo Cavassa per il gruppo della visita. La guida metterà in evidenza i dipinti e le opere custodite fuori e dentro i musei facendo riferimento ad aneddoti risalenti all’epoca Marchionale, ai poemi d’amore, agli obblighi e alle aspettative dinastiche.

Orario: 15:00 con partenza dalla Castiglia  Costo: 8€ a persona, under 10 gratuito. (min. 10 pax paganti)

La prenotazione alla visita guidata è obbligatoria rivolgendosi a: musa@itur.it / Tel. 800 942241

Ricordiamo che a partire dal 1° marzo i musei seguiranno il seguente orario:

Castiglia: lunedì, mercoledì,giovedì, venerdì e sabato: dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18, domenica e festivi dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00

Casa Cavassa: martedì,giovedì,venerdì e sabato: dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18, domenica e festivi dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00

Antico Palazzo Comunale con Pinacoteca Matteo Olivero e Torre Civica: Sabato dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19.

Casa Pellico : apertura la seconda e la quarta domenica del mese e i festivi, dalle 14.00 alle 19.00

 

SUCCESSO DELLA MOSTRA A CARIGNANO PER LA GIORNATA DELLA MEMORIA

La mostra «La memoria rende liberi» organizzata dall’ANPI Sezione «Caduti del Pilone Virle» di Carignano e allestita giovedì 27 gennaio in piazza Liberazione in occasione della Giornata della Memoria ha riscosso grande attenzione e apprezzamento. Hanno visitato la mostra le scolaresche di ogni ordine e grado, dalle elementari alle superiori. Efficace l’alternanza di immagini e didascalie sui 20 tabelloni esposti, ciascuno corredato da un QR Code che permetteva di accedere a materiali audio complementari. La mostra proponeva delle immagini scattate in occasione di un Treno della Memoria nei campi di concentramento di Auschwitz 1 e Auschwitz 2, del campo di sterminio di Belzec, del Monumento delle Scarpe sul Danubio a Budapest, della Fabbrica di Oskar Schindler a Cracovia, e dava spazio anche alla testimonianza di uomini e donne che si sono opposti alle persecuzioni razziali. Visto l’interesse riscosso, la mostra è stata riproposta sul sagrato del duomo la domenica seguente 30 gennaio, permettendo a molti visitatori del mercatino Carignan d’Antan di avvicinarsi e godere di questa opportunità. La realizzazione della mostra è stata possibile soprattutto grazie all’iniziativa dei giovani Francesca Dejoma e Erica Miatello, che hanno curato la stesura e la scelta dei testi e delle immagini, e Paolo Margaria che ha curato la parte sonora e informatica. La mostra è ora stabilmente disponibile su internet all’indirizzo https://sites.google.com/view/giornata-della-memoria-2022/home-page.

 

BIBLIOTECA NAZIONALE: FILM “DANTE PER NOSTRA FORTUNA

Lunedì 7 febbraio alle ore 18.30 proiezione aperta al pubblico all’auditorium Vivaldi della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, del film “Dante per nostra fortuna” di e con Massimiliano Finazzer Flory, in collaborazione con Esselunga e disponibile sulla piattaforma TIMVISION.

Alla serata sarà presente in sala con un introduzione al film il regista Finazzer Flory.

“Dante, per nostra fortuna” racconta in 29 minuti e con 21 canti, nove dell’Inferno, cinque del Purgatorio e sette del Paradiso, la Divina Commedia con la danza contemporanea e gli occhi di un bambino, attraverso la metafora del teatro.

«DANTE, per nostra fortuna – dichiara Massimiliano Finazzer Flory – è il padre di una patria che abbiamo bisogno ora più che mai unita culturalmente. Senza visioni e tradizioni saremmo in balia di noi stessi invece Milano e la Lombardia sono parte di un progetto dantesco da sempre: rivoluzione con l’immaginazione. Carità e speranza.» Declinato con lo sguardo di un Dante bambino innamorato della lettura con le coreografie di Michela Lucenti i ballerini di danza contemporanea e la danza classica della solista del Teatro alla Scala, Maria Celeste Losa, ci fanno rivivere emozioni, sentimenti, passioni interpretando i versi di Dante con le voci fuori campo di Angelica Cacciapaglia e di Massimiliano Finazzer Flory, ora in prosa, ora in versi danteschi.

Ricordiamo inoltre che fino al 26 febbraio è visitabile la mostra “La Divina Commedia tra arte e scuola” presso la Sala Juvarra della Biblioteca

 

LA BATTAGLIA DELLE ALPI. CONFERENZA DI MAURO MINOLA

IL TRAFORO DEL FREJUS E BARDONECCHIA IN GUERRA 1940-1945

Sabato 5 febbraio alle ore 17.30 nella sala Giolitti del Palazzo delle Feste di piazza Valle Stretta si svolgerà a cura del professor Mauro Minola su “Il Traforo del Frejus e Bardonecchia in guerra 1940-1945”, quarto appuntamento dei festeggiamenti organizzati dal Comune di Bardonecchia per celebrare i 150 anni dell’apertura al traffico del Traforo ferroviario del Frejus, avvenuta il 17 settembre del 1871.

Mauro Minola, ricercatore storico e conferenziere giavenese, autore di diversi libri sulla storia del Piemonte, di Casa Savoia e delle ferrovie, in edicola con “Traforo e ferrovia del Frejus. La linea Torino-Modane”, tratterà della Battaglia delle Alpi combattuta dal 10 giugno 1940, alla fine del secondo conflitto mondiale e alle successive rivendicazioni territoriali dei francesi, che portarono alla cessione territoriale della Valle Stretta.

Uno spaccato di storia caratterizzato dal bombardamento dell’imbocco del Traforo,  importante via di comunicazione, dai numerosi duelli di artiglieria ad alta quota, dal bombardamento delle evacuata cittadina, dalle dolorose vicende successive all’8 settembre 1943, giorno dell’armistizio, con l’occupazione nazi-fascista terminata con la Liberazione del 25 aprile 1945, preludio alla fine della guerra nel teatro europeo avvenuta l’8 maggio1945.

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