Asti- Servizi per la disabilità, Uniti si può: “Occorre un nuovo modello”

Da Marco Castaldo e dal gruppo “Uniti si può” riceviamo e pubblichiamo una riflessione sulla gestione dei servizi semiresidenziali per la disabilità:

Da tempo, nell’ambito dei servizi rivolti alle persone disabili, ci si domanda se sia davvero utile per lo sviluppo e l’inclusione sociale dei soggetti portatori di disabilità, frequentare quotidianamente i centri diurni per svolgere le stesse attività tutti i giorni allo stesso modo per un tempo indeterminato. Davvero non si potrebbe pensare a proposte di servizi maggiormente diversificati e personalizzati a seconda delle esigenze delle persone disabili, delle loro possibilità di sviluppo delle potenzialità residue, del contesto familiare e sociale in cui essi vivono e, semplicemente, assecondando i desideri e i progetti dei singoli senza porre il baricentro in uno specifico luogo (il centro diurno) con le sue regole e le sue attività?

In Regione Lombardia hanno formalizzato la necessità di rivedere questo modello attraverso specifici atti amministrativi che evidenziano l’impellenza di modificare l’approccio nell’elaborazione delle proposte dei servizi. Non più soluzioni standardizzate, ma proposte che vadano incontro ai desideri e alle necessità dei singoli nell’ottica di valorizzare non tanto i contenitori quanto i contenuti. Progetti di vita studiati e realizzati attraverso l’utilizzo del budget di salute e in collaborazione con i servizi socio-sanitari del territorio. Attività che privilegino il contesto domiciliare o, comunque, l’ambito abituale di vita delle persone disabili, svolte all’aperto e non necessariamente in gruppo.

Questi principi sono stati stabiliti nella legge regionale 5320 del 4 ottobre 2021 che vuole mettere in discussione, implicitamente, il principio dei luoghi speciali dove le persone disabili devono essere protette e seguite da professionisti; un modello che ha mostrato tutti i suoi limiti e che, di fatto, ha caratterizzato l’approccio predominante nei confronti del welfare per le persone con disabilità negli ultimi 10 anni.

Ancora una volta occorre rifarsi alla convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità che indica come prioritario l’obiettivo di consentire alle persone con disabilità di vivere nella società e di inserirsi, impedendo l’isolamento e la segregazione”.