“Un futuro per Grugliasco: non rinunciamoci”. Lettera aperta dell’ex sindaco Turigliatto

Mariano Turigliatto, 65 anni, sindaco di Grugliasco per due mandati, ha scritto e diffuso, nell’imminenza delle elezioni amministrative grugliaschesi, una lettera aperta con cui esprime il suo punto di vista sul futuro della sua cittĂ .

“L’aria che si respira da qualche tempo in cittĂ  somiglia davvero troppo a quella che si respirava trent’anni fa. Allora si capiva che gli eredi del PCI, soprattutto il PDS, erano giunti al capolinea di una fase. Un po’ per le vicende nazionali, molto perchĂ© quel partito era stato occupato da una cordata organizzata da un ex-sindaco, nominato dal partito in organi superiori, che aveva progressivamente “fatto fuori” tutti i non conformi e ridotto all’obbedienza coloro che ancora ambivano a ruoli politici in cittĂ . Si erano adeguati perfino i partiti satelliti, anche loro alle prese non piĂą con dibattiti e confronti di carattere politico, ma con contese fra cordate piĂą piccole aventi come unico oggetto la conquista di qualche posizione di potere o la conservazione di quelle giĂ  in essere.Di fare piazza pulita se ne occupò, purtroppo, la magistratura. La politica cittadina non ce l’aveva fatta, nonostante gruppi cospicui di cittadini – anche del PDS – ci avessero provato a costruire un’offerta politica di sinistra, lontana mille miglia dalla politica del pissi pissi e degli accordi interpersonali che tenevano in piedi le mafiette che si erano ahimè sostituite alle dinamiche della politica militante. Grugliasco finì su tutti i giornali per gli arresti di suoi amministratori, carriere politiche e vite personali di uomini e donne rispettabili finirono nella polvere, vittime e autori di una degenerazione che aveva capovolto i valori fondanti di qualunque impegno sociale e politico.Così proprio quella “riserva” che aveva provato a sconfiggere le cattive pratiche con la proposta politica, e aveva perso, diventò il fulcro intorno al quale ricostruire una cittĂ  in ginocchio. Nella riserva, seppure con posizioni secondarie, si trovavano anche i due sindaci che hanno governato Grugliasco al termine dei mandati del sottoscritto, cioè dal 2002 al 2022. Spiace anche per questo che siano diventati l’emblema di un potere che si costituisce non giĂ  per cambiare le cose, per migliorare l’offerta di servizi, per costruire occasioni, per dare voce e fiato a ciò che innova e rilancia la cittĂ , ma per preservare se stesso e basta. Un potere funzionale, ben che vada, alle carriere personali, che si fonda sull’arroganza, sulla prevaricazione, sul soffocamento di tutto ciò che si muove senza controllo e che può generare ricambio e novitĂ . Un potere gestito con tracotanza anche nel sottomettere la vivacitĂ  della buona politica alle forche caudine della sottomissione e del conformismo. Un potere che nomina a mezzo stampa il delfino a succedergli, indipendentemente da chi è e che cosa sa fare.E così, a chi ha prima segnalato e poi denunciato il rischio di appalti milionari con un solo concorrente, fatti e rifatti poi assegnati senza battere ciglio, si è risposto classificando l’allarme come figlio di personalismi, e risolvendo la necessitĂ  di legalitĂ  sostanziale con il bollino giusto, quello di Avviso Pubblico.A chi ricordava che gli amministratori pubblici devono dare il buon esempio nel rispetto delle regole e degli obblighi di qualunque cittadino comune, perfino di piĂą proprio in quanto personaggi pubblici, si è risposto con la favoletta degli “attacchi personali”, forse confondendo vizi privati con pubbliche virtĂą e accreditando l’idea dell’onnipotenza di chi è eletto a governare temporaneamente una cittĂ .A chi segnalava la trasformazione di una societĂ  interamente del Comune in “Mangiatoia”, utile strumento per incoraggiare clientele e operazioni che diversamente non sarebbero state possibili si è risposto con un’alzata di spalle e qualche minaccia a chi osava chiedere spiegazioni. Lo stesso per tante vicende poco edificanti che hanno condito questi vent’annidi amministrazione sempre piĂą immobile. “Amici” da piazzare e aiutare (non si sa mai), “nemici” intorno ai quali cercare di fare il vuoto in ogni modo. Alla maniera dei mafiosi.Ogni passaggio ha costituito uno strappo al giĂ  fragile tessuto democratico della cittĂ , accreditando l’idea che comportamenti, decisioni e stili pubblici siano l’espressione di una normalitĂ  che invece è tale solo in una cittĂ  anestetizzata.La Grugliasco di oggi è difficile da riconoscere, a cominciare dal suo tessuto associativo, per arrivare all’attenzione verso i servizi e le persone. La pandemia ha parzialmente “coperto” questo tornare a essere un ”oscuro paesone di periferia” (Bossi 1993) – dove hai sempre l’impressione che le decisioni vengano prese altrove e da qualcun altro -, ma ne ha solo rallentato l’esplosione.Ecco, nella nostra carenza di anticorpi (coraggio, disinteresse, lungimiranza, umiltĂ ) siamo diventati un posto come tanti altri in un paese dove proprio la mancanza di quegli anticorpi produce un declino inarrestabile perfino quando ci sono i soldi per fare le cose, perchĂ© nessuno sa qual è la direzione e, anche quando c’è, hai l’impressione che venga definita altrove e da qualcun altro di diverso dagli eletti.I due ultimi sindaci – che come ricordavo provenivano il primo dalle seconde fila di un’esperienza che aveva tutt’altro segno – ricordano troppo da vicino trasmigrazioni recenti e conversioni sulla via di Grugliasco (e anche di Roma) finalizzate a garantirsi un lavoro, prebende e una carriera sempre piĂą incentrata sulla cordata con i cui partecipanti cercano di costruire le condizioni per ruotare negli incarichi, ciascuno garantito dall’asservimento degli altri.Così il paese non va avanti, così non va avanti neanche la nostra cittĂ , la cui storia contiene vicende che dovrebbero aver insegnato – anche alle forze politiche – che la corsa al ribasso a un certo punto finisce. Se non la fai finire tu, sarĂ  qualcos’altro che provvederĂ . CittĂ  perfino piĂą rosse della nostra sono finite in mano alla destra, i cittadini l’hanno individuata come unica residua possibilitĂ  di liberazione. E non sono i richiami all’antifascismo a rendere accettabili comportamenti e politiche insostenibili.Le elezioni di primavera possono essere l’occasione per costruire un’inversione di rotta. Esigiamo competenza, trasparenza, democrazia, rispetto, così ri/facciamo grande la cittĂ . Ancora piĂą che in passato, il futuro di Grugliasco dipende anche dalla nostra capacitĂ  di fare le scelte giuste.”