PIEMONTE ARTE: LAURICELLA, ZAGO, GRIBAUDO D’AMORE E TURCATI, ETTINGER, CAMERA, WARHOL, STAFFARDA, GUIDO DI MONTEZEMOLO…

coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

ZAGO E IL SUO “INFERNO” IN MOSTRA A RAVENNA E (PROSSIMAMENTE) A KIEV

L’”Inferno”dell’artista chierese Leonardo Zago prosegue il suo tour per l’Italia, nella mostra itinerante “La Divina Commedia con le opere degli artisti contemporanei”, a cura di Giorgio Grasso. Prossima tappa a Ravenna, nell’isola pedonALE in centro, inaugurazione il 12 marzo. La mostra prossimamente sarà in Ucraina, a Kiev.

 

 

 

MONCALIERI IN RICORDO DI ATTILIO LAURICELLA

Attilio Lauricella con la sua scomparsa lascia un ricordo commosso e coinvolgente anche a Moncalieri. Dell’artista catanese, professionista rigoroso e persona di estrema sensibilità, la Collezione di Arte Pubblica che ha sede nella biblioteca civica Arduino conserva infatti alcune opere donate in occasione di progetti ed eventi a cui ha sempre entusiasticamente partecipato. Generoso e solare, è stato tra i primi ad aderire al nucleo iniziale del progetto, donando un’opera su tela, a cui sono seguite una scultura, la partecipazione alla cartella di incisioni sulla Via Francigena e, nel 2021, una formella nell’ambito dell’iniziativa “Cuori condivisi” dedicato alle persone scomparse di Covid a Moncalieri e segno di resistenza dell’arte e della Cultura in tempo di pandemia. Instancabile promotore di progetti e gruppi di lavoro, era stato tra i promotori del gruppo “Oltre”, il cui intento era la sperimentazione non già fine a sé stessa, ma pervasa di sentimento e di emozione creativa. Attilio Lauricella era nato a Raddusa (Catania) nel 1953, ma assieme alla famiglia aveva fatto di Torino la sua città d’elezione da quando aveva 6 anni. Si era formato attraverso lo studio classico della figurazione frequentando il Liceo Artistico dell’Accademia Albertina di Torino e gli studi di vari artisti. Partecipava alle esposizioni della Promotrice delle Belle Arti di Torino. Era nel direttivo del Piemonte Artistico e Culturale di Torino e collaborava con varie associazioni, fra cui Arte Città Amica. Gli amici e colleghi lo ricordano allegro, pronto alla battuta, disponibile con tutti e gentile. “Il suo linguaggio astratto caratterizzato da una cromia armoniosa e vivace – scrive di lui la critica d’arte e art curator Silvana Nota – era giunto di recente a sviluppi quasi tridimensionali, vortici al cui interno l’artista cercava riflessioni profonde”. “Esprimo il più profondo cordoglio anche a nome di tutti i moncalieresi per scomparsa di Attilio Lauricella – lo ricorda commossa l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Un artista a tutto tondo e un grande amico della biblioteca Arduino e della città, che ha fatto delle arti visive la sua professione in modo totale e coraggioso. Nel corso degli anni ha generosamente donato alla Città quattro sue opere che vi invitiamo a vedere visitando la Collezione d’Arte all’interno della biblioteca”.

 

ALLE FONDERIE LIMONE DI MONCALIERI L’ARTE DI PIERO D’AMORE, EZIO GRIBAUDO E FRANCO TURCATI

Alle Fonderie Limone, in via Pastrengo 88 a Moncalieri, la mostra “Born to be alive, promossa e organizzata da Pegi Limone, costituisce un punto d’incontro con il pubblico intorno alla cultura visiva e alle esperienze di tre artisti contemporanei. Un appuntamento caratterizzato da una serie di immagini che rievocano gli anni 80, il clima sociale di quel periodo, il senso di una personale ricerca che appartiene alle visioni e sperimentazioni di Piero D’Amore (recentemente scomparso), Ezio Gribaudo e Franco Turcati. Nel Foyer il discorso si snoda attraverso l’intensità di un ideale  dialogo che intercorre tra loro, capace di creare un determinante rapporto tra linguaggio, territorialità e storia dell’arte globalizzata. E in questa dimensione si “scopre” l’essenza della pittura di Piero D’Amore, allievo di Raffaele Pontecorvo e amico, tra gli altri, di artisti come Aldo Mondino, Alighiero Boetti ed Ezio Gribaudo, presente in questa rassegna, che ha esposto ad Atene e Palazzo Bricherasio. Dopo aver lavorato nel cinema, come assistente e collaboratore di importanti registi, è stato direttore artistico di Radio Reporter 93 con “la musica più bella del mondo”. E le pagine pittoriche di Ezio Grabaudo, arricchite da un inedito documento del 1982, dedicato al concerto dei Rolling Stones tenutosi a Torino, rappresentano uno degli aspetti e dei momenti della sua creatività, di una stagione scandita da innumerevoli esposizioni internazionali. Opere che fanno parte della storia dell’arte del Novecento e del nuovo Millennio con la sequenza dei flani, piramidi, dinosauri, simboli del Concilio, Teatri della memoria e logogrifi, premio per la grafica alla XXXIII Biennale di Venezia del 1966. Di Franco Turcati, fotografo ufficiale sul set del film cult “The Italian Job”, girato a Torino nel 1969 da Peter Collinson con Michael Caine, sono esposti alcuni scatti di scena che esprimono il suo appassionato e affascinante percorso professionale. Un percorso legato alle campagne pubblicitarie per Superga, Suzuki e Ferrari, che hanno veicolato messaggi di notevole incisività e raccontano di un impegno sempre pronto a fissare un luogo, un’espressione, un’immagine nello spazio della memoria.

La mostra è aperta sino al 31 marzo, con ingresso nei giorni e orari degli spettacoli teatrali, ingresso gratuito, teatrostabiletorino.it.

Angelo Mistrangelo 

 

 

 

CAMERA. MOSTRA “CAPOLAVORI DELLA FOTOGRAFIA MODERNA 1900-1940.

Mostra “Capolavori della fotografia moderna 1900-1940. La collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art, New York” presentata da CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia presenta per la prima volta in Italia, a Torino dal 3 marzo al 26 giugno 2022. L’esposizione è una straordinaria selezione di oltre 230 opere fotografiche della prima metà del XX secolo, capolavori assoluti della storia della fotografia realizzati dai grandi maestri dell’obiettivo, le cui immagini appaiono innovative ancora oggi. Gli artisti in mostra, ben 121 tra nomi leggendari e sorprendenti scoperte, hanno ridefinito i canoni della fotografia facendole assumere un ruolo centrale nello sviluppo delle avanguardie di inizio secolo.

 

INAUGURA LA GALLERIA ARCHEOLOGICA DEI MUSEI REALI DI TORINO: UN INEDITO E SUGGESTIVO ALLESTIMENTO PERMANENTE PER LE COLLEZIONI DEL MUSEO DI ANTICHITÀ

Dal 19 febbraio i Musei Reali offrono al pubblico un itinerario di visita ancora più ricco e coinvolgente grazie all’inaugurazione della Galleria Archeologica, una nuova sezione dedicata al nucleo più antico delle collezioni d’arte e archeologia, situata al piano terreno della Manica Nuova di Palazzo Reale. Più di mille opere, alcune delle quali mai esposte prima: reperti provenienti dalla Mesopotamia, statue greche e romane, vasellame greco, elementi funerari etruschi e fenici. Materiali che compongono uno straordinario scrigno di testimonianze pervenute al Museo di Antichità in più di quattrocento anni di storia, grazie al collezionismo di Casa Savoia e alle scoperte di studiosi, esploratori e imprenditori. Una grande occasione per riportare l’Archeologia al centro dei Musei Reali, svelando un capitolo fondamentale della storia dei Savoia a Torino. Questa iniziativa, in linea con il Piano Strategico dei Musei Reali, punta a riordinare i percorsi di visita, migliorando i collegamenti fra le diverse unità museali, soprattutto all’interno del Museo di Antichità, attualmente suddiviso in tre sezioni (Archeologia a Torino, Padiglione Territorio, Sezione Collezioni). L’obiettivo è quello di sviluppare un itinerario coeso all’interno della Manica Nuova di Palazzo Reale, dove l’Atrio monumentale si trasforma in uno snodo essenziale capace di mettere in rapporto dialettico due grandi nuclei del collezionismo sabaudo: le antichità e le raccolte di pittura.

Il percorso espositivo

Il percorso di visita è suddiviso in cinque sezioni e si articola lungo dieci sale, con uno scenografico allestimento progettato dallo studio GTRF – Tortelli Frassoni Architetti Associati, che ha firmato alcune delle più iconiche esposizioni museali degli ultimi anni in Italia. Il patrimonio del Museo di Antichità è stato messo in scena come un affascinante viaggio nel tempo e nello spazio, che ripercorre la nascita delle prime collezioni per poi avventurarsi lungo la Galleria delle Sculture, sulla quale si affacciano le sale riservate alle diverse civiltà, da esplorare liberamente. La prima sezione sulla storia del collezionismo antiquario è dedicata al nucleo primigenio delle collezioni sabaude, frutto di abili acquisizioni sul mercato di Roma e Venezia per volontà del duca Emanuele Filiberto dalla fine del Cinquecento, poi fortemente incrementante dal figlio Carlo Emanuele I. Il corridoio centrale ha il compito di evocare una galleria di palazzo, dove lungo le pareti si allineano statue greche e romane, rilievi scolpiti e busti marmorei, che presentano al visitatore i caratteri salienti della rappresentazione antica: le teste-ritratto, vere immagini di propaganda dell’Antichità; le riproduzioni romane di opere celebri; le scene di banchetto sui sarcofagi, per poi culminare nella suggestiva Rotonda degli Imperatori, dove i busti dei principali personaggi della storia romana circondano il visitatore. Ai reperti assiri, giunti al Museo nel 1847, è dedicata l’area Vicino Oriente Antico, a cui si unisce una raccolta – la più ricca in Italia – di testi cuneiformi e sigilli a cilindro. All’interno della quinta sezione sulle antichità dall’isola di Cipro, è presente la maggiore collezione del Museo: conta oltre 1.000 pezzi in grado di testimoniare l’evoluzione di quello straordinario crocevia culturale lungo un arco cronologico che spazia dall’antica Età del bronzo (III millennio a.C.) alla tarda antichità (IV-V secolo d.C.). Seguono le sale della civiltà romana, con il calco ottocentesco, per la prima volta esposto, del calendario romano dei Fasti Praenestini, dell’Egitto in età ellenistica, dove risplende la bellissima testa della celebre regina Cleopatra VII, del mondo fenicio e punico. Le ceramiche elleniche e italiote (circa 400 pezzi) acquistate tra il 1827 e il 1828 da Carlo Felice sono protagoniste della sezione Civiltà Greca ed Etrusca. A queste si aggiunge una seconda collezione di reperti etruschi che comprende vasellame in ceramica, bucchero, bronzi, urne cinerarie, sarcofagi e vasellame di produzione meridionale. Tra gli oggetti iconici selezionati dai curatori sono presentati il ritratto scultoreo di Cesare, ritenuto dagli esperti uno dei più rassomiglianti al condottiero; il rilievo assiro del re Sargon II, una delle più raffinate rappresentazioni del sovrano neo assiro risalente al 717-707 a.C.; il grande sarcofago etrusco datato al 280-270 a.C. della Matausna, donna appartenente alla famiglia omonima di cui si possono ricostruire parentele e nomi; il mosaico del cantore Orfeo che ammansisce le belve, ritrovato a Cagliari e giunto al Museo di Antichità già nel Settecento; il misterioso busto di Iside “cabalistica”, scolpito nella seconda metà del XVI secolo; un’eccezionale iscrizione in bronzo trilingue (punico, greco, latino) proveniente dalla Sardegna romana. Il percorso è scientificamente aggiornato secondo gli ultimi risultati degli studi internazionali ed è stato concepito fin dall’inizio secondo il principio del design for all. I contenuti, infatti, sono resi accessibili a tutti i pubblici grazie all’inserimento di speciali didascalie commentate, contenuti tattili e audiodescrizioni, richiamabili da smartphone attraverso QRcode integrati sulle pareti. Per i più giovani, lungo le sale si snoda la Galleria Junior, che stimola la curiosità dei bambini attraverso giochi e indovinelli per far conoscere meglio il passato, mettendolo a confronto con il presente. I visitatori troveranno inoltre degli approfondimenti extra attraverso le videointerviste di Galleria Live: protagonisti del mondo della cultura, dello sport, dell’imprenditoria e dell’arte che hanno risposto alla domanda “Quale significato hanno per te questi oggetti esposti? In che modo riflettono le tue passioni?”. Tra i volti illustri: Corrado Lopresto, uno dei maggiori collezionisti al mondo di automobili e prototipi d’epoca; lo scultore e artista Fabio Viale; il lottatore olimpico Daigoro Timoncini; studiosi di Archeologia, Storia e Antropologia, con i quali sono stati commentati temi e reperti dell’esposizione, aprendo a prospettive inusuali.

 

UNA INFINITA BELLEZZA. IL PAESAGGIO IN ITALIA DALLA PITTURA ROMANTICA ALL’ARTE CONTEMPORANEA

Fino al 27 febbraio 2022 alla Reggia di Venaria

Fino a domenica 27 febbraio sarà possibile ammirare alla Reggia di Venaria le oltre 200 opere esposte nella grande mostra sul Paesaggio, ospitata negli imponenti spazi della Citroniera juvarriana. Un’eccezionale carrellata di opere, tra dipinti, sculture e installazioni, che documentano l’attenzione e l’amore dedicati da tanti artisti all’ambiente naturale e specificatamente al paesaggio italiano, dal primo romanticismo fino all’arte contemporanea. Il percorso segue un fil rouge cronologico-geografico che intreccia Spazio e Tempo, valorizzando il contesto piemontese – dove la mostra nasce – e tutto il Nord della nostra Penisola, senza trascurare le importanti scuole regionali del Centro e Sud Italia, dalla fine del ’700 ad oggi.

La mostra, suddivisa in 12 sezioni, presenta le diverse forme che la rappresentazione del Paesaggio in Italia ha assunto nell’arco di oltre due secoli di pittura: dalle poetiche romantiche del pittoresco e del sublime, all’affermazione positivista del vero, passando attraverso le nuove ricerche divisioniste e simboliste e le provocazioni delle Avanguardie, fino ad arrivare alle semplificazioni della Pop Art e alle concettualizzazioni dell’arte contemporanea.

 

PALAZZO BAROLO. PROROGATA AL 1°MAGGIO LA MOSTRA DI ANDY WARHOL

Trentacinque anni fa il genio e il padre della Pop Art, Andy Warhol, ci lasciava a soli 58 anni. Una perdita per il mondo intero ed un evento avvolto ancora oggi nel mistero, a causa di una semplice operazione rivelatasi fatale. NEXT EXHIBITION celebra l’icona del mondo dell’arte prorogando, a grande richiesta del pubblico, il termine della mostra a Palazzo Barolo fino al 1 maggio 2022. Uno sguardo intimo e curioso su Warhol, in cui si spiega in termini semplici quanto Andy abbia influenzato l’arte e il pensiero della società contemporanea. Seguendo la linea dell’edutainment, caratteristica costante delle esposizioni di Next Exhibition, in grado di avvicinare alla cultura un target di pubblico giovane e nuovo. A Palazzo Barolo, attraverso un’appropriata contestualizzazione storica, viene presentata la vita e la ricca produzione artistica di Warhol, a partire dai primi esplosivi anni ‘50 e ‘60, fino agli anni ‘70 nella Grande Mela. L’uomo che ha saputo trasformare con la sua visione innovativa la concezione stessa del fare e del consumare arte, divenendo una vera icona del mondo contemporaneo. Dopo un tuffo nell’atmosfera dell’America degli anni ‘50 e ‘60, il percorso propone una panoramica sui concetti e sui momenti chiave della Pop Art, indagando alcune delle fasi principali della vita e della carriera dell’artista attraverso un ordine espositivo cronologico, che presenta una selezione unica, appassionante e rivelatrice di opere d’arte di Warhol e di fotografie storiche provenienti dall’archivio del fotografo Fred W. McDarrah , oggi MUUS Collection. McDarrah ha immortalato Warhol per oltre trent’anni svelandone da una parte il lato più privato ed umano e dall’altra mettendo in luce le sue molte e diverse pratiche artistiche. Andy viene quindi ritratto all’apice della sua carriera, circondato dalle scatole di Brillo durante l’inaugurazione di una sua mostra personale, o mentre gira una delle sue pellicole sperimentali, o ancora, molti anni più tardi, intento a chiacchierare al telefono. Non manca il Warhol comunicatore, istrionico in compagnia, nei migliori locali di tendenza dei tempi, oltre che padrone di casa della “Factory”, creatore non solo di arte, ma anche di personaggi: dai Velvet Underground alle “Superstar”, oltre all’incontro con artisti come Lou Reed, Bob Dylan, Truman Capote e Mick Jagger. Accanto alle più celebri icone realizzate da Andy Warhol – tra cui le serigrafie di Marilyn, di Mao e della Mona Lisa – anche le opere inedite dell’avanguardistica serie “Ladies & Gentlemen”, realizzata tra il 1974 e il 1975. L’artista svela attraverso i suoi ritratti la comunità di Drag Queens di New York, da sempre tenuta ai margini della società. Il visitatore ha l’occasione di scoprire ed indagare tutti i principali passaggi della tecnica serigrafica, adottata per la creazione della serie, la prima realizzata con la leggendaria Polaroid Big Shot. Ad arricchire il percorso le Polaroid che ha utilizzato per scattare le sue fotografie (in collaborazione con l’azienda Nital) e le grafiche che ha creato per Martini & Rossi (in collaborazione con il Museo Casa Martini). Infine in mostra gli scatti del fotografo Anton Perich che ci riportano nella New York di Warhol e tra l’entourage del Maestro, fatto di artisti come Keith Haring, Basquiat o Robert Mapplerthorpe.

 

I TACCUINI DI BRACHA ETTINGER IN MOSTRA AL CASTELLO DI RIVOLI

Fino al 27 febbraio è possibile visitare al Castello di Rivoli la mostra dal titolo Brachas Notebooks dove sono esposte diverse opere della pittrice di origine israeliana Bracha Lichtenberg Ettinger. Come artista visiva ha prodotto principalmente dipinti, disegni, quaderni e fotografie. È anche filosofa, psicoanalista e scrittrice. Al Castello di Rivoli è presentata una selezione di 5 dipinti e circa 50 quaderni, scritti in francese, inglese ed ebraico,  utilizzati dall’artista per annotare le sue riflessioni, associazioni e appunti di lavoro. Parole e disegni caratterizzano queste opere che presentano riferimenti all’arte astratta e figurativa. Alcuni taccuini raccolgono appunti delle sedute terapeutiche e attraverso essi l’artista analizza i concetti di trauma, oblio, sguardo femminile, spazio dell’inconscio e di passaggio dall’invisibile al visibile.  Altri suoi “quaderni d’artista” permettono invece di approfondire la sua ricerca e il suo pensiero. I taccuini della Ettinger sono stati oggetto di studio e le sue opere hanno ispirato storici dell’arte (tra cui l’illustre Griselda Pollock e la curatrice internazionale Catherine de Zegher) e filosofi (come Jean-François Lyotard, Christine Buci-Glucksmann e Brian Massumi) che alla sua pittura hanno dedicato numerosi saggi. Ettinger è considerata una figura di spicco sulla scena artistica francese e israeliana.

Luigi Marsero

 

MONCALIERI. LE OPINIONI E I DINTORNI. VOCI DAL TERRITORIO. INCONTRO CON MAURIZIO GALIA

Giovedì 24 febbraio 2022, ore 19

Le opinioni e i dintorni è il nostro nuovo format di incontri online di 30 minuti (e non solo) per dare voce alle storie e alle opinioni delle persone dell’Area metropolitana torinese. Le conversazioni a tre con un ospite di volta in volta diverso consentono di raccontare i mestieri, le figure rappresentative dell’attualità, i bisogni, le nuove risorse e anche di approfondire temi che riguardano l’area vasta attraverso lo sguardo di eminenti osservatori. Laura Pompeo e Miresi Fissore dialogano con il visual designer e multimedia illustrator Maurizio Galia. Nato a Moncalieri, si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Torino con Fabrizio Tabusso, Enzo Sciavolino e Sergio Saroni. Specializzato come visual designer pubblicitario e illustratore di fumetti e libri, ha sviluppato negli anni anche una forte passione per la musica e suona in un noto gruppo pop.

 

LA RIQUALIFICAZIONE DI STAFFARDA

Con i lavori di restauro e risanamento conservativo delle coperture del complesso abbaziale di Staffarda, la F.O.M. – Fondazione Ordine Mauriziano ha compiuto il primo passo di un progetto più ampio per il rilancio e la valorizzazione di uno dei più grandi monumenti medioevali del Piemonte. La riqualificazione del complesso abbaziale e del borgo rurale di Staffarda – nell’ambito della partecipazione al Bando Regione Piemonte (a cui sono stati destinati complessivamente 750mila euro) per la valorizzazione del distretto UNESCO piemontese – è partita il 12 novembre scorso con i lavori di restauro e risanamento conservativo delle coperture del complesso abbaziale. I 559.709 euro sono cofinanziati con i fondi FSC (Fondo di Sviluppo e Coesione). «I restauri – sottolinea Marta Fusi, dirigente F.O.M. – rappresentano solo il primo passo di un progetto più ampio per il rilancio e la valorizzazione dell’intero complesso che comprende sia la parte aulica e sia la parte rurale di un simbolo del territorio cuneese e piemontese ed esempio del patrimonio della Fondazione Ordine Mauriziano dal grande valore identitario e culturale da tutelare e riscoprire».  Il complesso abbaziale di Staffarda è un caso esemplare di bene culturale catalizzatore di dinamiche di sviluppo sostenibile. Tutto il progetto, comprese le fasi autorizzative, e la fase realizzativa, è stato coordinato e seguito, anche nel ruolo chiave della direzione dei lavori, dal personale degli uffici interni della F.O.M. Nello specifico, il progetto di restauro prevede la messa in sicurezza di una grande parte delle coperture del complesso abbaziale, a cominciare dalla manica su piazza Roma (quella sovrastante, tra l’altro, la biglietteria e il Bar “Il Sigillo”), che nel tempo aveva evidenziato problematiche anche di natura strutturale, con cedimenti e rotazioni di alcune capriate che richiedevano interventi urgenti per mantenere le necessarie condizioni di sicurezza. Verranno sostituite quindi alcune travi dell’orditura principale portante nell’area “ex-granaio”, ormai giunte alla fine della vita utile, e realizzata una cordolatura di collegamento di tutte le capriate per rendere meno sensibile, nel futuro, l’intera orditura a fenomeni di sbandamento. L’intervento di risanamento conservativo interessa inoltre l’intera copertura della chiesa abbaziale, la totalità dei tetti del chiostro (compresa la parte in “lose” di pietra) ed alcuni fabbricati accessori, con livelli di intervento diversificati a seconda dello stato di conservazione di ciascuna porzione di copertura, che è stato indagato in fase di progetto avvalendosi di sopralluoghi minuziosi e persino di un volo eseguito con un drone che ha fornito interessanti viste da cui i progettisti della F.O.M. hanno tratto dati importanti sullo stato di conservazione dei manti di copertura in coppi. «I limiti economici del finanziamento – precisa Luigi Valdemarin, architetto F.O.M. – purtroppo non permettono di dare una risposta esaustiva a tutte le criticità rilevate, ma sono fondamentali per garantire la conservazione del complesso architettonico e innescare un processo che possa portare, nel prossimo futuro, a recuperare anche altre porzioni del complesso abbaziale al fine di ampliare l’attuale percorso museale». Il rifacimento dei manti di copertura, secondo gli accordi intercorsi tra Soprintendenza e uffici F.O.M., non comporterà variazioni significative dal punto di vista dell’impatto estetico: tutti i coppi antichi ancora in buone condizioni verranno recuperati e utilizzati come copertura, mentre i cosiddetti “coppi canale” (quelli inferiori) verranno sostituiti con manufatti nuovi, dotati di ganci atti a prevenirne lo scivolamento e quindi più sicuri e duraturi, ma di tipo “anticato”, quindi quasi indistinguibili dal manufatto storico. Una particolare attenzione è stata prestata anche al tema del rispetto dell’ambiente, con l’adozione di particolari accorgimenti volti alla tutela dei chirotteri, che ormai fanno parte integrante dell’ambiente storico dell’abbazia. A questo proposito, i progettisti, in accordo con l’Ente Parco del Monviso, hanno prescritto l’utilizzo di impregnanti e vernici per le strutture lignee esenti da componenti ritenute tossiche per le specie animali presenti nella zona, oltre che ovviamente per l’uomo.

ABBAZIA DI S. MARIA DI STAFFARDA

Staffarda rappresenta storicamente e culturalmente un perno per il territorio cuneese e piemontese, in quanto borgo cistercense e rurale. Fondata tra il 1122 e il 1138 sul territorio dell’antico Marchesato di Saluzzo, l’Abbazia benedettina cistercense aveva raggiunto in pochi decenni una notevole importanza economica quale luogo di raccolta, trasformazione e scambio dei prodotti delle campagne circostanti, rese fertili dai monaci con estese e complesse opere di bonifica. L’importanza economica aveva portato all’abbazia privilegi civili ed ecclesiastici che ne fecero il riferimento della vita politica e sociale del territorio. Nel 1690 i Francesi, guidati dal generale Catinat, invasero l’Abbazia distruggendo l’archivio, la biblioteca, parte del chiostro e del refettorio; dal 1715 al 1734, con l’aiuto finanziario di Vittorio Amedeo II, vennero effettuati lavori di restauro che in parte alterarono le originali forme gotiche dell’architettura. Con Bolla Pontificia di Papa Benedetto XIV, nel 1750, l’Abbazia ed i suoi patrimoni divennero proprietà dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, ed eretti in Commenda. Del complesso abbaziale si evidenziano in particolare la Chiesa, con il Polittico di Pascale Oddone e il gruppo ligneo cinquecentesco della Crocifissione, il Chiostro, il Refettorio, con tracce di dipinto raffigurante “L’ultima cena”, la Sala Capitolare e la Foresteria. Gli altri edifici costituiscono il cosiddetto “concentrico” di Staffarda, ossia il borgo, che conserva tuttora le storiche strutture architettoniche funzionali all’attività agricola, come il mercato coperto sulla piazza antistante l’Abbazia e le cascine.

 

CHERASCO. GUIDO DI MONTEZEMOLO (1878-1941). LA POETICA DELLA PITTURA TRA VERISMO E RITORNO ALL’ORDINE

Palazzo Salmatoris, 19 febbraio – 15 maggio 2022

 Ha aperto sabato 19 febbraio 2022 Palazzo Salmatoris con la prima delle mostre di questo 2022: Guido di Montezemolo (1878-1941). La poetica della pittura tra Verismo e Ritorno all’ordine, allestita in collaborazione con Luca Mana, esperto d’arte. L’esposizione racconta la vita e il lavoro dell’artista attraverso una selezione di cinquanta opere, scelte tra quelle che i discendenti tutt’oggi custodiscono gelosamente. Esponente di un’antica famiglia nobiliare piemontese, Guido Cordero di Montezemolo (Mondovì, 1878 – Torino, 1941) fu un pittore che visse tra due mondi: quello tranquillo della ricca e genuina campagna piemontese e quello effervescente delle grandi città europee, serbatoi di novità sociali e artistiche. Allievo di Pier Celestino Gilardi e di Giacomo Grosso all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, fin da giovane intese la pittura come missione di vita, intesa quale mezzo per esaltare la realtà attraverso un uso sapiente e studiato del colore. Influenzato nella prima produzione dal Simbolismo tardo ottocentesco, seppe aggiornare il proprio stile pittorico attualizzandolo a seconda delle correnti figurative in voga, sperimentando nel primo decennio del Novecento il Divisionismo, per passare, dopo il 1919, a un recupero accademico della forma. Tra i dipinti esposti spiccano per bellezza e intensità di espressione i magnifici ritratti che il pittore dipinse a partire dall’ultimo decennio dell’Ottocento, quali Primavera in autunno (1895), Suonatrice d’arpa (1905) e Ritratto di famiglia (1924). Protagonisti di queste scene furono sovente il pittore stesso e membri della sua famiglia. Accanto a questo tipo di produzione, più intima, ci fu quella di impegno sociale che Guido coltivò con l’intento di rendere omaggio a situazioni lavorative diverse. Fu così che dipinse Gregge intorno al fuoco e Cavalli al lavoro, preludio a opere di maggior impatto visivo, quali Il muratore (1935), Ritorno dal lavoro (1939) e il bozzetto per Gloria dei campi, realizzate in un clima di parziale condivisione dei valori del regime fascista. Indiscutibili protagonisti del percorso espositivo sono, però, i paesaggi e le vedute di città e di paesi, ai quali l’artista si dedicò fin dall’inizio della propria attività. Educato alla pittura en plein air di fontanesiana memoria, Guido di Montezemolo dipinse alla fine degli Anni Dieci immagini segnate da una forte adesione ai principi cromatici del Divisionismo, resi manifesti in piccoli capolavori quali Palazzo Reale (1917-1918) e Torino. Palazzo Madama (1919-1920), il cui stile fu, però, ben presto abbandonato in un clima di generale Ritorno all’ordine che, per Montezemolo, significò significò recupero delle tanto amate fonti figurative iniziali.

La mostra aperta fino al 15 maggio, avrà il seguente orario: mercoledì, giovedì e venerdì: 14.30 – 18.30; sabato e domenica: 9.30 – 12.30 / 15.00 – 19.00. Ingresso libero; durante le aperture saranno rispettate tutte le norme anti Covid, obbligatori green pass rafforzato e mascherina.

 

GALLERIA BERMAN. MOSTRA DI ILLER INCERTI

Verrà inaugurata il 3 marzo, alle 16.30, e resterà visitabile fino al 2 aprile, dal mercoledì al sabato, dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16 alle 19, presso la Galleria Berman, nella sede espositiva, in via Arcivescovado, 9 a Torino, la mostra con  32 opere di Iller Incerti dal titolo: “Il mondo visto con gli occhi di Iller Incerti”. Ingresso gratuito e nel rispetto delle normative Anti-covid19

Durante l’apertura del 3 aprile dalle 16,30 alle 19 sarà presente l’artista

 

 

 

 

 

 

“N.E.O.N.: UNA NUOVA LUCE PER IL QUARTIERE!”. IL 25 FEBBRAIO LA MOSTRA FOTOGRAFICA

Venerdì 25 febbraio 2022 dalle ore 14.30 alle 17.00 si svolgerà la mostra “N.E.O.N.: una nuova luce per il quartiere!”, organizzata da Vol.To nell’ambito del Progetto “N.E.O.N. – Not Excluded from Our Neighbourhood” finanziato dal programma “Corpo Europeo di Solidarietà – Progetti di So-lidrietà”. L’evento, ospitato presso la sala mostre del Centro Civico (situato in Via Stradella, 192, Torino), si svolgerà con il patrocinio della Circoscrizione 5, vuole celebrare la fotografia come strumento di lotta contro i linguaggi d’odio ed è volto a sensibilizzare i cittadini che abitano nella Circoscrizione e non solo sui temi della riqualifica del territorio, l’inclusione sociale e la risposta a messaggi d’odio attraverso la loro trasformazione artistica.

Nell’occasione verrà illustrato il progetto N.E.O.N. nella sua interezza, le attività che grazie ad esso sono state realizzate, le ricadute positive delle stesse e soprattutto saranno mostrate le fotografie: 10 scatti, realizzati dal fotografo professionista Massimiliano Sticca, che ritraggono cinque volontari torinesi con origini diverse. I volontari, che credono fermamente nelle idee promosse dal progetto si sono impegnati in prima linea per promuovere l’idea di integrazione e inclusione sociale. Le fotogra-fie, dei ritratti ambientati, sono state realizzate presso i Giardini Sospello di Torino, dove i soggetti hanno posato di fronte ad alcune opere con cui lo street artist veronese Cibo ha ricoperto alcune scritte ingiuriose disseminate nel parco stesso in collaborazione con il progetto.

La sensibilizzazione circa questi temi si auspica abbia un impatto positivo sulla comunità di rife-rimento. Saper accettare la diversità e viverla come una risorsa e non come limite è ciò che permet-te di creare società attente ai bisogni di tutti, che si impegnino concretamente a realizzare azioni poli-tiche, economiche e sociali realmente inclusive.  Inoltre, la riqualifica degli spazi urbani deturpati da graffiti è sicuramente essenziale per favorire il benessere di tutti coloro che abitano e vivono tali spa-zi.

 

TORINO. OFFICINE KAOS. DIFFERENTI

Piazza Montale 18a, Le Vallette, Torino. Gli spettacoli del 25 e 26 febbraio 2022

Venerdì 25 febbraio ore 21

Coreografia: Adriano Bolognino

Danzatrici: Rosaria Di Maro, Noemi Caricchia, Roberta Fanzini, Giorgia Longo.

Saudade è nostalgia del futuro, dolore per un momento di vita finito, per la lontananza dalla propria terra. E’ uno stato d’animo latente che domani sarà coscienza. Il lavoro è ispirato da Fernando Pessoa e dai suoi eteronimi, le sue diverse personalità letterarie. Quattro danzatrici in scena interpreteranno diversi eteronimi dello scrittore portoghese, dotati di autonoma personalità, ognuno dei quali ha avvertito la propria forma di saudade. Ciascuno esiste come singolo e in relazione agli altri, perché la saudade a differenza della nostalgia è condivisibile, si sperimenta a livello individuale e collettivo ed è rivolta al futuro, vissuto non come fonte di incertezza ma come desiderio di ciò che ancora non si possiede, ricco di speranza.

Negli studi di semiologia della letteratura, l’eteronimia è il rapporto tra nomi diversi di una stessa persona, l’autore di un’opera. Lo scrittore portoghese Fernando Pessoa ne assunse ben quattro (Álvaro de Campos, Ricardo Reis, Alberto Caeiro e Bernardo Soares), corrispondenti a personalità e biografie immaginarie diverse.

Sabato 26 febbraio ore 21

Atma, Danae & Dionysios, Grecia

https://www.danaedionysios.com/

Prima nazionale

Danae e Dionysios sono due artisti greci, danzatori e performer che collaborano dal 2015. Nelle loro creazioni propongono relazioni armoniche tra la natura e gli esseri viventi, che siano essi uomini o animali, per indagare le trasformazioni che costituiscono le origini dell’umano, rivolgendosi verso ciò che è stato cancellato dalla cultura. In ATMA il bestiale si contrappone all’umano, l’apollineo al dionisiaco, non per creare distanze ma per incorporare in un’unica nota due aspetti conflittuali. Poiché è proprio dalla complementarietà di elementi contrapposti, scrivono gli autori, scaturisce quell’unicum che definiamo umanità.

Coreografia – Performance: Danae & Dionysios

Musica Originale: Constantine Skourlis

Con il sostegno di: Big Storry Productions – One Dance Week – L’Estruch Fabrica de Creatio – Centre Civic Barceloneta – Athens Concert Hall.

INGRESSO GRATUITO su prenotazione a tutti gli appuntamenti della stagione.

Posti limitati. Mascherine e greenpass obbligatori come previsto dalle normative anti Covid.

Per info e prenotazioni

www.officinecaos.net / info@officinecaos.net

  1. +39.011.7399833 | +39.011.5881853 | m. +39.375.5595428

 

MONCALIERI. IL NOSTRO SIPARIETTO 2022. SPETTACOLO CON CORALE E MAGIA

Teatro Matteotti, via Matteotti 1

Domenica pomeriggio, 27 febbraio, a Moncalieri sono di scena la musica corale e la magia. Nell’ambito della rassegna teatrale curata dal Siparietto di San Matteo salgono sul palco del teatro Matteotti (ore 15,30) la corale Haendel di Trofarello e i maghi Tony e Lussy da Pecetto.

“Un’occasione per le famiglie di vivere un pomeriggio piacevole – commenta soddisfatta l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Un bell’intermezzo, dopo i primi due appuntamenti di teatro in prosa della rassegna. Ringrazio il Siparietto che da tanti anni anima in favore di un folto e affezionato pubblico le domeniche pomeriggio invernali al Matteotti. Ci saranno ancora due appuntamenti teatrali, il 13 marzo e il 9 aprile, prima che cominci la parte di programma ospitata al Teatro San Matteo di corso Roma”.

Abbonamento a tutti gli spettacoli: € 30,00

Biglietto singolo: € 8,00 (ridotto per under 14: € 6,00)

Info e prevendite: signor Trivero, cell 335287805

 

CASTELLO DI RIVOLI. CARNEVALE AL MUSEO

il Dipartimento Educazione Castello di Rivoli torna ad accogliere le famiglie con lo Speciale Carnevale al Museo a partire da Giovedì grasso: giovedì 24 e venerdì 25.02 alle ore 17, sabato 26 e domenica 27.02 alle ore 11 e 16. Una proposta che negli anni è stata molto amata dal pubblico e che per l’occasione è stata ampliata e riprogettata in modo da accogliere piccoli gruppi (adulti e bambini dai 3 ai 10 anni), in linea con le disposizioni di sicurezza anti-Covid 19 e in un ambiente controllato.

Necessaria la prenotazione con almeno un giorno di anticipo. Contattare il Dipartimento Educazione 011.9565213, educa@castellodirivoli.org.

 

POLO CITTATTIVA. “ESTETICA DELLA CITTADINANZA. PER UNA NUOVA EDUCAZIONE CIVICA”

Ne discuteranno Irene Baldriga e Nicoletta Fasano

Sabato 26 febbraio 2022 alle 16 (Meet) la prof.ssa Irene Baldriga presenterà “Estetica della cittadinanza. Per una nuova educazione civica” (Ed. Le Monnier). L’autrice dialoghera’ con Nicoletta Fasano (Israt).  L’incontro è organizzato da Polo Cittattiva per l’ Astigiano e l’ Albese – I.C di S. Damiano, Museo di Cisterna, Israt, Associazione “Franco Casetta” con Fra production spa, Libreria “Il Pellicano” e Aimc di Asti. “Che effetto producono l’esperienza e la consapevolezza dei beni culturali e della natura sul comportamento del cittadino? Nell’attualissimo dibattito sui valori di cittadinanza, il libro propone una riflessione tesa ad indagare il rapporto tra patrimonio culturale e costruzione dell’identità civica. Attraverso descrizioni ed esempi concreti, collegamenti alla letteratura, al cinema e alla filosofia, si illustra una declinazione estetica dello status di cittadino, espressa nell’essere e nell’agire. Ne consegue una moderna profilatura – globale, sostenibile, solidale e narrante – dello stare «nel mondo» (il Dasein di Heidegger) come cittadini il cui principio di ispirazione primaria si riconosce nella bellezza morale e materiale. La cittadinanza estetica, di cui il libro costituisce un manifesto inedito, è una postura fisica e mentale, un modo di essere e di interagire con gli altri e con i luoghi che si abitano e che abitano dentro di noi.” Irene Baldriga è storica dell’arte e ricercatrice presso l’Università «Sapienza» di Roma, dove insegna Museologia e Didattica del museo. Ha lavorato nella scuola secondaria superiore come docente e dirigente scolastico ed è presidente emerito dell’Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte. Studiosa dell’età rinascimentale e barocca, di museologia e critica d’arte, è autrice di numerosi saggi e monografie, tra cui L’occhio della lince. I primi lincei, tra arte, scienza e collezionismo (Accademia Nazionale dei Lincei), Dentro l’Arte. Contesto, metodo, confronti (Electa Scuola, 2016) e Diritto alla bellezza. Educazione al patrimonio artistico, sostenibilità, cittadinanza (Le Monnier, 2017). Per i suoi meriti culturali, il governo francese le ha conferito il titolo di Cavaliere dell’Ordine delle Palme Accademiche.

Per iscrizioni:  polocittattiva@icsandamiano.it