Stop a Vadò, si farà a Cambiano? Sul nuovo ospedale unico dell’asl To5 infuria la polemica. Chieri, Moncalieri, Nichelino e Vinovo attaccano la Regione

SARNO (PD): “FRONTE COMPATTO CON I SINDACI CONTRO L’IRRESPONSABILE, INTOLLERABILE E INDEGNA SITUAZIONE CHE SI STA CREANDO.”

 “Dopo anni di studi, progetti e programmi di finanziamento che avevano portato ad una decisione fattibile e condivisa, oggi è inaccettabile che ci sia uno stravolgimento del genere del progetto e che arrivi sui giornali prima che nell’apposita commissione: la dimostrazione che questa Giunta non vuole e non ha mai voluto confrontarsi seriamente non solo con i Sindaci ma anche con lo stesso Consiglio Regionale” dichiara il Consigliere Regionale del PD Diego Sarno, dopo aver appreso che l’ultimo studio della Regione proporrebbe Cambiano come sede del nuovo/unico ospedale in ASL TO5. “Una volta che potremmo analizzare lo studio – prosegue Sarno – sarà interessante scoprire come mai, dopo anni di studi che davano come prima localizzazione utile Vadò, oggi salti fuori Cambiano.” “Questo è solo l’ennesima dimostrazione che questa Giunta non ha a cuore la valorizzazione di questa ASL come delle altre, poiché la nuova localizzazione porterà ad ulteriori e gravi perdite di tempo, mentre gli attuali ospedali sono sempre più in difficoltà: studi di fattibilità, costosi progetti di bonifica dell’area, ripensamento del trasporto pubblico ad hoc saranno solo alcuni degli ostacoli da affrontare partendo di nuovo da capo, mentre si genererà un crescente disservizio per la Città della Salute di Torino che si troverà a dover potenzialmente accogliere anche circa 110 mila tra Nichelinesi e Moncalieresi, in quanto il nuovo nosocomio non sarebbe più baricentrica nel nuovo sistema piemontese dei nuovi ospedali” aggiunge il consigliere Sarno. “Per tutti questi motivi – conclude Sarno – non è più il tempo del dialogo (sempre rispedito al mittente dall’inadeguato assessore Icardi e dal Presidente Cirio); è il tempo dell’azione di denuncia pubblica e dell’agitazione anche popolare. Dopo aver già raccolto migliaia di firme, porteremo i cittadini, i sindaci, le associazioni del territorio davanti alla Regione e con loro chiederemo di rendere conto di questo scempio che oggi porta ad uno spreco di risorse pubbliche e ad una assurda e insostenibile e indegna perdita di tempo ”

Paolo Montagna sindaco di Moncalieri

Paolo Montagna, Sindaco di Moncalieri: “L’esigenza di un ospedale unico nell’Asl To5, al netto dei ragionamenti politici di parte sulla localizzazione e delle condizioni in cui versano le strutture dei nosocomi presenti nella zona, si fondava sul presupposto di realizzare una struttura connessa al progetto del Parco della Salute di Torino, un vero ospedale metropolitano, baricentrico anche rispetto alla densità di popolazione, di facile accesso e dotato di servizi e rete di trasporti. Ciò, anche al fine anche di ridurre la mobilità passiva che oggi porta 7 residenti su 10 dell’area a curarsi fuori dai 3 ospedali dell’Asl To5. La scelta del sito di Cambiano tradisce quel presupposto e manifesta ancora una volta la volontà dell’Assessore Icardi di preordinare le ragioni politiche all’interesse per la salute di 300mila cittadini residenti nei comuni dell’Asl To5.

Gianfranco Guerrini, Sindaco di Vinovo e consigliere delegato della Città Metropolitana: “L’ospedale unico è una necessità imprescindibile per dare una sanità credibile al territorio. Territorio che non può aspettare oltre. E incredibile che una decisione presa all’unanimità da tutti i sindaci dell’ASL TO5 non trovi attuazione. Stiamo parlando da decenni di una nuova struttura e la politica non sa decidere e questo a danno esclusivo dei cittadini del territorio”

Giampiero Tolardo, Sindaco di Nichelino: “Ciò che più amareggia di tutta questa vicenda è il completo scollamento con la realtà da parte dell’assessorato regionale alla Sanità e del Presidente Cirio se non dovesse intervenire. In un paese in cui testiamo ogni giorno l’enorme necessità di strutture sanitarie moderne e funzionali, non è accettabile che la discussione preliminare sulla localizzazione duri anni e anni e con continui e inaccettabili stravolgimenti di scelte precedentemente vagliate. I 3 siti sono stati presi in considerazione in uno scenario in cui si parlava di ospedale unico. Se oggi si sceglie di tenere aperti gli ospedali di Carmagnola e Chieri è impensabile che si parli di una collocazione decisamente decentrata rispetto all’area più densamente popolata dell’ASL TO5. Chiederò una convocazione urgente dell’Assemblea dei Sindaci”

Alessandro Sicchiero, Sindaco di Chieri e consigliere metropolitano: “Il vero grande pericolo è che il nuovo ospedale non si faccia. Abbandonare la scelta di Vadò

Alessandro Sicchiero sindaco di Chieri

significa riportare indietro le lancette dell’orologio e ripartire da zero. Passeranno ancora altri anni tra discussioni e approfondimenti, mentre i nostri tre ospedali diventano ancora più vecchi e meno attrattivi. È sconcertante che l’assessore Icardi non abbia mai voluto rispondere alle richieste di confronto, che abbiamo avanzato come Assemblea dell’ASL TO5. Avrebbe potuto chiarirci se l’intenzione è quella di un nuovo ospedale unico che superi gli attuali tre nosocomi, o se si pensa di costruire semplicemente un nuovo ospedale, perché nel qual caso bisognerebbe spiegare ai cittadini come si pensa di sostenere economicamente una scelta del genere. Davvero qualcuno può credere che, con le spese energetiche che aumentano a dismisura e la carenza di personale, si possa ipotizzare un ulteriore ospedale senza una riconversione delle strutture di Chieri, Moncalieri e Carmagnola? Ribadisco quanto detto più volte: bisognava definire il destino dei nostri tre ospedali nell’ambito del ridisegno della medicina territoriale tramite i fondi del Pnrr (case salute, ospedali di comunità, Cot), e, in quel contesto, prendere la decisione definitiva sulla localizzazione del nuovo ospedale. Invece, si è preferito perdere tempo ed evitare scelte chiare. Se ora si vuole riaprire la discussione, come territorio siamo pronti, con la convinzione che il nostro Ospedale Maggiore non lo si difenda conservando l’esistente ma riprogettando l’edilizia sanitaria del futuro. Certamente per Chieri e per l’alto astigiano il sito di Cambiano è sempre stato il più consono, ma la priorità è quella di avere quanto prima un ospedale moderno ed efficiente. Temo, invece, che l’anticipazione via stampa della decisione di abbandonare Vadò (anziché comunicarlo nelle sedi istituzionali) lasci intendere la volontà di Cirio e Icardi di non voler posare il primo mattone del nuovo ospedale entro questa legislatura regionale”