CURIOSITA’ NOVARESI 4: LA NOVARA DEGLI SPAGNOLI E LA CHIESA DEL MONSERRATO

La presenza spagnola a Novara, pur con alterne vicende e temporanee occupazioni da parte dei Francesi, ha avuto una durata di quasi due secoli a partire dall’occupazione voluta da Carlo V (1500-1558), nei primi decenni del Cinquecento, fino all’inizio del Settecento, cioè al periodo appena successiva alla morte di Carlo II (1661-1700). Furono certamente secoli non facili per Novara e non solo per Novara.

Ci furono guerre e lotte con la Francia, crisi economiche, con una ripresa legata all’inizio della coltivazione del riso e del mais, e inoltre importanti stravolgimenti urbanistici legati alla decisione di trasformare la Città in piazzaforte, con il conseguente abbattimento di molti edifici periferici, in relazione alla costruzione delle nuove mura fortificate, in parte ancora presenti, costruzione che continuò fino all’inizio del Seicento.

Quanto è rimasto nella Novara del 2022 dell’epoca “spagnola”, oltre ad alcuni resti delle mura? Quali sono le testimonianze ancora esistenti di quei secoli? Cerchiamo quindi di rispondere, per quanto possibile, a queste domande.

Una prima importante testimonianza della presenza spagnola a Novara la troviamo certamente nella chiesa del Monserrato, tuttora esistente. La chiesa del Monserrato o della SS. Trinità è ricordata, quando ancora era un semplice oratorio, in un documento del 19 maggio 1190. L’oratorio divenne possesso nel 1590 della confraternita di S. Maria del Gonfalone, che già aveva sede nella chiesa di S. Dionigi il Vecchio e che lo fece restaurare, per arrivare quindi alla consacrazione ufficiale officiata dal Vescovo Bascapé il 4 maggio 1598. Distrutta poi intorno al 1635 la chiesa di S. Stefano, a seguito della stipulazione di un atto del 15 marzo 1636 tra il rettore della parrocchia di S. Stefano e la confraternita del Gonfalone, il parroco di S. Stefano fu autorizzato ad officiare nell’oratorio della confraternita, poiché nel distretto della parrocchia non vi era altra chiesa. L’oratorio della SS. Trinità divenne così sede parrocchiale. La parrocchia poi nel secolo XVIII° comprese anche il territorio delle parrocchie di S. Giacomo e d’Ognissanti, a seguito della loro cessazione, fino a diventare nel 1857 la parrocchia più grande della città, con l’assegnazione anche di tutta l’area intorno alla stazione ferroviaria.

La chiesa è conosciuta come chiesa del Monserrato, con il relativo titolo, per una ragione storica. Nel Seicento le milizie spagnole stanziate a Novara avevano scelto il rione accanto alla chiesa della SS. Trinità come loro dimora prediletta; per questo motivo il rione sarà poi denominato “dei Quartieri Spagnuoli”. Furono gli Spagnoli a collocare nel 1619 in una cappella della chiesa la statua della Vergine Maria, ad imitazione di quella del famoso santuario di Montserrat nella Catalogna spagnola. Da quel momento la chiesa cominciò ad essere chiamata del Monserrato. Dal 1715 al 1717 venne eretto il grandioso altare, col tempietto in cui fu collocata la statua della Madonna, realizzata nel 1626 dallo scultore Pietro Baroffio di Varese (nella foto). La chiesa fu poi modificata nel 1683, ma soprattutto, con mutamenti radicali, nel 1859.

Fino ad allora aveva avuto nella facciata una sorta di piccolo portico o atrio, che sporgeva nell’attuale corso Cavour. Sorta la stazione ferroviaria e aumentato il traffico, il Municipio di Novara decise di ampliare il corso a danno della chiesa, compensando la confraternita del Gonfalone, patrona della chiesa, con il versamento di Lire 18.000. La chiesa fu quindi “accorciata” ad ovest di 4 metri e allungata ad est, con il conseguente arretramento del presbiterio e del coro. La nuova facciata fu in stile neoclassico (nella foto), quindi attualmente la chiesa della Santissima Trinità e di Santa Maria al Monserrato si presenta come un edificio neoclassico, che contiene decorazioni ed opere artistiche rinascimentali e barocche. Ma le testimonianze della presenza degli Spagnoli a Novara non terminano certamente qui ed avremo occasione di riparlarne.

Enzo De Paoli