Regione Piemonte. Approvata la nuova legge urbanistica

Nicco, «Meno burocrazia, più attenzione a cittadini e Comuni». Castellaro (PD): “IL CENTRODESTRA APPROVA UNA LEGGE CHE APRE ALLA SPECULAZIONE IN PIEMONTE. CONTINUEREMO A DIFENDERE L’AMBIENTE E IL PAESAGGIO”

 

Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato oggi la nuova legge sulle Norme di semplificazione in materia urbanistica ed edilizia. Il testo recepisce molti suggerimenti venuti dal consigliere regionale Davide Nicco, che l’ha firmata insieme al presentatore Valter Marin. Spiega Nicco: «Con la nuova Legge urbanistica regionale finalmente il Piemonte va incontro alle richieste di tanti cittadini e amministrazioni comunali. La nuova norma semplifica molte procedure burocratiche per i privati e per i Comuni in materia di varianti urbanistiche. Facilita il recupero a fini abitativi di parti edilizie sottoutilizzate come sottotetti e piani terreni a pilotis. Consente il trasferimento di cubature senza incrementi di carico urbanistico, la cosiddetta “decostruzione”. E soprattutto incentiva il contenimento del consumo di nuove aree e di suoli verdi a vantaggio del recupero di aree già compromesse o dismesse». Punto, quest’ultimo, determinante anche nella scelta della collocazione di grandi opere come i nuovi ospedali dell’Asl To5 e di Ivrea. «La nuova legge – prosegue Nicco è frutto di un grande lavoro del Consiglio regionale, nel quale ho voluto portare la mia esperienza di sindaco che si è dovuto misurare per anni con rigidità e lungaggini burocratiche e con le legittime esigenze dei cittadini che non potevano essere soddisfatte per l’inadeguatezza delle norme. Le proposte da me avanzate assieme ai tecnici sono state accolte dal primo firmatario Valter Marin, al quale mi unisce l’esperienza e sensibilità di amministratori locali». La nuova legge consente fra l’altro il recupero come spazi abitabili dei sottotetti finora non ammessi per motivi di altezza. Snellisce pratiche burocratiche quali varianti minori ai piani regolatori, che in precedenza ogni Comune doveva portare all’esame della Regione con conseguenti lungaggini burocratiche e ora diventano invece automatiche. Consente il recupero dei piani terra degli edifici a pilotis (fatte salve naturalmente tutte le verifiche idrogeologiche) per ricavarne nuovi locali abitabili. Consente lo spostamento di cubature edificabili da un’area all’altra di un Comune senza varianti al piano regolatore. E rende concretamente attuabili le politiche di contenimento nel consumo di nuovi suoli. Conclude Nicco: «La nuova legge rappresenta un cambio radicale di mentalità e di paradigma. Dalla filosofia del “no” e della burocrazia il Piemonte passa all’applicazione concreta di un modello di sviluppo sostenibile che valorizza il recupero e il riuso, e accoglie le mutate esigenze delle persone e delle famiglie emerse durante la pandemia, e cui oggi l’urbanistica e l’edilizia sono chiamate a dare risposta».

Diametralmente opposto il giudizio dell’opposizione. Dice Castellaro, VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE PD – CONSIGLIERE REGIONALE PD DELLA PROVINCIA DI CUNEO (PD):  “Oggi l’Aula di Palazzo Lascaris, grazie all’ennesimo contingentamento dei tempi al quale il centrodestra continua a fare ricorso su qualsiasi provvedimento, forzando il Regolamento e minando rapporti e dialogo con le opposizioni, approva una legge che annuncia semplificazioni in materia edilizia, ma che, nella realtà, prevede una deregolazione delle norme in materia che rischia di aprire a speculazioni e ricorsi giudiziari il sistema edilizio piemontese. L’idea di incentivare le ristrutturazioni per salvaguardare il suolo vergine è positiva ed era già alla base della legge 16/2018. Per questo abbiamo fino all’ultimo lottato per migliorarla. Ma bisogna porre dei paletti: non possiamo pensare di consentire il recupero a fini abitativi di locali alti 2 metri! Non ha senso prevedere che si possa abbassare fino a 2,40 metri o 2,20 metri le altezze delle abitazioni se costruite prima del 1975: si sta aprendo a speculazioni che nulla hanno a che fare col recupero edilizio. Molte di queste previsioni presentano profili di contrasto con la normativa nazionale e sanitaria e sono destinate a restare lettera morta o a dare la stura a ricorsi e incertezze giuridiche, l’ultima cosa di cui il mercato ha bisogno. La sfida vera è però è mettere mano alla legge 56 del 1977 sull’urbanistica, se vogliamo davvero sostenere i comuni nel governo del loro territorio e rilanciare il settore guardando al futuro. Con queste norme, si svuotano di contenuto i piani regolatori e si tagliano fuori i Comuni” dichiarano il Vicepresidente del Consiglio regionale Pd e il Consigliere regionale Pd espressione della Provincia di Cuneo, relatore di minoranza del provvedimento. “La legge sull’edilizia voluta dal centrodestra – proseguono gli esponenti dem – è un “liberi tutti”, una legislazione sul modello di quella degli anni ’60 e ’70 che ha contribuito a creare disastri ambientali che continuiamo a scontare”. “Abbiamo provato, attraverso la presentazione di emendamenti correttivi e attraverso un dialogo costruttivo, a opporci a una norma che rappresenterà un vero rischio per il Piemonte. Il Partito Democratico ha sottolineato più volte, nel corso della discussione, l’importanza di evitare un’edilizia selvaggia e insostenibile, ma siamo rimasti inascoltati. Continueremo, in ogni sede possibile, a batterci per preservare il nostro patrimonio naturale e il paesaggio, a lottare contro il consumo sconsiderato del suolo, a chiedere che le aree industriali dismesse vengano riconvertite. Continueremo a opporci a tutti quei progetti che mettono a rischio l’ambiente” concludono i Consiglieri regionali Pd.