PIEMONTE ARTE: GALLERIA ACCADEMIA, SANTINA BARBERA, TINO AIME, PIERFLAVIO GALLINA, VOLTI NEL VOLTO…

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

UN PERCORSO TRA ARTISTI DEL NOVECENTO E CONTEMPORANEI

Fondata da Pietro Barsi nel 1969, la storica Galleria Accademia, ora diretta dal figlio Luca Barsi, di via Accademia Albertina 3, si è trasferita in una nuova sede situata nella palazzina all’interno dello stabile di via Po 39, in prossimità di Piazza Vittorio Veneto. Inaugurata con l’intervento dell’economista ed esperto d’arte Paolo Turati e del critico d’arte Angelo Mistrangelo, propone una serie di cinque mostre con opere di autori italiani e stranieri che coinvolgono i visitatori dinanzi al rigore geometrico di Achille Perilli, ai “decollage” di Mimmo Rotella e alla vitalità espressiva di Ugo Nespolo.

E di sala in sala si scopre il francese Cesàr e Andy Wharol, Karel Appel, Carol Rama, Turcato, Giulio Paolini ed Enrico Paulucci con il fiabesco Francesco Tabusso e l’energia espressiva di Piero Ruggeri (Info:011/885408, info@galleriaaccademiatorino.it).

E proprio Piero Ruggeri è uno dei pittori della collettiva “Denominatore Comune”, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Carmagnola e Pro Loco, allestita sino al 3 luglio a Palazzo Lomellini, in piazza Sant’Agostino 17 a Carmagnola.

Ideata dallo scultore Riccardo Cordero e curata da Armando Audoli, pone l’attenzione sulle esperienze e l’intensità del linguaggio e della stagione di Nino Aimone e naturalmente di Piero Ruggeri, delle preziose tavole astratto-informali di Maria Rosa Benso e gli scatti fotografici di Giorgio Stella che si legano all’evoluzione del segno attraverso il tempo fatto di “esibizione e sottrazione”.

La Fondazione 107, in via Sansovino 234, ospita fino al 10 luglio due importanti personalità della comunità artistica torinese, e non solo: Sergio Ragalzi con “Ombre Atomiche” e Lucia Nazzaro che presenta il ciclo “Lo sguardo nel mirino. Ai margini della regola”. Curata da Federico Piccari, questa singolare e profonda esposizione si snoda dai dodici e grandi dipinti di Ragalzi, realizzati nel 1985, ai volti della Nazzaro, sviluppando una visione d’insieme che occupa gli spazi della fondazione in una sorta di racconto per immagini, espressioni e contenuti in cui scultura e percezioni spirituali esprimono il senso di una efficace e fortemente interiorizzata sperimentazione. (fondazione107.it).

 

 

CAMBIANO. MOSTRA “”VENTO DEL SUD ANDATA E RITORNO”  DI SANTINA BARBERA

Cambiano, Sala Conferenze Biblioteca Civica 9/23 luglio 2022

Importante mostra a Cambiano, Sala conferenze della Biblioteca civica. La mostra fa parte della rassegna artistica ” La lunga stagione dell’arte cambianese” a cura di Daniela Miron, in colaborazione con la Biblioteca civica e Santina Barbera. Questa sarà la nona mostra dal dicembre del 2021.

“Santina Barbera è un’artista golosa con le sue straordinarie ed iperrealistiche presentazioni di dolci che sembrano riproporre a secoli di distanza le leggendarie prestazioni di pittori in grado di disegnare immagini tanto realistiche da ingannare uomini ed animali. Santina ha dimostrato di non essere solo una grande illustratrice, un’illustratrice che in altri tempi, quando la pubblicità era esclusivamente affidata a professionisti che realizzavano pagine su riviste, affiches e manifesti da esporre in varie occasioni, ma una pittrice di talento come dimostra la grande veduta che, sempre rispettando un proprio personale criterio di forzatura della realtà, si offriva all’ammirazione dei visitatori. Occorre però puntualizzare la sua propensione al disegno di carattere pubblicitario che, solo per intenderci e non per così definirlo, delinea immagini di dolci e di altri prodotti rientra peraltro nel solco di una tradizione illustre in Italia, dove ha operato, un nome fra molti, Marcello Dudovich, che partiva dall’oggetto da far desiderare ai potenziali acquirenti e lo trasformava in straordinari ed eleganti voli di fantasia. Santina Barbera ha una così simile eleganza, che invece di eccitare la fantasia dell’osservatore rievoca in lui il sapore di quanto osserva. Un modo di operare, insomma, che oltre allo sguardo sollecita il gusto con i suoi pittori sapori. Il suo vedutismo è un’operazione di grande respiro per la capacità di delineare campiture che moltiplicano le immagini e conferiscono loro un senso di movimento, quasi di fuga, oltre gli orizzonti immediatamente visibili mentre la gioia dei colori sembra trasmettere i profumi del Mediterraneo.”

Prof.Aldo Maria Pero, Storico e Critico d’arte

Presidente del Movimento “Arte del XXI secolo” Savona

 

PER TINO VAIME UN EVENTO IN QUOTA, A SAUZE D’OULX

SILVIA POZZI TRADUTTRICE DI PECHINO PIEGHEVOLE DI HAO JINGFANG (ADD EDITORE) È LA VINCITRICE DEL PREMIO BIENNALE MARIO LATTES PER LA TRADUZIONE

Seconda edizione dedicata alla narrativa in lingua cinese

www.fondazionebottarilattes.it

Silvia Pozzi è la vincitrice della seconda edizione del Premio biennale Mario Lattes per la Traduzione per la sua traduzione di Pechino pieghevole di Hao Jingfang (add editore). Il Premio è promosso dalla Fondazione Bottari Lattes, in collaborazione con l’Associazione culturale Castello di Perno e il Comune di Monforte d’Alba.

La Giuria specialistica premia Silvia Pozzi in una rosa di cinque finaliste e finalisti in gara per la seconda edizione del Premio, dedicata alla narrativa in lingua cinese tradotta in italiano. Le altre traduttrici e traduttori in gara erano: Marco Botosso e Maria Teresa Trucillo traduttori di Colora il mondo di Mu Ming (Future Fiction); Maria Gottardo e Monica Morzenti traduttrici di I due Ma, padre e figlio di Lao She (Mondadori); Patrizia Liberati e Maria Rita Masci traduttrici di Il dizionario di Maqiao di Han Shaogong (Einaudi); Nicoletta Pesaro traduttrice di Grida di Lu Xun (Sellerio). «Con la traduzione di Pechino pieghevole – spiegano Silvia Piera Calamandrei, Stefania Stafutti, Giovanni Vitiello della Giuria specialistica – Silvia Pozzi porta al lettore italiano una voce originale e convincente della scena letteraria cinese contemporanea. Come non pochi scrittori della sua generazione, Hao Jingfang, l’autrice di questa raccolta di racconti, adotta il genere della narrativa fantascientifica, che declina in varie forme per ottenere diversi effetti e dimensioni. A volte la sua è una fantascienza metafisica, come quando esplora i labili confini tra vita e morte o tra uomini e robot; altre volte diventa invece il pretesto per toccare temi più che mai concreti e cruciali del nostro mondo, le sue urgenze sociali ed ecologiche, e offrirci squarci di realtà distopiche e scenari inquietanti di un universo dalle risorse sempre più scarse e contese tra umani e alieni, oppure ritratti di megalopoli sature d’ansia e alienazione, regolate da ordini sociali piramidali e asfittici. Ma per quanto frutto di una distorsione fantastica della realtà come la conosciamo, i mondi di questi racconti inevitabilmente ci rimandano al nostro e i personaggi che li abitano hanno in fondo le nostre stesse emozioni e ambizioni, ed è certo per questo che le loro vicende risultano avvincenti e sono capaci di parlare al lettore. Ma non solo: quella misteriosa comunicazione avviene anche grazie alla maestria della traduzione, alla duttilità (o alla “pieghevolezza”, verrebbe da dire) del suo stile — quell’abilità alchemica di ricalcare e adattare il testo dell’originale e restituircelo fresco e inaspettatamente vicino in una nuova lingua: fluida, sfumata, elegante. » La cerimonia di premiazione, condotta da Stefania Soma, in arte Petunia Ollister, si è svolta sabato 25 giugno 2022 al Castello di Perno (Cn) nel cuore delle Langhe, Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. In questa occasione si è tenuta una tavola rotonda con le traduttrici, i traduttori e i giurati del Premio: Anna Battaglia, Melita Cataldi, Mario Marchetti, Antonietta Pastore (membri della Giuria stabile) e Silvia Piera Calamandrei, Stefania Stafutti, Giovanni Vitiello (membri della Giuria specialistica).

La cerimonia è stata trasmessa in diretta streaming sulla pagina Facebook e sul sito della Fondazione Bottari Lattes. Con il Premio Mario Lattes per la Traduzione la Fondazione Bottari Lattes pone l’attenzione sul fondamentale ruolo dei traduttori nella diffusione della letteratura e sull’impareggiabile contributo della traduzione nell’avvicinare popoli e culture differenti, abbattendo muri ideologici, creando ponti culturali e favorendo il dialogo. Con questa iniziativa la Fondazione intende promuovere la conoscenza di culture e autori meno noti al pubblico italiano e incoraggiare la traduzione in italiano delle loro opere letterarie più significative per qualità letteraria e profondità di contenuti, riflessioni, testimonianza. Il tutto nella piena consapevolezza che la traduzione non si risolve in una semplice trasposizione di parole da una lingua all’altra e nello spostamento di un segno linguistico da un codice all’altro, ma è una disciplina che sa trasferire pensieri e concezioni tra culture diverse, con le quali il traduttore instaura un profondo legame.

Il Premio biennale Mario Lattes per la Traduzione è dedicato alla figura di Mario Lattes, editore, pittore e scrittore, che seppe confrontarsi con intellettuali di fama internazionale. È realizzato dalla Fondazione Bottari Lattes in collaborazione con l’Associazione culturale Castello di Perno e il Comune di Monforte d’Alba, con il patrocinio di Mic-Ministero della Cultura, con il contributo di Regione Piemonte, Banca d’Alba e Fondazione CRC, con il patrocinio di Unione di Comuni “Colline Di Langa e Del Barolo”, Confindustria Cuneo e Lattes Editori.

CAMERA. MOSTRE DI CAMILLA FERRARI E CAMILLO PASQUARELLI

 

 LA MORRA,MOSTRA PERSONALEDIPIERFLAVIO GALLINA

 

PINACOTECA  ALBERTINA: MOSTRA “VOLTI NEL VOLTO”