PIEMONTE ARTE: CARIGNANO, VOLTI NEL VOLTO, ETTORE FICO, GIANNI DEPAOLI, PASSEPARTOUT, DIOCESI DI BIELLA, DOMODOSSOLA…

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

CARIGNANO. ARTE E CULTURA NEL SEGNO DELLA SOLIDARIETA’

Le iniziative di solidarietà costituiscono, da sempre, un punto d’incontro nell’ambito delle comunità, un’occasione per coinvolgere persone e istituzioni e uno spazio per accogliere chi versa in gravi difficoltà. In questa visione generale, è stato inaugurato a Carignano il nuovo hospice F.A.R.O. “Alfredo Cornaglia”, presso un’ala dell’ex ospedale San Remigio, realizzato a favore e per i pazienti oncologici, con il supporto della Fondazione Compagnia di San Paolo, che gestisce il Fondo Opera Alfredo Cornaglia. Un ambiente per cure specialistiche, quindi, che si sviluppa attraverso aree comuni come la sala del silenzio e raccoglimento, il salottino e la restaurata chiesa interna. E i locali dell’hospice diventano anche un luogo per ospitare una serie di opere d’arte figurativa, che rendono, con immagini e colori, una diversa percezione degli spazi, una possibile dimensione di minore sofferenza personale e, in quache misura, contribuiscono alle relazioni interpersonali fra quanti operano e soggiornano all’interno della struttura. Un primo appuntamento con la cultura visiva che si identifica con i lavori di dodici artisti contemporanei che esprimono, di volta in volta, le suggestioni del paesaggio o una composizione astratta o, ancora, una lirica rappresentazione floreale. Impressioni e soluzioni tecnico-cromatiche che creano un singolare e piacevole rapporto fra l’ambiente e la materia del dipinto di Ermanno Barovero, la tensione del segno “La vallata” di Francesco Preverino e la meditata definizione della rappresentazione di Isidoro Cottino. Opere che “occupano” le sale e trasmettono le sottili emozioni legate a “Chiarore” di Angela Guiffrey, alla trama segno-colore di Livio Stroppiana e la tavola “Studio per campagna” di Gianfranco Tamagnone. Pittura e delicate sensazioni, giochi di luci e riscontri espressivi, presiedono alla formulazione di un discorso caratterizzato dal prezioso “Nido vuoto” di Xavier de Maistre e le “Rose alla finestra” di Elio Mazzarri, dalle “Margherite” di Fulvio  Farago e la natura silente con fondo bruciato di Marco Piva. E accanto si scopre la realistica veduta  di Francesco Casa e il luminoso balcone fiorito di Giuseppe Grosso. Un “corpus” di lavori che rispecchia una sensibile e meditata realtà artistica, frutto dell’impegno degli autori invitati a questa manifestazione dall’Associazione “Gli Argonauti” di Collegno.

Angelo Mistrangelo

 

PINACOTECA ALBERTINA. VOLTI NEL VOLTO. ARTE STORIA SPIRITUALITÀ

7 luglio – 18 settembre 2022    Pinacoteca dell’Accademia Albertina – via Accademia Albertina 8, Torino

INAUGURAZIONE: mercoledì 6 luglio ore 18.30

L’Albertina di Torino è una delle più antiche Accademie di Belle Arti d’Italia e custodisce una importante collezione di opere d’arte antica, realizzate dal XV al XX secolo. In collaborazione con la Fondazione Carlo Acutis propone ‘volti nel Volto’, una mostra/workshop per approfondire il tema del volto di Cristo nell’arte. Saranno esposti tesori solitamente inaccessibili al pubblico, in un percorso sulla storia dell’arte e della spiritualità. La mostra è patrocinata dalla Regione Piemonte e dalla Città di Torino. Minuziosi dipinti rinascimentali e caravaggeschi, preziosi disegni gaudenziani solitamente non esposti al pubblico e affascinanti allestimenti multimediali sono gli ingredienti del progetto “volti nel Volto” che non è solo una mostra, ma si pone l’obiettivo di accogliere il pubblico nella dimensione di un laboratorio artistico. Grazie al fondamentale sostegno della Fondazione Carlo Acutis e della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, è stato infatti possibile coinvolgere le migliori allieve e i migliori allievi dell’Accademia nella realizzazione di dipinti che hanno preso forma per questo progetto, in allestimenti scenografici immersivi e in altre attività di valorizzazione che il pubblico potrà scoprire accanto alle collezioni della Pinacoteca. La Fondazione Carlo Acutis nasce dalle riflessioni sul ruolo e la responsabilità economica e sociale di una famiglia imprenditoriale e dalla testimonianza di vita del beato Carlo Acutis. Alla creazione di valore si deve affiancare crescita etica e attenzione ai bisogni e alla dignità delle persone. La Fondazione ha la missione di promuovere lo sviluppo ed il coordinamento di iniziative di pubblica utilità. L’obiettivo è restituire dignità e speranza alle persone in difficoltà, prendersi cura del territorio per mezzo di progetti di supporto sociale, di sostegno alla cultura, con particolare interesse verso quelle attività focalizzate su beni di ambito storico artistico e di ricerca scientifica che si sposino con una finalità sociale. In occasione dell’incontro Europeo della Comunità di Taizé, a Torino dal 7 al 10 luglio 2022, la Fondazione vuole offrire ai ragazzi provenienti da Paesi dell’intero continente l’esperienza di ‘volti nel Volto’, percorso artistico incentrato sul Santo Volto, cui si aggiunge la disponibilità di laboratori didattici condotti dall’Accademia. Il racconto della mostra sulla storia dell’arte si confronta con l’immagine della Sindone che, custodita a Torino, ha molto ispirato nei secoli l’iconografia del volto di Cristo. Sul telo sindonico è visibile l’immagine di un uomo di cui è identificabile la causa della morte per crocifissione. Per questa ragione la Sindone ha anche ispirato e continua a ispirare l’arte cristiana e rappresenta un interessante punto di confronto con le opere dell’allestimento espositivo.

La mostra alla Pinacoteca Albertina è visitabile tutti i giorni feriali e festivi dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17.30) a esclusione del mercoledì, giorno di chiusura,  ed è compresa nel biglietto di ingresso del Museo: Intero € 7,00 Ridotto € 5,00 bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, studenti universitari fino ai 26 anni, convenzioni; gruppi. Gratuito under 6 anni, insegnanti, possessori Abbonamento Musei e Torino + Piemonte Card.

 

TORINO. MOSTRA “GIARDINI” DI ETTORE FICO

presso Palazzo Borelli – Demonte – via Martiri e Caduti, 1 (sale espositive al 2° piano)

in collaborazione con Museo Ettore Fico, Amici di Demonte, Comune di Demonte – curata da Ivana Mulatero

La mostra sarà visitabile fino al 21 agosto, venerdì 16.30 – 18.00 | sabato e domenica 10.30 – 12.00 / 16.30 – 18.00 con ingresso libero, nel rispetto della normativa anti Covid

Si tratta della diciassettesima mostra della rassegna provinciale grandArte 2022 – HELP – humanity, ecology, liberty, politics organizzata in collaborazione con l’Ente Aree Protette Alpi Marittime. Ettore Fico nasce a Piatto Biellese il 21 settembre 1917. Dopo i primi studi di pittura con il Maestro Luigi Serralunga parte per la Seconda Guerra Mondiale e dal 1943 al 1946 è prigioniero in Algeria. Nel corso della sua lunga carriera artistica partecipa a numerose esposizioni collettive nazionali e internazionali tra cui la Quadriennale d’arte di Roma (edizioni VII, VIII e IX), la Biennale Internazionale di Cracovia nel 1966, la Mostra di Artisti Italiani a Praga nel 1968 e la XXXIX Biennale Nazionale d’Arte Città di Milano. Muore a Torino il 28 dicembre 2004. Verso la metà degli anni Settanta Ettore Fico ritorna prepotentemente alle tematiche del giardino e della natura espressi in modo realistico. Lo spazio, tutto intriso di dettagli descrittivi, si compone in sinfonie monocrome declinate sulle tonalità del verde (quando è descritto il prato del giardino), del blu (quando è l’acqua la protagonista dell’opera), del bruno (quando sono le rocce di montagna a essere il soggetto del quadro). La pittura di Fico pare scomporsi nuovamente e frammentarsi in tocchi minuti e pennellate brevi e minuscole. La natura sembra riappropriarsi di tutta la sua attenzione, pur restando l’unico soggetto di questi anni, e invade completamente lo spazio pittorico dilatandolo spesso in composizioni di grande formato. Le tempere ancora una volta sembrano risolvere meglio le problematiche dell’artista per rapidità di esecuzione e per semplicità di archiviazione. Le opere accennano a descrizioni fulminee, i colori stesi a tocchi definiti per le guaches, si sfumano invece per le grandi composizioni a olio. Il soggetto principale diviene la natura nelle sue espressioni legate alla ciclicità stagionale. Le grandi fi oriture di glicini e di mimose in primavera, di papaveri e salvia splendens d’estate e l’arrossarsi della vite vergine in autunno sono i soggetti che ritornano ciclicamente nella produzione degli ultimi vent’anni del secolo scorso in cui, una continua ricerca stilistica sembra sottintendere un desiderio volto alla ricerca nuovamente astratta. In molti quadri di questo lungo periodo la scomparsa del cielo verticalizza definitivamente la composizione dando un risultato caleidoscopico eppur riconoscibile. Il colore verde, declinato in tutte le possibili sfumature, si comporta come un legante per le altre gamme di colori, la resa pittorica dell’erba si confonde con quella delle fronde che lambiscono i prati, al loro interno sembra pulsare la vita e con essa la materia utilizzata per la sua resa pittorica.

Le opere paiono tavolozze iridescenti in cui un prisma di cristallo ha riversato le sue innumerevoli sfumature di colore. L’inverno invece sembra assorbirlo in tematiche domestiche e intime, meglio eseguibili in studio, a Torino e Castiglione.

Il giro di boa dell’anno 2000 si presenta per Ettore Fico come una nuova sfi da nella continua ricerca formale. Si sente, nelle opere conclusive della sua lunga carriera, una vitalità che non corrisponde all’età. Sembra una seconda giovinezza quella che lo porta a realizzare le opere degli ultimi quattro anni di vita in cui il tema preferito resta quello dei giardini. In particolar modo le grandi tempere del 2003, come cartoni preparatori per arazzi rinascimentali, assurgono a suo testamento spirituale e invogliano le nuove generazioni di “giovani pittori” a non ingabbiarsi in schemi preconcetti. Lasciarsi trasportare dall’intuizione e sensualità.

 

REGIONE PIEMONTE. DEGRADO AMBIENTALE ED ECOSOSTENIBILITÀ VISTI DALLA MOSTRA “HOPE” DI GIANNI DEPAOLI

Inaugurazione martedì 12 luglio nella Sala Trasparenza del Palazzo della Giunta regionale, in piazza Castello a Torino. Rimarrà aperta sino a venerdì 29 luglio

Martedì 12 luglio, alle ore 17.30, nella Sala Trasparenza del Palazzo della Regione Piemonte, in piazza Castello 165, verrà inaugurata una mostra della Fondazione Tempia. Si intitola “Hope” e presenta opere dell’artista Gianni Depaoli, a cura di Mark Bertazzoli. Depaoli, artista concettuale originalissimo, infonde sacralità a elementi organici marini trasformandoli in multiformi creazioni materiche, allo stesso tempo affascinanti e perturbanti, che rievocano il vissuto del pianeta, sensibilizzano sul tema del degrado ambientale e trasmettono sensazioni di nuova vita. Si tratta, come rileva la storica dell’arte Maria Flora Giubilei, già direttrice della Galleria d’Arte Moderna Genova Nervi, «dell’ultima frontiera della storica trash art, quella che Depaoli ha ribattezzato organic trash art (coniugandola a un’abusata etichetta di food art con cui oggi si citano le più disparate invenzioni gastronomiche da televisione), che sollecita l’attenzione nei confronti del materiale meno gestibile da parte di un artista, quello del rifiuto più “rifiutato” perché organico e quindi esposto a un processo di immediata putrefazione. Depaoli, superando un ribrezzo d’obbligo, intrappola quei resti, con trattamenti chimici particolari, in trasparenti urne di metacrilato, e li trasforma (quasi echi metatemporali di fiabesca memoria che sfidano la caducità del tempo) in testimonianze che hanno la concretezza del reperto, in racconti che dalle profondità marine giungono sin sulla terraferma per incontrare gli stenti di pescatori non globalizzati». La mostra “Hope” presenterà una vasta e composita raccolta di installazioni e opere recenti: una sorta di esposizione antologica, ecosostenibile e a scopo sociale per la ricerca, particolarmente attuale e dalla forte carica espressiva. Il titolo della mostra, messaggio di buon auspicio per una “rinascita” a lungo attesa, si pone in continuità con la rassegna tenutasi nel 2020 presso il Macist di Biella, che già aveva proposto un primo nucleo di opere inedite, attinenti al nuovo indirizzo intrapreso dall’artista piemontese. Per questa mostra Gianni Depaoli creerà e donerà la nuova collezione “Anime Silenziose 2.1”, composta di 49 opere numerate, per una raccolta fondi a favore della Fondazione Tempia di Biella, che dal 1981 si occupa di prevenzione dei tumori, cura, assistenza dei malati e ricerca sul cancro.

La mostra, ad ingresso libero, resterà aperta sino a venerdì 29 luglio e si potrà visitare dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 17.30, e di sabato e domenica, dalle 15 alle 19.

 

STUPINIGI. SABATO 9 LUGLIO PASSEPARTOUT. SOTTO IL CERVO

La Palazzina di Caccia apre le porte dei suoi spazi segreti chiusi al pubblico  “Passepartout” è il programma di visite guidate straordinarie alla (ri)scoperta degli spazi segreti, normalmente chiusi al pubblico, della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Sabato 9 luglio “Passepartout” permette di raggiungere la sommità della cupola juvarriana, per camminare lungo i suggestivi balconi concavi/convessi che affacciano sul grandioso salone centrale, guardare da vicino il tetto a barca rovesciata di Juvarra dalla complessa orditura in legno e ammirare dall’alto un panorama unico che si estende a 360 gradi sotto il cervo, simbolo della Palazzina di Caccia di Stupinigi. “Sotto il cervo”, infatti, è una visita esclusiva al meraviglioso ambiente ligneo che ospita la cupola del padiglione centrale, realizzato da Filippo Juvarra. Dal grandioso salone centrale ovale a doppia altezza si percorrono 50 gradini per raggiungere la caratteristica balconata ad andamento concavo-convesso e infine arrivare, attraverso una stretta scala a chiocciola di ulteriori 50 scalini, alla sommità della cupola juvarriana per ammirare lo straordinario tetto a padiglione sorretto da una complessa orditura in legno e riconoscere dall’alto il grandioso progetto architettonico di Juvarra che con perfette geometrie, lungo un asse longitudinale che porta con lo sguardo fino a Torino, realizza un impianto scenografico straordinario per l’epoca. Per partecipare alle visite guidate è obbligatoria la prenotazione.

Vista la particolarità del luogo oggetto della visita, normalmente non accessibile al pubblico, i visitatori saranno dotati di caschetto di protezione, per questo motivo possono accedere solo gli adulti e i ragazzi al di sopra dei 12 anni di età. Per partecipare è necessario essere in buona salute ed in condizioni fisiche tali da permettere di salire, a piedi, alcune rampe di scale. È necessario indossare un abbigliamento comodo e calzature chiuse, come scarpe da ginnastica o da trekking leggero. È vietato l’accesso con borse e/o zaini ingombranti, dal momento che il percorso è piuttosto impegnativo. È necessario non soffrire di patologie cardiache. A causa degli spazi limitati, non agibili a persone con disabilità, e della stretta scala a chiocciola, il percorso è sconsigliato a chi soffre di claustrofobia o di vertigini e, in generale, a chi non è in buono stato di salute.

Le visite guidate “Passepartout” sono in programma esclusivamente nei giorni segnalati (sabato 9 luglio) alle ore 10.30, 12, 14.30 e 16. Durata: un’ora circa. Il costo di 20 euro comprende la visita guidata e l’ingresso a prezzo ridotto in palazzina. Prenotazione obbligatoria al numero: 011 6200634. 

 

I 250 ANNI DELLA DIOCESI DI BIELLA. IL TERRITORIO BIELLESE E LA SUA CHIESA

MUSEO DEL TERRITORIO BIELLESE, VIA QUINTINO SELLA 54/B – BIELLA

Fino al 18 settembre 2022

Fino al 18 settembre Biella festeggia i 250 anni della Diocesi con la mostra “I 250 anni della Diocesi di Biella. Il territorio biellese e la sua chiesa”. La mostra sarà inaugurata mercoledì 1 giugno alle 18,30 negli spazi del Museo del territorio biellese che ospitano l’allestimento (Via Quintino Sella 54/B – Biella). La mostra vuole essere un’occasione di festa e celebrazione, in un periodo fortemente segnato dalla necessità di aggregazione e incontro, ma anche un’iniziativa di grande impatto sulla comunità per soddisfare i bisogni molteplici e differenziati, avvicinando così un pubblico vasto alla storia della Diocesi e coinvolgendo un pubblico variegato quanto a interessi, motivazioni, profilo socio-culturale ed esperienza di visita ricercata. La mostra, inoltre è un’occasione per valorizzare le raccolte presenti nella biblioteca e nell’archivio diocesani, testimoni di memorie aperti a tutta la realtà sociale che li circonda. L’esposizione si snoda nelle tre sale al piano terreno e al piano superiore del Museo del Territorio del capoluogo biellese.

LA STORIA DELLA DIOCESI

Il momento che segna la nascita della Diocesi di Biella è la Bolla Pontificia di erezione di Clemente XIV datata 1 giugno 1772, poi registrata il 14 successivo dal Senato di Torino. In questa bolla vengono messi in risalto i motivi che spinsero il Papa ad erigere il nuovo Vescovado: Il Biellese, già da tempo provincia con i suoi 90.000 abitanti; la popolazione della città di 7.000 persone e la presenza di nobili e della collegiata di S. Stefano, il Seminario, una cinquantina di chiese, di monasteri e di confraternite, i tre Santuari di Oropa, di Graglia e di Andorno, il consenso dato dal vescovo e dal Capitolo di Vercelli. La nuova diocesi diventava suffraganea dell’archidiocesi di Torino. Il Papa sceglieva come nuova chiesa cattedrale quella di S. Maria Maggiore, come più ampia e più adatta per le funzioni pontificali; nel capitolo teneva il primo posto il prevosto, il secondo il tesoriere, il terzo il maior, il quarto il primicerio e si invitava a fondare i canonicati della teologale e della penitenzieria. Da quel momento si sono succeduti fino ad oggi 16 vescovi.

LA MOSTRA

La mostra abbraccia due secoli di storia religiosa e civile del Biellese e che conto di molteplici piani di lettura per raccontare il dialogo tra Chiesa, clero e la più ampia comunità di fedeli. Il percorso di visita si apre nella prima sala al piano terreno con le radici della storia del cristianesimo biellese: le cinque Pievi (Biella, Puliaco, Vittimulo, Gifflenga e Cossato) che dal quarto secolo sono stati il centro religioso del territorio e il Battistero di Biella, luogo centrale per tutta la cristianità Biellese. Nella seconda sala si approfondisce l’operato di sette vescovi che hanno svolto un ruolo particolarmente significativo: Giulio Cesare Viancini, Giovanni Battista Canaveri, Bernardino Bollati, Giovanni Pietro Losana, Domenico Cumino, Giovanni Garigliano e Carlo Rossi. La storia della diocesi è raccontata tramite l’operato dei suoi vescovi, di cui si ripercorrono le biografie. In mostra i documenti d’archivio e materiale bibliografico tratto dalle raccolte documentarie e librarie custodite nella biblioteca e nell’archivio diocesani, che si integrano con gli oggetti museali esposti provenienti dalla Cattedrale di Biella, come mitre ricamate, pastorali, liri, calici, ampolle e altri oggetti destinati al culto. In questa sala si dà spazio alle parole che i vescovi della chiesa biellese hanno indirizzato al clero e ai laici nelle lettere pastorali e circolari, documenti importanti in cui aspetti teologici e catechistici e l’impegno si intrecciano con la testimonianza degli eventi storici e sociali.

 

DOMODOSSOLA. TRA OTTOCENTO VIGEZZINO E ARTE CONTEMPORANEA

Paesaggio, ritratto, natura morta. La nuova mostra di Casa De Rodis a Domodossola

Tra Ottocento vigezzino e arte contemporanea è il nuovo percorso espositivo di Casa De Rodis, a Domodossola (VB), aperto dal 2 luglio al 4 settembre. Paesaggio, ritratto, natura morta sono tre dei generi più frequentati dagli artisti di ogni tempo. Punti fermi che accompagnano da secoli la storia dell’arte, al di là di movimenti e correnti. Punto di partenza, il nucleo dei Maestri vigezzini: Alfredo Belcastro, Camillo Besana, Stefano Biotti, Enrico Cavalli, Giovanni Battista Ciolina, Carlo Fornara, Lorenzo Peretti Junior, Gian Maria Rastellini, Giacomo Rossetti. Punto di arrivo e di ripartenza, il lavoro di importanti artisti contemporanei: Stefano Anchisi, Cornelia Badelita, Romina Bassu, Hubert Blanz, Enzo Cucchi, Antonio De Luca, Marlin Dedaj, Özgür Demirci, Otto Dix, Serena Gamba, Piero Gilardi, Gioberto Noro, Alessandro Gioiello, Sea Hyun Lee, Robert Mapplethorpe, Mary McIntyre, Aldo Mondino, Fabio Roncato, Marcus Schaller.Un percorso di ricerca trasversale organizzato da Collezione Poscio e Fondazione Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini con l’obiettivo di instaurare un dialogo a più voci tra Ottocento e contemporaneo. La mostra, a cura di Giorgio Caione, accade davanti allo spettatore e gli si dis-vela come ponte, collegamento e connessione tra opere che appartengono a epoche diverse, capaci di creare un gioco di risonanze ed echi, sia esso tematico, simbolico o emotivo. Perché tutta l’arte, come ci ricorda il curatore partendo dalla celebre frase di Maurizio Nannucci, è stata contemporanea. Il nuovo non è solo il nostro, di nuovo, ma anche quello che lo era una volta e che oggi, forse, non riconosciamo più come tale. Vallate, alpeggi e montagne dipinti en plein air si confrontano con polaroid, paesaggi scomposti e ricomposti fatti di circuiti e microchip, immagini ottenute da raccolte di scatti satellitari. E ancora, ritratti si specchiano in volti che diventano ciechi e muti, immagini in movimento ci scrutano con sguardi rivolti dritti in macchina. Nature morte immerse nella luce e nel colore fanno da contraltare a memento mori destrutturalizzati e frutti intagliati nel poliuretano espanso. Il percorso si inserisce all’interno di Val Vigezzo. La Valle dei Pittori, il bando “In Luce” sostenuto da Fondazione Compagnia di San Paolo. Una progettualità pluriennale legata alla valorizzazione del territorio ossolano e delle sue eccellenze artistiche, con al centro la pittura vigezzina e la valle dei pittori. La strategia di medio-lungo periodo è instaurare un dialogo con la produzione contemporanea di opere d’arte e la ricerca culturale più attuale tramite residenze artistiche, organizzazioni di mostre, istituzione di borse di studio, ricerche d’archivio e progetti di rete in cui al momento sono coinvolti Fondazione Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini, Comune di Santa Maria Maggiore, Associazione Musei d’Ossola, Fondazione Ciolina, Collezione Poscio, Associazione Asilo Bianco APS. Un’ulteriore tappa sarà la Mountain Academy, corso gratuito per creare un taccuino d’artista. La quarta edizione, 22-23-24 luglio Santa Maria Maggiore, Valle Vigezzo, sarà condotta da Giulia Gentilcore e Irene Lupia (Tana dei Lupi Gentili). Tra i relatori esterni: Marcella Pralormo (storica dell’arte, Direttrice della Pinacoteca Agnelli dal 2002 al 2021), Alessandro Gioiello (artista) e Serena Gamba (artista).

Tra Ottocento vigezzino e arte contemporanea. Paesaggio, ritratto, natura morta – a cura di Giorgio Caione

dal 2 luglio al 4 settembre – Casa De Rodis – Piazza Mercato 8, Domodossola (VB) – ingresso libero

venerdì 15–19 | sabato-domenica 10-13 e 15-19

catalogo in vendita presso il desk della mostra. Visite guidate gratuite con il curatore sabato 16 luglio, ore 18 | sabato 6 agosto, ore 18

È necessaria la prenotazione via email entro il giorno precedente a: mostre@collezioneposcio.it

 

PINO TORINESE. ESTATE TRA LE STELLE…… TRA MUSICA, CINEMA, OSSERVAZIONE DEL CIELO E SPETTACOLI IN PLANETARIO

Infini.to – Planetario di Torino, Museo dell’Astronomia e dello Spazio – vi aspetta per una nuova estate insieme organizzando due mesi di eventi con visite, spettacoli, serate musicali, proiezioni cinematografiche e osservazione diretta del cielo. Le attività proposte si collocano all’interno delle “Settimane della Scienza”. Programma e biglietti degli eventi sul sito www.planetarioditorino.it

VISITE POMERIDIANE PER TUTTI

Tutti i sabato e domenica pomeriggio. Il pubblico può visitare liberamente il Museo interattivo utilizzando l’audioguida (ITA/ING) muovendosi liberamente tra le postazioni distribuite su tre piani. A seguire lo spettacolo nel Planetario digitale per immergersi tra stelle, costellazioni e corpi celesti del cielo estivo, accompagnati in diretta dallo Staff. Un pomeriggio all’insegna della scienza, in cui è possibile mettere mano e sperimentare direttamente i fenomeni e le forze che governano il nostro Universo. Il primo weekend di ogni mese è dedicato a bambini e famiglie con “Lo Spazio ai bambini”. Un pomeriggio con proiezioni in Planetario dedicate e, per i più curiosi, un funlab, per stimolare fantasia e creatività (attività dedicata a bambini 6-11 anni).

MUSICA E CINEMA SOTTO LE STELLE

Il cielo, inteso innanzitutto come fonte di meraviglia e stupore, è “luogo” ideale in cui la scienza e l’arte si intrecciano, dialogano e parlano un comune linguaggio. L’astronomia, per sua natura incline all’interdisciplinarità, diventa il filo conduttore per spaziare dalla fisica alla biologia, dalla chimica alla matematica, passando attraverso le grandi domande che questa disciplina si porta dietro e sconfinando perciò nella filosofia, nella religione e nell’arte, in un’esplorazione a tutto tondo dell’animo umano.

SONG FOR STARS

Lo spettacolo del cielo in musica. Due serate di proiezione della volta celeste live accompagnati da suggestive selezioni musicali. Acquistando il biglietto, oltre ad assistere alla performance, sarà possibile visitare liberamente il Museo interattivo dell’Astronomia e dello Spazio prima della performance musicale. Sarà attivo anche un servizio bar/ristorazione per i visitatori del Museo. I due appuntamenti musicali sono realizzati in collaborazione con TUM Torino.

Venerdì 15 luglio: SINTETICA

Sintetica è un gruppo spontaneo di artiste e artisti che si interrogano sull’influenza della tecnologia nella vita quotidiana. Che portano un’alternativa luminosa alle teorie distopiche sulla tecnologia. Fondato su un nucleo stabile di organizzatori, Sintetica può essere 5 persone come 100.

CINEMA SOTTO LE STELLE

Cinque appuntamenti, tra cui due dedicati ai più piccoli, per il Cinema sotto le stelle che si svolgerà di venerdì, dal 5 agosto al 9 settembre (escluso venerdì 12), sotto un meraviglioso cielo stellato.

Sono previsti due orari di ingresso: 19.30 e 20.15. Sarà possibile visitare liberamente il Museo interattivo e assistere a una proiezione in Planetario. Alle ore 22.00/22.30 verrà proiettato il film in programma (è possibile prenotarsi fino ad esaurimento posti direttamente la sera dell’evento presso la biglietteria del Museo). Sarà attivo anche un servizio bar/ristorazione per i visitatori del Museo.

Appuntamenti

5 agosto – Elysium

19 agosto – I Robinson: una famiglia spaziale

26 agosto – Passengers

2 settembre – Mostri contro Alieni

9 settembre – Blade Runner 2049

PERSEIDI – LE LACRIME DI SAN LORENZO

Da non perdere… 3 serate esclusive dedicate alle Perseidi, 10-11-12 agosto, per guardare le “Lacrime di San Lorenzo” dalla splendida terrazza del Museo. Durante la serata visita libera del Museo interattivo e osservazione diretta del cielo (in caso di brutto tempo spettacolo live dedicato all’interno del Planetario digitale).

SETTIMANE DELLA SCIENZA

Le iniziative rientrano all’interno de “Le settimane della scienza”

Le Settimane della Scienza si allungano! Dal 1 giugno al 30 settembre un fitto calendario con oltre 100 appuntamenti su tutto il territorio piemontese: mostre, visite guidate, caffè scientifici, conferenze, dibattiti, workshop, passeggiate scientifiche e/o culturali. Programma in costante aggiornamento su www.settimanedellascienza.it

#SettScienza22 #SettimanedellaScienza2022 #SettimanedellaScienza

 

BIELLA. UN GIORNO AL MUSEO: PRIMO APPUNTAMENTO MARTEDÌ 12 LUGLIO

C’era una volta il mare: viaggio nel Biellese di 3 milioni di anni fa

Ancora pochi posti disponibili per il terzo appuntamento di “Un giorno al Museo”, l’attività estiva del Museo del Territorio Biellese riservato ai bambini dai 7 agli 11 anni. Dalle ore 9.00 alle 16.30, a partire da martedì 21 giugno sono previste sei giornate intere da trascorrere insieme a delle vere archeologhe e storiche dell’arte.

C’ERA UNA VOLTA IL MARE Viaggio nel Biellese di 3 milioni di anni fa

Avreste mai creduto che il nostro territorio, 3 milioni di anni fa, fosse sott’acqua? Avreste mai immaginato di poter nuotare tra razze, balene e… squali? Scopriremo insieme da chi era abitato questo misterioso mare.

Cosa faremo?

In un piccolo teatrino verrà raccontata l’antica storia del nostro mare. Poi imprimeremo le impronte di foglie e conchiglie sul gesso, per comprendere come i fossili possano diventare tatuaggi in grado di resistere a un tempo lunghissimo come 3 milioni di anni. Nel pomeriggio scenderemo nelle profondità oceaniche a scovare i grandi animali marini e li useremo come modelli per realizzare una balena o uno squalo pop-up.

Il pranzo compreso nel prezzo sarà a cura della Caffetteria del Chiostro di San Sebastiano.

LE ALTRE GIORNATE

Luglio: martedì 19 (ancora pochi posti disponibili)

Agosto: martedì 30

Settembre: martedì 6

Tariffa: 10,00 € a persona, compreso il pranzo.

Prenotazione obbligatoria entro domenica 10 luglio.

Numero massimo partecipanti per giornata: 15.

L’attività verrà attivata con minimo 5 iscritti e si svolgerà anche in caso di maltempo.

Info al numero 015-2529345 oppure scrivendo a: museo@comune.biella.it

 

ARTE E MOTORI: AL MAUTO BERARDINO CELEBRA I 65 ANNI DI FIAT 500

L’artista che trasforma ricordi e passioni a 4 ruote in opere d’arte

Il profumo dei tubetti di colore, la superficie della tela sotto i polpastrelli, i movimenti del polso che asseconda la spatola… sono questi i primi ricordi di Stefano Berardino, l’artista dei motori. Quella di Stefano è la storia di un bambino che sognava di dipingere automobili: nato nel 1992, il suo parco divertimenti è stato sin da subito lo studio di suo padre Nicola, gallerista e pittore paesaggista molto apprezzato nel panorama nazionale. I giochi preferiti con cui Stefano passava le giornate: tubetti di colore, spatole e automobiline. L’arte e i motori, le due passioni che animavano il bambino di allora, sono diventate il cuore della professione dell’artista di oggi, capace di portare su tela non solo “bei ritratti di automobile” ma accattivanti e fedeli riproduzioni delle quattro ruote di ieri e di oggi: da quelle storiche dal sapore ormai vintage a quelle nuovissime e tecnologiche, fresche di concessionaria. Tutte le opere del giovane artista sono personalizzate e personalizzabili: il modello dell’auto, i colori, lo sfondo, le scritte, la prospettiva… Opere che interpretano e fanno rivivere i sentimenti e le passioni che popolano il mondo dei motori. Ad affidarsi alla spatola di Stefano sono infatti appassionati di 4 ruote, cultori, collezionisti, amanti del bello o anche solo di chi, tra le linee di un’automobile, ritrova e vuole regalare (o regalarsi) un pezzo di storia… spesso la propria. Le automobili, indiscusse protagoniste dell’intera produzione artistica di Berardino, sono dipinte ad olio o acrilico in un rigoroso stile grafico che strizza l’occhio alla Pop Art, su uno sfondo materico spesso impreziosito da sabbia e polvere di quarzo. I brand protagonisti delle sue opere sono quelli di Stellantis; le due collezioni più apprezzate dal pubblico: “Alfa” e “Cinquecento”, dove le storiche Spider e Giulietta Sprint si alternano alle nuovissime Stelvio e 500 elettriche. Attraverso la sua arte, Stefano trasmette la sua passione per i motori del passato e del presente, in un lavoro costante e intenso che lo ha portato ad aprire, nel 2011 in una delle vie più suggestive del borgo medievale di Orta San Giulio, #ThatsMotoringArt, il suo “Atelier dei mortori”: uno spazio ricco di personalità e fascino che ricorda un’officina degli anni Cinquanta, con targhe, insegne, pezzi di motore. Attualmente in collaborazione con Stellantis, Stefano è stato selezionato come artista ufficiale di Stellantis &You di Torino, dove espone esemplari unici in esclusiva nello store dedicato al merchandising ufficiale dei brand del gruppo. Qui il cliente può acquistare i quadri in esposizione o richiedere un’opera personalizzata in pendant con l’auto appena acquistata. Un artista preciso e accorto, Stefano Berardino descrive le auto nella loro esattezza strutturale ma attribuendone un valore iconico che le rende simbolo, rimando a qualcosa di altro che va a toccare la parte più emotiva di sé. Con Stefano le auto diventano metafore eterne con cui viaggiare nei ricordi del passato e nei desideri del futuro.