LE PERLE NERE DELLA MUSICA a cura di Edoardo Ferrati

UN CELEBRE TENORE SCONOSCIUTO IN ITALIA- Il cinquantenario della morte del tenore danese Helge Roswaenge (foto), avvenuta nell’aprile 1972 a Monaco di Baviera, è l’occasione per tracciare un profilo di uno dei più celebri cantanti del secolo scorso, praticamente sconosciuto al pubblico italiano che non lo vide ad agire .Nato a Copenaghen il 29 agosto 1897, esordì a ventiquattro anni come don José nella Carmen, mentre a partire dal ’23 si dischiusero le porte di una lunga carriera internazionale che ebbe il suo vertice di maggiore successo a Vienna. Nel repertorio franco-italiano è considerato con lo svedese Jussy Bjoerling il più celebre tenore nordico attivo nei teatri di area tedesca e slava. Tra i ruoli che lo resero celebre ricordiamo: Canio ( I pagliacci), Bacco (Arianna a Nasso di R. Strauss) , Lohengrin, Tamino (Il flauto magico). Tutti ruoli documentati in disco che fanno intendere una voce schiettamente tenorile nel timbro, quanto lirica nel colore, nell’emissione non esente da inflessioni un po’ nasali di peculiare derivazione nordica ,ma nel contempo omogenea in tutta la gamma assai estesa. Alle cospicue doti naturali si accompagnavano qualità tecniche e stilistiche che ne fecero un cantante di prim’ordine sotto tutti i punti di vista, in grado di affrontare un repertorio versatile sempre sostenuto con notevole perfezione.

La discografia di Roswaenge, che si estende tra il 1923 e il ’48 consente un ritratto piuttosto completo. Le incisioni migliori risalgono al 1932-42 e lo colgono nel pieno dello splendore vocale dove è evidente la capacità di affrontare ruoli assai diversi. Segnalo l’aria “Mes amis écoutez” da Le postillon de Longjumeau di Adam (1928) dove risulta emozionante con l’uso nel registro acuto del cosiddetto “falsettone”; la ballata del Duca (Rigoletto, 1929) affrontata con un andamento lento, in tono quasi scanzonato che ne fa un’esecuzione originale, rivelando così la grandezza dell’interprete. Poi i brani da Faust, Bohème, Tosca, Cavalleria rusticana che vengono spogliati da ogni eccesso di matrice verista (1937-42).

Importanti anche gli esiti raggiunti in edizioni di opere complete: Renato (Un ballo in maschera) cantato con ampio fraseggio e introspezione musicale soggioganti. (1928), un Andrea Chénier dal fraseggio incandescente dove gli acuti vengono saldati alla frase; un Huon (Euryanthe di Weber dove Roswaenge si mostra un autentico Heldentenor (tenore eroico) che si ripete nel beethoveniano Fidelio quale Florestano. Si tratta di nastri ricavati da trasmissioni della Radio di Berlino dell’Assia e dell’Opera di Vienna (1938-44). Girò quattro film (1932-69) tra Berlino e Vienna, Nel dopoguerra ebbe difficoltà nel proseguimento della carriera, che si concluse pochi mesi prima della morte, a causa delle sue simpatie al regime nazista. Sul sito YouTube,com  sono reperibili alcuni file audio tra cui un sfolgorante “Nessun dorma”(1942). I brani franco-italiani sono cantati in lingua tedesca come prassi vigente alll’epoca.