Verbania. La truffa dei cellulari rigenerati

FRODE FISCALE. SEQUESTRO DI BENI AD IMPRENDITORI OPERANTI NEL SETTORE DELLA VENDITA ONLINE DI CELLULARI.

 

I Finanzieri del Comando Provinciale di Verbania hanno dato seguito ad un decreto di sequestro preventivo perequivalente nei confronti di 4 soggetti attivi nel settore della vendita, sui marketplaces e sui siti di e-commerce, di cellulari ricondizionati. Le indagini, avviate da oltre 2 anni dai militari del Gruppo Guardia di Finanza di Verbania, hanno permesso di individuare una società operante prima a Cannero Riviera (Vb) e poi a Novara, ma di fatto condotta da Las Palmas (Spagna), che praticava dei prezzi artatamente concorrenziali su devices rigenerati. Gli approfondimenti operativi, mediante indagini tecniche, acquisizioni documentali, riscontri bancari e con lacollaborazione degli organi collaterali maltesi, hanno portato a ricostruire l’intera filiera commerciale sindall’origine asiatica (Hong Kong) dei telefonini.I cellulari venivano importati da un deposito doganale sito in Germania da una società di diritto maltese gestitada due soggetti viterbesi, uno di essi stabilmente a Malta.I telefonini usati, importati utilizzando il Regime Doganale 42, un particolare regime che consente l’immissionein libera pratica, senza il pagamento dell’IVA al momento dell’importazione nell’UE, venivano venduti dalla società di diritto maltese in reverse charge alla società di Cannero Riviera (Vb).La società filtro verbanese, a sua volta, vendeva gli stessi stock di devices, per un valore di quasi 6 milioni di Euro, ad una società di Viterbo collegata alla maltese e gestita dagli stessi soggetti di Viterbo, ma cambiandone il trattamento fiscale ed optando con il regime del margine, un regime speciale dell’I.V.A. previsto per il commercio di beni “usati”. Tuttavia, in questo passaggio, veniva dimenticato di versare l’imposta dovuta per rendere i beni comunitari e quindi “usati”.Questo stratagemma contabile permetteva di eludere il versamento dell’IVA per circa 1,2 milioni di Euro, facendo abbassare artificialmente i prezzi di vendita dei telefonini. Si concretizzava una vera e propria concorrenza sleale realizzando ingiusti profitti con grave danno dell’erario, differentemente dagli operatori di mercato che, legittimamente, pagano l’imposta sul valore aggiunto sui telefonini importati da fuori l’Unione Europea.Sulla base delle evidenze investigative, le Procure della Repubblica di Verbania e poi di Viterbo hanno richiesto ed ottenuto dall’ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari l’emissione di un provvedimento di sequestro preventivo su disponibilità` liquide, unita` immobiliari e beni mobili di valore.Nei giorni scorsi, pertanto, i Finanzieri eseguivano il citato provvedimento di sequestro per equivalente,finalizzato alla confisca di 12 beni immobili tra abitazioni e terreni, 4 auto e 2 moto, disponibilità finanziarie e una società con un compendio aziendale per un totale di quasi 1,1 milioni di Euro.pagina