PIEMONTE ARTE: REGINA MARGHERITA, MUSEO DEL TESSILE, FOCUS ON FUTURE, CAOS RICUCITO, FLASHBACK ART, TRANSIZIONI, ECLECTICA, PASSARE LE ALPI…

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

 

MOSTRA “MARGHERITA DI SAVOIA REGINA D’ITALIA”

Palazzo Madama – Sala Senato. Piazza Castello – Torino

13 ottobre 2022 –  30 gennaio 2023

“La regina Margherita mangia il pollo con le dita”. Mai sovrana ha saputo essere tanto empatica e conquistare il cuore del suo popolo quanto la prima Regina dell’Italia unita, Margherita di Savoia. Palazzo Madama le dedica, dal 13 ottobre 2022 al 30 gennaio 2023, una mostra, coordinata da Maria Paola Ruffino, che ne ricostruisce la straordinaria figura. Margherita di Savoia (Torino 1851 – Bordighera 1926) è figlia di Ferdinando di Savoia duca di Genova, eroe del Risorgimento e fratello del Re Vittorio Emanuele II. Sposa a sedici anni l’erede della corona, suo cugino Umberto, e sale sul trono il 9 gennaio 1878. Il paese che l’accoglie è una nazione profondamente diseguale. In quello scorcio di secolo si costruisce l’Italia moderna: le ferrovie, l’industria, l’allargamento dell’istruzione, le prime organizzazioni dei lavoratori, dalla carrozza all’automobile, dai valori risorgimentali al sogno coloniale e al nazionalismo, dal romanticismo storico al futurismo. La Regina Margherita, Regina tra due epoche, attraversa con gli italiani questo tempo denso di cambiamenti politici, sociali e culturali. Icona femminile di casa Savoia, musa e mecenate artistica, Margherita promuove la diffusione dell’istruzione e della formazione professionale, con particolare attenzione alle donne, più fragili e svantaggiate. E con gli strumenti concessi a una donna, si adopera nella costruzione del consenso intorno a casa Savoia, che vuole promotrice di sviluppo e benessere per la nazione. Il percorso immersivo dell’esposizione, con oltre settanta opere d’arte, tra ritratti, dipinti, sculture, abiti e gioielli, strumenti musicali, manoscritti, tappezzerie e mobili, racconta la Regina d’Italia in rapporto al suo tempo e al suo popolo, il suo essere madre, icona di stile, paladina dell’arte e della cultura, benefattrice pietosa, donna interessata al nuovo e alla modernità. Dall’ingresso, con l’immagine della Regina che ci accoglie, alla ricostruzione dei suoi ambienti e del suo gusto, Margherita emerge pienamente nella sua personalità, col supporto immaginifico di un filmato ideato e montato per la mostra, fotografie storiche e musica d’epoca. L’allestimento, progettato dall’architetto Loredana Iacopino nella sala del primo Senato d’Italia, si sviluppa per nuclei narrativi, anticipati nelle sale del piano nobile da dieci splendidi abiti della collezione privata di Mara Bertoli – sezione curata da Massimiliano Capella –  creazioni sartoriali che ripercorrono l’evoluzione del gusto e dello stile dagli anni cinquanta dell’Ottocento alla metà del secondo decennio del Novecento, prefigurando il grande mutamento della società a cavallo tra i due secoli.

Dal 13 ottobre 2022 al 30 gennaio 2023

ORARI  Lunedì e da mercoledì a domenica: 10.00 – 18.00. Martedì chiuso. Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura

BIGLIETTI      Intero € 12,00 | Ridotto € 10,00. Gratuito Abbonamento Musei e Torino+Piemonte card. Mostra + museo: Intero € 16 | Ridotto € 14

 

MUSEO DEL TESSILE DI CHIERI. SARA CONFORTI. “NEROBLAUM FUSTANEORUM. TELERI DI MEMORIA”

Progetto collettivo site specific: Teleri, installazione site specific, fotografie e opere su tessuto

Sala della “Porta del Tessile”, 22 ottobre – 5 novembre 2022

Sabato 22 ottobre, alle ore 17.00, inaugura al Museo del Tessile di Chieri (sala della “Porta del Tessile”, in via Santa Chiara 10/A) «Neroblaum Fustaneorum. Teleri di memoria», lavoro site specific di Sara CONFORTI, dedicato al tessuto Denim o Jeans e inevitabilmente al loro antesignano chierese, le cui varianti “nero-blu” tinte con “gualdo buono” sono descritte in latino medievale Statuti dell’Arte del Fustagno. Il percorso espositivo si apre con sette Teleri installati sulla facciata esterna della Porta del Tessile, secondo una modalità che ricorda scene come quelle dipinte da Vittore Carpaccio. Su questi pannelli con inserti in tessuto Denim campeggiano anagrammi ricamati. Si prosegue con la grande installazione interattiva, “Centosettantaperottanta – What comes first?”, uno spazio di esplorazione dedicato all’universo femminile, un archivio di reminiscenze vestimentarie condivise, attraverso la redazione dei taccuini esperienziali, un’opera collettiva che ha dato vita al taccuino d’artista donato alla Collezione di Moleskine Foundation ed esposto a febbraio al Palais de Tokyo a Parigi e a maggio al One World Observatory presso il One World Trade Center a New York. Il taccuino d’artista sarà eccezionalmente esposto al Museo del Tessile, per la prima volta in Italia, grazie al prestito dalla Collezione di Moleskine Foundation. Completano la mostra una serie di fotografie e speciali opere tessili in cotone BCI e Denim realizzate grazie alla collaborazione con Thecolorsoup e Berto Industria Tessile  «Con questo evento-commenta Melanie Zefferino, Presidente della Fondazione Chierese per il Tessile e per il Museo del Tessile-Chieri accoglie nel suo Museo una figura di primissimo piano sulla scena artistica internazionale, capace di coniugare creatività e rigore in un fare multanime che lega a doppio filo arte e attivismo per immaginare, intrecciare o annodare trame di ricordi, di emozioni, di vita. Sara Conforti restituisce così valenza esistenziale all’universo del tessile, suggerendo nuove “sezioni di ordito” per un domani ancora da ritessere».

L’ARTISTA

Sara Conforti nasce a Torino nel 1973. Ospite d’Onore alla XIII Florence Biennale 2021 riceve il Premio alla Carriera Lorenzo il Magnifico per l’impegno profuso a favore del femminile fragile. La sua pratica esplora le complessità del tessuto sociale e di genere unitamente a tematiche sociali, politiche e ambientali. Autrice di progetti performativi, di ricerca artistica e di scultura sociale che hanno come focus l’abito che da oggetto-simbolo della nostra vorace società del consumo, diventa soggetto-perno capace di stimolare riflessioni profonde intorno all’identità individuale e collettiva grazie alla riattivazione del processo di reminiscenza. Dal 2011 conduce la sua indagine attraverso il progetto Centosettantaperottanta che identifica uno spazio di esplorazione dedicato all’universo femminile dove il valore pubblico e privato della memoria e del vissuto incontra la possibilità di svelarsi. Dal 2013 è autrice del progetto performativo 13600HZ Concert for sewing machines, azione che l’artista costruisce attorno al suono delle macchine per cucire. Un lavoro corale dove la ricerca tra abito e habitus confluisce nell’atto performativo. Fondatrice di hòferlab ass. Cult., Sara Conforti è attualmente direttrice artistica e coordinatrice del progetto di rigenerazione urbana: Riflessioni Circolari. Ricucire il territorio. Tra abito e habitus. Quartiere Vallette. Progetto finanziato da Città di Torino – Vallette 2030; Fondazione Compagnia di San Paolo – Torino Proxima – Cofinanziato da Associazione tessile Salute e Circoscrizione 5 Torino. Un progetto unico in Italia anche per numero di attori e destinatari coinvolti. La rete di partner che l’artista è riuscita a tessere, e che hanno fortemente creduto nella sua mission, è davvero folta e di alto livello.

LA MOSTRA

Nell’installazione site specific realizzata da Sara Conforti per la Porta del Tessile, il tessuto Denim è interpretato come “tessuto connettivo” e superficie di prossimità entro uno spazio in cui passato e presente si incrociano. La struttura del fustagno, una saia a tre (2:1), diventa così leitmotiv e metafora di un’arte di relazione giocata sul valore dell’intreccio dei fili come feelings (sensazioni, sentimenti),  “passanti e trasversali” che intersecano la trama privata e la storia collettiva attraverso un’indagine tra abito e habitus. Sui sette Teleri installati sulla facciata esterna della Porta del Tessile, pannelli con inserti in tessuto Denim, campeggiano anagrammi ricamati. Si tratta di frammenti autobiografici che partono da alcune parole chiave estrapolate da uno scritto dell’artista dedicato alla memoria di un proprio paio di blue jeans d’affezione.  Le grandi superfici cucite sono state create nell’ambito di una serie di workshop in collaborazione con le partecipanti al progetto Lalàgeatelier – Dispositivi Vestimentari nella sua nuova sede nel quartiere Le Vallette di Torino in collaborazione con le residenti del quartiere, le utenti della Comunità Fragole Celesti – Doppia diagnosi femminile per la cura di abusi, violenze e maltrattamenti di Fermata d’Autobus Onlus, e Cooperativa progetto tenda Onlus. Le partecipanti sono state coinvolte dall’artista nell’ideazione e nel ricamo di personali componimenti, ognuno ispirato alle 7 speciali parole chiave. L’esposizione dei sette teleri consentirà così anche al pubblico di sperimentare il gioco di composizione. Memoria e intreccio, rapporti e tessiture sono protagonisti anche dell’esposizione interna attraverso una grande installazione interattiva di Sara Conforti, “Centosettantaperottanta – What comes first?”, ispirata dal tema del format educativo itinerante AtWork 2022 di Moleskine Foundation e realizzata durante l’emergenza pandemica da Covid 19. Si tratta di una edizione speciale del percorso di ricerca artistica itinerante Centosettantaperottanta attraverso il quale, dal 2011, Sara Conforti identifica uno spazio di esplorazione dedicato all’universo femminile. Il valore pubblico e privato della memoria e del vissuto degli oggetti vestimentari incontra così la possibilità di svelarsi attraverso una prassi tassonomica partecipativa. La ricerca scava nei guardaroba per cercare di condividere risposte in cui gli indumenti delle partecipanti diventano protagonisti di autopsie “affettive”, fulcro di un viaggio del Sé in relazione al gruppo, strumento per favorire la nascita di nuove narrazioni collettive. Integrando la domanda “What comes first?” del format educativo Atwork di Moleskine Foundation,  Sara Conforti ibrida la consueta pratica gender oriented tra abito e habitus del progetto artistico Centosettantaperottanta e propone la costruzione di un archivio di reminiscenze vestimentarie condivise, attraverso la redazione dei taccuini Moleskine, create da ciascuna delle partecipanti, insieme alla realizzazione di un ricamo personalizzato. ~ Gli incontri dedicati a questa ricerca artistica sono iniziati con le utenti di Fragole Celesti, Comunità doppia diagnosi per la cura di abusi, violenze e maltrattamenti.  Sia in modalità remota che in presenza si sono tenuti 10 workshop che hanno coinvolto 70 partecipanti lungo la penisola dal dicembre 2020 al luglio 2021.  L’opera collettiva ha dato vita ad un taccuino d’artista realizzato da Sara Conforti e donato alla collezione di Moleskine Foundation ed esposto recentemente presso il World Trade Center di New York e al Palais de Tokyo di Parigi nell’ambito della mostra collettiva: Detour 2.0. di Moleskine Foundation Collection. Nel 2021, Centosettantaperottanta – What comes first? è stata allestita alla Galleria d’arte Gliacrobati di Torino-VI Festival internazionale dell’Outsider Art e dell’Arte Irregolare, Palazzo Barolo, Torino, alla XIII Florence Biennale, dove l’artista è stata Guest of Honour insignita del Premio Lorenzo il Magnifico del Presidente alla Carriera per l’impegno profuso a favore del femminile fragile. Più recentemente, l’installazione ha animato la galleria Spagnuolo di Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale del Piemonte nell’ambito della mostra “Sono altro. Sono altrove”. Qui, la modalità di fruizione dell’installazione consiste in una curiosa formula partecipata che rimanda ai Libri della Fortuna, in gran voga nel Rinascimento.  Il pubblico, rivolgendo a sé stesso la domanda What comes first? potrà interagire con le opere delle partecipanti ai workshop, estraendo un numero da un insieme di piccoli sassi cifrati che a sua volta coincide con quello di un taccuino e di uno dei ricami rilegati nel libro, a loro volta numerati e messi a disposizione del pubblico. Attraverso la loro lettura il pubblico potrà entrare in contatto empatico con la storia e le memorie scritte dall’anonima compilatrice dell’opera, casualmente chiamata a dare risposta alla domanda iniziale. Completano il progetto collettivo site specific una serie di fotografie e speciali opere su tessuto Denim ispirate all’installazione site specific abbinate a stampe su tela di cotone BCI, con metodologia water free a pigmento grazie alla collaborazione con Thecolorsoup coinvolgendo nuovamente il tessuto che evoca il fustagno di Chieri fra XV e XVIII secolo in una operazione di dialogo tra contemporaneità e memoria. Il tessuto denim utilizzato è stato donato dall’azienda Berto Industria Tessile, realizzato nel rispetto di criteri di sostenibilità ambientale e sociale in tutte le fasi della catena produttiva.

Prenotazione obbligatoria: prenotazioni@fmtessilchieri.org

Biglietto unico ridotto: 3 euro (Museo + mostra)

Orari: Martedì, 9:30-12:30 e Sabato 14:00-18:00

 

MUSEI REALI. FOCUS ON FUTURE. 14 FOTOGRAFI PER L’AGENDA ONU 2030

Musei Reali, Salone delle Guardie Svizzere di Palazzo Reale. Piazzetta Reale 1, Torino

Ideata da Enrica Pagella, curata da Bruna Biamino e prodotta dai Musei Reali, la mostra Focus on Future. 14 fotografi per l’Agenda ONU 2030 illustra i valori dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, in un inedito viaggio fotografico dedicato alle situazioni di fragilità del nostro pianeta. 200 scatti di Alessandro Albert, Dario Bosio, Fabio Bucciarelli, Francesca Cirilli, Alessandro De Bellis, Pino Dell’Aquila, Nicole Depaoli, Luca Farinet, Luigi Gariglio, Antonio La Grotta, Matteo Montenero, Vittorio Mortarotti, Enzo Obiso, Paolo Verzone.  Tra l’Iraq e la Polonia, dalle Svalbard all’Amazzonia, strade, paesaggi e persone narrano la condizione di un’umanità ancora alla ricerca dei suoi diritti fondamentali e disegnano un itinerario visivo sulle emergenze globali. Allestita nelle Sale Chiablese e aperta dal 21 ottobre 2022 al 19 febbraio 2023, fa parte dei progetti strategici che i Musei Reali dedicano all’Agenda ONU 2030.

 

CHIERI, FIBER ART: “CAOS RICUCITO”

I curatori della mostra

Venerdì 14 ottobre, presso l’Imbiancheria del Vajro, di Via Imbiancheria 12 a Chieri, si è tenuta l’inaugurazione della mostra di Fiber Art “Caos ricucito”. Erano presenti il Sindaco Alessandro Sicchiero, l’assessore alla Cultura Antonella Giordano, Silvana Nota direttrice artistica, Massimo Tiberio exhibit designer ed i cittadini curatori. Le opere scelte dai 16 curatori provengono dalla collezione civica di Fiber Art del comune di Chieri. Il progetto è stato presentato invitando il gruppo a creare un progetto “a più voci”. Le persone che hanno partecipato alla “chiamata” sono di varia estrazione: lavoratori, pensionati, artisti, simpatizzanti. La mostra è curata e condivisa dal gruppo, che ha seguito alcune linee guida impartite durante le “lezioni” del team di esperti. Occorreva individuare un filone tematico ed elaborare un canovaccio, cui agganciare, poi, un titolo. Era, quindi, necessario scegliere le opere e illustrare la motivazione della scelta. Era anche indispensabile individuare le criticità del percorso, tenendo ben presenti i limiti e le opportunità del luogo espositivo, l’antica Imbiancheria del Vajro, sita sul rio Tepice. Diversi sopralluoghi hanno consentito di superare le più grandi difficoltà. Le prime proposte di organizzazione della mostra sono passate attraverso l’estro personale di ogni partecipante. Per esempio, si è ipotizzato di individuare colori-guida, emozioni, elementi naturali, ispirazioni da fiabe, ricordi e teatro, il femminile nell’arte e così via. Alla fine il gruppo si è compattato unanimemente a scegliere un titolo forte e paradigmatico, “Caos ricucito”, dove il caos non ha significato negativo, ma di raccolta del “calderone” iniziale, stimolo a cercare la libertà nell’azione sia nell’arte, sia nella vita. La libertà che ci fa uscire da schemi preordinati. ll “ricucito” significa che dal caos iniziale è possibile far confluire insieme emozioni, colori, forme e formati in un quadro complessivo che li ricomprenda in una finalità unitaria. La ricomposizione consente di godere del percorso, avviando un viaggio sereno dopo la benefica tempesta del caos. L’ordine caotico è sì, un ossimoro, ma nel lavoro di gruppo è come un punto interrogativo che esce da una scatola: cosa prendiamo? Come lo scegliamo? Chi fa che cosa? Il brainstorming iniziale e il confronto serrato ha consentito di mettere a fuoco il percorso considerando anche la logistica dell’esposizione Un punto di ordine è stato raggiunto gradualmente: tale ordine di pensiero si è riflettuto nell’ordine espositivo, che desideriamo trasmettere al visitatore.

La mostra sarà aperta il sabato e la domenica dalle 15,00 – alle 18,00. Alla domenica sarà presente un curatore con possibilità di visita guidata.

i curatori

Eleonora Benvenuto, Luciano Berruto, Roberta Bondoni, Lorenza Maria Cattadori, Caterina Fiore, Lorena Fortuna, Vanessa Galante, Daniela Gioda, Michela Goria, Carla Pedrali, Elena Raho, Raffaella Rochira, Patrizia Ronchese, Maurizio Sicchiero, Vincenzo Tedesco, Samantha Zutta

 

 

FLASHBACK ART FAIR A NOVEMBRE IN BORGO CRIMEA

10^ edizione della fiera dove l’arte è tutta contemporanea

la sede_Flashback Habitat

Flashback Art Fair arriva alla decima edizione e inaugura un nuovo importante spazio nel quartiere di Borgo Crimea. La fiera dove l’arte è tutta contemporanea si svolgerà dal 3 al 6 novembre 2022 all’interno di Flashback Habitat, in Corso Giovanni Lanza 75, un grande hub culturale che nasce grazie allo strumento urbanistico dell’uso temporaneo deliberato dal Comune di Torino e all’accordo che l’Associazione Flashback ha stipulato con il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti. Flashback è una manifestazione dedicata all’arte di tutti i tempi che vede legati cultura e mercato in un’unica equazione finalizzata alla formazione di senso critico. È un progetto che nasce per offrire una diversa visione sulla storia dell’arte, così come sulla storia di oggi e che, rinnovandosi di anno in anno, connette zone temporali diverse: l’antico, il moderno e il contemporaneo. “Questa decima edizione segna un passaggio importantissimo ed emozionante per la nostra realtà – spiegano Ginevra Pucci e Stefania Poddighe – sottolineando il nostro impegno verso l’arte e verso la città di Torino. Condividere questo momento con tutti coloro che ci hanno seguito in questi anni, dai galleristi a tutti gli appassionati, dalle Istituzioni a tutti i nostri collaboratori, rappresenta un grande traguardo costruito in condivisione. Con la nascita di Flashback Habitat, che inaugura a novembre con la fiera, grazie alla direzione artistica di Alessandro Bulgini, costruiremo insieme un luogo di accoglienza creativa”. Le attività proposte dall’Associazione Flashback giungono così nel 2022 al loro decimo anno aggiungendo un nuovo e importante tassello al racconto, che culmina a novembre in Flashback Art Fair. Il titolo di questa edizione è he.art, termine che nasce dall’elaborazione di heart/cuore e contiene, magicamente, al suo interno la parola arte. Il cuore è un organo muscolare, costituisce il centro dell’apparato circolatorio, pulsa per inviare il sangue fino alla periferia del nostro essere. Centro e periferia sono uniti indissolubilmente e, nel presente, ci interrogano a livello locale e geopolitico. L’arte rappresenta questo cuore pulsante. L’immagine guida della decima edizione è stata realizzata sulla base dell’opera di Alessandro Bulgini Opera Viva – he.art. Il cuore ha sempre manifestato una potente carica metaforica connessa all’immagine della rigenerazione della vita, così come rappresenta la complessità del “mondo Flashback” che individua nell’arte il motore del cambiamento, ponendo l’accento anche sulla necessità di ripensare la relazione centri/periferie.

Gli espositori presenti a Flashback

Questi gli espositori presenti alla decima edizione di Flashback Art Fair, tutti selezionati sulla base di un impegno comune nella ricerca e volontà di riscoprire tecniche, opere, artisti, provenienze sempre attuali: Abscondita | Arte Applicate Roma, Aleandri Arte Moderna Roma, Andrea Ingenito Contemporary Art Napoli Milano, Artemisia Fine Art Dogana (RSM), Galleria Alessandro Bagnai Foiano della Chiana, Beatrice Burati Anderson Art Space & Gallery Venezia, Benappi Fine Art Londra, Galleria Umberto Benappi Torino, Biasutti&Biasutti Torino, Botticelli Antichità Firenze, Studio d’Arte Campaiola Roma, Mirco Cattai Fine Arts & Antique Rugs Milano, Galleria Arte Cesaro Padova, Glenda Cinquegrana Art Consulting Milano, Galleria d’Arte Cinquantasei Bologna, Galleria Del Ponte Torino, Galleria dello Scudo Verona, Alessandra Di Castro Antichità Roma, Miriam Di Penta Fine Arts Roma, Flavio Gianassi – FG Fine Art Londra, Galleria Gracis Milano, Il Giornale dell’Arte Torino, Lorenzo e Paola Monticone Torino, Galleria d’Arte Niccoli Parma, Galleria Open Art Prato, Galleria Orsi Milano, Orsini Arte e Libri Milano, Photo&Contemporary Torino, Flavio Pozzallo Oulx TO, Galleria d’Arte Roccatre Torino, Galleria Russo Roma, Secol Art di Masoero Torino, Gian Enzo Sperone Sent (CH), Untitled Association Roma.

Il cuore dell’arte di tutti i tempi batte per he.art

Le proposte delle gallerie che quest’anno parteciperanno a Flashback Art Fair si distinguono per una ricerca sempre attenta e trasversale che si traduce nell’originalità e “contemporaneità” delle opere selezionate. I visitatori potranno compiere una nuova e inedita esperienza riscoprendo e dando nuovo valore anche ad artisti, opere, tecniche e dettagli accomunati dall’attualità del loro significato e messaggio. Alcune delle gallerie più significative sul piano internazionale per la loro ricerca segnano il percorso espositivo connotandolo con caratteristiche museali; gallerie come Alessandra Di Castro, Carlo Orsi, Galleria dello Scudo e Gian Enzo Sperone, per citarne alcune, rappresentano il cuore di una manifestazione che da sempre si distingue per l’unicità del proprio format. Protagoniste assolute sono le opere che coprono 2000 anni di storia e che, scandendo un ritmo enfatizzato dall’allestimento, si dispiegano al pubblico. Opere che pulsano tra sacro e profano dalla Fanciulchiara di Giacomo Balla, ritratto della figlia Elica, presentata da Aleandri Arte Moderna alla cinquecentesca Predella: raffigurante L’Adorazione del Bambino, Adorazione dei Magi, Fuga in Egitto di Bernardino Lanino di Flavio Pozzallo; dal Senza Titolo (Il sogno) del 1950 di Carol Rama, presentata da Galleria Del Ponte, dove l’artista è ancora giovane eppure già matura, morbosa e anomala, al Vir Dolorum con la Vergine Maria e San Giovanni Evangelista di Bicci di Lorenzo (Firenze, 1373 – 1452) di Flavio Gianassi – FG Fine Art; dalla settecentesca placca in marmo raffigurante Sant’Andrea della Galleria d’arte Cesaro al Ritratto di gentiluomo (1550/60ca.) di Antonio Campi della Galleria Orsi. Il ritmo pulsante del racconto prosegue nell’astrazione dalle mille sfaccettature con le opere di Achille Perilli (Roccatre), Giorgio Griffa (Andrea Ingenito Contemporary Art), Emilio Vedova che, con Senza Titolo del 1958  (Galleria dello Scudo) ci mostra come la pittura debba rinunciare alla propria continuità e logica o le opere di Herman Nitsch presentate da Umberto Benappi che ci avvicinano ai misteri della vita e della morte per arrivare all’astrazione del gesto ripetuto negli antichi tappeti di Mirco Cattai Fine Art and Antique Rugs. Opere e artisti che raccontano la natura, vissuta nei secoli ma sempre protagonista perché garante della vita, talvolta onirica, tra realtà e sogno, negli acquarelli di Giovanni Antonio Bottione realizzati tra ‘700 e ‘800 di Alessandra di Castro Antichità e nelle opere di Piero Gilardi di Biasutti&Biasutti, altre volte dura e crudele come nelle opere di Sironi e Levasti rispettivamente presentati da Galleria Gracis e Open Art. Natura e infinito si riverberano poi nelle opere di Emil Lukas che portano a pensare a pianeti artificiali e fantastici di Photo&Contemporary o nel piccolo cameo che segnaliamo: un’opera di Stefano Di Stasio (Galleria Alessandro Bagnai) emblematica per titolo e concetto: Habitat.

Tornano Flashback è Opera Viva e la sezione dedicata alle mostre

Per il suo decennale, Flashback Art Fair proporrà ai visitatori una proposta articolata di mostre, video, talk e laboratori didattici. Flashback exhibition, la sezione dedicata ai progetti espositivi, vedrà protagoniste tre mostre che coinvolgono artisti internazionali. La prima, Opera viva Barriera di Milano, il Manifesto, progetto ideato da Alessandro Bulgini, raccoglie le immagini di 7 artisti islandesi selezionati dal curatore Jón Gnarr. Gli artisti sono Hugleikur Dagsson, Snorri Asdmusson, Hrafnhildur Arnardóttir, Libia Castro & Olafur Olafsson, Elsa Yeoman, Frosti e Jon Gnarr e, in qualità di ospite speciale, Alessandro Bulgini. La seconda, Cuba introspettiva, è un progetto espositivo ideato e curato da Giacomo Zaza con 20 artisti contemporanei, attivi dalla metà degli anni Settanta all’ultimo ventennio. Il progetto propone una esplorazione delle pratiche intermediali da Cuba, aprendo un approfondimento sulla videoarte monocanale, con esperienze protagoniste della ricerca artistica dentro e fuori dell’isola. La mostra si muove tra diversi approcci e momenti storici che s’incontrano nell’attualità attraverso le opere di Juan Carlos Alom, María Magdalena Campos-Pons, Ana Mendieta, Sandra Ramos, Luis Gómez Armenteros, Lázaro Saavedra, Carlos Garaicoa, Tonel, Ernesto Leal, Celia- Yunior, Glenda León, Levi Orta, Grethell Rasúa, Harold Garcia V, Carlos Martiel, Susana Pilar Delahante Matienzo, Henry Eric Hernández, Elizabet Cerviño. La terza, con la curatela di Michela Casavola, vede il coinvolgimento di WeWorld, ONG indipendente impegnata a garantire i diritti di donne e bambini in 27 Paesi del mondo, e mostra, in un percorso immersivo, le fotografie di Davide Bertuccio e Camilla Milani realizzate in Benin e Mozambico. Le immagini riguardano natura e comunità – la natura a volte interpretata come madre che accoglie e lenisce, altre volte come carnefice che colpisce e distrugge in modo imprevedibile – la comunità ritratta nella sua condizione precaria in quei luoghi spesso soggiogati dal cambiamento climatico.

Flashback Habitat, la nuova sede e il progetto culturale in Borgo Crimea

Flashback Habitat, Ecosistema per le Culture Contemporanee è il progetto che dà anche il nome alla nuova sede delle attività dell’Associazione Flashback. Il progetto, con la direzione artistica di Alessandro Bulgini, concretizza l’intento già sviluppato di far entrare l’arte nella quotidianità di ciascuno di noi e di ridare vita a quanto è stato ignorato, trascurato, siano esse opere, luoghi o persone. Con la creazione di Flashback Habitat si innesca un processo di riqualificazione urbana in Borgo Crimea che ha l’obiettivo di rigenerare più di 20.000 mq di spazio attualmente in disuso dato in concessione all’Associazione e immerso in una grande e potente area verde. Il termine habitat indica il posto in cui “abitiamo”, viviamo e cresciamo, quel luogo inserito in un ecosistema dove interagiamo tra di noi e l’ambiente che ci circonda; Flashback Habitat è quindi l’ambiente dedicato all’arte e alla cultura dove sviluppiamo la nostra creatività e troviamo quel nutrimento essenziale per l’anima, un luogo parte di un ecosistema aperto. L’idea di base dell’hub è di ospitare progetti che possano spaziare tra le arti contemplando l’interazione tra le culture, attraverso la multidisciplinarietà, di creare un luogo dove fruire contenuti, crearne e imparare, dove incontrarsi, discutere e far vibrare energie creative, anche dedicando un’area all’incontro, alla ristorazione e all’acquisto e consultazione di libri.

 

DOGLIANI. MOSTRA “TRANSIZIONI”. CLAUDIO DURANDO, GIANNI GALLO, TERESIO POLASTRO, TERESITA TERRENO

a cura di Enrico Perotto

nella Cappella del Ritiro della Sacra Famiglia

Piazza Belvedere – Dogliani Castello

La mostra allestita nella Cappella del Ritiro della Sacra Famiglia a Dogliani Castello, in collaborazione con il Comune di Dogliani, è visitabile dal 9 ottobre al 27 novembre 2022, il sabato e la domenica dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 17,30. Ingresso libero, nel rispetto della normativa anti Covid. Si tratta della trentesima mostra della rassegna provinciale grandArte 2022 – HELP humanity, ecology, liberty, politics. Dopo la mostra di una selezione significativa di opere di artisti contemporanei italiani e internazionali provenenti dalla collezione di Camilla e Giovanni Scarzella, ecco che l’interno dell’appena restaurata Cappella doglianese – uno degli esempi più rilevanti, insieme al complesso architettonico della Sacra Famiglia, del neogotico schelliniano – torna alla ribalta come richiamo culturale per il territorio delle Langhe, ospitando una collettiva di quattro personalità riconosciute nel panorama artistico locale e non solo, appartenenti a generazioni diverse e di origini doglianesi o, nel caso di una di esse, doglianese di adozione, e che si presentano come portatrici di altrettante visioni sentimentali della natura e della cultura dell’uomo, in un felice ‘transito’ dall’una all’altra, intrecciando un sottile fil rouge che tiene insieme le diverse esperienze individuali, contraddistinte ognuna da un’interazione costante di emozioni, ricordi e sensazioni, che ci richiamano a una visione della realtà venata di nostalgia, di inquietudine e di volontà di sentirla come parte del nostro vissuto, della nostra interiorità, spettacolo di visioni luminose e rasserenanti, ma anche di ombrose e sofferte avvisaglie di malessere dell’ambiente terrestre, riscattato però dalla speranza riposta nella sua stessa capacità di rinnovamento e di risanamento spontaneo delle sue ferite. Si può senz’altro dire che a Dogliani sia presente un vero e proprio crogiolo artistico, molto ben attivo e caratterizzato da una qualificata varietà di linguaggi espressivi, che hanno riscosso e continuano a riscuotere una notevole rispondenza di pubblico e di critica. Claudio Durando (Dogliani/Cn, 1959) Le circa venti opere di dimensioni variabili presentate in mostra da Claudio Durando derivano da un determinato Flash Mob realizzato nel 2018 come una vera e propria performance collettiva all’aperto: incentrata sulla comunicazione, è consistita nella disposizione alternata di tutta una serie di sedie di foggia e materiali diversi, che sono state occupate da più di seicento persone, facilitate in tal modo a comunicare tra loro. Nei suoi quadri realizzati ad olio e collage di fotografie, Durando ci mostra però la sola teoria delle singole sedie variamente riprodotte e del tutto svincolate dai loro occupanti. Qui non conta la presenza umana e la ricerca del dialogo interpersonale, piuttosto è l’assenza di individui umani a costituire un valore etico di riferimento, in specie se l’osservatore sposta lo sguardo dalle sedute vuote ai paesaggi circostanti, nei quali è la bellezza dei luoghi di natura, ameni e solitari, a prendere il sopravvento, a comunicarci l’effettivo grado di autonomia della loro esistenza, liberata dall’ingerenza delle attività dell’Antropocene, capace, quindi, di assimilare gli elementi di design utilitaristico, di trasformarli in memorie oggettuali decontestualizzate, sospese in atmosfere calme e serene. Gianni Gallo (Dogliani/Cn, 1935-2011) è una figura emblematica di artista con la mente e il cuore ben radicati nella realtà del mondo contadino delle sue origini. Amante della libertà, per più di sessant’anni “Galet” ha disegnato e inciso su lastre di zinco e su legno la natura composita e ancestrale delle Langhe, con uno sguardo ora più analitico e descrittivo, ora più disposto a veleggiare sulle ali dell’immaginazione. Ha trasformato l’aspetto esteriore dei fiori o delle ali di un insetto in forme grafiche inconsuete; ha rivisitato la simbologia del mondo animale nella tradizione favolistica e si è divertito a reinventare le figure delle carte da gioco e a fermare il tempo del transito di un vetusto “treno impossibile”, mostrandolo sospeso nello spazio di un’amena e solitaria Valle Roya, fuoriuscita da una cartolina d’antan. Il tutto ci appare trattato da un lato con leggerezza e dall’altro con accenti ironici o grotteschi, manifestando una certa predilezione per la composizione geometrica e le strutture formali astraenti, fondate su un disegno accurato e piacevolmente decorativo, ma che può nascondere messaggi di inattese inquietudini esistenziali, oltre che di amara critica, per nulla velata, nei confronti della società del suo tempo. Nelle visioni pittoriche di Teresio Polastro (Torino, 1935) si colgono “indizi, ombre, impronte” (Francesco De Bartolomeis) di una tensione formale in bilico tra proiezioni figurali inconsce di luoghi terracquei indefiniti e sovrapposizioni astratte di sfocature, oscuramenti e schiarimenti, che alludono a una spazialità ampia e corrusca. I chiari e gli scuri svelano contrasti di emozioni, trasmesse dal vigore delle pennellate fluide e gocciolanti di colore, steso con gesti rapidi e sciolti. Lo strutturare i dipinti per aggregazione di ritagli irregolari di immagini disgiunte moltiplica i punti di vista immaginari dei paesaggi naturali evocati e li configura come frammenti di ‘quadri nel quadro’. Lo sguardo dell’osservatore può percepire porzioni di ambienti marini o fluviali agitati e limacciosi, oppure allusioni a sommovimenti zigzaganti del tutto fuori controllo della terra. Polastro non ricerca soltanto uno slancio lirico nell’espressione coloristica che defluisce istintivamente dalla propria interiorità; l’artista si pone piuttosto in ascolto dei segnali di disagio che sopraggiungono dalla realtà che lo circonda, avvertendendone i vortici inarrestabili dei cambiamenti in atto, presagi della fine ineluttabile della nostra illusione di poter esercitare il dominio senza limiti delle forze spontanee della natura. Teresita Terreno (Dogliani/Cn, 1950) intende l’incisione sia come operazione tecnica, sia come atto creativo ispirato a una forma di civiltà intenzionalmente fondata sui valori della bellezza e dell’autenticità dei sentimenti umani, intrisi di ammirazione per l’armonia dei colori e il dispiegarsi delle stagioni nella vita degli alberi, degli animali e della terra, oltre che negli interni domestici rurali, sorpresi in un loro evocativo stato di decadenza, intaccati dal tempo che scorre. Teresita ci immerge in mondi trasognati di poesia, di intimità, di sofferta malinconia per la perdita del senso dell’esistenza vera, rappresentata dall’ambiente dei campi e delle colline di Langa, rivissuti nel ricordo emozionato e con un segno grafico “che le permette di riscoprire i luoghi dell’infanzia, di dare forma, se così possiamo dire, al silenzio, alla solitudine, a un’atmosfera che è sogno, fiaba, incanto lunare” (Angelo Mistrangelo, 2002). “L’artista doglianese non ha mai cercato vie diverse da un figurativo moderno e personale: un fiore di campo, un frutto, un’erba diventano per lei un universo magico” (Remigio Bertolino, 2017). E il suo amore per il “paesaggio” di tipo soprattutto invernale non è che una “visione indimenticabile della nostra esistenza, illuminata dalla sua arte” (Giorgio Bàrberi Squarotti, 2002).

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CUNEO. “ECLECTICA”. CORNELIO CERATO – ROBERTO DE SIENA – CLAUDIO SIGNANINI – MASSIMO OVIDI –

MAURIZIO OVIDI – CORRADO ODIFREDDI

Terza edizione dell’Esposizione di Arte Contemporanea curata da Cornelio Cerato

presso la Sala Collegio dei Geometri in via San Giovanni Bosco 7H, Cuneo

La mostra sarà visitabile fino al 30 ottobre 2022 (venerdì e sabato dalle ore 16,00 alle 19,00  domenica: dalle 10,00 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,00).

Si tratta della ventinovesima mostra della rassegna provinciale grandArte 2022 – HELP humanity, ecology, liberty, politics. Corrado Odifreddi è nato a Cuneo nel 1954. Vive e lavora a Dronero. Opera come decoratore d’interni e restauratore, affiancando all’attività lavorativa una costante produzione di opere pittoriche e grafiche. I due aspetti operativi hanno un background comune dal punto di vista delle tecniche,dei materiali,della relazione con gli spazi bi e tridimensionali e dei riferimenti allo stratificato universo delle immagini. La differenza è che nel caso del lavoro artistico in senso stretto Odifreddi si avventura in territori non circoscritti da procedure o schemi già codificati ma aperti ad appassionanti e rischiose esplorazioni segniche e cromatiche che possono avere esiti imprevisti.  Claudio Signanini è nato a Cuneo nel 1965, dove vive e lavora. Artista e creative deisgner, diplomato al Liceo Artistico di Cuneo nel 1984 (frequentando il corso di Figura disegnata di Claudio Berlia), ha conseguito nel 1989 il diploma del Corso di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Torino. Ha esposto in mostre personali e collettive dal 1987 ad oggi. Massimo Ovidi è nato a Milano nel 1955, è cuneese d’adozione. Ha partecipato a numerose mostre collettive, oltre ad alcune personali. La sua ricerca in campo artistico è iniziata dai primi anni ’70 sperimentando diverse tecniche espressive, a volte intervenendo su oggetti abbandonati (porte, pezzi d’armadio, manichini…) ridandogli nuova vita. Maurizio Ovidi nato a Cuneo nel 1957, vive e lavora a Cuneo.Ha iniziato l’attività espositiva nel 1975 (Cuneo,Savona, Vercelli, Milino, Torino). La prima personale è del 1982 presso la Galleria Giancarlo Salzano di Torino. Roberto De Siena – 1960 autodidatta. La sua attività inizia negli anni ’80 con la lavorazione del vetro. Restauro di vetrate antiche, vetrofusione, incisione. In quegli anni fonda la “Lavorazioni artistiche”, punto di ritrovo di pittori, scultori, architetti, musicisti. Cornelio Cerato: Formazione artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Torino, dove sceglie l’indirizzo di Scenografia. Approda alla fotografia professionale in seguito ad un corso frequentato sempre all’Accademia Albertina. Nell’anno 2000 si avvicina al mondo artistico locale partecipando ad una mostra dell’Associazione Artistico Culturale Magau di Cuneo, con la quale inizia una collaborazione che dura ancora oggi.

 

DRONERO. STEFANO FARAVELLI. IL SERRAGLIO IMMAGINARIO

a cura di Ivana Mulatero

presso il Museo Civico Luigi Mallé di Dronero in via IV Novembre, 54, 12025 – Dronero CN. La mostra allestita nelle sale del Museo Luigi Mallé è visitabile fino al 18 dicembre 2022 il sabato e la domenica dalle 15:00 alle 19:00 e in altri giorni su prenotazione, con ingresso libero e gratuito.

Il Museo Luigi Mallé, come una novella Arca di Noè, accoglie e custodisce la temporanea sosta del serraglio ambulante creato dalla verve immaginifica del pittore savant Stefano Faravelli, tra i più straordinari assimilatori del fantastico visivo tra Occidente e Oriente che, per l’occasione, presenta il suo particolare omaggio al mondo animale in quasi cinquanta opere tra tele e carte di varie misure ed estensioni, in prossimità con la Giornata mondiale dedicata alla salvaguardia del mondo faunistico e delle specie a rischio (4 ottobre), evento riconosciuto universalmente fin dal 1931. Stefano Faravelli è notissimo in Italia e all’estero per quel suo inconfondibile ductus nel dare forma e spirito a creature e luoghi fantasiosi o in-verosimili che impreziosiscono i suoi cahier de voyage spesso rimbalzati dallo spazio minuscolo della pagina alle vaste scene dipinte e acquarellate. Echi di appassionate letture di enciclopedie degli animali e cronache di antichi serragli e menagerie. La parola serraglio compare attorno al 1400 e trae, probabilmente, la sua origine dall’espressione provenzale serralh che significa riparo, sbarramento. La locuzione menageria deriva invece dal francese antico ménage o mèsnage (dal latino mansionaticum), cioè ciò che concerne la casa e il governo della famiglia. Pare proprio che sia stato un re, non uno qualunque, ma il Re Sole Luigi XIV ad aver formato a Versailles una prima “mènagerie pour les bêtes feroces”. Da allora, i due termini si diffondono in tutta Europa e designano tanto le raccolte di animali viventi destinati alla caccia o domestici, quanto quelle di animali selvatici indigeni ed esotici. Gli animali, sia domestici che esotici, sono oracoli viventi per Stefano Faravelli che li interroga seduto sotto la volta di una foresta del Madagascar o tra il coltivato fogliame del giardino collinare di S. Vito. Che siano sorretti amorevolmente da una foglia secca che li protegge nella mimesis di apparire indistinguibili, seppure non sfuggano allo sguardo del pittore esploratore, o trattenuti tra le dita per uno studio ravvicinato, gli animali sono anzitutto immagini di concetti, illustrazioni di metafore. Succede però il tempo della posa che è quel tempo in cui la delicatezza dello sguardo – e l’attenzione infinita al mondo (Andrea Semplici dixit) –  sa tramutarsi in una palpitante coesistenza di esseri – due esseri viventi che si studiano –  per poi restituire su foglio la piccola increspatura, la texture di una livrea, persino la sbavatura di uno scatto impercettibile che è indizio di una vera e trattenuta fuga. Ogni interpretazione è sempre frutto dell’intimo desiderio di rinnovare lo sguardo sul mondo usurato. Come egli dice: “Viaggiare con il taccuino, disegnando come faccio da anni, è il mio modo di risarcire il mondo – il creato – dall’usura dello sguardo ‘infiacchito’ dai tanti medium. Gli strumenti del disegno e della pittura sono particolarmente adeguati a cogliere questo rivelarsi del mondo e a penetrarne la stupefacente novità”. Per gli spazi del Museo Luigi Mallé, Stefano Faravelli è intervenuto con una mostra personale che, nel solco delle “imprese” rinascimentali, vede sfilare tigri, istrici, oche, camaleonti, giraffe altissime, cammelli battriani, tori possenti, tartarughe, leprotti. Persino un elefante. Come egli scrive: “A questo bestiario dall’araldica un po’ sbilenca, fanno contrappunto trabiccoli, carretti recanti doni, troni o navi su ruote, locomotive. Come in certe immagini devozionali indostane o nell’iconografia dei trionfi che hanno sfilato per secoli nella pittura d’occidente prima di essere riposti nelle rimesse dell’oblio o sopravvivere nel triviale carnevalesco, così ecco a voi una solenne processione di virtù in disarmo, di intenzioni figurate, di insegne singolari. Ciascuno di questi nuovi “trionfi” si rivolge ai sensi e all’intelletto chiedendo di essere decifrato: ciascuno con il suo piccolo alone di mistero che chiede udienza sul gran Theatro della Pittura”.

 

PASSARE LE ALPI A OMEGNA, LAGO D’ORTA

Passare le Alpi è la grande mostra collettiva itinerante a cielo aperto del progetto Interreg Di-Se – Disegnare il territorio, quest’anno dedicata alle alte vie di comunicazione, ai passi alpini, ai mezzi di trasporto e ai viaggiatori tra Val d’Ossola e Canton Vallese. Inaugurazione sabato 22 ottobre, ore 11 in largo Cobianchi (fronte torrente Nigoglia). Coinvolti 28 gli illustratori e artisti contemporanei: Bahar Avanoglu, Sara Bernardi, Davide Bonazzi, Matteo Capobianco – Ufo5, Nicolò Canova, Maya Christensen, Chiara Dattola, Enrico De Paris, Lorenzo Duina, Caterina Ferrante, Elisabeth Fux, Silvia Fux, Giulia Gentilcore, Caterina Gomirato, Bernd Kniel, Andrea Legnaioli, Irene Lupia, Elisa Macellari, Paolo Metaldi, Pinaki, Ale Puro, Chiara Raineri, Luca Soncini, Alena T, Daniela Tieni, Ilaria Urbinati, Elisa Vendramin, Helga Zumstein. Insieme a una selezione di stampe ottocentesche di età romantica di Bartlett, Blechen, Gozzi, Guérard, Hering, Jentsch, Koch, Koller, Lory Fils, Ruskin.

 

LUISELLA ROLLE. LETTURE PITTORICHE PALINDROME LUOGHI DI VITA E DI PENSIERO

Esposizione d’arte contemporanea dal 22 ottobre al 20 novembre 2022

INAUGURAZIONE Sabato 22 ottobre alle ore 17

ORATORIO DE’ DISCIPLINANTI – Complesso Monumentale di Santa Caterina – Finalborgo (SV)

Sabato 22 ottobre alle ore 17 si inaugura, presso la Sala espositiva “Oratorio de’ Disciplinanti” di Finalborgo, la personale dell’artista Luisella Rolle. L’esposizione, presentata nel 2020 presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino, è il risultato di un progetto sviluppato dall’artista in molti anni di ricerca sul tema del mondo urbano percepito attraverso lo spostamento del punto di vista.  Intitolata Letture Pittoriche Palindrome. Luoghi di vita e di pensiero,la mostra a cura di Silvana Nota, e un intervento critico in catalogo di Angelo Mistrangelo, propone opere da leggere, con un’ottica palindroma o bifacciale, la realtà percepita in una doppia visione: la prima come impatto e la seconda invece riletta con un’ottica diversa e aperta. Il percorso di ricerca condotto dall’artista trova la sua fonte iniziale di riferimento nel palindromo di Primo Levi In arts it is repose to life / è filo teso per siti strani contenuto nel racconto “Calore vorticoso” tratto da “Lilith e altri racconti”, per tracciare, in totale libertà e indipendenza dal testo, un viaggio nella città odierna suggerita nella sua immagine da un’ottica che invita a considerare la realtà e rileggerla da un altro punto di osservazione. Il palindromo ne è il veicolo identificato in un doppio filone: nei titoli, parte integrante delle opere, e in alcune tele installative bifacciali. Torino, rivisitata in angolazioni molteplici, diviene invece lo sfondo sul quale l’artista dipana il suo tema che sfoca confini e apre orizzonti. L’itinerario espositivo si sviluppa in più sezioni, con un percorso che vede ogni area tematica collegarsi con le altre seguendo il senso compiuto del progetto, oppure vivere come un’isola a sé stante.

 

PRESENTAZIONE LIBRO DI EZIO GRIBAUDO “LA BELLEZZA CI SALVERA'”

RACCONIGI. EMERSIONI TRASCENDENTI TRA NOTE E ARMONIE. LA CHITARRA DI CARLO PIGNATTA INCONTRA I DIPINTI DI MOIRA FRANCO

Domenica 23 ottobre 2022. Ore 16.30: visita in mostra alla presenza dell’artista. Ore 17.30: concerto per chitarra del musicista Carlo Pignatta Pinacoteca Civica Levis Sismonda – Racconigi – Piazza Vittorio Emanuele II

Domenica 23 ottobre, negli spazi della Pinacoteca Civica Levis Sismonda di Racconigi, in P.zza Vittorio Emanuele II, n.15 si svolgerà il primo doppio appuntamento collaterale alla Mostra Personale dell’artista Moira Franco intitolata “Emersioni trascendenti”, visitabile sino al 4 dicembre 2022. Alle ore 16.30 si terrà una visita guidata alla mostra, alla presenza dell’artista, mentre alle ore 17.30 il pubblico potrà assistere al concerto per chitarra del giovane e talentuoso musicista Carlo Pignatta, il quale offrirà una propria interpretazione musicale circa i temi affrontati visivamente in rassegna.  Il programma prevede un ricco repertorio, classico e moderno che, da Mysterious Habitats di D. Bogdanovic, passando per “Dal Decameron Negro: La Fuite des Amants par la Vallée des Èchos” di L. Brouwer e “Prelude and Waltz” di N. Koshkin, toccherà R. Dyens e N. D’Angelo, sino a offrire al pubblico alcuni brani composti da Pignatta e già pubblicati nei suoi EP “Circle”, del 2021 e “Ricordo”, uscito nel marzo del 2022. L’evento è pubblico a offerta libera – gradita la prenotazione.

Orari di apertura della Pinacoteca:  sabato ore 14.30 – 18.30; domenica ore 10 – 18.30. Visite guidate su prenotazione; possibilità di aperture straordinarie su prenotazione per gruppi e scolaresche.

Info: Ufficio turistico di Racconigi (visitracconigi@gmail.com – 392/0811406); Associazione Culturale Carlo Sismonda APS (associazionesismonda@gmail.com). Sito: www.pinacotecalevisismonda.it. 

 

PALAZZO MADAMA. CONFERENZE: MINIATURE RIVELATE

Ciclo di conferenze dedicate ai manoscritti miniati e alle biblioteche tra Medioevo e Rinascimento – in collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi

24 ottobre – 14 dicembre 2022 – Palazzo Madama, Biblioteca civica Villa Amoretti, Biblioteca civica Cesare Pavese, Biblioteca civica don Lorenzo Milani

Palazzo Madama e le Biblioteche civiche torinesi propongono, dal 24 ottobre al 14 dicembre, un ciclo di conferenze gratuite, dedicate ad approfondire l’arte del libro tra Medioevo e Rinascimento attraverso le collezioni di arte antica del Museo Civico di Torino. Una serie di incontri per approfondire i materiali e le tecniche di realizzazione dei manoscritti, per scoprire come erano organizzate le biblioteche e chi vi accedeva e per cogliere, infine, quel passaggio cruciale dal libro scritto a mano al libro stampato che oggi conosciamo e amiamo. L’iniziativa, legata al territorio, si svolge a Palazzo Madama e in tre biblioteche civiche della città: Villa Amoretti (Santa Rita), Cesare Pavese (Mirafiori Sud) e don Lorenzo Milani (Falchera). Il ciclo di conferenze intende portare il museo fuori dalle sue mura per promuovere la conoscenza di un patrimonio significativo e sostanzialmente ignoto, non solo al pubblico di Palazzo Madama, ma anche ai cittadini torinesi che frequentano più abitualmente le biblioteche e che con l’oggetto “libro” hanno un rapporto privilegiato. Gli appuntamenti sono un invito a conoscere attraverso le collezioni del museo non solo il contenuto intellettuale di creatività, ma anche i materiali e le tecniche di realizzazione – a mano prima e a stampa poi – e ad approfondire il tema della diffusione della lettura nel mondo antico. Le Biblioteche civiche, da sempre attente alla storia del libro attraverso specifiche attività di mediazione, proporranno nello stesso periodo laboratori per famiglie e scuole del territorio. Nel corso dell’iniziativa i partecipanti agli incontri riceveranno un voucher che permetterà loro di visitare gratuitamente Palazzo Madama e la mostra Margherita di Savoia, Regina d’Italia, allestita nella Sala del Senato dal 13 ottobre 2022 al 30 gennaio 2023. Per gli insegnanti gli incontri in biblioteca costituiscono occasione di formazione, per i quali è possibile richiedere certificato di partecipazione. Il ciclo di incontri si concluderà poco prima delle festività natalizie, nella settimana tra il 12 e il 16 dicembre, con un appuntamento finale a cura dei lettori che selezioneranno il proprio libro “in salsa” medievale da presentare al gruppo attraverso brevi stralci di lettura ad alta voce. In questa occasione la comunità cittadina potrà usufruire di materiali di approfondimento creati in sinergia dalle biblioteche e dal museo con schede bibliografiche, consigli di lettura e focus sulle collezioni di Palazzo Madama. L’iniziativa intende disseminare le conoscenze e i risultati del progetto “Miniature rivelate”, avviato nell’ottobre 2020 da Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica in partnership con l’Università di Torino e l’Università del Piemonte Orientale (Dipartimento di Studi Storici e Dipartimenti di Chimica), grazie a un cofinanziamento di Fondazione CRT e UNITO. La ricerca è nata dalla volontà di approfondire la conoscenza della collezione di manoscritti e miniature ritagliate del Museo Civico di Torino: un patrimonio costituito da 19 codici miniati, un fondo di 81 fogli e miniature ritagliate e una preziosa raccolta di 50 pergamene dal XIII al XVI secolo. La prima fase del progetto si è svolta dall’ottobre 2020 alla primavera 2022. Durante questi mesi è stato condotto il censimento sistematico, con la campagna fotografica e la pre-catalogazione, che ha comportato anche la ricerca bibliografica e lo studio liturgico per individuare l’area di provenienza dei testi sacri. La seconda fase, a partire dall’autunno 2022, prevede i restauri di due codici, le analisi scientifiche non invasive e l’analisi storico artistica; in calendario saranno programmate attività per il pubblico, laboratori didattici per le scuole e per gli adulti. La terza fase si concluderà nell’autunno 2024 con una mostra dossier a Palazzo Madama, che presenterà al pubblico un percorso visivo attraverso l’esposizione di una selezione delle opere del museo.

 

TORINO. CHANTAL GAROLINI PERSONNE(S)

Prima mostra personale per la vincitrice del IV Premio Alessandro Marena

Continua per Chantal Garolini il percorso esperienziale riservato ai vincitori del Premio Alessandro Marena: debutta a Torino con una mostra personale curata da Francesca Canfora: Personne(s) | dal 20 ottobre al 6 novembre | Torino – Via dei Mille 40/A.

Il IV Premio Alessandro Marena, assegnato nel 2021, vive la sua seconda fase espositiva proponendo la mostra personale dell’artista vincitrice Chantal Garolini. Personne(s) è il titolo della mostra personale a cura di Francesca Canfora che tra il 20 ottobre e il 6 novembre 2022 sarà presso la sede dell’Associazione torinese, in Via dei Mille 40/A. I lavori esposti sono il risultato del progetto artistico sviluppato da Chantal Garolini con le risorse messe a disposizione dal premio conseguito nel 2021 con l’opera Disturbo?!.  Inaugurazione giovedì 20 ottobre ore 18,00

 

 

 

 

 

 

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