Chieri. In ricordo di Bruno (Armando) Brunetti

Armando Bruno Brunetti

Il 4 febbraio ricorre l’ottavo anniversario della morte di Bruno Brunetti (Armando all’anagrafe), sicuramente uno dei chieresi che più ha amato la sua città. Industriale nella ditta di famiglia, per molti anni è stato l’organizzatore divertito e appassionato di tante iniziative per valorizzare e fare conoscere le tradizioni e le peculiarità di Chieri. Tra le tante ricordiamo:

Il Moto club, fondato cent’anni fa e del quale Bruno divenne presidente nella seconda metà del secolo scorso, dando nuovo vigore sia al settore agonistico sia agli eventi paralleli, in entrambi dei quali eccelleva.

I Birichin, programma radiofonico trasmesso da Radio Centotorri negli anni Settanta ogni domenica dalle 13 alle 14.

L’ideazione de La Bela Tessiòira, simbolo del carnevale chierese.

La ripresa negli anni Sessanta insieme a Bebi Martano di un’antica tradizione, quella del Saot ‘n sel cher”, che si è poi trasformata nella Vijà e ancora oggi è uno degli eventi principali della città.

La fondazione dell’Associazione Amici del Ricamo Bandera, nel 1999, per promuovere il tipico ricamo piemontese e la tela di supporto, nata a Chieri e ancora prodotta dalle tessiture locali.

Il gemellaggio con la città francese di Epinal, nel 2000.

 

Museo

Ma è soprattutto del Museo del Tessile che andava più orgoglioso perché lo considerava la memoria vivente dell’anima chierese.

Negli anni 90, quando la crisi del tessile sembrava inarrestabile, maturò la convinzione che le testimonianze materiali della cultura industriale dovessero essere raccolte e conservate, per mostrare e ricordare a tutti quale fosse stata l’operosità dei Chieresi.

A questo scopo, per sua iniziativa e con la partecipazione di Comune, Regione, Provincia, Camera di commercio, 50 soci fondatori rappresentanti le industrie tessili-cotoniere, nacque la Fondazione chierese per il tessile e per il museo del tessile per promuovere e sostenere la nuova realtà museale cittadina.

Nel museo, insediato nell’ex monastero di Santa Chiara, Bruno iniziò a collocare i pezzi della sua decennale collezione, invitò i possessori di macchinari, strumenti misuratori, brocche, campionari, documenti, libri, immagini e tutto quanto riguarda il tessile a cederli al museo e continuò per tutta la vita a ricercarne altri per renderlo sempre più ricco e interessante.

Per il museo volle una struttura didattica, con i telai funzionanti, con le attrezzature affiancate da didascalie esplicative e cartelloni per illustrare le fasi di lavoro perché era soprattutto ai giovani che si rivolgeva, favorendo le visite delle scolaresche e invitando i ragazzi più grandi a utilizzare la biblioteca specifica che andò arricchendo negli anni per i loro studi. Agli studenti, ai quali consentiva l’uso gratuito dei locali, della fotocopiatrice e di quanto era necessario per le loro ricerche, chiedeva solo una copia delle tesi di laurea, raccogliendone una notevole quantità.

Nel tempo il museo si è affermato a livello internazionale, con l’inserimento nella rete ecomuseale della provincia, nelle realtà europee riconosciute dalla commissione culture dell’unione europea e continua a crescere, mantenendo e arricchendo l’ideale di Bruno, il cui motto era e continua a essere “Tessere il futuro con le trame del passato”.

Chieri è una strana città, a differenza delle altre non tende a valorizzare chi ha contribuito a darle lustro. Ad esempio, il famoso autore di canzoni Leo Chiosso, il cui figlio Fred da anni fa di tutto perché venga ricordato e al quale lo Zibaldone Chierese 4 ha dedicato un brano. Eppure, se ci citano alcune delle sue canzoni di maggior successo, come Che bambola!, Parole, parole, Canto (anche se sono stonato), Torpedo blu, non vien mai citato l’autore dei testi, Leo Chiosso appunto, ma solo gli interpreti: Fred Buscaglione, Mina e Alberto Lupo, Lelio Luttazzi, Giorgio Gaber. Finalmente ora pare che l’attuale amministrazione stia pensando di celebrarlo dedicandogli qualcosa in città.

O Giuseppe Avezzana, figura di primo piano nel Risorgimento italiano, al quale, prima della biografia pubblicata nel 2011 a cura dell’Associazione G. Avezzana fondata da Bruno Brunetti, ne era stata pubblicata una a metà del secolo scorso scritta da un siciliano.

Sarebbe bello che ora la città volesse rendere più visibile e immediato il ringraziamento per quanto Bruno Brunetti ha fatto per la città intitolandogli il Museo del Tessile.