ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati

 

Torino- UN MOZART QUASI VIRTUALE– Alla fine del 1790 Mozart rifiutò di recarsi a Londra, dove già si trovava Haydn, malgrado una cospicua offerta, non volle lasciare Vienna, nonostante versasse in precarie condizioni economiche. A salvarlo dalla situazione giunse Emanuel Schiìkaneder, cantante-impresario che da tempo tentava di risollevare le sorti del Singspiel dalla concorrenza della musica italiana. Egli dirigeva il Theater auf der Wien e progettava l’idea di un’opera fiabesca  sulla base di un libretto che aveva steso sulla fiaba Lulu oder die Zauberflote, unendovi tutta una serie di personaggi buffi e passaggi scherzosi. Propose a Mozart di realizzarla insieme. Un teatro rivale mandò in scena un’opera tratta dalla medesima fonte. Schikameder non si perse d’animo e riscrisse la trama, mutando la vicenda su uno sfondo simbolico massonico.orientale. La prima rappresentazione (30 settembre 1791),con lo stesso Schikaneder nei panni di Papageno e Josepha Hofer, cognata di Mozart, in quelli di Regina della notte e diretta dallo stesso Mozart. Il primo atto non andò incontro al successo tanto che il compositore amareggiato, durante l’intermezzo, deciso ad abbandonare il teatro. Rincuorato dagli amici riprese la direzione, portando al termine la recita. Ebbe , infine molto successo  che  crebbe nelle repliche e sempre di più nella stima del pubblico..

La trama, piena di significati esoterici e massonici, si svolge in un Egitto immaginario, caratterizzata  da alternanze di riferimenti al giorno e alla notte, si sviluppa lungo  un graduale passaggio dalle tenebre dell’inganno e della superstizione  verso la luce della sapienza, al quale corrisponde un progressivo capovolgimento di prospettiva  nel mondo   nel ruolo  dei buoni e dei malvagi i cui poli contrapposti sono rappresentati da Sarastro e dalla Regina della notte (Astrifiammante)

Il flauto magico è stato interpretato, utilizzando varie chiavi di lettura-: oltre che  come fiaba per bambini, è stato anche come racconto massonico   e come storia a sfondo illuminista Al di là del filone razionalista della cultura massonica del ‘700  ì’ opera è sorretta da un afflato mistico spirituale e dall’attrazione per l’Oriente .Mozart vi affronta le tematiche  tipiche della cultura massonica a lui care: morte e rinascita, rapporto tra terreno e ultraterreno, iniziazione  e prova come cammino per approdare all’amore universale. La vicenda, però, racconta lo sviluppo di un individuo che da giovane ignorante e debole, diventa saggio e sapiente e uomo adulto mediante la scoperta e il superamento di prove in, aristocratico- Oltre alla diatriba tra  il Regno del Male e il Regno della Saggezza, si può leggere la dicotomia  tra il potere  i due Regni il sottofondo popolare, semplice e genuino  rappresentato da Papageno. L’antitesi è dunque  il concetto uomo-animale allo stato naturale e l’eletto. aristocratico. Idealista Tamino. I due Regni si identificano  nell’autorità e nell’ordine, mentre Papageno è l’uomo di tutti i giorni, nel contempo la Regina della notte e Sarastro  consapevole  la bontà e la felicità, seppur materiale,  stanno dalla sua parte.

Il capolavoro mozartiano è senza età e può essere apprezzato da un bimbo di otto anni così come da un ottantenne.

L’allestimento che si vede al Regio proviene dalla Komische Oper di Berlino ed è firmato dal regista Barrie Kosky con la collaborazione del gruppo “1927” di Suzanne Andrade e Paul Barritt con i quali condivide l’amore per il vaudeville, il music hall e forme simili di teatro e, .ovviamente, per il cinema muto. Papageno richiama così Buster Keaton, Nonostato un po’ Nosferatu, come Pamina è un po’ Louie Brooks. Più di un semplice omaggio al cinema muto, ci sono altre influenze provenienti dall’animazione che generano una forma d’arte totalmente nuova. Il  film-maker Paul Barritt ha ricavato ispirazione  visiva da molte epoche che vanno dalle incisioni su rame del secolo del secolo XVIII fino ai fumetti d’oggi, Insomma un viaggio attraverso diversi mondi di fantasia. I dialoghi condensati e trasformati in intertitoli di film muto. La musica utilizzata è quella di Mozart (fantasie per pianoforte) che conferisce uno stile coerente e un ritmo costante. Una storia d’amore raccontata come una fiaba.

 

Torino, Teatro Regio, p. Castello

Mozart, “IL flauto magico” (edizione  in lingua originale tedesca con sopratitoli in italiano)

30 marzo (anteprima giovani), 31; ; 1-2-4-5-7-8-11-13-14 aprile

EKATERINA BAKANOVA / GABRIELA LAGUN (Pamina), JOEL PRIETO / GIOVANNI SALA (Tamino),

ALESSIO ARDUINI / GURGEN BAVEYAN (Papageno); SEREBA SAENZ / BEATA RITTER / DANAE KOTORNA

(Regina della notte); IN-SUNG SIM (Oratore), AMELIE HOIS (Papagena), THOMAS CILUFFO (Monostato

m.* concertatore e direttore d’orchestra SESTO QUATRINI

regia BARRIE KOSKY / SUZANNE ANDRADE, ripresa da TOBIAS RIBITZKI animazioni PAUL BARRITT