Savigliano. Scatole e ninne nanne: due progetti per valorizzare il plurilinguismo

Scatole e ninne nanne per valorizzare le lingue di tutto il mondo – Al via a Savigliano due progetti per valorizzare il plurilinguismo.

La diversità linguistica è una ricchezza; padroneggiare più lingue dà un marcia in più nel predisporsi all’apertura mentale; la lingua madre è un “porto sicuro” che permette di crescere. Sulla base di queste certezze hanno preso il via a Savigliano due progetti sul plurilinguismo: “Scatole con la Voce” e “Ninna Nanna a chi vuoi tu”.

Capofila dell’iniziativa è Oasi Giovani, accanto alla onlus “Il fiore della vita” e alla biblioteca civica “L. Bàccolo”: realtà che da anni collaborano in attività di promozione della lettura.

Entrambe le iniziative, presentate nelle scorse ore a palazzo Longis, hanno lo scopo di valorizzare le diverse lingue e culture presenti sul territorio saviglianese.

Il progetto “Scatole con la Voce” ha previsto che scatole fisiche piene di oggetti fossero il punto di partenza per raccontare storie tradizionali. Grazie a tanti operatori che hanno partecipato, è nato un patrimonio di quattro storie della tradizione europea, raccontate tramite alcuni video in venti lingue e dialetti. Tramite un qr-code, tutte le storie possono essere viste e ascoltate nei principali centri culturali per l’infanzia del saviglianese: biblioteca, servizi educativi per l’infanzia e presso il reparto di Pediatria e Oncologia pediatrica. Il progetto è stato realizzato grazie allo strumento narrativo “storie in scatola” promosso dall’associazione francese “Dulala”.

Dai video agli audio. Il progetto “Ninna Nanna a chi vuoi tu” offre invece la possibilità di ascoltare ninne nanne in lingue e dialetti diversi.

Sempre tramite un qr-code, le ninne nanne possono essere ascoltate negli stessi centri culturali per l’infanzia in cui è possibile vedere i video, oltre che presso la Neonatologia saviglianese.

«Sia le storie plurilingue che le ninne nanne plurilingue – spiegano i promotori – hanno l’ambizione di far sentire tutti “un po’ più a casa” qualunque sia la loro origine».