Pecetto Torinese. Rapina all’Ufficio Postale: arrestato il rapinatore fuggito in monopattino

La rapina all’Ufficio Postale di Pecetto T.se, avvenuta alle prime ore del mattino del 6 dicembre, ha finalmente trovato una svolta nelle indagini. Il rapinatore travisato e armato di pistola, che aveva asportato una somma di denaro di circa 35.000 euro, è stato arrestato dai Carabinieri grazie all’analisi delle registrazioni delle telecamere di sicurezza del paese.

Secondo le testimonianze dei dipendenti delle Poste presenti al momento del crimine, il rapinatore si è avvicinato alle loro spalle mentre stavano aprendo l’Ufficio. Sotto la minaccia dell’arma da fuoco, l’uomo è entrato nel locale e ha costretto i dipendenti a fargli aprire la cassaforte temporizzata. Dopo un’attesa di 15 minuti per lo sblocco del dispositivo, il rapinatore ha preso il denaro e si è dato alla fuga, riuscendo a far perdere le proprie tracce. La mancanza di un sistema di videosorveglianza all’interno dell’Ufficio Postale ha reso piĂą complicata l’identificazione del colpevole. Tuttavia, i Carabinieri hanno lavorato intensamente per acquisire le registrazioni delle telecamere di sicurezza presenti nelle vicinanze dell’area del crimine. Attraverso l’analisi delle registrazioni dell’impianto comunale di sorveglianza della viabilitĂ  e delle telecamere di sicurezza di alcune abitazioni private, i Carabinieri hanno fatto una scoperta fondamentale. Alle ore 08:21, hanno individuato un individuo con un abbigliamento simile a quello descritto dai testimoni che si allontanava in via Piazza delle Ciliegie, a poche decine di metri dall’Ufficio Postale, utilizzando un monopattino. Successivamente, l’uomo ha caricato il monopattino su un’auto che è risultata intestata alla madre. Grazie a questi importanti indizi, i Carabinieri sono stati in grado di identificare e arrestare il responsabile della rapina. Si tratta di un uomo di 43 anni, fermato pochi giorni fa dai Carabinieri della Sezione antirapina del Nucleo Investigativo di Torino. L’arresto è stato eseguito in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il primo sopralluogo è stato fatto dai carabinieri della compagnia di Chieri che hanno anche collaborato all’indagini.