Cinghiali: arriva il piano quinquennale per l’eradicazione della Peste suina africana

E’ stato approvato di recente in Conferenza Stato-Regioni il piano straordinario per “l’eradicazione della Peste suina africana” (2023-2028), proposto dal commissario straordinario Vincenzo Caputo. Il Piano prevede che le regioni monitorino le attività di cattura e abbattimento facendo ogni quattro mesi un rendiconto al commissario straordinario.

Nel suddividere il territorio nazionale in “classi di criticità” il piano ha classificato il Piemonte tra le regioni a maggiore rischio, insieme a Lombardia e Campania, seguite da Lazio e Calabria. Il Piemonte è anche una delle regioni in cui si sono fatti più sentire i danni provocati da questi animali selvatici sia alle colture agricole, sia ad automobilisti. Sono infatti in costante aumento gli avvistamenti di cinghiali nelle ore notturne su strade urbane, extraurbane e nei centri abitati. Nell’astigiano e nel chierese in più occasioni gli agricoltori sono scesi in piazza per denunciare i disastri provocati a raccolti e terreni agricoli.

A questi danni si è aggiunta la peste suina (PSA), malattia non trasmissibile all’uomo, ma altamente infettiva e diffusiva, che ha colpito i cinghiali e rischia di contagiare gli allevamenti di suini che pascolano all’aperto.  “In Italia i cinghiali sono sempre stati lasciati liberi di scorrazzare, senza provvedimenti risolutivi” – lamentano ora allevatori e produttori di salumi che si sono aggiunti quest’anno alle proteste dopo che diversi paesi asiatici hanno bloccato l’importazione dall’Italia della carne suina e dei prodotti trasformati.

Il nuovo piano straordinario di contrasto alla peste suina mira ad aumentare in modo significativo il numero di animali da abbattere. Oltre ai metodi tradizionali di cattura e uccisione sono previsti metodi alternativi che possono essere adottati dalle Regioni; come per esempio l’utilizzo di farmaci anticoncezionali, somministrati attraverso esche, che potrebbero ridurre drasticamente le nascite,  “un metodo meno cruento e meno costoso della cattura degli animali” – ha precisato il commissario Caputo.

Nel frattempo il Ministero della Salute ha diffuso sul proprio sito internet una serie di comportamenti e precauzioni da adottare per prevenire la diffusione della malattia:

  • non portare in Italia, dalle zone infette comunitarie, prodotti a base di carne suina o di cinghiale (carne fresca o surgelata, salsicce, prosciutti, lardo) che non siano etichettati con il bollo sanitario;
  • smaltire i rifiuti alimentari in contenitori idonei e chiusi che non siamo accessibili ai cinghiali;
  • informare tempestivamente i servizi veterinari nel caso di ritrovamento di carcasse di cinghiali.

Luigi Marsero