ALLEGRO MOLTO a cura di Edoardo Ferrati

Torino- TEATRO REGIO: UN OGGETTO MISTERIOSO FIRMATO HALEVY-  La “Juvie” (“L’ Ebrea”), opera di  impressionanti dimensioni. Inaugura la stagione 2023-24 del teatro: quattro ore di durata che impegnano tutte le forze del teatro subalpino. L’unico precedente del titolo a Torino, risale al 1885 in lingua italiana  e per il nostro pubblico rimane un oggetto sostanzialmente misterioso . Unica in repertorio della quarantina di opere da Eugene Fromental Halvy è il paradigma del grand opera francese: cinque atti, un libretto, cori, azioni spettacolari, un libretto di Eugene Scribe che tratta di grandi passioni ed eventi storici: qui quel Concilio di Costanza (1414) che pose fine allo scisma quando a capo della Chiesa regnavano in contemporanea tre papi. Un avvenimento spettacolare e culturale che andrà oltre i confini nazionali. Allestimento firmato in toto da Stefano Poda, molto legato al Regio dove in passato ha curato gli allestimenti di “Thais”, “Turandot” e “Faust”. Regia che giocherà sui rimandi e suggerimenti che saprà tradurre in un’opportunità di riflessione sui temi dalla valenza musicale,  trascendendo i riferimenti geografici e temporali della vicenda. Il sacrificio di Rachel diventerà il simbolo dell’oppressione di ogni minoranza.  L’antisemitismo  è il più nero elemento della violenza di una maggioranza  pronta a schiacciare i più deboli.

“La Juvie” verte sull’intolleranza e sulle persecuzioni religiose nel secolo XV°. A Costanza, sede del Concilio, vive l’orafo ebreo Eleazar con la figlia Rachel. L’intera azione è basata sul rapporto amoroso tra quest’ultima e il principe Leopold, un amore doppiamente negato per ragioni razziali e dinastiche in quanto Leopold è promesso sposo alla principessa Eudoxie. La condotta dell’azione è in sostanza macchinosa secondo le abitudini dell’autore del libretto Eugene Scribe che del grand opera può essere considerato il creatore grazie ai suoi libretti per Meyerbeer, Auber, Halevy e Verdi. La vicenda si conclude con la doppia condanna di Eleazar e e di sua figlia Rachel.

Da un punto di vista musicale la tecnica di Halevy si differenzia sia da Meyerbeer che da quella di Auber con particolare ascendenza stilistica  proveniente da Cherubini di cui fu allievo e tende a una drammaturgia  assai forte entro cui la vocalità affiorano  palesi riferimenti al virtuosismo italiano. La prima rappresentazione a Parigi (Academie Royale de Musique, 23 febbraio 1855) registrò un clamoroso successo con due interpreti  d’eccezione quali il tenore Adolphe Nourrit e il soprano Marie Cornelie Falcon. L’opera è costruita su effetti orchestrali studiatissimi, colpi di scena brutali , grande senso del colore orchestrale, .manca di sintesi, lo stile è spesso pompier.ma la forza drammatica è incontestaibile.

 

Torino, Teatro Regio, 21-24-26-28 settembre, 1-3 ottobre

“La Juvie”, grande opera in cinque atti, libretto di Eugene Scribe

Interpreti: Mariangela Sicilia (Rachel), Gregory Kunde (Eleazar), Martina Rossomanno / Daniela Cappiello (Eudoxie), Ian Hotea (Léopold),.Riccardo Zanellato (Brogni). Gordon Birntner (Ruggiero), Daniele Terenzi (Albert).m° del coro Ulisse Trabacchin; ; direttore d’orchestra Daniel Oren; :regia, scene e costumi Stefano Poda.. Nuovo allestimento. Edizione con sottotitoli in italiano e francese.