PIEMONTE x CURIOSI. Camillo Ricchiardi, l’albese che catturò Churchill

La vita avventurosa di Camillo Ricchiardi, l’albese che catturò Winston Churchill in Sud Africa: un incontro che cambiò la Storia

Camillo Ricchiardi, l’albese che catturò Churchill

In una calda giornata di inizio Novecento, nel Transval del Sud Africa, un treno procedeva lentamente nella pianura. All’improvviso, una deflagrazione e le urla dei passeggeri ruppero il silenzio: un sabotaggio aveva causato il deragliamento. In quel frangente, comparve la Legione Volontaria Italiana, guidata da circa duecento uomini, molti dei quali erano piemontesi provenienti dalla fabbrica di esplosivi di Avigliana e ora impiegati in una ditta sudafricana di botti. A capo di questo gruppo, si ergeva il colonnello Camillo Ricchiardi, un uomo di fascino e carisma, noto per il suo gesto di inviare alle famiglie nemiche gli effetti personali dei caduti con una lettera di condoglianze.

Tra i passeggeri vi era un giovane in abiti civili: Winston Churchill, che si presentò come giornalista. Tuttavia, venne sorpreso mentre cercava di nascondere due caricatori di proiettili dum-dum. Interrogato da Ricchiardi, Churchill negò di sapere la provenienza dei proiettili, mostrando evidente imbarazzo. I soldati di Ricchiardi, convinti che fosse una spia, volevano fucilarlo sul posto, ma il colonnello, commosso dalla giovinezza e dall’aspetto incolpevole del prigioniero, decise di salvargli la vita e lo inviò a Pretoria con altri prigionieri. Da lì, Churchill tornò poi in Gran Bretagna.

La vita di Ricchiardi

Camillo Ricchiardi nacque ad Alba il 4 luglio 1865 e la sua esistenza fu simile a un romanzo d’avventura. Dopo aver frequentato l’Accademia Militare a Pinerolo, incontrò il colonnello Gerolamo Emilio Gerini, che lo persuase a lasciare l’Italia per il Siam. A Bangkok, Ricchiardi si occupò dell’organizzazione dell’esercito e dell’educazione militare di uno dei figli di Re Rama V.

In seguito, si trasferì a Shanghai come funzionario commerciale, ma la sua natura avventurosa lo spinse a combattere per l’indipendenza delle Filippine contro la Spagna. Dopo questa esperienza, si unì alle forze di Louis Botha in Sud Africa, fondando la Legione Italiana.

Tornato in Italia, Ricchiardi si impegnò a favore della causa boera e in seguito si trasferì in Argentina, dove venne nominato amministratore di una colonia di rifugiati boeri. La sua vita avventurosa terminò a Casablanca, dove morì nel 1940, dopo aver trascorso gli ultimi anni tra Montecarlo e Nizza Marittima.

Ricchiardi, uomo d’azione dalla vita avventurosa, ebbe nelle sue mani il destino di Churchill, che in futuro avrebbe avuto un ruolo chiave nella storia mondiale. L’atto di umanità di Ricchiardi in quel momento critico dimostrò come un singolo gesto possa avere impatti storici imprevedibili.

 

Marco Sergio Melano