PIEMONTE ARTE: TRE MOSTRE A CHIERI, FABIO MAURI, RUBINO, ZANON, PALUMBO, STOISA…

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

CHIERI. A PALAZZO OPESSO LA MOSTRA “CHAPEAU”

Sabato 16 dicembre alle ore 17,30 a palzzo Opesso di Via San Giorgio 3, si è tenuta l’inaugurazione della mostra “Chapeau” cui hanno partecipato 15 fotografi che hanno ritratto 34 artisti del territorio. Una volta effettuato il ritratto fotografico, gli artisti hanno elaborato la loro fotografia con le varie tecniche che loro adottano abitualmente (pittura, fiber art ecc.). I fotografi sono i seguenti: Luciano Berruto, Katiuscia Borno, Caterina Casetta, Luigi Casetta, Ivana Chiavarini, Leone Contento, Andrea Dioguardi, Ilaria Falco, Patrizia Forte, Susanna Fusaro, Matteo Maso, Luca Ravera, Marina Rosso, Daniela Taverna, Giovanni Varetto.  Gli artisti sono: Lino Baldassa, Guido Bertagna, Beniamino Bonetto, Tegi Canfari, Norma Carpignano, Gian Franco Civitico, Francesco Colangelo, Pietro Contento, Mascia Cosco, Luisella Cottino, Rosario Di Dio, Margherita Fergnachino, Caterina Fiore, Aldo Formica, Theo Gallino, Francesco Galluzzo, Anna Ghigo, Monica Gillio, Daniela Gioda, Michela Goria, Emanuele Mannisi, Marisa, Massocco, Gina Mingolia, Diego Palazzolo, Emina – Giulia Perin, Guido Persico, Raffaella Rochira, Maurizio Sicchiero, Salvatore Simone, Cristina Stoppa, Eraldo Taliano, Vittorio Varrè, Silvio Vigliaturo, Claudio Zucca.

CHIERI. MOSTRA DI GIULIA PERIN AL MUSEO DEL TESSILE

 

Mercoledì 13 dicembre, presso il Museo del Tessile di Chieri, alla presenza dell’Assessore alla Cultura Antonella Giordano e della Presidente della Fondazione del Tessile e per il Museo del Tessile Melanie Zefferino, si è tenuto l’incontro con Giulia Perin, giovane artista in residenza stabile specialista di tintura naturale e Batik, che ha presentato la sua installazione artistica Continuum, dove il passaggio delle stagioni si traduce in trasparenze di luce e colori sul tessuto. «L’opera – rileva l’autrice – è un inno alla costante metamorfosi della Natura attraverso le stagioni’ rappresentate astrattamente in una sequenza di teli tinti con coloranti naturali e cera, che l’osservatore potrà esplorare in un’esperienza immersiva, toccando e guardando i veli in controluce».

L’evento, pensato in occasione della festa di Santa Lucia, fa da contrappunto alla mostra «KATAZOME. Arte tessile giapponese da Washington a Chieri», visitabile fino al 23 dicembre 2023 su prenotazione con ingresso alla biglietteria del museo (www.fmtessilchieri.org/contatti). (L.BERR.)

CHIERI. MOSTRA DELLE INCISIONI DI GIORGIO PARENA 

Giorgio Parena intrattiene alcuni visitatori

Sabato 16 dicembre, Giorgio Parena ha inaugurato la mostra “INCIDERE IL ROMANICO”: 39 acqueforti che riproducono altrettante architetture e sculture romaniche, esposte nella galleria  SPAZIO UCHI recentemente aperta  a Chieri in via San Giorgio n. 11.

I soggetti  delle incisioni vanno dalla cattedrale di Modena, all’abbazia di Vezzolano e ad altre chiese e cappelle romaniche del Chierese e non solo,  viste nella loro interezza ro o in particolari architettonici e scultorei  di particolare interesse.

Parena si  dimostra affascinato dal contrasto tra le linee architettoniche solide, rigorose, essenziali dell’architettura romanica e l’ espressionismo figurativo, fantasioso, simbolico delle sculture che vi sono custodite.

FABIO MAURI IN MOSTRA AL CASTELLO DI RIVOLI

 

Dal 16 dicembre fino al 24 marzo 2024 il Castello di Rivoli (Piazzale Mafalda di Savoia, 2) presenta la mostra Fabio Mauri. Esperimenti nella verifica del Male.

Fabio Mauri (1926-2009), drammaturgo ed editore, fu uno dei protagonisti della scena culturale del secondo dopoguerra. Inserito fin da bambino in ambienti intellettuali, dedicò la sua vita alla sperimentazione artistica attraverso l’arte, la scultura, il cinema e la scrittura.

Nel 1942 fondò con l’amico d’infanzia Pier Paolo Pasolini la rivista “Il Setaccio” dove, all’età di 16 anni, iniziò a pubblicare i suoi primi disegni e articoli. Fu però con la fine del Seconda guerra mondiale che Mauri, venuto a conoscenza delle atrocità dei conflitti e dello sterminio nei campi di

Fabio Mauri

concentramento, fu soggetto a crisi psichiche che gli causarono traumi prolifici per la sua futura indagine artistica basata sulla relazione tra bellezza, male, ideologia e potere.

Come scrisse nel 2012 l’amico Umberto Eco in un ricordo dell’artista, Mauri fece uso della pratica artistica come sostituto degli elettroshock e “invece di rimuovere il dolore della sua malattia, lo ha rappresentato attraverso la malattia degli altri, e del mondo”.

L’artista romano ottenne riconoscimenti attraverso la partecipazione ad importanti esposizioni quali Documenta e La Biennale di Venezia dove nel 1993 presentò la sua nota opera Muro Occidentale o del Pianto. Si tratta di una parete simbolo della divisione del mondo, dell’esilio, della fuga e dell’esodo forzato in cui le valigie ordinatamente accatastate alludono alle speranze e illusioni dei migranti.

L’esposizione, curata da Carolyn Christov-Bakargiev, Sara Codutti e Marianna Vecellio, è stata organizzata in occasione della donazione al Castello della grande installazione realizzata nel 1978 dal titolo I numeri malefici.

Questa mostra, principalmente di opere su carta, permette di approfondire le origini della sua opera che si manifesta come incredulità di fronte al perseverare del male nel mondo nonostante l’apparente progresso della modernità” – afferma Carolyn Christov-Bakargiev, direttrice del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea dal 2009.

Solo attraverso la visita della mostra, si potrà dunque comprendere in modo chiaro la sua ricerca artistica incentrata sull’esplorazione della storia intesa come analisi delle memorie ed esperienze umane.

Luigi Marsero

 

 

A MONASTERO BORMIDA LA MOSTRA FOTOGRAFICA “RUBINO (1871-1954)”

La fotografa Cantarella rivela la dimensione intima delle sculture torinesi di Edoardo Rubino

Si è svolta venerdì 15 dicembre l’inaugurazione della mostra “RUBINO (1871-1954)” nel Castello di Monastero Bormida.

Le fotografie di Laura Cantarella hanno affascinato e offerto l’occasione di scoprire in anteprima la levatura artistica dello scultore Edoardo Rubino, che a Torino, potremmo dire, ha “un museo a cielo aperto” dato il gran numero di opere collocate in città.

Eppure, sorprendentemente, i monumenti di Rubino sono sovente ignorati o percepiti come parte del paesaggio, dell’urbanistica della città, dei parchi, delle piazze, dei portici, degli edifici. Qualche esempio? La decorazione esterna e interna delle Poste centrali di Via Alfieri, il monumento a Edmondo De Amicis in piazza Carlo Felice, la scultura della Dora nel gruppo della Fontana dei Mesi al Parco del Valentino, il Faro della Vittoria al Colle della Maddalena, il Monumento al Carabiniere ai Giardini Reali, Madre che allatta nel giardino di Palazzo Cisterna in via Carlo Alberto, Federico Sclopis al Giardino della Cittadella, i tanti monumenti funerari al Cimitero Monumentale.

La capacità di Laura Cantarella è stata proprio saper catturare il lato ‘anti monumentale’ delle sculture di Edoardo Rubino, svelando un lato più intimo e restituendo un’espressività domestica. Il dispositivo messo in atto dalla fotografa è consistito nella sostituzione del basamento (ciò che trasforma l’opera scultorea in monumento) con una cornice astratta, accogliendo le opere di Rubino in un formato assimilabile al ritratto, individuale e di famiglia. Le fotografie creano così un’inaspettata narrazione delle opere. “L’ala del Monumento del Faro della Vittoria, per esempio, risulta pop, un disegno manga da animazione giapponese, un oggetto pacifico e gioioso in una scultura che non lo è affatto” afferma la fotografa Laura Cantarella “La tomba Debernardi invece accoglie paradossalmente moltissima vita: i personaggi trasfigurati dagli agenti atmosferici o l’inconsapevole lucertola, che ‘posa’ e ci ricorda che veniva scolpita su monumenti funerari dell’età classica a simboleggiare l’eternità della luce”.

RUBINO (1871-1954) non è solo un omaggio allo scultore torinese, ma anche un’anteprima della Gipsoteca “Edoardo Rubino” di cui si prevede l’apertura nella prossima primavera nel Castello di Monastero Bormida dove sarà esposta la collezione di 35 gessi ricevuta in comodato dalla Regione Piemonte.

 

ALMESE. MOSTRA “L’OLIO DI FRANCO” DI GIANFRANCO ZANON

Dopo il grande successo di critica e di pubblico della 3 ° edizione di “Morpho, farfalla rossa” l’Associazione Culturale Cumalè, con il patrocinio del Comune di Almese, è aperta da sabato 16 dicembre nel foier del  Cinema Teatro Magnetto la mostra di pittura “L’OLIO di Franco” di Gianfranco Zanon.

Nel foier del Magnetto dal 16 dicembre al 6 gennaio sono esposte oltre 50 opere dell’artista,  accompagneranno il pubblico, nel suo viaggio onirico attraverso il colore impresso sulle tele.

BARDONECCHIA: MOSTRA DI FRANCESCO PAULA PALUMBO

BARD. PERCORSI. FOTOGRAFIE DI SILVANO RUFFINI

Dal 16 dicembre alle Scuderie del Forte di Bard

Percorsi. Fotografie di Silvano Ruffini è il titolo della mostra allestita nelle Scuderie del Forte di Bard dal 16 dicembre 2023 al 21 gennaio 2024. L’esposizione riunisce per la prima volta nello stesso luogo, diverse serie fotografiche realizzate da Silvano Ruffini, fotografo valdostano d’adozione, nato a Castelnovo ne’ Monti in provincia di Reggio Emilia.  Cinque le serie esposte con l’obiettivo di far scoprire al pubblico le diverse tappe del viaggio fotografico dell’artista. È una sorta di mini-retrospettiva. L’autore rivela un talento multiforme, caratteristica che lo annovera fra i veri fotografi creativi. Questa mostra offre alcuni tocchi della vasta tavolozza di Silvano Ruffini, tra colore e bianco e nero, campagna e città, immobilità e azione.

L’ingresso è incluso nel biglietto di entrata al Forte di Bard.

PINEROLO. STOISA IN MOSTRA