CURIOSITA’ NOVARESI 63. ARIOTTA, L’ULTIMA BATTAGLIA DEL MEDIOEVO

Nella notte tra il 5 e il 6 giugno 1513 nei pressi di Novara, nell’area tra l’attuale strada per Trecate e quella per Pernate (nella foto), fu combattuta la cosiddetta battaglia dell’Ariotta, dal nome della cascina a quei tempi esistente appunto in quell’area e ancora oggi ricordata in una via storica del borgo di Sant’Agabio, appunto via della Riotta o dell’Ariotta, il cui toponimo si riferisce presumibilmente proprio alla battaglia dell’Ariotta del 1513 che vide la sconfitta dei Francesi.

Siamo nel periodo delle cosiddette “guerre d’Italia”, iniziato con l’invasione francese del 1494 e concluso nel 1525 con la battaglia di Pavia e nel 1530 quando Firenze si arrende alle truppe dell’imperatore Carlo V.

I Francesi nel 1500 avevano conquistato il Ducato di Milano e cercato di impadronirsi del Regno di Napoli, ma nel 1503 sono vinti dagli Spagnoli, che resteranno per secoli padroni dell’Italia del Sud. La Francia e la Spagna continuano a combattersi per avere il dominio totale sull’Italia. Nel 1512 i Francesi a Ravenna battono gli Spagnoli, ma nonostante la vittoria devono successivamente abbandonare l’Italia e il Ducato di Milano, dove tornano gli Sforza, solo apparentemente indipendenti, perché in realtà sono sotto la protezione delle truppe svizzere. I Francesi però non desistono e vogliono riconquistare Milano e così nel 1513 tornano con nuove forze e attaccano gli Svizzeri isolati a Novara, ma alla notizia dell’imminente arrivo di rinforzi di 8.000 Svizzeri, per non essere presi tra due fuochi, sono costretti ad abbandonare l’assedio. Ritirandosi verso Milano si accampano a pochi chilometri ad est di Novara, nell’area dove si trovava appunto la cascina Ariotta, sulla strada per Trecate, tra il borgo di Pernate a Nord e la cascina Mirabella a Sud. Qui vengono sorpresi, in piena campagna, dalle truppe del duca Massimiliano Sforza (nella foto), dando origine a quella che diventò famosa come la battaglia

Duca Massimiliano Sforza

dell’Ariotta del 6 giugno 1513.

Re Luigi XII di Francia

La battaglia fu combattuta tra l’esercito del re di Francia Luigi XII (nella foto), sostenuto da Gian Giacomo Trivulzio e l’esercito milanese dello Sforza, in cui militavano un alto numero di Svizzeri dei tre cantoni forestali della Confederazione svizzera primitiva (cioè i cantoni Uri, Svitto e Unterwalden, alleatisi dalla fine del XIII secolo), in tutto più di 4.000 persone. Le truppe svizzere, parte della Lega Santa, sconfissero i Francesi guidati da Louis de la Trémoille, costringendoli ad abbandonare il Ducato di Milano, dove tornò Massimiliano Sforza (tra l’altro presente alla battaglia), sebbene sotto la tutela della Confederazione svizzera. Solo due anni dopo però i Francesi avrebbero riconquistato Novara. Nel 1521 poi l’imperatore Carlo V innalzò al trono del Ducato il giovane fratello di Massimiliano Sforza, Francesco II Sforza. Seguirono anni di lotta e battaglie tra Francesi e Spagnoli con esiti alterni finché nel 1529 l’armata francese fu sbaragliata a Landriano dagli Spagnoli. Nel 1535 poi, alla morte del duca di Milano Francesco II Sforza, il figlio di Carlo V, Filippo II di Spagna ereditò il ducato di Milano. Come conseguenza di questi avvenimenti Novara passò definitivamente e direttamente sotto il controllo spagnolo.

Sulla battaglia del 1513 è stato pubblicato nel 2002 un fondamentale e dettagliato studio dello storico novarese Mario Troso (Edizioni della Laguna), dal titolo “L’ultima battaglia del Medioevo, la battaglia dell’Ariotta, Novara 6 giugno 1513”, utilissimo anche per una brevissima sintesi dello scontro.

Nella battaglia il comando francese subì l’iniziativa dello Sforza e degli Svizzeri, non riuscendo a combinare l’utilizzo delle varie armi di cui disponeva, facendo così che la battaglia si risolvesse in uno scontro tra fanterie (nella foto armi in asta ad uso della fanteria). Errori dei Francesi furono togliere l’assedio alla città in un’ora tarda del 5 giugno, accampandosi per la notte in una posizione precaria, con condizioni del terreno inadatte per i movimenti della cavalleria pesante e infine senza utilizzare, tra l’altro, le opere di difesa che pure erano a loro disposizione (pare che la fortificazione mobile dei Francesi, catturata dopo la vittoria, sia poi stata esposta come trofeo a Novara, per disposizione dello Sforza).

La battaglia, in cui 10.000 fanti svizzeri si scontrarono con 12.000 fanti francesi, sostenuti dalla cavalleria (3.500 cavalli pesanti e 500 cavalli leggeri) e un parco di 25 cannoni, durò cinque ore e vide la morte di circa 7.000 francesi e 1.500 svizzeri.

Armi in asta

Scrive Troso: “La battaglia dell’Ariotta venne definita l’ultima del Medio Evo perché per l’ultima volta vide ancora il prevalere assoluto dell’arma bianca, con un esercito composto esclusivamente di fanteria che riesce a sorprendere e a batterne un altro composto da fanteria, artiglieria, cavalleria pesante e leggera. Qualche anno dopo, nel 1515 a Marignano e alla Bicocca nel 1522, la fanteria svizzera, nonostante coraggiosi assalti, dovette soccombere alla potenza delle armi da fuoco, combinate in maniera moderna con le altre armi”.

E’ il caso di ricordare che lo scorso 3 febbraio 2024, presso il Castello di Novara, è stato presentato un importante lavoro che riguarda proprio la Novara del 1513. Il lavoro, voluto e donato alla Città dal già citato storico Ing. Mario Troso, è la “Pianta in alzato della città di Novara al 1513” ed è collocato in una sala dello stesso Castello.

Enzo De Paoli