Chieri. Dossi, stop e controlli di velocità: i ‘cittadini dei diritti’ contestano scrivendo a sindaci e assessori…

Lettera aperta a:

 Sindaco del Comune di Chieri.

 Assessore alla viabilità del Comune di Chieri.

 Sindaco del Comune di Riva presso Chieri

 Assessore alla viabilità del Comune di Riva presso Chieri

 Direttore del “Corriere di Chieri”.

 Direttore del periodico “Cento Torri”.

PREMESSA

Alcuni cittadini di Chieri e dei Comuni dell’area circostante, così come già lamentato in articoli stampa, hanno sentito il dovere di scrivere questa lettera a più soggetti pubblici, per denunciare comportamenti e situazioni che sembrano inadeguate in termini di spese del denaro pubblico utilizzato per realizzare opere infrastrutturali inidonee, che si rilevano sovrabbondanti. Lettera che si rivolge a politici a tecnici e ai relativi consulenti delle istituzioni amministrative pubbliche, le quali parrebbero non sempre gestite con le necessarie competenze, mentre dovrebbero semplicemente attenersi alle Leggi, e soprattutto fare scelte consapevoli invece di realizzare opere infrastrutturali inutili o superflue. In particolare:

DOSSI (E INFRASTRUTTURE EQUIPARABILI)

Si tratta di opere in buona misura pericolose ed eseguite in maniera “illegale”, per le quali in particolare la città di Chieri, essendone strapiena, ormai da tempo viene chiamata ironicamente la “città dei dossi”, quando in un tempo, culturalmente migliore e più informato, veniva definita “la città delle chiese e dei telai”…I dossi, o le infrastrutture stradali assimilabili, sono nella maggior parte fuori legge perché non rispettano le norme del Codice della Strada, sono pericolosi per l’incolumità di chi li percorre, rischiosi per i mezzi di soccorso e per i mezzi pubblici, ecc.; inoltre, in più casi non sono ben segnalati, e a volte non espongono chiare indicazioni di velocità da adottare. Sono illegali soprattutto perché superano ampiamente la quota di altezza massima consentita dalle norme: 7 cm, limite definito insuperabile. Sono stati installati non solo nelle aree residenziali, nelle aree circostanti parchi pubblici o privati, ma anche sulle strade ad alto scorrimento, queste ultime classificate dagli strumenti urbanistici e dalla matrice origine/destinazione dei flussi di traffico. Citando testualmente la Legge: “I dossi artificiali possono essere posti in opera solo su strade residenziali, nei parchi pubblici e privati, nei residence (…). Ne è vietato l’impiego sulle strade che costituiscono itinerari preferenziali dei veicoli normalmente impiegati per servizi di soccorso o di pronto intervento”. Solo per citare il dato più rilevante della geometria di esecuzione, le altezze dal piano stradale dei dossi artificiali o manufatti assimilabili sono così enunciate dal Codice della Strada, art. 179 del Regolamento di attuazione, così come sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: “per limiti di velocità 50 Km/h non deve essere superiore i 3 cm; per limiti di velocità 40 Km/h, non deve superare i 5 cm; per limiti di velocità 30 Km/h, l’altezza dal manto stradale non deve essere superiore a 7 cm.”; 07 cm è stata dunque dai costruttori largamente superata! Anche l’eventuale realizzazione dei cosiddetti “cuscini olandesi” non permettono altezza superiori ai 07/08 cm…

SEGNALETICA DI STOP

Vale la pena sottolineare anche quanto riguarda alcuni segnali di STOP, che paiono anomali, fuori dalla logica e dal razionale controllo e regolazione del traffico veicolare: segnaletica posizionata in modo curioso, si suppone senza aver considerato la gerarchizzazione delle strade, delle confluenze viarie, della loro importanza, dei concreti e reali conflitti tra flussi di circolazione, (per esempio: instrada Roaschia a Chieri, oppure in via Einaudi a Riva presso Chieri). In effetti, la segnaletica di STOP, orizzontale e verticale, inserita a favore di strade secondarie rispetto quelle gerarchicamente di maggiore importanza, a volte senza vero e proprio incrocio viario (cioè strade che si intersecano a T), arresta i flussi di quelle arterie stradali di gerarchia superiore ad alto scorrimento. Una trovata non solo pericolosa, ma irrispettosa dei dettati sia del Codice della Strada, sia del Piano di Sicurezza Urbano del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

CONTROLLI DELLA VELOCITÀ

Si può auspicare, infine, che i controlli della velocità si debbano effettuare sulla strada, con gli agenti o con il controllo automatizzato, solo laddove possibile installare tali tecnologie, come prevede il Codice della Strada, al fine di sanzionare i trasgressori. Ma non devono avere come obiettivo primario il rimpinguamento delle casse comunali! Viceversa prevenire le trasgressioni. È vero che la “Guida per la redazione del Piano di Sicurezza Urbana” del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti cita testualmente: “Una sensibile riduzione delle velocità è possibile solo se s’intensificano notevolmente i controlli dell’eccesso di velocità, che allo stato attuale sono quasi inesistenti. La strategia più efficace per il controllo delle velocità è il controllo automatizzato intensivo (radar, videocamere, ecc.)”. Ma la loro disposizione sul territorio deve essere programmata scegliendo luoghi dove veramente l’eccesso di velocità è causa di eventi pericolosi. Equando si parla di riduzione di velocità, si deve infine anche tener conto del luogo cui indirizzare l’obbligo dei 30Km orari, che è giusto sia messo in zone centrali, ma non a casaccio, anche fuori delle periferie.

“Cittadini dei diritti”

 

**Rappresentano gruppi di cittadini del territorio chierese, che offrono un contributo fornendo opinioni sulle scelte delle Amministrazioni Comunali.