Chieri. MUSICA MANENS: UN SUCCESSO

Venerdì scorso, presso la chiesa di San Filippo Neri,  ha preso il via la rassegna classica “La musica viaggia un anno”, una serie di sedici concerti che si prolungheranno fino al 25 ottobre.

La prima serata è iniziata con la suite “Aus Holberg Zeit” (“Dai tempi di Holberg”) del norvegese Edward Grieg. Scritta nel 1884 si  articola in cinque movimenti e vuole essere un omaggio allo scrittore Ludwig Holberg, figura centrale della letteratura danese tra la fine del ‘700 e la prima metà dell’800 tanto da venire definito “il Molière del Nord”. La suite esprime i sentimenti più crepuscolari con freschezza di immagini e di linguaggio armonico legati alla miniatura nordica. A seguire il Vale triste op. 44, celebre pagina del finlandese Jan Sibelius. Datata 1904 è il primo brano della musica di scena per il dramma “Kuolema” (“La morte”) scritto da Arvid Jarnefelt, cognato del compositore, . In esso si narra del delirio di una madre morente accudita dal figlio che, a un certo momento, si assopisce. La donna immagina  di partecipare a un ballo dove riceve la visita da uno sconosciuto che non è altro che la morte personificata. Il dramma ebbe beve vita per il suo contenuto esile e retorico. Nonostante, la danza, separata dal testo teatrale, non perde la sua efficacia, diventando così espressione di quella affinità con il simbolismo che accompagnò Sibelius in gran parte della sua attività.

Il tedesco Max Bruch, scomparso nel 1920, si dedicò con scarsa fortuna al teatro, mentre ottenne successo nella produzione strumentale.. Esponente del romanticismo musicale al cui interno espresse la tendenza conservatrice soprattutto nel richiamo a Mendelssohn. E’ stato portato all’attenzione l’ Adagio da una melodia celtica op. 56 per violoncello e archi che ha trovato in Francesca Villiot una solista di buon livello, ma condizionata da uno strumento di fattura discutibile.

Sconosciuta al pubblico italiano la norvegese Agathe Ursula Becker Grondhal (1847-1907) presente nel programma con un delizioso e croccante “Scherzo”. Studiò a Berlino, allieva di Liszt a Weimar, sviluppò una importante carriera internazionale come pianista. In chiusura il pubblico è stato gratificato dalla prima esecuzione assoluta della trascrizione per archi della Partita op. 54 per pianoforte (1958) del finlandese Ejnojuhami Ratawaara, deceduto nel 2016, autore prolifico in molteplici forme e syili. Trascrizione firmata da Andrea D. Cotti,  Gregorio De Maria ed Ernesto Genio.

Musica Manens è una realtà del territorio chierese che merita attenzione non solo da parte dell’amministrazione comunale, ma, soprattutto del pubblico che è il primo e vero motore di ogni iniziativa culturale. La Manens è all’inizio del suo percorso e quindi impegnata nella ricerca di una identità sonora nel colore e nel fraseggio: traguardo che raggiungerà con un duro lavoro se non quotidiano, almeno regolare. La partenza è avvenuta col piede giusto sotto la generosa direzione di Andrea Damiano Cotti per nulla intimorito al di là di quanto suggeriscono le note. Auguriamo ogni bene alla Manens che crescerà con l’esperienza. . La serata si è chiusa con  un palese successo grazie alla presenza folta di pubblico che ha applaudito con convinzione e premiato dalla replica del Valse triste.

Edoardo Ferrati