CHIERI. SORPRESE  DI ARTE E DI STORIA. La vendetta di quattro affreschi del Seicento

Verso la metà del Seicento, nella Collegiata di Santa Maria della Scala (Duomo), la Compagnia del Santissimo Sacramento ottenne dal Capitolo dei Canonici la facoltà di trasformare in un’unica, grande cappella, dedicata al Corpus Domini, tutta l’area compresa fra l’altar maggiore e il campanile.

Al capomastro Francesco Garove affidò le opere murarie. Ad una equipe di artigiani e artisti luganesi, fra i quali Tommaso Carlone, Luca Corbellino e Giovanni Marocco, la decorazione delle volte. Sulle pareti laterali collocarono quattro teleri, due (Il re David che danza davanti all’arca dell’Alleanza e Abramo e i tre Angeli) di Giovanni Antonio Mari e due (La moltiplicazione dei pani e dei pesci e Gesù con i discepoli di Emmaus) di Sebastiano Taricco, cioè di due autori cronologicamente di qualche anno più tardi. Così, almeno, sembrava che fossero andate le cose.

Ma è accaduto che quando, nel 1937, dalla parete sinistra della cappella furono staccati i quadri del Mari per esporli in una mostra di Torino, comparvero, nascosti sotto di essi, degli affreschi,  stilisticamente simili a quelli delle volte,  raffiguranti la Moltiplicazione dei pani e dei pesci (1) e le Nozze di Cana (2).

E quando, nel 1996,  furono rimossi dalla parete destra anche i due quadri di Sebastiano Taricco per sottoporli a restauro, anche sotto di essi comparvero affreschi dell’Ultima Cena (3)  e del Convito di Assuero (4). Si capì, perciò, che anche le pareti laterali erano state dipinte dalle stesse maestranze, ma che solo due o tre decenni dopo i loro affreschi, senza per fortuna venir cancellati, erano stati ricoperti con tele. Come mai? Cosa era accaduto? Si è detto che gli affreschi potrebbero essere stati sostituiti perché deteriorati. In realtà essi sono in discreto stato di conservazione.

La verità potrebbe essere che siano stati sostituiti per questioni di prestigio. Nella parte opposta della chiesa, infatti, anche i Bertone avevano iniziato a costruire la loro cappella dedicata al Crocifisso, delle stesse dimensioni di quella del SS. mo Sacramento. Ma scegliendo pittori come Giovan Francesco Sacchetti e Bartolomeo Caravoglia essi si stavano dimostrando  artisticamente molto più aggiornati. Probabilmente fu per non sfigurare nei loro confronti i Confratelli del Corpus Domini sostituirono gli affreschi con le tele. Gli affreschi, comunque, sono tuttora nascosti sotto i quadri, in attesa che qualche evento particolare li renda ancora almeno momentaneamente visibili.

Antonio Mignozzetti