PIEMONTE ARTE: FREISA E TESSILE, DE-COLL’ A MATERA, SICCHIERO, PIOVANO, CALZOLARI A CAMBIANO, SACCOMANDI, AOSTA E POMPEI…

Coordinamento redazionale di Angelo Mistrangelo

DI FREISA IN FREISA. SABATO 10 MAGGIO 2025:  OPEN ATELIERS AL MUSEO DEL TESSILE DI CHIERI

Orsola Benente

In occasione della XV edizione della manifestazione “Di Freisa in Freisa”, in programma sabato 10 maggio a Chieri, il Museo del Tessile di Chieri prorogherà l’orario di apertura, 14 alle 19 e, in contemporanea, sarà possibile visitare i laboratori artistici nel complesso di Santa Chiara, lungo il portico che conduce all’Orto del Tessile, anch’esso aperto al pubblico.

In particolare, sarà possibile accedere all’atelier di ricamo Bandera diretto da Orsola Benente, alla sartoria che attualmente accoglie l’artista e designer Lev Nikitin, e al laboratorio di tintura naturale e tecniche orientali di stampa su tessuto tenuto da Emina – Giulia Perin. In questo modo sarà possibile vedere alcune delle creazioni che realizzano operando stabilmente al Museo del Tessile dove, ciascuno a proprio modo, coniugano tradizione e innovazione, identità e apertura verso altre culture.

Dichiara Melanie Zefferino, Presidente della Fondazione chierese per il Tessile e Museo del Tessile: «Anche quest’anno si rinnova la collaborazione tra il Museo del Tessile e la tradizionale rassegna dedicata al Freisa, poiché i valori di creatività e sostenibilità uniscono accomunano impresa e musei, così come la filiera del cibo e quella del tessile».

 

 Ingresso da Via Santa Clara 6, Museo del Tessile, Biglietto unico ridotto € 3

Gradita la prenotazione scrivendo a: prenotazioni@fmtessilchieri.org

www.fmtessilchieri.org

 

DE-COLL, A MATERA LE SUE OPERE RECENTI

Con una nutrita e qualificata presenza di appassionati e critici e con un servizio del TG Basilicata, l’artista chierese Pier Tancredi De-Coll’ ha inaugurato a Matera, allo Spazio dell’Angelo in pieno centro storico, la sua personale dove hanno trovato collocazione le opere più recenti, dal 2022 ad oggi. Nelle immagini, tratte dal servizio del TG3 Basilicata, momenti dell’inaugurazione. La mostra sarà aperta fino al 3 giugno.

CHIERI. CORSO UNITRE DI DISEGNO E PITTURA. MOSTRA DEGLI ALLIEVI DI MAURIZIO SICCHIERO

Anche quest’anno (ormai è tradizione) si organizza la mostra degli allievi e/o partecipanti al corso di disegno e pittura dell’UNI3 tenuto dall’artista chierese Maurizio Sicchiero nel suo laboratorio di via Tana 13.

Dice l’artista: “Di anno in anno l’interesse per questo laboratorio aumenta sempre più, quest’anno abbiamo raggiunto più di trenta iscritti! Il metodo ormai consolidato prevede l’insegnamento delle principali regole del disegno per chi inizia per la prima volta l’anno accademico, mentre si passa ad approfondire l’argomento sperimentando nuove tecniche per chi ha già frequentato da più tempo il laboratorio, ad esempio, quest’anno alcune persone hanno sperimentato la scultura con creta creando interessanti bassorilievi e scultura a tutto tondo.”

La mostra verrà inaugurata giovedì 8 maggio alle ore 18 nel laboratorio/esposizione di Via Tana 13.

CHIERI. ARTE IN FREISA/ArCHIERI. GIANCARLO VOLPI/GIANFRANCO VERRUA

CHIERI. MOSTRA PERSONALE DI BEPPE PIOVANO “LA TERRA DEL SUD E’ ARTE”

Ho interesse per l’arte, in particolare l’arte contemporanea e concettuale e mi appassiona realizzare opere con diversi tipi di materiali. Sono socio del Gruppo pittori dell’Unione Artisti del Chierese e faccio parte dell’associazione Artisti in camino di Lauria (Potenza) dove trascorro parte dell’anno e svolgo attività di volontariato artistico.In questa mostra espongo quadri che ho realizzato utilizzando quasi esclusivamente l’elemento terra; è molto interessante ricercare e osservare la materia terra nei suoi vari colori e sfumature: terra rossa presa nei campi del Gargano, terra scura sui monti lucani, terra nera della lava dell’Etna e tante altre con sfumature chiare o tendenti al grigio. La natura ha tutti gli elementi per realizzare opere d’arte ed il sud offre moltissimi spunti. Nei quadri che espongo è importante il risultato, l’estetica dell’opera, ma a volte è la parte concettuale che guida il lavoro; cerco di stimolare e coinvolgere l’osservatore su contenuti importanti. La mia vita in Basilicata non è quella del turista; sono felicemente integrato nella realtà sociale del territorio. In un quadro parlo dei vecchi (termine importante) come riferimento prezioso per la vita e la storia del borgo. Il quadro “restanza” affronta il tema dello spaesamento; tra restare e partire. E’ di tutta evidenza, a volte, la posizione coraggiosa di chi è restante. La “restanza” non è solo riferita al borgo ma pensiamo anche ai ragazzi che cercano all’estero quello che qui stenta ad aprirsi.Un altro quadro esposto pone l’accento sulla situazione attuale di conflitto nel mondo. Dante ha scritto che la terra è un’aiuola, qualcosa di bello; dice anche che la terra è un’aiuola che rende feroci. La guerra, tutto questo ne valeva la pena!Questa breve presentazione vuole essere un invito a far visita alla mostra, a vedere i quadri.

Ho preparato ampolle di vetro contenente terra lucana, la materia dei quadri; sono in quantità limitata e numerata e saranno offerte ai visitatori il giorno dell’inaugurazione. La mostra sarà allestita in modo non convenzionale, spero interessante.

Beppe Piovano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CAMBIANO. LA LUNGA STAIONE DELL’ARTE. MOSTRA DI FRANCESCA CALZOLARI

La stagione 2025 della rassegna “La lunga stagione dell’Arte cambianese” prosegue con la mostra della giovane artista Francesca Calzolari.La mostra si inaugurera’ il giorno 10 maggio alle ore 16,00 presso la Sala Conferenze della Biblioteca Civica cambianese in via L. Lagrange num. 1La mostra sara’ visitabile in orari di apertura della Biblioteca fino al giorno 30 maggio 2025.

Aosta e Pompei. Riflessi della Concordia augustea alle origini dell’Impero

MegaMuseo, Corso Saint-Martin-de Corléans 258, Aosta

 

L’Assessorato per i Beni e le Attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali della Regione Autonoma Valle d’Aosta informa che giovedì 8 maggio 2025, alle ore 18, sarà inaugurata la mostra Aosta e Pompei. Riflessi della Concordia augustea alle origini dell’Impero presso il MegaMuseo di Aosta.

L’evento si inserisce in un contesto straordinario: nel 2025 cade il 2050° anniversario della fondazione di Augusta Praetoria Salassorum, ovvero Aosta, avvenuta nel 25 a.C. sotto l’imperatore Augusto. Questo importante traguardo offre l’occasione ideale per approfondire la conoscenza della città come esempio emblematico della capacità romana di adattare modelli culturali, sociali e urbanistici a contesti geografici specifici.

Questa esposizione inedita di ampio respiro, – afferma l’Assessore Jean Pierre Guichardaz – resa possibile grazie ai prestiti concessi da importanti istituzioni italiane, viene presentata in un sito museale unico in Europa per interesse ed estensione, ricco di storia e di testimonianze del passato. Il MegaMuseo di Aosta rappresenta una realtà culturale in espansione e di grande importanza per la nostra Regione, che intendiamo promuovere e valorizzare. Ci auguriamo che la cultura diventi sempre più il motore della nostra crescita e che le celebrazioni per i 2050 anni della città romana, che vedono un lavoro sinergico tra il nostro Assessorato regionale e il Comune di Aosta, possano essere apprezzate dai Valdostani ma anche dai turisti e da un pubblico numeroso e internazionale”.

La mostra, a cura di Patrizia Fortini e Cristiano Benedetto De Vita, mette a confronto due città diverse ma unite dal progetto politico di Augusto di trasformare la varietà dell’Impero in una civiltà condivisa. Aosta, fondata in posizione strategica, rappresenta un modello urbano e uno strumento di controllo del territorio, esempio di integrazione politica e amministrativa. Pompei, con la ricchezza del suo patrimonio materiale e simbolico, testimonia l’adesione culturale all’ideale augusteo, ben rappresentato dalla statua della dea Concordia Augusta, simbolo di armonia sociale e coesione tra popoli. Reperti, opere d’arte e oggetti della vita quotidiana provenienti da entrambe le città offrono un affresco coinvolgente delle origini dell’Impero e raccontano come il progetto di unificazione augustea abbia saputo intrecciare politica, cultura e spiritualità in una narrazione collettiva capace di attraversare i secoli.

Un aspetto centrale della mostra è l’arricchimento della comprensione del ruolo di Aosta all’interno dell’Impero Romano. Situata lungo un fondamentale asse di comunicazione tra l’Italia e l’Europa settentrionale, la città rappresenta uno straordinario esempio di pianificazione urbanistica e organizzazione territoriale in un’area d’importanza strategica.

Il raffronto con la seconda protagonista di questo racconto, Pompeii, mostra come la visione politica e culturale di Augusto sia stata il tessuto connettivo dell’Impero: armonizzando le diverse identità locali è stata in grado di dare corpo ad un’unica grande realtà, quella romana. L’impero tutto è Roma e tutti i cittadini possono ritenersi “Romani”, anche se a vari livelli rispetto ai diritti politici e civili.

Gli abitanti di Augusta Praetoria e quelli di Pompei, anche se distanti geograficamente, hanno uno stile di vita e attitudini culturali che ritroviamo in età Augustea in tutto l’Impero Romano. Entrambi i centri sono soggetti a consistenti trasformazioni durante il primo impero, sia a livello urbanistico, sia a livello sociale. Il percorso espositivo intende, dunque, dare conto del rapporto esistente tra due realtà coeve intimamente legate alla figura e all’operato dell’imperatore Augusto.

L’esposizione include una selezione di reperti iconici provenienti dai siti di Pompei e di Aosta; tra questi, statue, affreschi, epigrafi, strumenti di uso quotidiano e oggetti rituali. A questa già ricca documentazione si affiancherà una serie di contributi proveniente dal territorio circostante quello Aostano e dal resto dell’Italia, utili a dare un quadro ancora più articolato e variegato di tempi, modi e forme caratterizzanti i momenti della nascita di una città. Le istituzioni che hanno offerto il loro contributo attraverso il prestito di opere rappresentano l’eccellenza nel panorama culturale italiano. Tra questi il Parco Archeologico di Pompei, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Parco Archeologico del Colosseo, i Musei Capitolini, il Museo Archeologico Nazionale di Ancona, i Parchi Archeologici di Paestum e Velia, il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia e tanti altri.

Opera simbolo dell’evento è la statua della Concordia Augusta, in prestito dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Proveniente dal portico di Eumachia nei pressi del Foro di Pompei, la statua evidenzia uno degli elementi fondanti alla base della narrazione della mostra, ossia il concetto di Concordia, ai quali fa seguito la Pax Romana, e il definitivo affermarsi di Ottaviano Augusto come garante della pacificazione militare e civica.

Spazio significativo è dato a materiali inediti, frutto di recenti campagne di scavo e studi archeologici effettuati in città e nel territorio Valdostano, che offrono nuovi spunti di riflessione sulla funzione e lo sviluppo della colonia. Tra questi, di notevole rilievo i reperti provenienti dagli accampamenti romani d’altura (come, ad esempio, i siti di Col Fetita e Col Citrin), che riassumono bene le fasi di conquista del territorio da parte dei Romani: proiettili per fromboli, punte di freccia, resti di calzature militari e scudi sottolineano le fasi del conflitto, e al tempo stesso, l’estrema importanza rivestita dalla regione in un momento di cruciale trasformazione del mondo romano e dell’Europa intera.

Alla realizzazione della mostra ha contribuito il Comitato scientifico così composto: Patrizia Fortini, Cristiano Benedetto De Vita, Daria Jorioz, Alessandra Armirotti, Luigi Capogrossi Colognesi, Patrizio Pensabene, Maria Chiara Scappaticcio, Giuseppe Scarpati, Elena Tassi Scandone.

La mostra è accompagnata dal catalogo bilingue italiano-francese, edito da Franco Cosimo Panini Editore, in vendita al prezzo di € 39,00.

 

Il biglietto della mostra, di 7 euro, è incluso nel prezzo per l’ingresso all’Area Megalitica.

Mostra inserita nel circuito Abbonamento Musei.

 Orari di apertura: martedì-domenica, dalle 9 alle 19. Chiuso il lunedì.

La mostra resterà aperta fino al 28 settembre 2025.

 

 

VERCELLI. “NEL TUO NOME”. OPERE DI SERGIO SACCOMANDI

 

ALBA. Fondazione Ferrero. VALERIO BERRUTI More than kids

a cura di Nicolas Ballario e Arturo Galansino

fino al 4 luglio 2025

Appuntamenti in mostra

È visitabile fino al 4 luglio presso la Fondazione Ferrero di Alba la mostra “More than kids” di Valerio Berruti. La personale, a cura di Nicolas Ballario e Arturo Galansino, raccoglie la produzione dell’artista albese tra affreschi, sculture e video-animazioni e anticipa alcuni lavori che saranno presentati a partire dal prossimo luglio nelle prestigiose sale di Palazzo Reale a Milano. Alla poetica dell’infanzia, cara all’artista e declinata attraverso tecniche molto diverse tra loro, si affianca per la prima volta l’attenzione posta al paesaggio delle Langhe ritratte con il tratto distintivo di Berruti che invita lo spettatore a terminare l’opera semplicemente osservandola.

Come di consueto, la personale sarà animata da una serie di incontri aperti al pubblico: arte contemporanea e musica si fonderanno in un unico sound e si rifletterà su quanto il territorio sia ricettivo rispetto ai suoi artisti ‘nativi’.

Si comincia mercoledì 7 maggio alle ore 18 con Paolo Conte, eccezionale cantautore e polistrumentista, tra gli artisti italiani più amati e riconosciuti anche all’estero, in dialogo con Valerio Berruti.

L’incontro sarà l’occasione per raccontare per la prima volta la loro collaborazione nata in occasione della Biennale Arte. Nel 2009, infatti, Berruti fu il più giovane artista invitato al Padiglione Italia della 53° Biennale di Venezia, dove presentò la video animazione “La figlia di Isacco” composta da 600 disegni affrescati e la colonna sonora realizzata da Paolo Conte. L’animazione è riprodotta nella mostra albese all’interno della sala dedicata alla produzione video dell’artista.

Dialogheranno insieme a Berruti e a Conte il curatore e direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi di Firenze Arturo Galansino e Manuela Furnari saggista e docente che si è imposta all’attenzione nazionale con il libro Paolo Conte. Prima la musica, pubblicato per Il Saggiatore, che segna un passaggio fondamentale nell’ambito degli studi di popular music in Italia. Nel 2019 ha inoltre pubblicato per Feltrinelli Quando correva il Novecento. Uno studio su Razmataz con Paolo Conte, saggio che costituisce la seconda parte dell’importante volume in cui sono riunite la prima sceneggiatura originale e il dvd dell’opera interamente disegnata e musicata da Paolo Conte.

Gli appuntamenti successivi saranno:

giovedì 5 giugno dove il curatore e divulgatore Nicolas Ballario insieme a Roberto Pisoni, direttore dei canali d’intrattenimento di Sky, dialogheranno insieme a Valerio Berruti interrogandosi sul tema “Il futuro dell’arte contemporanea nelle Langhe”.

venerdì 4 luglio in occasione del finissage della personale “More than kids”, l’artista Valerio Berruti dialogherà con la cantautrice Malika Ayane. Un’ultima occasione per ammirare i lavori esposti alla Fondazione Ferrero di Alba e per ascoltare alcuni brani appositamente rivisti da una delle voci più eleganti del panorama musicale italiano.

Tutti gli incontri si terranno all’auditorium della Fondazione Ferrero alle ore 18 e saranno prenotabili sul sito www.fondazioneferrero.it fino ad esaurimento posti disponibili.

 

Il progetto espositivo “More than kids”, dopo la personale alla Fondazione Ferrero, proseguirà con lavori inediti nel cortile e al piano nobile di Palazzo Reale a Milano (da luglio a novembre 2025) per poi ritornare ad Alba, da ottobre fino a dicembre, con una grande e nuova installazione all’interno della Chiesa di San Domenico, nel cuore del centro storico cittadino, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Alba proprio nel periodo dell’edizione 2025 della Fiera Internazionale del tartufo bianco d’Alba.

 INFORMAZIONI PRATICHE

Valerio Berruti “More than kids”

A cura di Nicolas Ballario e Arturo Galansino

dal 4 aprile al 4 luglio 2025

Fondazione Ferrero

Strada di mezzo, 44, 12051 Alba (CN)

Ingresso gratuito

Orari: mercoledì, giovedì e venerdì 15 – 19

sabato, domenica e festivi 10 – 19

 

SALUZZO. MOSTRA NAZIONALE DELL’ANTIQUARIATO

dal 17 al 25 maggio 2025 Castiglia, Salita al Castello – Saluzzo

Inaugurazione venerdì 16 maggio ore 18

Curatore: Franco Brancaccio

Mostra Collaterale: LA GIOVINEZZA – La bellezza della gioventù ritratta in grandi opere dei secoli scorsi

Mostra di arte pittorica

Ritorna la proposta della rivisitazione degli spazi esterni del Castello della Castiglia:La pietra, il giardino, la storiaLa Mostra Nazionale Antiquariato di Saluzzo, curata da Franco Brancaccio, dopo alcuni anni di crescendo in termini di proposta e pubblico, torna con uno spazio di grande fascino, la Castiglia, il Castello dei Marchesi di Saluzzo, e si conferma come uno dei luoghi dell’Antiquariato italiano.Per la settima edizione consecutiva, il curatore Franco Brancaccio si propone di raccontare storie di antiquariato e oggetti pregiati e antichi, proseguendo, e anzi rilanciando, la scia del successo che la storica manifestazione saluzzese, anno dopo anno, ha saputo ottenere.Il gusto e la definizione di “bellezza” cambiano negli anni, ma Saluzzo resta una nicchia dove la tradizione ha radici che affondano nel secolo scorso e l’attenzione all’arte antica non è mai venuta meno. Tante le meraviglie che il pubblico potrà ammirare grazie alla selezione di case Antiquarie che ancora una volta scommettono su una manifestazione capace di consolidarsi negli anni come scrigno in grado di unire l’innovazione dell’Antiquariato di oggi alla storia che permea la città.

Da alcuni anni, grazie all’intuizione e alla caparbietà del curatore, è stata proposta una curiosa novità introducendo l’Antiquariato da giardino: uno spazio di grande suggestione nel bellissimo cortile della Castiglia ispirata da Paolo Pejrone, storico del giardino e architetto. Si è così sviluppato un nuovo ambito di interesse che ha offerto uno sguardo anche sulla bellezza dell’esterno, da sempre oggetto di un vero e proprio mondo di arte antica in pietra, marmo, ferro battuto. Anche il 2025 vedrà un ampliamento e una rivisitazione dello spazio esterno.

La Mostra Nazionale dell’Antiquariato si conferma fiore all’occhiello di START / Storia Arte Saluzzo, manifestazione che per un mese racconta la cultura, la storia, la bellezza di Saluzzo. Antiquariato come narrazione del bello senza tempo, del lavoro di gallerie che caparbiamente portano l’arte in tour offrendo al mondo la possibilità di ammirare, acquistare e comprendere il procedere della storia e con esso l’evoluzione dell’arte.Anche il 2025, oltre a ospitare grandi Case d’Arte italiane e internazionali, porterà in Castiglia una Mostra collaterale capace di incuriosire e sorprendere. Tema: la giovinezza. Prendendo spunto da quegli affreschi che impreziosiscono il bellissimo Castello della Manta, ricchi di eroi ed eroine rappresentati alle pareti del Salone che esprimono la passione della società aristocratica del Quattrocento e dalla fontana della giovinezza, la Mostra Nazionale dell’Antiquariato vuole dedicare alcuni spazi della Castiglia di Saluzzo all’arte pittorica che nei secoli ha descritto giovinezza e bellezza.In concomitanza con la 48^ Mostra Nazionale dell’Antiquariato, il Castello della Manta, Bene del FAI Fondo per l’Ambiente Italiano, nel periodo dal 17 al 25 maggio, dedicherà un focus specifico alla Fontana della Giovinezza durante le visite guidate in programma. Inoltre, per tutti i visitatori, sarà attiva una speciale convenzione sul biglietto d’ingresso per chi effettuerà le visite ad entrambe le mostre: per ottenere lo sconto in entrambi i musei sarà sufficiente mostrare il biglietto di ingresso ricevuto alla prima visita.

Maggiori info sul sito di startsaluzzo.it

La Mostra e il suo curatore

È Franco Brancaccio, per il settimo anno consecutivo, il professionista che avrà il compito di dare contenuto a una mostra che punta a confermare e consolidare il prestigio della storia antiquaria saluzzese.La Fondazione Amleto Bertoni è l’ente organizzatore. A fare gli onori di casa, insieme al Comune di Saluzzo, sarà il Presidente Carlo Allemano.Franco Brancaccio, tel. 349 586.8524 – antichitabrancaccio@gmail.com

La storia della Castiglia

Da qualunque punto si arrivi in città, guardando verso la sommità della collina non si può fare a meno di subire il fascino del maestoso antico Castello dei Marchesi, che sovrasta il borgo medievale e si staglia dalla prestigiosa cornice del Monviso. Culmine della città vecchia sin dalla costruzione, la Castiglia rappresenta l’espressione più alta del ruolo di piccola ma insigne capitale, che Saluzzo ebbe a ricoprire per quattro secoli. La costruzione del Castello di Saluzzo, voluta dal marchese Tommaso I, è riconducibile al periodo tra il 1270 e il 1286 sulla base di precedenti fortificazioni. Il nome popolare “Castiglia” deriva probabilmente dal plurale latino “castella” (i castelli) e allude forse al complesso di edifici fortificati, attestato sin dal 1120. La collocazione alla sommità del borgo rispondeva alle esigenze residenziali della famiglia marchionale e garantiva un diretto controllo politico e militare sulla città. Originariamente la Castiglia si presentava come una rocca a pianta quadrangolare, circondata da una cortina di mura con quattro torri cilindriche sporgenti verso l’esterno. Successivi interventi ne mutarono completamente la struttura: il primo fu compiuto dal marchese Ludovico II (1475-1504), che volle trasformare la fortezza in dimora signorile sul modello delle altre corti italiane del Rinascimento in occasione delle proprie nozze con Margherita di Foix (1492). A quest’epoca risale il massiccio torrione circolare, che reca alla sommità tondi decorati, in cui sono ancora visibili lo stemma di Saluzzo e l’effige di un’aquila imperiale. Gli affreschi interni monocromi (grisaille), completamente perduti, sono testimoniati dagli scritti dello storico locale Delfino Muletti (1831). Dal 2006 il complesso è stato oggetto di un lungo e attento restauro, per restituirlo alla fruizione pubblica: i suoi ampi locali ospitano l’archivio storico e spazi museali dedicati alla Civiltà Cavalleresca e alla Memoria Carceraria.

INFO:Sabato e domenica dalle ore 10 alle ore 20

Feriali dalle ore 15 alle ore 20

Biglietti – Giornaliero: 10€, ingresso gratuito: fino a 18 anni compiuti

Ridotto 5€: gruppi di minimo 15 persone con guida (previa prenotazione); over 65; tesserati FAI;possessori della APC GOLD CARD – Associazione Produttori Caravan e Camper

Servizio di navetta gratuito nei giorni feriali e festivi: sabato 17 e 24 maggio / domenica 18 maggio e domenica 25 maggio dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 19 (con giri ogni 30 minuti). Percorso: Piazza Montebello – Piazza Buttini – Piazza Castello.Tutte le informazioni, i dettagli sulle modalità di ingresso e il programma si trovano sul sito http://startsaluzzo.it/ e sui profili social con l’hashtag #Start24 su Facebook e Instagram @StartSaluzzo

BIELLA. AL CHIOSTRO DI SAN SEBASTIANO L’ESPOSIZIONE “BONSAI AL CHIOSTRO”

Sarà possibile visitare la mostra nelle giornate del 17 e 18 maggio

Sabato 17 e domenica 18 maggio, presso il Chiostro di San Sebastiano, sarà possibile visitare l’esposizione denominata “BONSAI AL CHIOSTRO – Esposizione Primaverile Bonsai nel Cuore di Biella” e realizzata dall’associazione “Kuma No En Biella Bonsai Club” con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Biella.L’esposizione verrà articolata lungo i portici e il cortile del Chiostro, dove saranno esposti esemplari di bonsai di alta qualità, curati con maestria dai soci del club. Particolare rilievo sarà dato a tre bonsai “special guest”, piante rare e di pregio portate appositamente a Biella dal prestigioso vivaio Crespi Bonsai di Milano. Durante l’intera durata della mostra i soci dell’associazione accompagneranno i visitatori in percorsi guidati, offrendo spiegazioni, aneddoti e risposte alle curiosità legata all’arte dei bonsai.Sara Gentile, Vicesindaco e Assessore alla Cultura, dichiara: “Siamo felici di sostenere un’iniziativa che unisce natura, arte e cultura in un luogo così simbolico per la nostra città. Sebbene le sale del Museo del Territorio siano attualmente chiuse al pubblico, riteniamo fondamentale valorizzare gli spazi ancora fruibili. Il Chiostro, in particolare, rappresenta una straordinaria risorsa: finché potremo utilizzarlo promuoveremo al suo interno iniziative che lo rendano il più possibile vivo e la mostra in questione rappresenta un esempio concreto di questo impegno. Ritengo inoltre particolarmente suggestivo il dialogo che si creerà tra l’arte orientale del bonsai e l’architettura rinascimentale del Complesso di San Sebastiano, due espressioni di culture lontane nel tempo e nello spazio che qui si incontrano e si valorizzano a vicenda. Ringrazio l’associazione Kuma No En per la collaborazione e per il prezioso lavoro di divulgazione e bellezza che hanno iniziato a portare avanti con passione. Contribuire alla crescita culturale della città significa anche offrire spazi e occasioni affinché esperienze come questa possano fiorire e diventare patrimonio condiviso da tutti.”Il Presidente dell’Associazione Kuma No En, Riccardo Valle, spiega: “Il bonsai, con la sua delicatezza e il suo profondo significato simbolico, ci invita a rallentare, ad affinare lo sguardo, a prenderci cura del tempo e delle cose vive. È una metafora potente del nostro rapporto con l’ambiente, con la memoria, con l’armonia tra uomo e natura: sono temi estremamente interessanti al giorno d’oggi. Il territorio biellese, con il suo clima temperato e l’abbondanza d’acqua, è naturalmente predisposto alla coltivazione del bonsai, e, proprio per questo, ci sembra importante che questa pratica venga conosciuta e valorizzata anche a livello locale, non solo come espressione artistica, ma anche come parte integrante di una relazione consapevole con il paesaggio e con la natura che ci circonda. Rivolgiamo un ringraziamento all’Assessore Sara Gentile e a tutta l’Amministrazione Comunale per averci offerto questa straordinaria opportunità: poter esporre al Chiostro di San Sebastiano è per noi motivo di orgoglio e uno stimolo ulteriore a condividere con il pubblico la bellezza e la profondità di questa arte”.

TORRE CANAVESE. “NATURA ARTE-FATTA”, MOSTRA DI BIAGIO VELLANO

A Torre Canavese dal 17 maggio al 15 giugno

Verrà inaugurata il 17 maggio alle 17.30, presso la pinacoteca “Raissa Maksimovna Gorbaciova” sulla Terrazza Belvedere, in via Balbo a Torre Canavese (TO) la mostra “Natura Arte-Fatta”: un’esposizione di quadri-scultura creati con materiali di recupero e terre naturali dal Maestro Biagio Vellano (Trino/Vc1928 – Brusaschetto/Al 2008).Contestualmente all’apertura dell’evento artistico, la nuova sala della pinacoteca verrà dedicata a Marco Datrino, indimenticato gallerista, antiquario, proprietario del vicino castello, e protagonista della vita culturale di Torre, distintosi per meriti artistici e culturali. Gian Piero Cavallo, sindaco di Torre Canavese, commenta: “Intitolare questa nuova sala della pinacoteca a Marco Datrino è un gesto dovuto e doveroso per ringraziare e ricordare un concittadino che tanto ha fatto per il paese e il mondo dell’arte in Canavese, instaurando scambi tra artisti e portando i Pittori per la Pace sul nostro territorio. Ci auguriamo che sia davvero un nuovo inizio e che questi spazi possano in futuro, come oggi, accogliere nuovi eventi importanti in grado di dare lustro al paese”.

L’allestimento, curato dalla critica d’arte dottoressa Carla Bertone, resterà aperto fino al 15 giugno dal venerdì alla domenica dalle 16 alle 19. Apertura straordinaria per la Camminata Reale domenica 18 maggio dalle 9 alle 12.Spiega la curatrice: “La mostra sarà composta da 25 opere materiche corredate da spiegazioni, didascalie e frasi dell’artista. Il percorso sarà introdotto da una presentazione dell’artista con una biografia e una breve spiegazione sulle opere, le fotografie, gli acquerelli e i disegni. In modo da dare una visione completa del percorso artistico di Vellano.Biagio Vellano, designer ed arredatore di talento, fu uno spirito introspettivo e coltissimo. Un filosofo che amava la vita. Un appassionato di archeologia e di musica jazz. Innamorato e rispettoso del creato e dell’arte nella sua forma più alta e più pura.Mai influenzato dalla materia di partenza, bensì soltanto dalla “materia ri-creata”, l’artista Biagio Vellano usa liberamente qualsiasi tecnica possa corrispondergli: la pittura ad olio tradizionale, i fondi serigrafici stampati che riprende con diverse tipologie di pastelli, polverosi o cerosi, e i materici, le opere che costituiscono l’aspetto peculiare della sua creazione artistica. Nel momento della massima creatività delle avanguardie, l’artista indaga con tutto sé stesso il modo di ri-fare la natura che da sempre ha catturato con gli occhi e con gli obbiettivi della sua macchina fotografica. Nascono così le opere più straordinarie di Biagio Vellano, uniche ed irripetibili, quelle che lo individueranno per sempre nel firmamento della storia dell’arte: i materici.Se infatti i pastelli sono colore e luce, i materici sono materia e ombra: un microcosmo, una natura ricreata. Sono ricami di materia colata, di parti sporgenti, ammassi di plastiche combuste con il cannello e lavorate ancora incandescenti, per ricreare rocce, ghiacciai, fondali marini, fango e terra calpestata. L’artista bruciava strati su strati di plastiche e colature di vinavil mentre le esalazioni nere ardevano nei suoi polmoni. La cosa più terribile è che sapeva a cosa stesse andando incontro…Ma il dono dell’Arte non si può fermare: solo così nascono i veri capolavori…”.

Torino. Sintassi del Segno Sospeso. Mostra con opere di Maria Rosa Benso al Teatro di Palazzo Saluzzo Paesana

9-30 maggio

Verrà inaugurata il 9 maggio, alle 18, presso il Teatro di Palazzo Saluzzo Paesana, in via Bligny, 2, a Torino, la mostra “Sintassi del Segno Sospeso”. In mostra oltre trenta opere dell’artista Maria Rosa Benso. L’allestimento resterà poi visitabile fino al 30 maggio da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19 con ingresso gratuito.

La mostra è curata dal giornalista e critico d’arte Angelo Mistrangelo che evidenzia:“Il segno diviene storia, ricerca, immagine sospesa in atmosfere immateriali, in un alternarsi di impressioni che scandiscono il fluire inesausto del dato cromatico all’insegna di una interiore, e interiorizzata, interpretazione delle sottili e vibranti emozioni.

La pittura esprime la magia della luce che accende le strutture, in una sorta di trama che si trasforma in sensazioni, ricordi e segnali che presiedono alla formulazione e formazione delle composizioni. Le pagine di un meditato astrattismo rivelano, in estrema sintesi, la persistente volontà di Maria Rosa Benso di fissare le tracce di un percorso che appartiene a una misurata gestualità manifestata in La materia del vento e Strutture fluttuanti .

Una misura che nella mostra, allestita nell’ex Teatro del settecentesco Palazzo Saluzzo Paesana, appare caratterizzata da una sequenza di tavole che da una penetrante scrittura segnica approda a un discorso legato agli assemblaggi risolti con la delicata resa formale de Il peso delle nuvole , in cui le nuvole sembrano affiorare dalle lievissime atmosfere dei versi dello scrittore tedesco Hermann Hesse. Lievi e liriche suggestioni di una linea che definisce paesaggi della memoria, ripercorre desertici silenzi e gli impercettibili tratti di una stagione dell’esistenza rivisitata e ridefinita”. Il gesto pittorico assume, quindi, il valore di una personale, e talora inaspettata, visione d’insieme, dove si avverte il clima di un vitale colloquio con il tempo e la realtà, con le interiori intuizioni e la controllata interpretazione del “corpus” di opere astratto-informali che rappresentano, come suggerisce Adolfo Francesco Carozzi, una condizione, uno stato d’animo, un punto di convergenza, un atteggiamento. Si coglie, di volta in volta, una vera e propria sintassi dei segni, una grammatica della raffigurazione e un segreto cifrario attraverso il quale “scoprire universi remoti, visceralità ancora inesplorate, mondi arcani”, come scrive Gillo Dorfles.

In questa dimensione, emerge con forza un linguaggio in continuo aggiornamento, che stabilisce connessioni e riferimenti con le esperienze contemporanee, tra disegno e materia, comunicazione e nuove tecnologie. Una comunicazione che fa parte del cammino della Benso lungo gli itinerari di una poetica che, secondo l’artista Alun Davies, esprime la coinvolgente esperienza di “lavori che sussurrano”.

Sottolinea la Benso: “Nelle opere proposte prende forma un pensiero e un linguaggio di segni universale, misterioso, ipnotico, afferrando, talvolta, suoni di una musica sospesa”.

TORINO. MOSTRA  COLLETTIVA DI ARTE CONTEMPORANEA FIGURATIVA E ASTRATTA

TORINO. CRIPTA SAN MICHELE. ENZO BERSEZIO. PAGINE 

INAUGURAZIONE: sabato 10 maggio 2025 ore 17.00

DURATA: dal 10 al 30 maggio 2025

SEDE: Cripta di San Michele Arcangelo, Piazza Cavour 12 angolo Via Giolitti, Torino 

ORARIO: martedì – sabato 15.30/19.30

INFO: tel. +39 3397796065 – marcello.corazzini@gmail.com

Mauric Renaissance Art, Associazione Culturale, presenta una mostra di Enzo Bersezio (Lesegno – CN 1943) dal titolo Pagine, patrocinata dalla Città di Torino, con la curatela di Marcello Corazzini e Giuseppe Biasutti. La cripta di San Michele Arcangelo fa da splendida cornice ad una serie di opere realizzate tra il 1968 e il 2018, che hanno l’intento di riassumere cinquant’anni di carriera artistica.

Farà da supporto alla mostra la pubblicazione di un catalogo.

“Le opere degli anni settanta, e non solo, di Enzo Bersezio segnano la ricerca (teorica) di uno spazio fisico. Nella loro praticità sono l’essenza di sovrapposizioni, stratificazioni e accumulazioni di carta. Volumi sui quali il tempo ha creato libertà e nei quali l’uomo può vivere indipendentemente. Scegliere e delimitare uno spazio non significa sacrificare e chiudere qualcosa, ma creare energia.” (G. Biasutti)

Venticinque opere tra cui Il gioco del mondo del 1968 e Niente-Tutto del 2018, rappresentano la scenografia caratterizzata dalle sue sculture.

Enzo Bersezio è nato a Lesegno (Cuneo) nel 1943, vive e lavora a Torino. Dopo aver completato gli studi liceali a Cuneo, si diploma in scultura all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, sotto la guida del maestro Sandro Cherchi. Attivo sin dagli anni ’60, Bersezio ha esplorato la scena post-concettuale, collaborando con le nuove generazioni e partecipando a mostre in gallerie come Guido Carbone e VSV a Torino e Neon a Bologna. Negli anni ’70, il suo lavoro si arricchisce di un’impronta antropologica, mentre negli anni ’80 si concentra sulla scultura, evolvendo verso un neo minimalismo caratterizzato da artigianalità e un uso poetico dei materiali, in particolare del legno. La sua opera è stata esposta in numerose manifestazioni nazionali e internazionali, inclusa la 54° Biennale di Venezia, e le sue opere sono presenti in molte collezioni pubbliche e private. La sua carriera artistica è contraddistinta da un’ampia partecipazione a esposizioni personali e collettive fin dagli anni ’60.

 

ALBA. BRUNO ROSANO, L’ETERNA SPINTA AD ANDAR PER MONTI

Presso Corsotorino18 la seconda tappa della mostra itinerante dedicata a Bruno Rosano

L’eterna spinta ad andar per monti. Fotografie in Alta Valle Maira

 a cura di Ivana Mulatero in collaborazione con Francesco Revello e Carmen Valoti

 

Sabato 10 maggio, alle ore 18:00, la Galleria Corso Torino 18 di Alba omaggia la figura di Bruno Rosano (Pratorotondo di Acceglio, 1954 – 2022) con la grande mostra articolata nell’arco del 2025 in tre sedi espositive di cui la seconda è allestita presso i locali di Alba, Corso Torino 18.

L’esposizione, curata da Ivana Mulatero, direttrice del Museo Mallé, in collaborazione con Francesco Revello e Carmen Valoti, e con il sostegno della Famiglia Rosano, si avvale dell’organizzazione della Mamo Educational Foundation e della Galleria Corso Torino 18.

La mostra presenta una trentina di fotografie in grande formato – tratte dall’archivio del grande scialpinista, fotografo e autore di memorabili libri, guide e cartine della Valle Maira –  in cui sono protagonisti i laghi e le cascate dell’alta Valle Maira, alcuni dei tanti “Tremila” da egli scalati, i molti rifugi, le grange innevate, i panorami a volo d’uccello sulla Ferrata degli Alpini Oronaye, i valloni con la famosa Rocca Provenzale, le “tende di ghiaccio” del Pis Passet e, infine, le vedute dei borghi di Elva, di San Damiano Macra e del medievale Pònt Rufin di Stroppo-Pessa, senza tralasciare l’ampia inquadratura che da Canosio raggiunge Rocca la Meja dal Becco Nero.

Ci sono proprio tutti, i principali ed eterni protagonisti di un paesaggio unico e straordinario che Bruno Rosano ha attraversato, cartografato, fotografato e poi pubblicato nei suoi volumi dedicati a far conoscere al pubblico e ai turisti amanti della montagna il contesto geografico e naturalistico delle montagne valmairesi. Con un particolare metodo di ripresa che negli anni ha sviluppato e perfezionato, realizzando scorci incredibili e attendendo per ore la luce del sole o del tramonto che potesse rivelare in un “momento unico e irripetibile” il Lago Roburent colto dal versante francese in piena e cristallina aria diurna, il Lago Nero all’imbrunire e il Monte Chambeyron da Tê de la Frema.

Sono vedute ariose e maestose che restituiscono “quel” attimo irripetibile d’incanto e di bellezza che solo la natura sa offrire e che Bruno Rosano ha racchiuso nelle sue fotografie, scattate e rielaborate con empatia, maestria e fine sensibilità. Sono immagini che offrono nuove interpretazioni della montagna e che sono il frutto di un punto di vista originale e di particolare distinzione del suo lavoro. Si comprende come gli scatti fotografici, i libri, i calendari, le cartine geografiche e persino la carta stessa delle mappe scelta per resistere all’acqua e alla neve, fosse parte di un programma preciso di conoscenza della montagna, oltre che di sé stesso, impegnato ad «offrire cose nuove, mai viste prima, altrimenti – si chiedeva – per quale scopo fare ciò che già altri hanno sperimentato o pubblicato?».

Per i libri di scialpinismo saliva in vetta per fotografare il percorso di salita mentre per documentare il tragitto inverso si arrampicava su un’altra montagna. Amava creare le fotografie con un inusuale formato, strette e lunghe con un orizzonte largo, tanto da creare il più possibile ciò che l’occhio umano può vedere, come ampiezza di raggio visuale. Per fare ciò non usava mai degli obiettivi grandangolari, che deformano l’immagine ai bordi ma, con il cavalletto che si portava sempre nello zaino, eseguiva una serie di fotografie seguendo un andamento spaziale e abbracciando con lo sguardo l’intera scena di natura che si parava davanti ai suoi occhi. La sublime bellezza del paesaggio alpino veniva colta in una successione di scatti lungo l’ampiezza circolare del suo sguardo aperto a ventaglio da sinistra a destra e viceversa. Tornato in studio, Bruno Rosano ricomponeva le varie sequenze in una sola, unica e spettacolare immagine. In questo modo era soddisfatto della resa di grande impatto visivo ottenuto che poi amava condividere con gli appassionati della montagna e con gli estimatori della sua opera, affascinati ed emozionati dalle rilevanti interpretazioni panoramiche nelle quali si condensavano più istanti di vita.

La seconda tappa della mostra “Bruno Rosano. L’eterna spinta ad andar per monti” al Museo Mallé,  con una trentina di fotografie tratte dal suo archivio, alcune inedite e altre scelte tra i migliori scatti, vuole essere un ricordo ed un omaggio alla sua figura scomparsa prematuramente ripartito  all’interno di un programma di valorizzazione e di studio che caratterizza il 2025 con l’itineranza della mostra che, dopo Dronero, sarà ad Alba presso la Galleria Corso Torino 18 (10 maggio-15 giugno), ed infine ad Acceglio presso la Confraternita di Chiappera (19 luglio-31 agosto), un luogo di partenza di molte escursioni di Bruno).

In mostra sarà disponibile il catalogo che documenta tutte le opere fotografiche esposte, a cura di Galleria Corso Torino 18 di Alba, con un saggio di Ivana Mulatero e con alcuni testi inediti di Bruno Rosano.

La mostra itinerante si avvale dei contributi della Banca di Caraglio e della Regione Piemonte. Con il patrocinio del Comune di Acceglio, dell’Unione Montana Valle Maira, del Consorzio Turistico Valle Maira. Media Partner: Il Drago

 

Orari di visita: dal lunedì al venerdì ore 8:00 – 20:00, sabato su prenotazione

Info: Corso Torino 18 Professional Workshop S.r.l. Società Benefit

www.corsotorino18.it

Corso Torino n.18 – 12 051 Alba (CN) – 0173 045808 – info@corsotorino18.it

 

TORINO. SPAZIO MUSA. “ALFREDO BILLETTO, un artista libero.”

Opere di Alfredo Billetto –  a cura di Francesco Longo e Simone Billetto.

Un vero peccato non averlo conosciuto, ma una fortuna aver conosciuto il figlio, Simone che ci ha permesso di poter esplorare gustare e conoscere le opere di Alfredo Billetto, un autore che mi rimanda ad una sorgente come la Bauhaus ma con più elastica dinamicità di rappresentazione di un suo pensiero attraverso il modo con cui componeva le immagini sia figurative che astratte ed in questa collezione di opere che ho scelto con Simone, prevale una linea molto varia che passa dalla grafica ai montaggi su carta e matericamente dal dipinto alla lavorazione concreta di oggetti in oro. Sia la linea che la materia appartengono ad una forma mentis indipendente ma contestualizzata a periodi in cui Alfredo Billetto è stato un valido surfista che con molta libertà è riuscito ad offrire un contributo alternativo con garbo ed eleganza a ciò che in trent’anni abbiamo potuto vedere nel mondo dell’arte non solo torinese. Libertà è la parola corretta per descrivere lui e le sue opere e in questa mostra chi e cosa meglio dei suoi lavori possa definirlo un artista libero.

Francesco Longo

Conosco pochi pittori attuali che come Alfredo Billetto diano l’idea dell’opera finita a regola d’arte, cioè condotta al limite della perfezione. Questo tanto dal punto di vista della struttura complessiva, articolata ed equilibrata in ciascuna sua parte, quanto dal punto vista della precisione del disegno e della accurata stesura della materia cromatica. Eppure,dalla fine dei Quaranta, quando ancora frequentava la Libera Accademia, e per almeno due decenni, la sua posizione è stata piuttosto sul versante espressivo che su quello formale, ciò che fa dire a Mario De Micheli nel 1965 su “Le Arti”:”Billetto rifiuta l’ambiguità, rifiuta l’approssimazione. Del resto la stessa tematica che da qualche anno lo interessa rivela … i motivi di tale esigenza: sono infatti i motivi dell’integrità dell’uomo”. E’ dalla fine dei Sessanta-inizio Settanta che la lucidità della costruzione e della realizzazione analitica prende il sopravvento, senza bruciare peraltro “l’evocazione … di profonde invenzioni e delicatezze poetiche” (Marco Rosci, nella presentazione alla Antologica di Palazzo Salmatoris a Cherasco, che cita a sua volta Paolo Levi, in un testo per video del ’96). Il fatto è che – a voler tirar le somme di un impegno sostanzialmente coerente, attraverso originali sempre motivate varianti – la bellezza conclusa dell’immagine in Billetto è sempre innervata da una partecipazione fisica, emotiva e spirituale; e viceversa che la compromissione vuol essere filtrata da un esatto linguaggio. Commentando la sua grafica, come mi è capitato in almeno tre occasioni, nel 1992, nel 2004 e nel 2017, citavo un suo pensiero che mi pare rivelatore di un sistema espressivo aperto e complesso, teso tra coscienza razionale e abbandono espressivo:”Se sto troppo tempo senza esercitarmi (nella grafica) la mano perde la giusta agilità; e questo frega il disegno, perché il disegno agisce allo scoperto: l’assenza di alibi è il bello del disegno, la sua nobiltà”.

Pino Mantovani

“ALFREDO BILLETTO, UN ARTISTA LIBERO”

  • Date: 07 maggio 2025 – 25 maggio 2025
  • Opere esposte:

o Al piano superiore : 18 opere in tecnica mista tra disegni e dipinti  di medio formato e gigante.

Alcune vetrinette contenenti gioielli in oro disegnati e realizzati da A. Billetto

o Al piano inferiore: 18 opere in tecnica mista tra disegni e dipinti  di medio formato e gigante.

Catalogo a cura di Paola Ghigo

Testo del catalogo di Pino Mantovani

 

Inaugurazione e vernissage : 07 maggio 2025 ore 18.00-21.00

La mostra sarà aperta al pubblico con i seguenti orari:

  • 07 maggio 2025 al 25 maggio 2025
  • dal martedì al venerdì 15.00 – 21.00 durante il weekend 16.00 – 21.00

Informazioni e Contatti

Musa Art Gallery/SpazioMusa – Via della Consolata 11E – Torino

 

ARTE E NATURA ALLA PELLERINA: UN PROGETTO DI RIGENERAZIONE AMBIENTALE ATTRAVERSO LA CREATIVITÀ.

Il Parco della Pellerina – il più grande parco urbano in Italia – si prepara ad accogliere un innovativo intervento di arte ambientale che trasforma la natura in un potente messaggio di rinascita e consapevolezza ecologica.Nell’area adiacente al chiosco Laghetti Taormina, quindici ceppi di alberi morti per essiccamento diventeranno protagonisti di un’azione artistica volta a valorizzare l’ambiente urbano e promuovere un dialogo attivo con la cittadinanza.Il progetto, che integra arte e natura nel rispetto del contesto paesaggistico, si fonda sull’utilizzo di materiali naturali locali, trasformando elementi vegetali non più vitali in simboli di rigenerazione. L’arte ambientale sui ceppi ci insegna che nessuna fine è davvero definitiva.La materia si dissolve, si ridefinisce, si rigenera.L’obiettivo è duplice: da un lato recuperare e abbellire un’area pubblica di grande valore, dall’altro sensibilizzare i cittadini su temi ambientali di forte attualità.

UNA VISIONE ARTISTICA CONDIVISA

L’iniziativa nasce da un’idea della curatrice Elena Radovix che dichiara:«Questo progetto è nato dal desiderio di trasformare un elemento di degrado in un’opportunità di rinascita artistica e ambientale. È iniziato grazie al prezioso contributo dell’artista Raffaella Brusaglino e si è sviluppato come un percorso collettivo che mette l’arte al servizio della comunità e dell’ambiente. Il nostro obiettivo è stimolare nuove consapevolezze e restituire bellezza e senso di appartenenza a uno spazio urbano condiviso».Il progetto si rivolge a tutti i cittadini che frequentano il Parco della Pellerina. L’intera area sarà valorizzata attraverso installazioni artistiche che promuovono un atteggiamento più consapevole e rispettoso nei confronti dell’ambiente.Tra gli obiettivi principali: offrire ai fruitori uno spunto di riflessione sull’importanza della rigenerazione e della tutela del patrimonio naturale urbano. Il percorso prevede anche una mostra in galleria e il coinvolgimento di scuole e associazioni del territorio.La prima fase sarà inaugurata il 12 maggio 2025, in occasione della Giornata Internazionale della Salute delle Piante promossa dalla FAO. Il primo intervento artistico sarà realizzato dalla scultrice floreale Cecilia Serafino, seguita da altri artisti attivi a livello locale e nazionale, i cui lavori esploreranno il rapporto tra uomo e ambiente in chiave storica, sociale e culturale.