SORPRESE DI ARTE E DI STORIA. Gabriele Petiti: un Carneade per i Chieresi
Nel corso del 2023 l’autore di questo articolo, visitando una chiesetta medioevale di Prascorsano, piccolo comune del Canavese a pochi chilometri da Cuorgnè, vi notò un dipinto, bello e ben conservato, fra i cui autori compare anche uno sconosciuto (almeno per lui, ma poi avrebbe appurato essere tale anche per i Chieresi) pittore chierese del Cinquecento, tale Gabriele Petiti. Lì per lì credette di aver fatto una scoperta, ma poi si è reso conto che di quel dipinto, e di Gabriele Petiti, era stato già scritto: nel lontano 1953 dalla ex soprintendente ai beni artistici Noemi Gabrielli; più recentemente, nel 1973, da Aldo Moretto in una pubblicazione sugli affreschi del Canavese. A Chieri nessuno ne ha mai sentito parlare perché non è mai uscito dalle pagine dei libri specialistici. Anche le ricerche per scoprirne almeno la data di nascita sono risultate impossibili, perché i registri dell’archivio parrocchiale iniziano dagli anni Settanta del Cinquecento mentre, essendo l’affresco di Prascorsano del 1524, il Nostro deve essere nato a cavallo del Quattrocento e del Cinquecento.
Il dipinto si ispira all’iconografia classica della Madonna della Misericordia, con la Vergine che accoglie due gruppi di fedeli sotto il manto spalancato. Alla base, in caratteri gotici, si legge: “Hoc opus fecit fieri Societas Virginis Marie et depictum fuit per me Bernardinus Resignoli de Tridino et Gabrielem Petiti de Cherio, curente a. d. MCCCCCXXIIII die IX mensis iulii”, cioè: “Questa opera è stata commissionata dalla Società della Vergine Maria ed è stata dipinta da me, Bernardino Resignoli da Trino e da Gabriele Petiti di Chieri collaboratore, corrente l’anno 1524 il 9 luglio”. Se ne evince che gli autori dell’affresco sono due: Bernardino Resignoli e Gabriele Petiti. Il loro stile è molto diverso: uno ha dipinto la Madonna col Bambino, l’altro i due gruppi di devoti inginocchiati ai suoi piedi e gli angeli che sorreggono il velo. Ma non è chiaro chi abbia dipinto cosa. Noemi Gabrielli accosta lo stile del dipinto a quello del pinerolese Iacopino Longo, cioè vi ravvisa l’avvenuto superamento dello stile gotico e quell’apertura all’arte rinascimentale i cui risultati più alti sono ravvisabili nelle opere di Martino Spanzotti e Defendente Ferrari. Una svolta stilistica della quale Chieri offre un’altra testimonianza nell’anonimo affresco del Martirio di Sant’Agata recentemente ricomparso nella controfacciata del Duomo. L’affresco di Prascorsano presenta una variante importante rispetto all’iconografia classica della Madonna della Misericordia, che quasi sempre viene raffigurata da sola (cioè senza il Bambino) e nel gesto di spalancare con entrambe le braccia il manto per accogliervi i fedeli. Qui, invece, la Vergine è raffigurata con il Bambino fra le braccia. Il manto è tenuto spalancato da due Angeli. Ciò potrebbe anche significare che inizialmente il soggetto dell’affresco fosse una semplice Madonna col Bambino e che solo in un secondo tempo sia stato trasformato in un Madonna della Misericordia.
Antonio Mignozzetti