SORPRESE DI ARTE E DI STORIA – Perché tanti quadri dell’Immacolata nelle chiese di Chieri?

Convento de ‘La Pace’.

Sacrestia del Duomo

Visitando le chiese chieresi colpisce la frequenza con cui vi si incontrano quadri raffiguranti l’Immacolata Concezione. Ce n’è uno presso il convento della Pace: l’Immacolata, con una corona di stelle attorno al capo, sta eretta sul globo terrestre e con un piede schiaccia il capo del serpente tentatore. In un altro quadro, esposto nella sacrestia del Duomo,  invece della corona di stelle compare un’areola luminosa. Un terzo quadro si trova nella cappella della Casa di riposo Giovanni XXIII: vi si nota di nuovo la corona di stelle, ma anche una novità molto evidente: i piedi della Vergine non poggiano sul globo terrestre, ma, con riferimento alla Donna dell’Apocalisse, su una falce di luna. Simile a questo è il quarto quadro, conservato nei locali della parrocchia di San Giorgio: anche qui la Vergine ha il capo circondato da una corona di stelle, si erge su una falce di luna e schiaccia con il piede il capo del serpente.

Sacrestia del Duomo

Parrocchia di San Giorgio

La frequenza di questi quadri si spiega perché i lavoranti chieresi del fustagno avevano eletto a loro patrona l’Immacolata Concezione, e di essa amavano esporre un’immagine nella loro sede, che di solito era una chiesa. Una di tali compagnie aveva sede presso la chiesa di San Giorgio, e, come asserisce Bartolomeo Valimberti,  il quadro dell’Immacolata che vi si trova fu “… dipinto, ad istanza dei fustanieri nel 1668”. Un’altra “Compagnia” aveva sede  all’interno dell’Ospizio di Carità, dove molti ospiti si dedicavano  alla tessitura, e questo spiega il relativo quadro dedicato all’’Immacolata. Dal Fondo Bosio conservato presso la Biblioteca Centrale di Torino, apprendiamo che sia presso la chiesa della Pace sia in San Filippo ogni anno “veniva celebrata la festa della Concezione con musica e panegirico dalla Società dei Mercanti Fustanieri”. Non è un caso, perciò, che anche nel convento della Pace esista un quadro dell’Immacolata, e quello della sacrestia del Duomo probabilmente proviene da San Filippo.

Stilisticamente questi quadri sono molto simili fra loro. È documentato, infatti, che almeno due di essi sono dello stesso autore, Antonio Andrietto e, anche se mancano le prove documentali, è sufficiente il confronto stilistico per attribuire allo stesso  anche gli altri due.  Questo pittore era nato a Como verso il 1650, ma visse per circa quarant’anni a Chieri, vi morì il 12 gennaio 1713 e venne sepolto nella Collegiata di Santa Maria della Scala  (Duomo). Oltre che per i quadri dell’Immacolata è conosciuto anche perché in collaborazione con Giuseppe Antonio Pelliparis (1683) affrescò la volta della chiesa di S. Michele, sottostante a quella di San Giorgio (affrescandovi anche una piccola Immacolata identica a quella dei quadri) e perché gli  vengono attribuiti gli affreschi di soggetto mitologico del Palazzo Roero-Sanseverino (ora Bruni) e del  Palazzo Tana.

Antonio Mignozzetti