Chieri. Addìo a Gaspare Napoli, una colonna del motociclismo chierese

Aveva 91 anni. Inventò con il Motoclub Kiwi la 24 ore dei motorini

 

Ciao amico dí sempre carburatorista di professione – unico in famiglia (il talento non ti sarebbe mancato) a non aver voluto seguire l’iter professionale delle sorelle (Franca e Maria) e dei più conosciuti fratelli (Vito e Osvaldo) entrambi impegnati in carriere di tutto rispetto dapprima giornalistiche, successivamente politiche sino ad occupare gli scranni di Montecitorio e di Strasburgo – hai invece rincorso, per soddisfarla, la tua grande passione tecnico-organizzativa per il mondo motociclistico coniugato in tutte le declinazioni possibili ed immaginabili.

A partire dal secondo dopoguerra in poi – forse anche prima – sei stato socio promotore e attivo programmatore di ogni “uscita” motoristica messa in cantiere sia nel Torinese, sia dai due Moto Club cittadini (il M.C. Giovanni Franchino prima, l’A.M.C. Kiwi poi – entrambi capaci di sfornare piloti di buon livello ed eventi indimenticabili; uno per tutti la “24 ore dei motorini” a firma Kiwi) ricoprendo, all’interno degli stessi direttivi incarichi di notevole responsabilità.

In quel contesto, sei riuscito a mettere insieme centinaia di conoscenze diventate, in seguito, concrete amicizie capaci di sfidare l’inesorabile trascorrere del tempo perché imperniate sulla facilità di costruire rapporti con te grazie al tuo carattere schietto e sincero e alla tua battuta ironica e sdrammatizzante.La passione per l’organizzazione davvero non ti ha mai abbandonato anche quando, raggiunta la meritata pensione, lasciato non senza rimpianto il rapporto con i Moto Club (sarebbero stati chiusi di lì a poco), decidi di offrire la tua disinteressata disponibilità ad altre associazioni sportive (Pedale Chierese in primis) e ad enti pubblici e privati (Ospedale Molinette, Vivere, Assessorato alla cultura ai tempi della Giunta Gay).

Quanti “lavori” abbiamo messo in cantiere e portato a termine con l’amico Cesare.

Mi mancherai. Ci mancherai.

Valerio Maggio