CURIOSITA’ DI ARTE E STORIA – LE RIPRODUZIONI CHIERESI DELLA SACRA SINDONE
Nel 1578 il duca Emanuele Filiberto di Savoia trasferì da Chambery a Torino la Sacra Sindone, il lenzuolo nel quale, in base a molti indizi, i Cattolici ritengono sia stato avvolto il corpo di Cristo, e del quale nel 1453 erano venuti in possesso i Savoia. Ciò fece sì che da quel momento in tutto il ducato si diffondesse la devozione popolare verso l’importante reliquia.
A Chieri il 17 maggio 1651 il Consiglio comunale decretò che la Sacra Sindone venisse riprodotta sulla facciata della Collegiata di Santa Maria della Scala (Duomo) e il più possibile anche sulle pareti esterne delle case private. Non sappiamo quante ne furono effigiate, ma si può supporre che fossero una buona percentuale delle 34 edicole sacre che secondo lo storico Antonio Bosio tappezzavano le strade di Chieri alla fine dell’Ottocento. Senza parlare delle riproduzioni che si moltiplicarono all’interno delle chiese. Di quella grande fioritura oggi sono rimaste sei “Sindoni”, tre all’aperto e tre in altrettante chiese.
1)Una di quelle “esterne” si trova in via Vittorio Emanuele n. 75, sulla facciata della casa chiamata tradizionalmente “del Forno dei Domenicani”. Il dipinto, databile al Seicento, raffigura la Madonna circondata da un alone di luce e, ai suoi lati, i santi Francesco e Domenico che sorreggono la Sindone. È un affresco significativo anche perché la presenza contemporanea in esso dei due Santi fondatori ricorda la raggiunta concordia fra i frati domenicani del convento di San Domenico e quelli francescani del convento della Pace dopo un primo periodo di rapporti alquanto burrascosi.
2)La seconda si può ammirare in via San Giorgio 17/a angolo via Diverio: un bell’affresco seicentesco inquadrato in una cornice barocca di stucco bianco, ornata di festoni, testine e candelabri. Rappresenta la Sacra Sindone sorretta dalla Madonna e da due Angeli e due Santi. Questi dovrebbero essere (il condizionale è d’obbligo perché l’affresco è molto sbiadito) San Giovanni Battista e San Giuseppe. L’affresco era rivolto verso la facciata della chiesa della Consolata, distrutta nel marzo del 1833.
3)La terza “Sindone”, o meglio ciò che ne è rimasto, si trova in via del Gualdo angolo via Tana. Abbiamo precisato “ciò che ne è rimasto”, perché purtroppo di quel dipinto, esso pure seicentesco, rimangono soltanto le teste, appena visibili, della Madonna, di due Santi e di due Angeli che la fiancheggiano e che certamente sorreggevano la Sindone.
Tre sono anche le “Sindoni” che si conservano all’interno di chiese.
1)La prima, di finissima fattura, si trova nella chiesa di San Domenico, nella cappella di San Pietro Martire, attigua alla sacrestia: la Sindone vi appare sostenuta da tre Angeli, con altri Angeli che si muovono sullo sfondo. Pregiata e raffinata opera della scuola del Moncalvo, qualcuno la attribuisce addirittura alla figlia del pittore, Orsola Maddalena Caccia.
2)La seconda, sorretta da due angioletti, si trova nella chiesa di San Bernardino, nella cappella laterale sinistra. È dipinta nella parte inferiore della cornice che inquadra la nicchia della statua della Beata Vergine Addolorata.
3)La terza, situata nel Duomo, si trova nella cappella della Beata Vergine del Suffragio, la seconda cappella della navata sinistra a partire dal transetto. È una riproduzione della Sindone molto particolare, perché non è dipinta ma eseguita a stucco in bassorilievo.