Parete sinistra

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GREGORIO MALTZEFF, Icona dell’Immacolata (1920)

GREGORIO MALTZEFF, Icona dell’Immacolata (1920)

GREGORIO MALTZEFF, Icona dell’Immacolata (1920).

Si tratta di un’opera eseguita secondi gli stilemi delle icone russe: il fondo oro e l’atteggiamento ieratico della Vergine;  l’azzurro del manto a significare il suo legame con l’umanità e  la veste rossa a significare quello con la Divinità;  le sigle greche ai lati del capo MP e ΘΥ (cioè Meter Theou, Madre di Dio);  le tre stelle: sulla fronte e sulle spalle,  a ricordare la sua verginità prima, durante e dopo il parto. Insieme, però, l’autore adotta particolari iconografici propri della rappresentazione occidentale dell’Immacolata Concezione: le dodici stelle intorno al capo, la luna e il serpente sotto i piedi. Soprattutto, è di ispirazione rinascimentale il volto della Vergine. Viene da pensare ad un artista di origine orientale ma di formazione italiana.

L’opera, infatti, appartiene al pittore russo Gregorio Maltzeff.  (1851-1953). Nato a Gorkij nel 1851 e dedicatosi fin da ragazzo alla pittura, nel 1914, avendo vinto il Prix de Rome, venne  a Roma per una vacanza studio. In seguito allo scoppio della rivoluzione bolscevica, restò nella città eterna, abitando a Rocca Priore, nella zona dei Castelli, dove si era costruita una casetta rustica.

Studiò a fondo l’arte italiana, specialmente rinascimentale,  e intensificò la sua attività artistica dedicandosi soprattutto all’arte sacra.  Fu molto apprezzato dal regista russo Andrej Tarkovskij. Lavorò a più riprese per il Vaticano, per la Compagnia di Gesù  e per il Collegio Pontificio  Russicum, l’istituto romano dedicato agli studi della cultura e della spiritualità russa. Sue opere si trovano, oltre che a Roma, presso la Galleria d’Arte di Piacenza, ad Ancona, nell’Isola d’Elba, a Bari, a Malta.  Morì a Spoleto nel 1953.

Per il Russicum dipinse anche  questa icona che è poi approdata in questa chiesa chierese. Un’opera che  si può considerare di importanza storica: il papa Pio XII, infatti,  chiese che venisse portata nella basilica di San Pietro e il 13 maggio 1950,  inginocchiato davanti ad essa,  consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria.

Appena nominato parroco della nuova parrocchia di San Luigi Gonzaga, don Michele Ronco,  già alunno del Russicum, grazie ai rapporti che aveva mantenuto con il suo ex collegio, ottenne l’icona e la fece trasportare da Roma a Chieri, prima nella chiesa provvisoria di via Buschetti n. 9,  poi in quella definitiva attuale.

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