ALBERTO MASO GILLI: nel Santuario dell’Annunziata

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Il miracolo del mutolo

Guarigione del soldato ossesso

 

San Giovanni Battista e il Re Erode

 

I primo è un quadro di piccole dimensioni collocato alla destra dell’altar maggiore, sulla parete che separa il presbiterio dalla sacrestia. Descrive l’episodio del miracolo del muto che è all’origine della ricostruzione del santuario dell’Annunziata. Il  29 aprile 1651, un giovane garzone, sordo e muto dalla nascita, ottenne la parola mentre pregava davanti alla rappresentazione dell’Annunciazione nell’antica cappella del soppresso Opedale dei Gribaldenghi. Del fatto si occupò anche l’Amministrazione Comunale, come risulta dal verbale della seduta consiliare del 16 maggio: “Sendosi la Gloriosissima Vergine degnata di segnalar con straordinarie gratie la chiesa dell’Annonciata, fondata sin dall’anno 1278 in questa città, coll’Insigne Miracolo seguito li 29 aprile giorno di sabato del corrente anno nella persona di un giovane chiamato per nome Giovanni d’anni vinti circa, muto da natività, di patria e parenti incogniti, servitore del Signor Giulio Cesare Robbio, havendoli snodata la lingua e concessa libera la loquella, com’è noto è stato riconosciuto per le molte informazioni da Mons. Ill.mo e Rev.mo Arcivescovo Giulio Cesare Bergera”.

Nel quadro la scena viene ambientata in una campata di un chiostro. Tutto vi è descritto con attenzione per i particolari: le colonne e la volta che inquadrano l’evento; la teoria di archetti che sottostanno al dipinto; l’inferriata che lo protegge; il costume seicentesco del giovane; la borraccia o la borsa che indossa a tracolla; il cappello con lunga piuma appoggiato in  terra; il suo gesto di sorpresa quando si rende conto di ssere stato miracolato.

Il quadro non è firmato, ma Antonio Bosio, in un appunto del suo archivio conservato presso la Biblioteca Civica Centrale di Torino, lo attribuisce ad Alberto Maso Gilli. Una attribuzione che lascia perplessi, visto che nel 1851, quando fu dipinto il quadro, Gilli aveva undici anni. Diventa in qualche misura credibile se consideriamo lo stile elementare del quadro e soprattutto le parole con le quali Giuseppe Stella, priore della Confraternita della Misericordia, descrive i lavori di decorazione eseguiti nel santuario nel 1851. Il priore sostiene che i dipinti del Presbiterio, compresi quelli del prodigio del muto, della guarigione dell’ossesso e di San Giovanni Battista che rimprovera il Re Erode,  sono “opera pregiata del Professore Carlo Cornaglia, membro dell’Accademia delle Scienze (evidentemente, visto il contesto, il priore intendeva scrivere ‘Accademia di Belle Arti, ndr) nato di famiglia chierese […]. Di lui si ammira specialmente un bel quadro della Visitazione nella chiesa di S. Giorgio […]”.  È possibile, cioè, che Gilli, che sappiamo allievo di quella Accademia, abbia partecipato alla decorazione del Presbiterio del Santuario in qualità di allievo o apprendista del professor Cornaglia.

Se questo è vero, è probabile che il suo apporto debba essere esteso anche al quadro di sinistra, raffigurante il militare indemoniato guarito improvvisamente davanti all’immagine dell’Annunciazione, un quadro molto simile all’altro sia nello stile elementare sia nella composizione, e alla lunetta collocata in cima al coro, nella quale è raffigurato San Giovanni Battista che rimprovera il Re Erode per aver sposato Erodiade, moglie di suo fratello. Un’opera che nell’insieme, e specialmente nell’esecuzione molto approssimativa dei visi dei protagonisti, si rivela ancora più immatura degli altri due.

 

Bibliografia.
Stella Giuseppe, Il secondo centenario di M. V. Annunziata, celebrato nel Santuario a Lei sacro in Chieri, l’anno 1851. Cenni storico-morali di un socio della Confraternita, Torino 1851.
Mignozzetti Antonio: Chieri: i monumenti, gli artisti.  Il Santuario dell’Annunziata, Chieri 2016, pp. 73-110.

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